11.4.07

La Lanterna poverina quasi non ci si fa caso, infognata com'è all'estermità del porto: container da un lato, gru dall'altro, una centrale a carbone dietro e davanti svariati palazzi.
Un faro poverino dovrebbe respirare, avere spazio, essere sull'estrema propaggine di un promontorio ad avvertire con la sua luce della presenza della terra, non dovrebbe essere circondato da costruzioni che lo soffocano.
Fortuna che fra roccia che lo sostiene e costruzione in muratura la Lanterna sia alta 117 m e si faccia comunque rispettare.

A salirci sopra ho aspettato quasi 32 anni e di non esser più residente a Genova. La giornata era limpida e dall'alto dei 172 scalini percorsi, sulla prima balconata, si poteva ammirare la splendida visuale di Genova.
E no, non importa che il porto antico fosse là piccolino in fondo e che le braccia del Bigo sembrassero poco più che stuzzicadenti. Non importa che le costruzioni che si inerpicano su per la collina non siano belle, non importa che delle chiese a quell'ora del giorno, col sole contro, si scorgessero solo i profili dei campanili in chiaroscuro sul fondo del cielo. Non importano i traghetti, le porta container, le gru del porto lì sotto, con il loro rumore. Genova è bella c'è poco da fare. Anzi è bella proprio per questo.

Il museo poi è un percorso fatto di storie e di racconti, genovesi illustri o sconosciuti che raccontano un pezzo della loro città, cantieri navali, capitani di navi, restauratori, esperti di fari. Tanti filmati da perderci ore o da vedere a spizzichi come viene.
E' bello a volte riscoprire con l'animo del turista angoli della propria città.

Nessun commento: