Ebbene sì, l'ho fatto anche io, ho creato un gruppo sul faccialibro. L'ho creato per pubblicizzare le attività di un altro mondo in Senegal, in particolare i progetti di sostegno scolastico seguiti dal mio gruppo. Ed ho fatto un po' di spam fra i miei contatti, che spero non me ne vogliano troppo a male.
Ieri sera quando il mio neurone ha avuto l'ultimo barlume di attività ed ha partorito questa trovata le reazioni sono variate da "che cazz è faceb..k?" a "io odio faceb..k".
Se la prima è assolutamente comprensibile, che non tutti si interessano di social network blog e web 2.0, la seconda mi è sembrata fuori luogo.
Ci sta il faccialibro può essere invasivo, noioso, una inutile perdita di tempo. Il faccialibro può essere una fiera della finzione, in cui tutti mostrano i momenti felici della propria vita, tralasciando gli aspetti poco piacevoli. Il faccialibro ti mette in contatto con persone che hai perso di vista e che forse avevi ottime ragioni per aver perso di vista e non sentivi la necessità di incontrare nuovamente. Ognuno lo vive o non lo vive nel modo che preferisce.
Mi sembra però stupido se si sta parlando di fare conoscere le attività di una associazione di volontariato piccola come la nostra, bisognosa del sostegno economico, materiale o semplicemente dell'appoggio morale della gente, liquidare questa possibilità per una antipatia (in questo caso temo aprioristica) per il mezzo.
Non è la prima volta che succede una cosa del genere quando propongo una alternativa che ha a che vedere con il web.
Qualche settimana fa mentre stavamo organizzando la performance teatrale interattiva, si discuteva di come concludere il percorso. Una video intervista in cui si domandano le opinioni ai partecipanti? Un quaderno delle firme?
Io mente malata ho proposto un computer in rete (del resto la cosa pareva perfettamente plausibile visto che ci trovavamo in Università), un account su twitter dedicato all'evento e la possibilità per le persone di scrivere un pensierino. L'idea è stata bocciata senza appello. Poi com'è finita? Che chi doveva portare la videocamera non l'ha portata, chi doveva portare il quaderno se n'è dimenticato e i pensierini sono stati scritti su foglietti di carta volanti che molto probabilmente sono andati pesi mezz'ora dopo la fine dell'evento. Grazie al cielo almeno le penne c'erano.
Sono io che sono eccessivamente geek o sono loro che non vogliono evolversi?
29.10.08
27.10.08
Con un figlio ci sono anni per abituarsi all'idea, invece mi sembra ieri che preparavo il biberon alla Bibe, ho ancora nelle narici il terribile odore dell'omogeneizzato al pollo dello svezzamento e la micetta da un giorno all'altro mostra i primi sintomi del calore. Non si fa così, ci manca solo che incontri un bel gattone e mi faccia diventare nonna a quel punto potrei avere il crollo psicologico definitivo.
24.10.08
22.10.08
Ricordo che quando andavo alle elementari, il rito del mattino era sempre lo stesso: si risaliva il vicolo, si attraversava la piazza della stazione transitando davanti alla "Casa del Popolo" e si arrivava in latteria. Dietro il bancone c'era la "lattaia coi capelli rossi" che per 250 lire ti dava mezza focaccetta e se ne aggiungevi altre 50 potevi avere 5 more (le caramelle di liquerizia nera). Alcuni giorni si allungava la strada di qualche passo fino al cartolaio R. che ha rifornito di libri e quaderni generazioni di studenti, per prendere un quaderno fabriano o una penna a sfera a inchiostro cancellabile. Una volta completati i rifornimenti non restava che attraversare la strada ed entrare nel cortile della scuola, non prima di aver buttato un occhiata nel cortile dell'anpi per vedere se il pastore maremmano che stazionava lì era già in posizione.
Al bordo della strada sul marciapiede, ogni giorno, con qualsiasi tempo, c'era il Nonno Vigile con la sua paletta in mano. Appena un bambino in grembiulino e cartella sulle spalle si avvicinava alle strisce pedonali, si posizionava in mezzo alla carreggiata ed intimava con un gesto imperioso della paletta lo stop all'automobilista di turno.
Era un signore col naso a patata , portava maglioni beige e in testa aveva l'immancabile coppola nera.
A volte, in periodo di elezioni, quando ancora non c'era la tessera elettorale, lo reclutavano come messo comunale e allora al pomeriggio poteva capitare che suonasse alla porta per consegnare i certificati elettorali.
Mi è tornato in mente oggi, quando venendo in ufficio, ho notato che assieme ai vigili sul ciglio della strada c'era un signore dai capelli grigi e dalla squillante pettorina gialla. Gardando meglio ho notato che sul retro della pettorina campeggiava la scritta "Nonno Vigile". Anche lui aveva una paletta in mano, ma i due vigili in divisa che erano insieme a lui non gliela facevano usare, solo loro potevano buttarsi in mezzo al traffico per agevolare il transito pedonale.
Non so perchè questa scena mi ha messo un po' di tristezza addosso.
Al bordo della strada sul marciapiede, ogni giorno, con qualsiasi tempo, c'era il Nonno Vigile con la sua paletta in mano. Appena un bambino in grembiulino e cartella sulle spalle si avvicinava alle strisce pedonali, si posizionava in mezzo alla carreggiata ed intimava con un gesto imperioso della paletta lo stop all'automobilista di turno.
Era un signore col naso a patata , portava maglioni beige e in testa aveva l'immancabile coppola nera.
A volte, in periodo di elezioni, quando ancora non c'era la tessera elettorale, lo reclutavano come messo comunale e allora al pomeriggio poteva capitare che suonasse alla porta per consegnare i certificati elettorali.
Mi è tornato in mente oggi, quando venendo in ufficio, ho notato che assieme ai vigili sul ciglio della strada c'era un signore dai capelli grigi e dalla squillante pettorina gialla. Gardando meglio ho notato che sul retro della pettorina campeggiava la scritta "Nonno Vigile". Anche lui aveva una paletta in mano, ma i due vigili in divisa che erano insieme a lui non gliela facevano usare, solo loro potevano buttarsi in mezzo al traffico per agevolare il transito pedonale.
Non so perchè questa scena mi ha messo un po' di tristezza addosso.
21.10.08
Durante il finesettimana mi sono sentita molto milanese
Sabato mattina sono corsa a fare la spesa in previsione del pranzo di domenica in cui mio padre finalmente si è degnato di venire in visita a casa mia dopo 3 anni da che l'ho inaugurata.
Mentre finivo di mettere le ultime cose in frigo ho scambiato qualche sms con un novello immigrato e ci siamo messi d'accordo per prendere un caffè assieme.
Poi mi sono precipitata in centro dal momento che con molta fantasia l'appuntamento era davanti al portone del Duomo.
Dato che ero in anticipo e la lezione di inglese del venerdì era stata un mezzo disastro ne ho aprofittato per andare dalle ex messaggerie musicali e comprare il libro di preparazione al CAE.
Poco dopo passeggiavo in buona compagnia per le vie del centro, facendo io stessa la turista in città.
Senza passare dal via, una volta salutato Baol, mi sono diretta in Bicocca per il forum umanista europeo, dove sono arrivata appena in tempo per sentire l'intervento di Moni Ovadia.
Più tardi c'è stata la performance teatrale interattiva che ha avuto un discreto successo.
A casa mi sono ricongiunta con il Marito, che no, non era solo e abbandonato, dal momento che era da poco tornato dal suo pellegrinaggio biannuale alla fiera del vinile.
Visto che di forze residue ne avevo proprio poche e di cucinare non se ne parlava, siamo andati a mangiare del sushi vicino a casa.
Dopo un sabato come questo mi ci sarebbero volute un paio di domeniche per recuperare le forze, invece come per magia, la domenica si è dissolta in un puff, fra preparazione e consumazione del pranzo domenicale in compagnia e sonnellino post prandiale.
