13.1.04

Praga 2004. La vacanza disorganizzata.parte II

Che dire di Praga?
E' una citta' spettacolare, non solo per il castello o per l'orologio astronomico, ma per l'atmosfera che si respira nelle strade e nelle birrerie fumose. Per la neve che imbiancava i tetti e copriva i marciapiedi, per il tramonto visto dal ponte Carlo. E' vero che in centro i palazzi sono un susseguirsi continuo di cambiavaluta, negozi di vetro lavorato a mano e cristalli boemi, negozi di gioielli, orchestrine jazz, mendicanti scippatori e turisti, ma appena ci si allontana un po', distanti dal traffico e con i suoni attutiti dal manto nevoso sembra di essere indietro nel tempo di qualche secolo e ti aspetti di incrociare all'improvviso Salieri con la sua parrucca bianca e il pastrano che cammina per strada, come sul set di Amadeus. Detto per inciso, un giorno di pioggia ci siamo infilati in una ben poco tradizionale sala da the new age, dove non servivano alcolici e dove era vietato fumare. La scelta e' stata del tipo "ok siamo fradici, troviamo un posto in cui ci diano qualcosa di caldo da bere. ecco una sala da the' entriamo". E' risultato poi che in quel negozio avevano girato parte del film di Forman com'era discretamente indicato da alcune fotografie, l'autografo del regista e un cartellino esplicativo.
Una cosa che mi ha colpito, sebbene l'avessi letto sul costosissimo numero dei meridiani dedicato a Praga e' il consumo spropositato di birra che fanno i Cechi. I camerieri in birreria riempiono i boccali e passano per i tavoli. Appena vedono che il tuo boccale tende al vuoto te ne piazzano un'altro sotto il naso chiedendoti se ne vuoi ancora; ricevuta risposta affermativa aggiungono un segnetto in fondo al foglio delle ordinazioni e ti mollano il nuovo boccale. Penso che per un praghese la media a serata siano almeno tre boccali. Noi che spesso ci limitavamo ad un solo boccale venivamo guardati un po' come derelitti.

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