6.2.09

Dopo la pesantezza di questi giorni avrei voluto scrivere un post sulle vite che arrivano. Complimentarmi con A. e E. per l'arrivo di S. e con M. e C. per l'arrivo imminente di frugolett* (che non hanno voluto sapere, aspettano la sorpresa).
Invece mi tocca rabbrividire ed indignarmi e schifarmi e disgustarmi.
Ma queste persone dove hanno lasciato la pietà umana? Un decreto legge per costringere una persona a permanere in uno stato vegetativo in cui si trova da 17 anni, dopo che la Cassazione ha stabilito che la richiesta di sospensione dell'idratazione e della nutrizione forzata è sacrosanta? Berlusconi che a quanto pare dice "Eluana è una persona viva, respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire". E questa sarebbe una persona che ha rispetto per la vita? Uno che ipotizza che una persona in coma vegetativo possa fare da incubatrice vivente?
E le persone che manifestano sotto la clinica in cui è stata accolta Eluana, si rendono conto di cosa stanno facendo? Di quanto poca carità cristiana ci sia in loro, di quanto siano fanatici?
Affinchè non si dica poi che non l'ho detto o non l'ho scritto: In caso mi dovesse succedere una cosa del genere, per favore staccate tutto. E riciclate il riciclabile.

2 commenti:

piera ha detto...

ti leggo spesso perchè mi piace molto come racconti le cose che ti succedono, ma questa volta sento proprio di doverti dire che hai davvero ragione, e che condivido la rabbia e lo sconcerto
piera

@LLERTA ha detto...

nel caso che, lascio qua il link del mio testamento biologico
http://allerta.blogspot.com/2008/07/accanimento-no-grazie.html#links

Per i complimenti hai gia' dato, grazie. Sai che ci pensavo: mentre mi trovavo di fronte allo spettacolo di una nuova vita, i media in questi giorni non parlavano altro che di questa (non)vita, o meglio di gente che ne parlava.
Bah, meno male che sono stato tutto il tempo in ospedale e mi sono risparmiato anche l'ultima uscita del ns premier.

un abbraccio

a.