Sul lunedì poi preferisco sorvolare. Mi domando come alcune persone riescano ad avere così tante energie ad inizio settimana.
Sabato mattina sono corsa a fare la spesa in previsione del pranzo di domenica in cui mio padre finalmente si è degnato di venire in visita a casa mia dopo 3 anni da che l'ho inaugurata.
Mentre finivo di mettere le ultime cose in frigo ho scambiato qualche sms con un novello immigrato e ci siamo messi d'accordo per prendere un caffè assieme.
Poi mi sono precipitata in centro dal momento che con molta fantasia l'appuntamento era davanti al portone del Duomo.
Dato che ero in anticipo e la lezione di inglese del venerdì era stata un mezzo disastro ne ho aprofittato per andare dalle ex messaggerie musicali e comprare il libro di preparazione al CAE.
Poco dopo passeggiavo in buona compagnia per le vie del centro, facendo io stessa la turista in città.
Senza passare dal via, una volta salutato Baol, mi sono diretta in Bicocca per il forum umanista europeo, dove sono arrivata appena in tempo per sentire l'intervento di Moni Ovadia.
Più tardi c'è stata la performance teatrale interattiva che ha avuto un discreto successo.
A casa mi sono ricongiunta con il Marito, che no, non era solo e abbandonato, dal momento che era da poco tornato dal suo pellegrinaggio biannuale alla fiera del vinile.
Visto che di forze residue ne avevo proprio poche e di cucinare non se ne parlava, siamo andati a mangiare del sushi vicino a casa.
Dopo un sabato come questo mi ci sarebbero volute un paio di domeniche per recuperare le forze, invece come per magia, la domenica si è dissolta in un puff, fra preparazione e consumazione del pranzo domenicale in compagnia e sonnellino post prandiale.
Sul lunedì poi preferisco sorvolare. Mi domando come alcune persone riescano ad avere così tante energie ad inizio settimana.
17.10.08
Leone (23 luglio - 22 agosto) I futurologi prevedono che tra trent'anni molti di noi avranno per amici dei robot. Ma, secondo me, le macchine sono già le nostre migliori compagne. Forse non hai dato un nome al tuo computer o al tuo iPhone, ma lo tratti come se fosse un essere animato. Conosco persone che trovano rassicurante il ronzio del frigorifero o il fruscio che esce dalle bocchette del riscaldamento. Hai mai parlato con la tua macchina? O preso a calci un elettrodomestico che faceva i capricci? O usato un giocattolo erotico? Questa è la settimana ideale per prendere coscienza della tua simbiosi con le forme di vita aliene da cui dipendi. Da' un bacio al tuo computer e una carezza al tostapane.Oroscopo di Rob Brez sny da Intern@zion@le
Che dire, la mia macchina e la mia moto hanno un nome, col computer ci parlo spesso (soprattutto quando sembra che si sia impallato) e il tostapane è uno dei miei elettrodomestici preferiti. Per questa settimana sono a posto.
Mai però ho vissuto meglio di quella settimana in giro in kayak in Guadalupe, quando l'unca tecnologia a disposizione erano il fornelletto da campeggio e la torcia e si viveva con i ritmi della natura.
16.10.08
Questo finesettimana, da venerdì 17 a domenica 19, a Milano c'è il Forum Umanista Europeo.
Se per un attimo riuscite ad astrarvi dal concetto che il movimento umanista è quella folla di esagitati seguaci di un ometto che ama ritirarsi a punta de vacas e scrivere testi incomprensibili, cosa che ammetto è piuttosto difficile alle volte, vi consiglio di dare un'occhiata a questo sito e al programma. Ci sono tante conferenze su temi interessanti e saranno presenti anche personaggi di un certo rilievo.
In più chi volesse divertirsi (anche se avendo già svelato di cosa si tratta il divertimento è minore) a vedere cosa abbiamo messo in piedi può partecipare alla peformance teatrale interattiva "una accoglienza indimenticabile", Università Bicocca, palazzo U6 dalle 16 alle 17.
Se per un attimo riuscite ad astrarvi dal concetto che il movimento umanista è quella folla di esagitati seguaci di un ometto che ama ritirarsi a punta de vacas e scrivere testi incomprensibili, cosa che ammetto è piuttosto difficile alle volte, vi consiglio di dare un'occhiata a questo sito e al programma. Ci sono tante conferenze su temi interessanti e saranno presenti anche personaggi di un certo rilievo.
In più chi volesse divertirsi (anche se avendo già svelato di cosa si tratta il divertimento è minore) a vedere cosa abbiamo messo in piedi può partecipare alla peformance teatrale interattiva "una accoglienza indimenticabile", Università Bicocca, palazzo U6 dalle 16 alle 17.
15.10.08
Ho mentito, il post sul concerto della gioventù sonica è abolito, non è solo posticipato.
E' abolito perchè sono uno dei miei gruppi preferiti e il concerto che fecero ai giardini estensi di Varese nel 1993, di cui conservo ancora gelosamente il poster, è stato uno dei primi concerti a cui ho avuto il permesso di andare.
E' abolito perchè i Sonic Youth se li ricorda anche mia mamma e a mia mamma della musica che ascolto io proprio non piace nulla e non ricorda nulla.
E' abolito perchè altrimenti dovrei mettermi a litigare col Marito, al quale ho foraggiato il biglietto per avere compagnia e che è stato in agonia come una statua di sale per tutta la durata del concerto e quando è finito per poco non si metteva a piangere dalla gioia. Come se gli avessero rimosso una corba di mattoni dalle parti intime.
E' abolito perchè se no dovrei incazzarmi a leggere tutti quelli che dicono che è stato un concerto senza emozione, che va beh ci sono stati perchè sono un gruppo storico o che va beh non ci sono andato ma tanto chissenefrega era per il gettone di presenza.
E' abolito perchè non faccio testo, perchè daydream nation è uno dei miei album preferiti, ma soprattutto perchè non mi hanno fatto 100% e ci sono rimasta un po' male.
E' abolito perchè sono uno dei miei gruppi preferiti e il concerto che fecero ai giardini estensi di Varese nel 1993, di cui conservo ancora gelosamente il poster, è stato uno dei primi concerti a cui ho avuto il permesso di andare.
E' abolito perchè i Sonic Youth se li ricorda anche mia mamma e a mia mamma della musica che ascolto io proprio non piace nulla e non ricorda nulla.
E' abolito perchè altrimenti dovrei mettermi a litigare col Marito, al quale ho foraggiato il biglietto per avere compagnia e che è stato in agonia come una statua di sale per tutta la durata del concerto e quando è finito per poco non si metteva a piangere dalla gioia. Come se gli avessero rimosso una corba di mattoni dalle parti intime.
E' abolito perchè se no dovrei incazzarmi a leggere tutti quelli che dicono che è stato un concerto senza emozione, che va beh ci sono stati perchè sono un gruppo storico o che va beh non ci sono andato ma tanto chissenefrega era per il gettone di presenza.
E' abolito perchè non faccio testo, perchè daydream nation è uno dei miei album preferiti, ma soprattutto perchè non mi hanno fatto 100% e ci sono rimasta un po' male.
10.10.08
Avrei da raccontare il concerto di ieri sera, ma scopro che è mancata una istituzione genovese, è morta scià Maria, altrimenti nota come Maria la Zozza, visto che le tovaglie venivano messe la mattina e restavano sui tavoli fino a fine serata (ad essere ottimisti) accumolando macchie di sugo e di vinaccio rosso.
Era da tanto che non andavo, ma ricordo ancora benissimo la zuppa di pesce e la cima che servivano da quelle parti. Eccezionali.
Era da tanto che non andavo, ma ricordo ancora benissimo la zuppa di pesce e la cima che servivano da quelle parti. Eccezionali.
