19.3.05

Gingarelli non sapeva cosa l'avrebbe aspettato quando mise piede nell'ufficio.
Di primo mattino all'apparizione del grande capo, la gente ha sempre quell'aria compunta e pettinata, al limite dell'apatia, mentre, pensando al tepore del proprio letto, consulta la posta elettronica.
I primi dubbi forse iniziarono il pomeriggio stesso, quando abbandonato a se stesso nell'open space fu sistemato sul bordo della scrivania dello sviluppatore anziano, esperto di logistica.
Logistica della fuga dall'ufficio, corsa ad ostacoli per il raggiungimento dell'autobus extraurbano, mosse ninja per la conquista di uno spazio vitale all'interno del suddetto, sgomitamento sulla metropolitana e 100metri piani sulla banchina della stazione di Cadorna. Ma questa è un'altra storia.
L'aria post prandiale, col tepore del sole e due dei componenti storici del gruppo in partenza era decisamente vacanziera. In previsione della festa di addio erano infatti state acquistate trombette carnevalesche e negli attimi di silenzio non mancava mai un simpaticone che risvegliasse gli animi strombettando nelle orecchie del collega più prossimo.
L'atmosfera da fine di un epoca contagiava tutti, anche se a tratti rimaneva una sorta di inquietudine perché se a far vacanza era chi stava per andarsene, aveva un senso, ma che festeggiasse chi restava a smazzarsi i casini aveva dell'incoscienza.
Si diceva di Gingarelli, che al bordo della scrivania dell'Anziano vestito in giacca e cravatta vedeva le persone calme e compassate del mattino ridere sguaiatamente e suonare trombette di carta, scrivendo fra una battuta e l'altra qualche riga di codice. Non si sa che cosa gli passasse per la testa, ma di sicuro l'effetto fu deleterio.
Il secondo giorno, come tutti i nuovi arrivati, aveva abbandonato giacca e cravatta per un look più casual. La smilitarizzazione non era solo una questione di vestiario, ma anche di disciplina.
E se da un lato la pulsione verso internet cominciava a manifestarsi dall'altro si notava una mancanza di rispetto dei principi basilari del nonnismo. Sia chiaro il nonnismo in un ufficio non comporta dispetti nei confronti delle nuove leve... si tratta solo di un certo rispetto di regole non scritte tipo i più anziani hanno la precedenza nella scelta della postazione, nell'utilizzo del telefono e cose simili.
Come in una casa in condivisione si traduce nell'occupazione della stanza più spaziosa o nel lato migliore dell'armadio.
Il meccanismo di integrazione si inceppò quasi subito e se in tutte le nuove convivenze c'è un periodo di studio reciproco per stabilire i confini di ciò che si può fare e non fare , in questo caso la guerra ebbe inizio fin da subito.
Gingarelli si trovò suo malgrado ad essere il centro attrattore del tormentone quotidiano e le sue piccole manie divennero oogetto di studio e di frecciate ripetute.
Superato l'impeto iniziale qualificabile quasi in termini di mobbing, le cose rientrarono nei termini di una cordiale indifferenza.
Solo in seguito si venne a sapere che era cintura nera di karate e conseguentemente dei rischi corsi nel prenderlo in giro e fu chiaro che la ragione per cui Gingarelli non passava attimo senza mangiare o bere qualcosa era la necessità di sfogare il nervosismo in modo innocuo per se stesso e per gli altri.


ogni riferimento ad persone o fatti è puramente casuale, solo la foto della cassettiera è reale.

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