23.2.09

Ciaspolata Punta Leretta
Suona la sveglia e visto che si tratta di montagna e non di ufficio in men che non si dica sono in piedi. Apro il frigo e, orrore, è finito il latte, abbandono la ciotola di cornflakes e addento una banana, ancora non so che sarà una pessima scelta.
Al punto di incontro arrivo con largo anticipo ed ho modo di studiare le persone che si aggirano per piazzale Lotto prima dell'alba. Quando vedo scendere da un taxi due ragazze con abbigliamento da montagna, zaino e ciaspole capisco che è arrivato qualcuno del gruppo e vado a fare conoscenza.
Alle sette precise, a presentazioni fatte Fabrizio, che ci ha distribuito tutte le indicazioni, dice "Pronti, partite, VIA!" e batte le mani. I lampioni di piazzale lotto si spengono in quell'istante con un notevole effetto coreografico.
Arrivare a Quincinetto è semplice, lì troviamo Giovanni, la guida, e altri due membri del gruppo. Il tempo per un caffè e ci dirigiamo all'attacco della gita. La strada che sale è sgombra ma un po' ghiacciata, nonostante tutto si arriva in cima senza grossi problemi. Il tempo di vestirsi agganciarsi l'arva e siamo già sul sentiero.
Il tratto iniziale è contiguo all'anello di fondo, a ciascuno il suo tratto di strada. Usciti dal tratto nel bosco facciamo la prima sosta per la svestizione. Proseguiamo tagliando qualche curva della strada e saggiando la neve non battuta. Ancora qualche passo ed è ora di abbandonare definitivamente il sentiero battuto, Fin qui tutto bene, la salita prosegue, il sole è alto e l'aria tersa, il paesaggio eccezionale. La seconda sosta è a 1700 m di altitudine, presso una baita. Quando arrivo, per ultima, i nefandi effetti della banana hanno cominciato a farsi sentire. Qualche foto in giro ed è già ora di ripartire.
Dopo poco le mie gambe e il mio stomaco entrano in conflitto e faccio veramente fatica a proseguire. Tutti sono mlto gentili e solidali e così finisco in testa al gruppo dietro le code degli sci di Giovanni a fare l'andatura. Arriviamo finalmente alla meta. Paesaggio eccezionale.
Gio dice "andiamo a mangiare vicino alla baita, là dietro". Io guardo e vedo solo neve. Capirò di lì a breve che della baita si vede solo il comignolo perchè è completamente sepolta. Qualche ardimentoso si è spalato la via fino all'ingresso e adesso si gode il fuoco all'interno.
I zainoinspallisti in forma decidono di salire ancora un po' sulla montagna, io resto giù a guardare e a scattare qualche foto del serpentone. Dopo pranzo Gio ci impartisce qualche lezione sull'utilizzo dell'ARVA poi ci rimettiamo in cammino.
La discesa è per un'altra strada. Scopro che nelle discese ripide il metodo "Cul e man" risulta sempre valido. Comunque sperimento anche la tecnica pelle di leopardo e gatto silvestro.
Al rientro c'è ancora tempo per un the caldo e quattro chiacchere al bar e per scoprire la strana storia delle Isole Svalbard.
Banana a parte che desiderare di più dalla vita, gente simpatica, giornata splendida, corso sull'utilizzo dell'arva e lezione di geografia?

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