9.10.08
8.10.08
L'idea è quella di una performance teatrale interattiva, anche se a dirla tutta la parola mi fa sganasciare, in cui il pubblico si trovi a vivere le situazioni normalmente vissute da un immigrato all'arrivo in Italia.
Ieri alla riunione dell'associazione c'era Samba, un ragazzo senegalese che ha deciso di partecipare all'esperimento.
Mao gli fa lo spiegone "Vedi vorremmo far vivere a coloro che parteciperanno le situazioni in cui normalmente incappa un immigrato all'ingresso in Italia, quando ad esempio deve andare in un ufficio per il permesso di soggiorno oppure quando si trova su di un autobus e tutti lo guardano storto. Hai capito?".
Samba annuisce, ma non sembra del tutto convinto. Così al fine di illustrare il concetto, inizia una serie di domande.
"Ad esempio tu sei mai stato in questura?"
"Beh sì per il permesso di soggiorno"
"E com'è andata?"
"Eh niente ho preso il biglietto ho fatto la fila e poi ho consegnato la domanda"
"Sì ok però com'era l'impiegato?"
"Ah l'impiegato era gentile, era italiano e sapeva il senegalese, mi parlava in senegalese"
L'esempio non pare funzionare, la conversazione prosegue.
"beh ma non ti è mai successo di trovarti in difficoltà per i documenti?"
"ah sì sono 10 anni che sono in Italia, però per 5 anni non ho avuto il permesso di soggiorno, lì non potevo andare a chiedere i documenti se no mi mandavano via"
"ah ok quindi hai avuto qualche difficoltà?"
"beh sì, ma poi c'è stata la legge Bossi-Fini, allora finalmente ho avuto il mio permesso di soggiorno, hanno dato tanti permessi di soggiorno. Una bella legge, non lo sai?"
A quel punto ci siamo guardati in faccia e c'è venuto da ridere.
Lietissimi per Samba che ha avuto una esperienza tutto sommato non troppo problematica, ci siamo domandati se non stessimo sbagliando qualcosa, visto che sembrava volessimo estorcergli a tutti costi di aver subito torti.
Dopo un attimo di smarrimento abbiamo capito che con la fortuna che ci contraddistingue abbiamo trovato l'eccezione che conferma la regola.
Sempre in tema antirazzismo, una veloce segnalazione: c'è un flashmob antirazzista sabato, per i dettagli il perchè e il percome andate sul blog di oltranzista.
Ieri alla riunione dell'associazione c'era Samba, un ragazzo senegalese che ha deciso di partecipare all'esperimento.
Mao gli fa lo spiegone "Vedi vorremmo far vivere a coloro che parteciperanno le situazioni in cui normalmente incappa un immigrato all'ingresso in Italia, quando ad esempio deve andare in un ufficio per il permesso di soggiorno oppure quando si trova su di un autobus e tutti lo guardano storto. Hai capito?".
Samba annuisce, ma non sembra del tutto convinto. Così al fine di illustrare il concetto, inizia una serie di domande.
"Ad esempio tu sei mai stato in questura?"
"Beh sì per il permesso di soggiorno"
"E com'è andata?"
"Eh niente ho preso il biglietto ho fatto la fila e poi ho consegnato la domanda"
"Sì ok però com'era l'impiegato?"
"Ah l'impiegato era gentile, era italiano e sapeva il senegalese, mi parlava in senegalese"
L'esempio non pare funzionare, la conversazione prosegue.
"beh ma non ti è mai successo di trovarti in difficoltà per i documenti?"
"ah sì sono 10 anni che sono in Italia, però per 5 anni non ho avuto il permesso di soggiorno, lì non potevo andare a chiedere i documenti se no mi mandavano via"
"ah ok quindi hai avuto qualche difficoltà?"
"beh sì, ma poi c'è stata la legge Bossi-Fini, allora finalmente ho avuto il mio permesso di soggiorno, hanno dato tanti permessi di soggiorno. Una bella legge, non lo sai?"
A quel punto ci siamo guardati in faccia e c'è venuto da ridere.
Lietissimi per Samba che ha avuto una esperienza tutto sommato non troppo problematica, ci siamo domandati se non stessimo sbagliando qualcosa, visto che sembrava volessimo estorcergli a tutti costi di aver subito torti.
Dopo un attimo di smarrimento abbiamo capito che con la fortuna che ci contraddistingue abbiamo trovato l'eccezione che conferma la regola.
Sempre in tema antirazzismo, una veloce segnalazione: c'è un flashmob antirazzista sabato, per i dettagli il perchè e il percome andate sul blog di oltranzista.
7.10.08
Sono ancora viva, semplicemente la vita in tre dimensioni mi ha risucchiato un attimo. Un po' il lavoro, un po' la famiglia, un po' gli impegni.
Nel finesettimana ho scoperto che la piadina alla nutella dopo il sushi e prima di andare a dormire non è una grande idea (no non pensate a cose agghiaccianti fra la piadina e il sushi è passata circa un'ora).
Ho anche scoperto che Parco Sempione, soprattutto nella zona Arena, è più verde che marrone e i suonatori di bonghi, quelli neri, sono bravi, del resto l'Africa ha tanti problemi, ma non quello del ritmo.
E dopo queste pillole di saggezza mi rimetto a pensare ad Halloween, sperando che una zucca gigante inghiotta coloro che hanno "brillanti" idee di marketing.
Nel finesettimana ho scoperto che la piadina alla nutella dopo il sushi e prima di andare a dormire non è una grande idea (no non pensate a cose agghiaccianti fra la piadina e il sushi è passata circa un'ora).
Ho anche scoperto che Parco Sempione, soprattutto nella zona Arena, è più verde che marrone e i suonatori di bonghi, quelli neri, sono bravi, del resto l'Africa ha tanti problemi, ma non quello del ritmo.
E dopo queste pillole di saggezza mi rimetto a pensare ad Halloween, sperando che una zucca gigante inghiotta coloro che hanno "brillanti" idee di marketing.
2.10.08
Mi sono giocata tutti i commenti vecchi e ne sono molto dispiaciuta. Li ho tutti nel mio account su haloscan in caso di amarcord, ma non riesco a infilarli dentro il template di blogger (che ho deciso di adottare perchè quello vecchio cominciava ad essere un po' disordinato e non riuscivo più a gestirlo).
1.10.08
Nota: Il frigorifero rosso old style è un sogno che è rimasto irrealizzato, chissà che però un altro elettrodomestico rosso non possa soggiornare nella mia cucina. Questo post partecipa al concorso del Cavoletto di Bruxelles.
Il fatto è che da piccola, orrore!, il pesto proprio mi faceva schifo. E quando la nonna Olga mi presentava gli gnocchi con quel condimento verdastro dal sapore forte non potevo nascondere il mio disappunto. Dov'erano gli gnocchi al sugo che l'altra nonna, Elia, era così brava a cucinare?
E dire che oggi, come tutti i genovesi, nonostante sia migrata verso altri lidi, sento forte e chiaro il mio senso di appartenenza alla città e alle sue tradizioni, in special modo a quelle culinarie. Così gli gnocchi al sugo non sono più una opzione contemplata nella mia dieta.
Resta il fatto che se penso alla mia infanzia, fossero al sugo, fossero al pesto, gli gnocchi sono uno dei primi ricordi gastonomici di cui abbia memoria.
Per di più sono stati anche uno dei miei primi esperimenti culinari.
Nella piccola cucina con il lavabo di marmo, la nonna schiacciava le patate con quel buffo attrezzo di plastica arancione, io cinquenne, in piedi sulla sedia, rubavo qualche ricciolo al mucchio che andava formandosi sulla spianatoia.
