23.2.06

La prima persona di Lott@ Comunist@ che io ricordi è un uomo che a me, bimba di 8 anni, sembrava altissimo. Passava a casa nostra una volta ogni qualche mese e d'inverno portava un cappotto nero svolazzante. Passava a portare il giornale a mio padre che ogni volta gliene prendeva una copia, anche se sospetto che raramente lo leggesse.
Poi ci sono stati gli studenti nel consiglio d'istituto al liceo, che una volta in assemblea hanno proiettato La classe operaia va in paradiso. E qui ci sarebbe da aprire una parentesi sull'argomento, tipo che nel commento al finale del film è parso chiaro a tutti, anche a chi la parola politica sembrava bislacca, che la loro interpretazione era abbastanza implausibile.
Infine all'Università, nei paraggi delle aule occupate o anche alla fermata dell'autobus o davanti alla porta del dipartimento, i giovani in lotta cercavano di arpionarti con un giornale e di strapparti il numero di telefono per invitarti a qualcuna delle loro riunioni.
Davanti ai cancelli dell'ufficio però era la prima volta che li incontravo e non fosse stato per le copie dei giornali che tenevano in mano in bella evidenza, avrei potuto scambiarli per 4 call centeristi che si prendevano una pausa sigaretta prima dell'inizio del turno.
La mattina, soprattutto di questi giorni, sono particolarmente assonnata e il mio neurone si avvia più o meno in corrispondenza dell'avvio del mio pc, nonostante questo un attimo di panico mi ha percorso la spina dorsale quando ho realizzato che essendo sola in mezzo alla strada non avrei potuto mimetizzarmi nella folla.
Il Giovane con la Giacchetta di Velluto ha provato a fermarmi con una frase che ho percepito come "Lo vuoi un invito per i comunisti?", ma avendo una lunga pratica di schivaggio scocciatori non mi sono fermata ad indagare sul significato delle parole. Mi sono allontanata farfugliando un no grazie. Il tipo non ha insistito, ma mi sono sentita gli occhi piantati nelle scapole ed ho percepito uno sguardo di commiserazione.
Così trascinandomi via avvolta nella mia sciarpona a righe, con gli occhi ancora assonnati, la borsa a tracolla , diretta alla volta dell'ufficio non ho potuto fare a meno di domandarmi se la sfigata ero io che stavo per andare a rinchiudermi in un ufficio per 8 ore a fare cose di cui non potrebbe fregarmi di meno o lui che era lì a vendere giornali.

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