Ieri tenuta da concerto: jeans lerci, anfibietto d'ordinanza e, in un attacco di nostalgia,
la maglietta di Reading 94.
Arriviamo davanti al milk senza sapere con precisione a che ora inizi il concerto, riusciamo
comunque ad essere in anticipo.
Sostiamo davanti alla porta del locale appoggiati ad un camioncino e siamo anche un po' impazienti
che il tutto abbia inizio, un po' perche' e' l'Evento un po' perche' domani si torna a Milano per
lavorare e ci si deve alzare presto.
Mi domando se gli amici di un tempo, quelli dei 18 anni, quelli con cui sono andata a Reading, quelli
del concerto dei Dinosaur jr a Milano, siano nell'organizzazione o se comunque saranno
presenti.
Primo all'appello del "quanto tempo che non ci si vede" PITTA, il mitico Pitta che conosco dai tempi
delle medie e che non vedo da almeno un paio di annetti. Baci e abbracci di rito, due parole veloci.
A seguire, quando ormai sto meditando di schiacciare un pisolino pre concerto nel cassonetto del
camioncino, ecco che all'orizzonte appare Fra. Ne viene dalla cena con J Mascis stesso ed io un po'
mi maledico per non averlo chiamato prima. Mi dice: "Non l'hai visto? e' passato un attimo prima di me!
Ha i capelli bianchi adesso."
Poco dopo e' il turno di Gian accompagnato dalla sua bella, Angela. Dopo baci e abbracci si vanta
di essere in possesso della prevendita numero 1, io sono solo 40esima, ma su 120 posti disponibili
non e' un brutto piazzamento. Lui sempre uguale ha le all star e un maglioncino nero a collo alto, ma
adesso ha perso un po' di quell'aria ordinata (Albe commenta che anche lui pare pettinato con i raudi)
e ha iniziato a fumare.
Dentro incontrero' poi il vecchio Andreone che, come sospettavo, fa parte dell'organizzazione ed e' tutto
agitato perche' J Mascis con gli anni e' imbiancato, ma non e' diventato piu' loquace e lui non riesce a capire
se e' tutto ok oppure no.
Il milk e' un buco, quando entro nella zona concerti mi domando come fara' a contenere 120 persone. Pero'
e' un buco con atmosfera.
Il gruppo di supporto gli SPRINZI sono una piacevole sorpresa.
La classica formazione basso due chitarre batteria, suoni potenti e distorti. Definizione del genere?
Post rock?Non chiedetelo a me, che indie lo ero forse nel 94 ed oggi lo sono solo in occasioni come quella di ieri sera.
Passati gli sprinzi arriva J Mascis, da solo con la chitarra acustica. E' ingrassato, i capelli sono ingrigiti
e porta gli occhiali. Occhiali con la montatura di plastica e le lenti grandi. Una camicia grigia aperta sopra una maglietta
che non sono riuscita ad individuare, jeans scuri ed adidas blu.
Si siede e inizia a sistemare la chitarra. Sono in terza fila e davani a me ho solo gente
alta piu' di uno e ottanta ... intravedo qualche cosa fra le teste altrui.
Li' sul palco con la sua chitarra acustica attacca il primo pezzo... la voce e' sempre quella, anche se
sembra strano che provenga da quel tizio grigio seduto sul minuscolo palchetto. Lo smarrimento dura fino al primo attacco del distorsore.
La seconda canzone e' Freak Scene e da quel momento in poi sono indietro nel 1994. Potrei essere a Londra,
in quelle topaie dove si andava a ballare la sera.
Non importa che ad un certo punto ci venga chiesto di sederci, non importa che non si possa manifestare il
proprio apprezzamento della musica con tutto il corpo, ma si debba convincere i propri muscoli a non gridare vendetta
al cielo per le assurde contorsioni necessarie a far si che 120 persone sedute a terra sul pavimento appicciaticcio
riescano stare nello stesso spazio dove stavano a stento le stesse 120 persone in piedi. Non importa che lui abbia
il doppio mento e che l'indomani ci sia una sveglia che ci richiama all'ordine. Non importa che la locandina che orgogliosamente
portiamo a casa sia plastificata e ci si stata data in omaggio all'ingresso e che non la si sia staccata da un muro come quella di Were You Been.
Non importa perche' c'e' solo J Mascis e J Mascis e' un grande.
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