Alle patate schiacciate si aggiungeva poi la farina e mentre la mano sapiente della nonna impastava e creava lunghi serpentoni sulla spianatoia, io replicavo i suoi movimenti usando come piano d'appoggio la sedia sulla quale fino a qualche istante prima stavo in piedi.
Usare il coltello non mi era concesso, così quando la nonna tagliava velocemente i serpentoni di farina e patate e la spianatoia pian piano si riempiva di gnocchi, non potevo far altro che guardarla e studiare una soluzione alternativa: lo gnocco gigante.
A fine preparazione, dopo che ciascuno gnocco era stato debitamente arricciato con l'ausilio di una forchetta, non restava che mettere la pentola sul fuoco ed aspettare che l'acqua bollisse. La cottura degli gnocchi casalinghi era infatti cosa di un attimo: una volta buttati, bastava aspettare che venissero a galla.
Ovviamente anche allo gnocco gigante spettava un posto in pentola e, grazie ad un nonno coraggioso che stravedeva per la nipote, anche nel piatto.
Una volta conditi con il sugo di pomodoro ecco che non restava altro da fare che non spazzolare il piatto, cosa che nonostante la giovane età, facevo con gran gusto e gran velocità, tanto che alla nonna non restava che esclamare "Benedica!".
Il fatto è che da piccola, orrore!, il pesto proprio mi faceva schifo. E quando la nonna Olga mi presentava gli gnocchi con quel condimento verdastro dal sapore forte non potevo nascondere il mio disappunto. Dov'erano gli gnocchi al sugo che l'altra nonna, Elia, era così brava a cucinare?
E dire che oggi, come tutti i genovesi, nonostante sia migrata verso altri lidi, sento forte e chiaro il mio senso di appartenenza alla città e alle sue tradizioni, in special modo a quelle culinarie. Così gli gnocchi al sugo non sono più una opzione contemplata nella mia dieta.
Resta il fatto che se penso alla mia infanzia, fossero al sugo, fossero al pesto, gli gnocchi sono uno dei primi ricordi gastonomici di cui abbia memoria.
Per di più sono stati anche uno dei miei primi esperimenti culinari.
Nella piccola cucina con il lavabo di marmo, la nonna schiacciava le patate con quel buffo attrezzo di plastica arancione, io cinquenne, in piedi sulla sedia, rubavo qualche ricciolo al mucchio che andava formandosi sulla spianatoia.
Alle patate schiacciate si aggiungeva poi la farina e mentre la mano sapiente della nonna impastava e creava lunghi serpentoni sulla spianatoia, io replicavo i suoi movimenti usando come piano d'appoggio la sedia sulla quale fino a qualche istante prima stavo in piedi.
Usare il coltello non mi era concesso, così quando la nonna tagliava velocemente i serpentoni di farina e patate e la spianatoia pian piano si riempiva di gnocchi, non potevo far altro che guardarla e studiare una soluzione alternativa: lo gnocco gigante.
A fine preparazione, dopo che ciascuno gnocco era stato debitamente arricciato con l'ausilio di una forchetta, non restava che mettere la pentola sul fuoco ed aspettare che l'acqua bollisse. La cottura degli gnocchi casalinghi era infatti cosa di un attimo: una volta buttati, bastava aspettare che venissero a galla.
Ovviamente anche allo gnocco gigante spettava un posto in pentola e, grazie ad un nonno coraggioso che stravedeva per la nipote, anche nel piatto.
Una volta conditi con il sugo di pomodoro ecco che non restava altro da fare che non spazzolare il piatto, cosa che nonostante la giovane età, facevo con gran gusto e gran velocità, tanto che alla nonna non restava che esclamare "Benedica!".
30.9.08
Finesettimana ligure, in allegra compagnia.
Era da tempo immemore che non facevo una due giorni con "la compagnia", ci è voluto il matrimonio nippo inglese per riuscire a metter insieme tutto il gruppo e delocalizzarlo in un agriturismo in Alta Val di Vara, zona Cinque Terre.
Si è mangiato, in abbondanza e bene, si è girato per l'Alta Valle, si sono acquistati salami e formaggi, si è scesi al mare per una assai appropriata passeggiata sulla "strada dell'amore" e un assaggio della meraviglia delle Cinque Terre.
Ci si ritroverà fra due settimane per le nozze vere e proprie. Purtroppo mi hanno fregato e invece della campagna inglese e delle signore col cappello piumato, saremo tra i campi di granoturco a nord ovest di Milano.
Era da tempo immemore che non facevo una due giorni con "la compagnia", ci è voluto il matrimonio nippo inglese per riuscire a metter insieme tutto il gruppo e delocalizzarlo in un agriturismo in Alta Val di Vara, zona Cinque Terre.
Si è mangiato, in abbondanza e bene, si è girato per l'Alta Valle, si sono acquistati salami e formaggi, si è scesi al mare per una assai appropriata passeggiata sulla "strada dell'amore" e un assaggio della meraviglia delle Cinque Terre.
Ci si ritroverà fra due settimane per le nozze vere e proprie. Purtroppo mi hanno fregato e invece della campagna inglese e delle signore col cappello piumato, saremo tra i campi di granoturco a nord ovest di Milano.
25.9.08
Sono ancora viva, nonostante l'azione combinata di coca cola perperoni e salamella, il mio stomaco piano piano è tornato a regime.
Ieri tra l'altro, dopo più di un mese di assenza, timorosa del fatto che nel frattempo mi avessero disabilitato la scheda di ingresso per manifesto inutilizzo, sono tornata in palestra.
Nessuna luce rossa si è accesa al mio passaggio, nessuno mi ha additato come superpigra ed io tranquillamente mi sono potuta dirigere neglio spogliatoi che con mia grande sorpresa erano stati ritinteggiati.
Con l'entusiasmo del nuovo anno scolastico, mi sono anche fatta violenza ed ho deciso di provare a seguire qualche corso invece di andare a morire di noia in sala pesi. Il timore ovviamente è sempre quello di trovarsi in mezzo a super stangone bionde e ultra coordinate e di fare pessime figure.
Fra una lezione di cardio gag che prometteva lo sfinimento muscolare di glutei addominali e gambe nonchè quello cardiaco ed una dal più rassicurante nome di Tonic Slim ho optato per la seconda, senza considerare che riuscire a ricordare una coreografia di aerobica non è cosa sempice e quando si comincia a girare copiare l'insegnante non è semplice.
Comunque alla fine sono sopravvissuta sia alla lezione, sia al confronto con le altre allieve. Per di più, non contenta, dopo la lezione di aerobica ho seguito anche una lezione di tonificazione. Incredibilmente questa mattina sono anche riuscita ad alzarmi dal letto.
Ieri tra l'altro, dopo più di un mese di assenza, timorosa del fatto che nel frattempo mi avessero disabilitato la scheda di ingresso per manifesto inutilizzo, sono tornata in palestra.
Nessuna luce rossa si è accesa al mio passaggio, nessuno mi ha additato come superpigra ed io tranquillamente mi sono potuta dirigere neglio spogliatoi che con mia grande sorpresa erano stati ritinteggiati.
Con l'entusiasmo del nuovo anno scolastico, mi sono anche fatta violenza ed ho deciso di provare a seguire qualche corso invece di andare a morire di noia in sala pesi. Il timore ovviamente è sempre quello di trovarsi in mezzo a super stangone bionde e ultra coordinate e di fare pessime figure.
Fra una lezione di cardio gag che prometteva lo sfinimento muscolare di glutei addominali e gambe nonchè quello cardiaco ed una dal più rassicurante nome di Tonic Slim ho optato per la seconda, senza considerare che riuscire a ricordare una coreografia di aerobica non è cosa sempice e quando si comincia a girare copiare l'insegnante non è semplice.
Comunque alla fine sono sopravvissuta sia alla lezione, sia al confronto con le altre allieve. Per di più, non contenta, dopo la lezione di aerobica ho seguito anche una lezione di tonificazione. Incredibilmente questa mattina sono anche riuscita ad alzarmi dal letto.
