1.9.03

dopo il vigile buono, il controllore con un anima.

Venerdi': si torna a casa dalla mamma.
Trolley, portatile, autobus che sfreccia sotto il naso, autobus successivo in ritardo, margini di tempo annullati.
Stazione centrale presa d'assedio e 5 minuti di tempo per fare il biglietto... si rinuncia e ci si precipita al binario, sperando che la sovrattassa non sia passata da 10 mila lire a 10 euro, cosa che se si rivelasse vera, non sorprenderebbe.
Settembre e' alle porte,ma le vecchie abitudini non cambiano, tutti sul 18.10: il treno e' pieno di gente.
Spintono vecchiette, calcio bambinetti, metto fuori combattimento a suon di colpi di trolley alcuni avversari e infine eccomi sudata , ma soddisfatta sulla linea del traguardo: la prima carrozza.
Arrivo con armi e bagagli in prossimita' di uno stressatissimo capo treno e umilmente faccio presente: "ehm... mi scusi... sono arrivata adesso...dovrei fare il biglietto".
Il capotreno mi guarda e mi dice: "siediti li' e aspetta, poi arrivo". Incredula vado a occupare l'ultimo posto a sedere su tutto il treno che e' quello di fronte al capotreno, evidentemente lasciato libero per timore reverenziale dell'autorita'.
Appena seduta vengo informata dal vicino che il treno partira' in ritardo per un guasto della linea elettrica... ormai sono seduta, rassegnarsi serenamente e' questione di un secondo.
A farla breve ogni minuto che passa e' un minutro di ritardo in piu'.... il capotreno e' pressato dai suoi doveri di sventagliamento bandierine verdi e folla che sempre piu' incredula viene a domandare soluzioni alternative per portare a compimento il viaggio.
Al 56esimo miuto di ritardo e a 60 km da Genova, il controllore tira il fiato e decide di controllare i biglietti... mi guarda, ci pensa un attimo...e decide che sono invisibile... passa oltre.
Ecco, per la prima volta nella mia vita non meditavo attentati dinamitardi contro le ferrovie dello stato a seguito di un ritardo di un'ora di un intercity.

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