3.7.08

Provati per voi: il messaggio thai.
L'altra sera ho finalmente sperimentato il massaggio thai.
La signorina minuta ed occhialuta che mi ha accolto alla reception come nei migliori stereotipi mi ha detto "Plego, si accomodi" accompagnandomi in una saletta decorata ikea.
Il massaggio thai anche se nell'imaginario collettivo facilmente è associato ad uomini soli dediti al turismo sessuale, in realtà non ha nulla di sensuale. Si rimane vestiti e ci si sdraia su di un tappetino.
La massaggiatrice inizia a tirarti gli alluci e a svitarti le caviglie.
Poi prosegue appoggiandoti le mani sulle cosce e premendo con il peso stesso del suo corpo.
E per fortuna che è esile e magrolina e non ha la stazza del massaggiatore egiziano della volta precedente.
Dalle cosce si passa alle anche. Finito questo si passa al lato B dove le pressioni proseguono e dove ti viene assestata anche qualche vivace strizzatina al gluteo.
Fin qui, a dispetto di quanto si potrebbe supporre dalla descrizione, la cosa risulta abbastanza piacevole.
E non è male nemmeno lo smanacciamento in zona scapola.
Sul finire della mezz'ora di prova pensavo di essere uscita indenne dalla sessione, quando la gentile signorina ha iniziato a manipolarmi la testa.
Con mossa subdola mi ha passato le mani sulle tempie, poi mi ha fatto girare la testa a destra e poi a sinistra, in alto e poi in basso. Fin qui tutto bene.
Il problema è stato quando con una mossa alla Jack Bauer da dietro mi teneva la testa girata da un lato con un braccio, mentre affondava la mano libera nei fasci muscolari del collo.
Lì ho pensato di averle fatto uno sgarro e che volesse uccidermi. Forse, fossi stata più rilassata, sarei riuscita a beneficiare anche di questa mossa ninja.
Finita la tortura, la signorina si è inchinata giungendo le mani al cuore e mi ha ringraziato.

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