16.3.09

Alla fine hai deciso per le ciaspole. Alle sei la sveglia ha suonato, dopo un quarto d'ora hai trovato la forza di alzarti e alle 7.20 eri in macchina con zaino ciaspole e scarponi diretta a Casa del Romano.
La Val Borbera in inverno è triste e brutta come la ricordavi, soprattutto il fondovalle vicino all'uscita dell'autostrada a Vignole. In compenso nella tua memoria i paesi hanno cambiato di posto ed arrivata a Cabella cominci a domandarti se non hai sbagliato strada, che Carrega secondo i tuoi calcoli doveva essere 15 Km prima.
Poi imbocchi la strada giusta e arrivi a destinazione, mentre un signore barbuto ed abbronzato si avvia su per il sentiero.
L'ente parco aveva ragione c'è neve e si possono usare le ciaspole, anche senza comunque si sarebbe ptuto camminare agevolmente. Anche il meteo non ha mentito, c'è un bel sole caldo e la giacca a vento resta nello zaino.
A metà strada credi di essere in dirittura di arrivo, poi aguzzando la vista ti rendi conto che quella crocetta piccolina bianca là in fondo è quella che indica la tua meta ed hai ancora parecchia strada da fare.
Più avanti incontri il signore Barbuto, che ti racconta di essere a spasso sui monti da giovedì, ti domanda come ti trovi con le ciaspole e poi ti racconta che un mese e mezzo prima si è fatto sistemare due menischi. Commenta: "mi sa che andrò piano che il mio ginocchio non è ancora a posto". Riprendete il cammino e lui sparisce in una nuvola di neve, alla faccia del ginocchio dolorante. ogni tanto si volta e ti dà qualche suggerimento o commenta il paesaggio.
Sotto la croce ci arrivi per prima ma solo perchè lui decide di fare una cresta innevata che tu invece tagli. Quando ti raggiunge vi scambiate un cinque per la vetta raggiunta. Poi lui prosegue alla volta di Crocefieschi mentre tu fai dietrofront e trotterelli verso la tua birra e gazosa.
Ci sarebbe da raccontare della panettiera peruviana uscita dal coma, ma questa è un' altra storia.

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