22.9.08
Il Marito, vegetariano di lunga data, sostiene che sia colpa dei due panini alla salamella da me ingurgitati sabato sera, corredati peraltro di cipolle e peperoni.
Io invece addosso le colpe alla coca cola bevuta domenica prima di pranzo. Una sorsata ed improvvisamente una palla di fuoco che attraversa il mio esofago e va a ristagnare alla bocca dello stomaco. E no, non era adulterata da Una Bomber, a meno che il Marito non abbia un esofago di amianto in grado di resistere agli acidi.
Il risultato è che l'unico prodotto che mi risulta totalmente digeribile di questi giorni è il the con le fette biscottate lisce. Qualsiasi altra cosa si trasforma in un peso insostenibile alla bocca dello stomaco.
Qui mi hanno diagnosticato nell'ordine: ernia iatale, gastrite nervosa e principio d'ulcera. Avete qualche ipotesi più rassicurante, che so, sarò mica vittima della cocacolite acuta?
Io invece addosso le colpe alla coca cola bevuta domenica prima di pranzo. Una sorsata ed improvvisamente una palla di fuoco che attraversa il mio esofago e va a ristagnare alla bocca dello stomaco. E no, non era adulterata da Una Bomber, a meno che il Marito non abbia un esofago di amianto in grado di resistere agli acidi.
Il risultato è che l'unico prodotto che mi risulta totalmente digeribile di questi giorni è il the con le fette biscottate lisce. Qualsiasi altra cosa si trasforma in un peso insostenibile alla bocca dello stomaco.
Qui mi hanno diagnosticato nell'ordine: ernia iatale, gastrite nervosa e principio d'ulcera. Avete qualche ipotesi più rassicurante, che so, sarò mica vittima della cocacolite acuta?
17.9.08
Mi fossi mangiata la lingua sarebbe stato meglio.
Pranzo con ex colleghi: convenevoli, aggiornamenti vari poi la fatidica domanda "come ti trovi nel nuovo posto?"
Io rispondo che i ritmi di lavoro sono più blandi e che le persone sono disponibili.
Al rientro in ufficio mi attendono un milione di cose da fare tutte in contemporanea ed una mezza caziata sulle modalità di lavoro, che per inciso nessuno ha esplicitato con chiarezza e che sono in continua evoluzione.
Me possino...
Pranzo con ex colleghi: convenevoli, aggiornamenti vari poi la fatidica domanda "come ti trovi nel nuovo posto?"
Io rispondo che i ritmi di lavoro sono più blandi e che le persone sono disponibili.
Al rientro in ufficio mi attendono un milione di cose da fare tutte in contemporanea ed una mezza caziata sulle modalità di lavoro, che per inciso nessuno ha esplicitato con chiarezza e che sono in continua evoluzione.
Me possino...

Questo sabato alla Cascina Cappuccina di Melegnano ci sarà la festa Un Altro Senegal, organizzata dall'associazione Un Altro Mondo Onlus per la raccolta di fondi per progetti di appoggio umano in Senegal e Gambia.
La festa avrà inizio alle 19.30 e prevede una cena seguita da concerto. Saranno presenti banchetti di artigianato africano e un banchetto dell'usato. Ci sarà una mostra con proiezione di video sui progetti seguiti dall'associazione.
La cena prevede un primo (pastasciutta alla carrettiera), un secondo di carne grigliata (con alternative per i vegetariani), dolci fatti in casa, acqua e vino.
Sul palco si esibiranno una tribute Band di Santana e un gruppo folk salentino che coinvolgerà tutti suonando la pizzica.
16.9.08
Anche oggi, invece di parlarvi del freddo che ho avuto nel fare quei tre Km che separano casa mia dall'ufficio, procedo con una segnalazione che, se ce ne fosse bisogno, non fa che confermare in che schifo di mondo viviamo.
Leggete questo post : è la mail che Barbara ha spedito alla direzione Carrefour di Assag per denunciare il trattamento subito da lei e dal suo bambino autistico.
Leggete questo post : è la mail che Barbara ha spedito alla direzione Carrefour di Assag per denunciare il trattamento subito da lei e dal suo bambino autistico.
15.9.08
Avevo in mente un post sui primi segnali dell'autunno, mi sembra più importante però fare questa segnalazione, visto il clima pessimo ( e non sto parlando del meteo):
15.09.08 In piazza per Abdul
IN PIAZZA PER ABDUL, UCCISO PERCHE' DI PELLE NERA
OGGI, ORE 17.00, MILANO, PIAZZA DUCA D'AOSTA
(davanti alla Stazione Centrale)
Le forze organizzatrici della manifestazione antirazzista del prossimo 4 ottobre a Roma esprimono totale e incondizionata solidarietà nei confronti di Abdul William Guibre, diciannovenne originario del Burkina Faso e di nazionalità italiana, ucciso ieri a sprangate da due commercianti milanesi.
Una morta assurda che niente ha a che vedere con il furto di un pacchetto di biscotti, e molto, invece, con la crescente ondata di violenza, intolleranza, odio razziale alimentata dai media e dalle istituzioni.
Per questo il comitato promotore della manifestazione antirazzista romana del prossimo 4 ottobre invita tutti coloro che credono ancora in una Milano tollerante, non violenta e non discriminatoria a scendere in piazza facendo sentire il proprio dissenso e la propria solidarietà.
Al di là dell'indiscutibile responsabilità personale dei due commercianti, è necessario ammettere che ci sono altre responsabilità: quella degli esponenti politici che da anni soffiano sul fuoco dell’intolleranza e della discriminazione; quella coloro che credono che la sicurezza debba essere garantita con le armi e con i centri di detenzione; quella di tutti coloro che fingono di non vedere e non danno voce alla propria indignazione.
15.09.08 In piazza per Abdul
IN PIAZZA PER ABDUL, UCCISO PERCHE' DI PELLE NERA
OGGI, ORE 17.00, MILANO, PIAZZA DUCA D'AOSTA
(davanti alla Stazione Centrale)
Le forze organizzatrici della manifestazione antirazzista del prossimo 4 ottobre a Roma esprimono totale e incondizionata solidarietà nei confronti di Abdul William Guibre, diciannovenne originario del Burkina Faso e di nazionalità italiana, ucciso ieri a sprangate da due commercianti milanesi.
Una morta assurda che niente ha a che vedere con il furto di un pacchetto di biscotti, e molto, invece, con la crescente ondata di violenza, intolleranza, odio razziale alimentata dai media e dalle istituzioni.
Per questo il comitato promotore della manifestazione antirazzista romana del prossimo 4 ottobre invita tutti coloro che credono ancora in una Milano tollerante, non violenta e non discriminatoria a scendere in piazza facendo sentire il proprio dissenso e la propria solidarietà.
Al di là dell'indiscutibile responsabilità personale dei due commercianti, è necessario ammettere che ci sono altre responsabilità: quella degli esponenti politici che da anni soffiano sul fuoco dell’intolleranza e della discriminazione; quella coloro che credono che la sicurezza debba essere garantita con le armi e con i centri di detenzione; quella di tutti coloro che fingono di non vedere e non danno voce alla propria indignazione.
12.9.08
I Tossicodipendenti
Come ho avuto già modo di dimostrare in lungo e in largo, l'arrivo in casa della Bibe ha definitivamente compromesso le facoltà mentali mie e del Marito.
Io e Andrea, felici portatori sani di felini durante adolescenza ed età adulta, siamo infatti entrambi allergici alla forfora di gatto. Fiduciosi però nella teoria della mitridatizzazione, non ci siamo posti nemmeno per un istante il problema della salute quando abbiamo accolto in casa quel piccolo sacchettino di pulci.
I fatti sembravano darci ragione, almeno fino a ieri notte, quando il Marito si è dovuto trasferire sul divano per problemi respiratori ed io alle cinque e trenta del mattino mi sono svegliata con la sensazione di soffocare.
Nulla di peggio di un broncospasmo notturno incrociato con l'esaurimento delle scorte di ventolin.
Alle sette del mattino con occhio pallato e respiro corto, ci siamo diretti alla farmacia che effettua servizio notturno, con il chiaro intento di intenerire il farmacista e farci dare una pipetta senza prescrizione medica, ma con la promessa di portargliela quanto prima.
Il farmacista per nulla intenerito, ci ha rifiutato la vendita e non contento si è pure lanciato in una filippica sulla dipendenza da ventolin, sulla asseufazione e sui danni al cuore, manco fossimo andati a chiedergli 3 etti di eroina.
Io un po' scocciata, mentre già davo le spalle al bancone ho detto che avrei discusso della mia terapia con la mia dottoressa, ma il sottotitolo era all'incirca V A F F NCULOOOOOOOOO.
Che di sicuro il farmacista aveva le sue ragioni, ma un minimo di pietà umana poteva anche mostrarla, visto e considerato che nemmeno un ora dopo il Marito in un altra farmacia riusciva a farsi dare ben due erogatori senza troppi problemi.
Come ho avuto già modo di dimostrare in lungo e in largo, l'arrivo in casa della Bibe ha definitivamente compromesso le facoltà mentali mie e del Marito.
Io e Andrea, felici portatori sani di felini durante adolescenza ed età adulta, siamo infatti entrambi allergici alla forfora di gatto. Fiduciosi però nella teoria della mitridatizzazione, non ci siamo posti nemmeno per un istante il problema della salute quando abbiamo accolto in casa quel piccolo sacchettino di pulci.
I fatti sembravano darci ragione, almeno fino a ieri notte, quando il Marito si è dovuto trasferire sul divano per problemi respiratori ed io alle cinque e trenta del mattino mi sono svegliata con la sensazione di soffocare.
Nulla di peggio di un broncospasmo notturno incrociato con l'esaurimento delle scorte di ventolin.
Alle sette del mattino con occhio pallato e respiro corto, ci siamo diretti alla farmacia che effettua servizio notturno, con il chiaro intento di intenerire il farmacista e farci dare una pipetta senza prescrizione medica, ma con la promessa di portargliela quanto prima.
Il farmacista per nulla intenerito, ci ha rifiutato la vendita e non contento si è pure lanciato in una filippica sulla dipendenza da ventolin, sulla asseufazione e sui danni al cuore, manco fossimo andati a chiedergli 3 etti di eroina.
Io un po' scocciata, mentre già davo le spalle al bancone ho detto che avrei discusso della mia terapia con la mia dottoressa, ma il sottotitolo era all'incirca V A F F NCULOOOOOOOOO.
Che di sicuro il farmacista aveva le sue ragioni, ma un minimo di pietà umana poteva anche mostrarla, visto e considerato che nemmeno un ora dopo il Marito in un altra farmacia riusciva a farsi dare ben due erogatori senza troppi problemi.
11.9.08
10.9.08
Quando andai all'open day del Cern era il 1998 (o forse il 1997) e, per farsi tornare i conti e non dover mandare a bagno le teorie della fisica quantistica, i teorici avevano già postulato l'esistenza del bosone di Higgs (per l'esattezza Higgs aveva postulato il bosone già nel 1964, i teorici già pensavano a come rivelarne la presenza). Senza il bosone è un gran casino: la teoria (modello standard) sta su perchè i neutrini non hanno massa, ma senza la massa del neutrino, ci sono dei problemi a spiegare perchè l'universo è in espansione e non sta implodendo. Il bosone salverà il mondo, altro che distruggerlo.
Ad ogni buon conto, là sotto è da circa un'ora che hanno acceso il mega acceleratore e ancora non ci sono notizie di un risucchiamento della Svizzera all'interno di un buco nero, nè tantomeno la speranza che a breve anche la periferia sud di Milano possa sparire. Di conseguenza temo proprio che mi toccherà risolvere questo problemino lavorativo invece di aspettare di svolazzare in un vortice nero assieme ad un milione di tavolette di cioccolato Lindt. Che disdetta.
Ad ogni buon conto, là sotto è da circa un'ora che hanno acceso il mega acceleratore e ancora non ci sono notizie di un risucchiamento della Svizzera all'interno di un buco nero, nè tantomeno la speranza che a breve anche la periferia sud di Milano possa sparire. Di conseguenza temo proprio che mi toccherà risolvere questo problemino lavorativo invece di aspettare di svolazzare in un vortice nero assieme ad un milione di tavolette di cioccolato Lindt. Che disdetta.
9.9.08
Isterismi da ufficio
Ieri pensavo fosse perchè ero presissima ed avevo pochissimo tempo per fare un milione di verifiche, oggi invece ho la certezza che sia oggettivamente insopportabile:
perchè un uomo portatore di scarpe di legno a forma di bara deve trovare perfettamente accettabile solcare il corridoio avanti e indietro con passo da pachiderma, facendo suonare i tacchi sul pavimento flottante coperto da linoleum e parlando a voce altissima al telefono?
Questo quando a disposizione c'è una splendida nicchia con finestra e vista sui capannoni o in alternativa il grande classico della stanza stampanti e fotocopiatrice, nonchè il pianerottolo che porta alle scale o la tromba dele scale stessa?
Ieri pensavo fosse perchè ero presissima ed avevo pochissimo tempo per fare un milione di verifiche, oggi invece ho la certezza che sia oggettivamente insopportabile:
perchè un uomo portatore di scarpe di legno a forma di bara deve trovare perfettamente accettabile solcare il corridoio avanti e indietro con passo da pachiderma, facendo suonare i tacchi sul pavimento flottante coperto da linoleum e parlando a voce altissima al telefono?
Questo quando a disposizione c'è una splendida nicchia con finestra e vista sui capannoni o in alternativa il grande classico della stanza stampanti e fotocopiatrice, nonchè il pianerottolo che porta alle scale o la tromba dele scale stessa?
8.9.08
La mia nuova perversione televisiva, nell'attesa dell'autunno caldo e del ritorno in onda delle casalinghe, dei nafraghi, degli evasi etc etc è B ig L ove, il telefilm su di una famiglia mormona poligama dello Utah.
Che uno giustamente dice, esiste un telefilm sui mormoni poligami dello Utah? E di seguito, c'è qualcuno che lo guarda?
Ebbene sì, esiste, ed ha avuto abbastanza pubblico perchè dopo la prima serie ne facessero una seconda.
Del perchè poi io destini parte della mia attivià neurale a seguire le vicende del signor CasaPiù, delle sue tre mogli e dei suoi innumerevoli figli, si può discutere. Ma forse è meglio evitare in modo da non dover constatare il tracollo delle mie funzioni cerebrali.
Comunque sia oggi, in un impeto di curiosità, mi sono messa a cercare informazioni sui mormoni e sul loro credo, per vedere quanto ci sia di vero e quanto sia fiction televisiva. Che per me i mormoni sono sempre stati quei bei ragazzoni alti biondi, camicia bianca e pantaloni neri, che viaggiano in bicicletta, zainetto in spalla e caschetto in testa, che cercano di fare proseliti per strada, con la Bibbia sottobraccio.
Ho così scoperto che la chiesa dei mormoni è la chiesa dei santi degli ultimi giorni e che fu fondata nell'ottocento negli USA da un tal Joseph Smith. Alla sua morte si verificarono diversi scismi e quindi al giorno d'oggi ci sono diverse correnti.
Pare che effettivamente ci sia ancora chi pratica la poligamia, anche se, par di capire che siano stanziati in aree scarsamente abitate dell’ovest degli Stati Uniti, Messico e Canada occidentale. E quindi vien da pensare che la famiglia moderna che vive in città rappresentata nel telefilm non sia molto veritiera.
Che io poi mi domando, se veramente esistessero 4 persone adulte (maggiorenni) che consapevolmente (senza lavaggi del cervello) decidessero di stare assieme e vivere nella poligamia e di conseguenza se ci fosse un uomo tanto folle da volere più di una moglie, che male ci sarebbe?
Che uno giustamente dice, esiste un telefilm sui mormoni poligami dello Utah? E di seguito, c'è qualcuno che lo guarda?
Ebbene sì, esiste, ed ha avuto abbastanza pubblico perchè dopo la prima serie ne facessero una seconda.
Del perchè poi io destini parte della mia attivià neurale a seguire le vicende del signor CasaPiù, delle sue tre mogli e dei suoi innumerevoli figli, si può discutere. Ma forse è meglio evitare in modo da non dover constatare il tracollo delle mie funzioni cerebrali.
Comunque sia oggi, in un impeto di curiosità, mi sono messa a cercare informazioni sui mormoni e sul loro credo, per vedere quanto ci sia di vero e quanto sia fiction televisiva. Che per me i mormoni sono sempre stati quei bei ragazzoni alti biondi, camicia bianca e pantaloni neri, che viaggiano in bicicletta, zainetto in spalla e caschetto in testa, che cercano di fare proseliti per strada, con la Bibbia sottobraccio.
Ho così scoperto che la chiesa dei mormoni è la chiesa dei santi degli ultimi giorni e che fu fondata nell'ottocento negli USA da un tal Joseph Smith. Alla sua morte si verificarono diversi scismi e quindi al giorno d'oggi ci sono diverse correnti.
Pare che effettivamente ci sia ancora chi pratica la poligamia, anche se, par di capire che siano stanziati in aree scarsamente abitate dell’ovest degli Stati Uniti, Messico e Canada occidentale. E quindi vien da pensare che la famiglia moderna che vive in città rappresentata nel telefilm non sia molto veritiera.
Che io poi mi domando, se veramente esistessero 4 persone adulte (maggiorenni) che consapevolmente (senza lavaggi del cervello) decidessero di stare assieme e vivere nella poligamia e di conseguenza se ci fosse un uomo tanto folle da volere più di una moglie, che male ci sarebbe?
3.9.08
Il boss della piazza
Quando mi sono trasferita a Corsico ho affittato un box per sistemare la moto. Visti i tempi risicati ho preso il primo box ad una distanza ragionevole da casa, avente un prezzo mensile che non si discostava troppo da quello della rimessa in cui tenevo la moto a Milano.
Qualche tempo fa il proprietario mi ha comunicato la volontà di aumentare l'affitto e così, complice il fatto che la distanza da casa, col passare degli anni e l'aumentare della pigrizia, mi sembrava un po' meno ragionevole che in passato, ho deciso di disdire. Ieri dovevo riportare la chiavi all'agente immobiliare e amico del proprietario che si occupa di trovare affittuari.
Passando davanti alla vetrina dell'agenzia con la moto mi è parso di scorgere un ombra che scrutava la piazza, impressione poi confermata nel momento in cui, dopo aver parcheggiato, mi toglievo il casco e rassettavo la capigliatura. Solo quando mi incamminavo verso la porta l'ombra misteriosamente si dileguava.
Una volta entrata in agenzia mi sono trovata davanti due imberbi ragazzini in giacca e cravatta i quali mi hanno detto di accomodarmi, che avrebbero chiamato il grande capo.
Il grande capo era unticcio come ricordavo, quello che non potevo sospettare era che dopo 3 anni 10 cambi di capigliatura e diversi kg in più mi riconoscesse al volo, che si ricordasse (o si fosse preso la briga di controllare) dove abito e che mi chiedesse pure lumi sulle dispute condominiali in atto, con la nonchalance di un agente segreto che interroga un sospettato di terrorismo. Mi è venuto da chiedere se dopo la vicenda del servizio segreto tele com, anche l'agenzia di paese, avesse sul libro paga qualche spia.
Quando mi sono trasferita a Corsico ho affittato un box per sistemare la moto. Visti i tempi risicati ho preso il primo box ad una distanza ragionevole da casa, avente un prezzo mensile che non si discostava troppo da quello della rimessa in cui tenevo la moto a Milano.
Qualche tempo fa il proprietario mi ha comunicato la volontà di aumentare l'affitto e così, complice il fatto che la distanza da casa, col passare degli anni e l'aumentare della pigrizia, mi sembrava un po' meno ragionevole che in passato, ho deciso di disdire. Ieri dovevo riportare la chiavi all'agente immobiliare e amico del proprietario che si occupa di trovare affittuari.
Passando davanti alla vetrina dell'agenzia con la moto mi è parso di scorgere un ombra che scrutava la piazza, impressione poi confermata nel momento in cui, dopo aver parcheggiato, mi toglievo il casco e rassettavo la capigliatura. Solo quando mi incamminavo verso la porta l'ombra misteriosamente si dileguava.
Una volta entrata in agenzia mi sono trovata davanti due imberbi ragazzini in giacca e cravatta i quali mi hanno detto di accomodarmi, che avrebbero chiamato il grande capo.
Il grande capo era unticcio come ricordavo, quello che non potevo sospettare era che dopo 3 anni 10 cambi di capigliatura e diversi kg in più mi riconoscesse al volo, che si ricordasse (o si fosse preso la briga di controllare) dove abito e che mi chiedesse pure lumi sulle dispute condominiali in atto, con la nonchalance di un agente segreto che interroga un sospettato di terrorismo. Mi è venuto da chiedere se dopo la vicenda del servizio segreto tele com, anche l'agenzia di paese, avesse sul libro paga qualche spia.
29.8.08
Avrei voluto fare un elogio della sanità pubblica milanese, purtroppo quello che sembrava un trattamento eccezionalmente buono è stato solo buono e ciò ha parzialmente mitigato i miei entusiasmi.
L'incredulità è iniziata l'altro ieri, quando dopo aver chiamato il numero verde del cup mi hanno dato appuntamento per stamattina alle 11.30.
Tentando di fare la donna efficiente, ho pensato di passare in mattinata a pagare il ticket prima di andare in ufficio, in modo da perdere meno tempo in seguito.
A parte le difficoltà oggettive di muoversi per i corridoi dell'ospedale e raggiungere il reparto giusto, dopo essere arrivata, ho occupato la pole position allo sportello e a seguire l'impiegata mi ha spedito alla sala di attesa dicendomi di provare a vedere se per caso potevano farmi passare immediatamente. Il radiologo non ha avuto niente da obiettare e in men che non si dica ero a beccarmi la dose opportuna di raggi x.
Ero veramente incredula e vagamente preoccupata per la rara efficienza e per le relative conseguenze per il continuum spaziotemporale. Non sia mai che un evento così raro potesse dare luogo alla formazione di un buco nero.
Per fortuna mi sono subito dovuta ricredere visto che tornata allo sportello per pagare (in prima battua l'impiegata non aveva le chiavi della cassa) ho dovuto fare la coda per poi dover aspettare un altro po' per ottenere il resto e infine un'altra attesa per consegnare al radiologo la ricevuta. Sollevata dalla preoccupazione per le sorti dl mondo e soddisfatta per essermela sbrigata in un'ora sono riucita anche ad arrivare in ufficio ad un orario decente.
L'incredulità è iniziata l'altro ieri, quando dopo aver chiamato il numero verde del cup mi hanno dato appuntamento per stamattina alle 11.30.
Tentando di fare la donna efficiente, ho pensato di passare in mattinata a pagare il ticket prima di andare in ufficio, in modo da perdere meno tempo in seguito.
A parte le difficoltà oggettive di muoversi per i corridoi dell'ospedale e raggiungere il reparto giusto, dopo essere arrivata, ho occupato la pole position allo sportello e a seguire l'impiegata mi ha spedito alla sala di attesa dicendomi di provare a vedere se per caso potevano farmi passare immediatamente. Il radiologo non ha avuto niente da obiettare e in men che non si dica ero a beccarmi la dose opportuna di raggi x.
Ero veramente incredula e vagamente preoccupata per la rara efficienza e per le relative conseguenze per il continuum spaziotemporale. Non sia mai che un evento così raro potesse dare luogo alla formazione di un buco nero.
Per fortuna mi sono subito dovuta ricredere visto che tornata allo sportello per pagare (in prima battua l'impiegata non aveva le chiavi della cassa) ho dovuto fare la coda per poi dover aspettare un altro po' per ottenere il resto e infine un'altra attesa per consegnare al radiologo la ricevuta. Sollevata dalla preoccupazione per le sorti dl mondo e soddisfatta per essermela sbrigata in un'ora sono riucita anche ad arrivare in ufficio ad un orario decente.
27.8.08
Per non farmi mancare nulla oggi sono andata a donare il sangue.
Siccome era la prima volta che donavo nella ridente metropoli, mi sono fatta scortare dal Marito fino al piano seminterrato del San Paolo.
Mi hanno cavato svariate provette, hanno esaminato il sangue, mi hanno posto la solita sfilza di domande infine, constatato che il mio sangue era passabile, me ne hanno cavato una saccoccia.
Dottoressa gentilissima, infermiera dal tocco delicato.
Dopo in omaggio ho ricevuto colazione, penna e blocco notes, oltre un ecg e una lastra al torace gratuiti, di cui francamente credo farò volentieri a meno.
Proprio vero che quando entri un ospedale, non sai quando ne esci :-)
Siccome era la prima volta che donavo nella ridente metropoli, mi sono fatta scortare dal Marito fino al piano seminterrato del San Paolo.
Mi hanno cavato svariate provette, hanno esaminato il sangue, mi hanno posto la solita sfilza di domande infine, constatato che il mio sangue era passabile, me ne hanno cavato una saccoccia.
Dottoressa gentilissima, infermiera dal tocco delicato.
Dopo in omaggio ho ricevuto colazione, penna e blocco notes, oltre un ecg e una lastra al torace gratuiti, di cui francamente credo farò volentieri a meno.
Proprio vero che quando entri un ospedale, non sai quando ne esci :-)
26.8.08
La maledizione dell'età che avanza si è palesata sotto forma di maldischiena fulminante che mi ha costretto a letto in preda ad atroci dolori tutta la domenica, fino a che, avendo constatato che il moment mi faceva una pippa, mi sono decisa ad assumere del nimesulide scaduto da 3 mesi.
Il dottore mi ha prescritto due giorni a riposo, una lastra e una confezione di nimesulide nuova.
Ora sono quasi a posto e non ho più quell'andatura da novantenne bisognosa di bastone che mi ha contraddistinto nei giorni passati.
La tentazione sarebbe quella di approfittarne per sistemare il casino postvacanziero in casa, anche se temo che piegamenti e spostamenti di pesi non si addicano alla mia condizione di ottuagenaria dentro.
Per il momento limiterò la mia attività alla gestione del felino casalingo indiavolato che vorrebbe essere parte attiva nella stesura di questo post.
Il dottore mi ha prescritto due giorni a riposo, una lastra e una confezione di nimesulide nuova.
Ora sono quasi a posto e non ho più quell'andatura da novantenne bisognosa di bastone che mi ha contraddistinto nei giorni passati.
La tentazione sarebbe quella di approfittarne per sistemare il casino postvacanziero in casa, anche se temo che piegamenti e spostamenti di pesi non si addicano alla mia condizione di ottuagenaria dentro.
Per il momento limiterò la mia attività alla gestione del felino casalingo indiavolato che vorrebbe essere parte attiva nella stesura di questo post.
22.8.08
19.8.08
Manco il tempo di finire il conto alla rovescia e le ferie sono iniziate e finite.
Visti i pochi giorni a disposizione ce ne siamo andati gatta al seguito a Genova.
Un po' di mare, focaccia semplice ed al formaggio, qualche foto, rimpinzamenti vari, un po' di colore sulla pelle.
Ed oggi di nuovo qui.
Visti i pochi giorni a disposizione ce ne siamo andati gatta al seguito a Genova.
Un po' di mare, focaccia semplice ed al formaggio, qualche foto, rimpinzamenti vari, un po' di colore sulla pelle.
Ed oggi di nuovo qui.
8.8.08
Dopo aver realizzato che il mio taglio di capelli rendeva la mia testa simile al caschetto dell'omino playmobil, complici l'avvicinarsi del mio compleanno e la necessità di sentirmi più giovane, ieri sono andata dal parrucchiere.
Non da un parrucchiere qualsiasi, ma da un parrucchiere "fashion".
Il Parrucchiere Fashion mi ha abbandonato al lavatesta per un tempo imprecisato e mentre ero indecisa se farmi venire una crisi di nervi o migliorare le specifiche di taglio ho avuto modo di guardarmi in giro.
In sala armati di forbici e spazzole si aggiravano :
1) un ragazzo orientale con una bella cresta blu ritta sulla testa
2) Un signore che avrei visto bene dietro il banco della posta
3) un tizio pelato basettato e tatuato
4) una ragazza portatrice sana di frangetta e capelli rosso vodafone
5) un tizio con braghettoni a quadri e maglietta nera che poteva esser uscito da un video di qualche band punkettona dei giorni nostri
6) un tizio pel di carota con maglia pel di carota
In compenso la clientela era composta da uomini in camicia appena usciti dall'ufficio, madri di famiglia con prole al seguito ed anche qualche sciura, il che in qualche modo mi ha rassicurato sul fatto che probabilmente sarei riuscita ad uscire di lì senza basette e cresta.
Sprezzante del pericolo, quando Pel di Carota alias Miguel, dopo avermi lavato i capelli e massaggiato il cranio con mano sapiente mi ha chiesto che taglio volessi, ho quindi proferito le seguenti parole:
"voglio un taglio che sia semplice da mettere a posto, non tagliare tanto, fai quello che vuoi".
Nonostante momenti di vero panico quando i capelli sul mio cranio vagavano a destra e a manca mentre Miguel di carota affettava qui e lì lasciandomi perennemente con un ciuffo spalmato negli occhi alla fine il risultato mi ha soddisfatto. Sono anche stata promossa dalle colleghe. Il giudizio definitivo è rimandato al primo lavaggio casalingo con relativa piega.
Per inciso comunque il parrucchiere Fashion mi ha scucito 45 euro.
Non da un parrucchiere qualsiasi, ma da un parrucchiere "fashion".
Il Parrucchiere Fashion mi ha abbandonato al lavatesta per un tempo imprecisato e mentre ero indecisa se farmi venire una crisi di nervi o migliorare le specifiche di taglio ho avuto modo di guardarmi in giro.
In sala armati di forbici e spazzole si aggiravano :
1) un ragazzo orientale con una bella cresta blu ritta sulla testa
2) Un signore che avrei visto bene dietro il banco della posta
3) un tizio pelato basettato e tatuato
4) una ragazza portatrice sana di frangetta e capelli rosso vodafone
5) un tizio con braghettoni a quadri e maglietta nera che poteva esser uscito da un video di qualche band punkettona dei giorni nostri
6) un tizio pel di carota con maglia pel di carota
In compenso la clientela era composta da uomini in camicia appena usciti dall'ufficio, madri di famiglia con prole al seguito ed anche qualche sciura, il che in qualche modo mi ha rassicurato sul fatto che probabilmente sarei riuscita ad uscire di lì senza basette e cresta.
Sprezzante del pericolo, quando Pel di Carota alias Miguel, dopo avermi lavato i capelli e massaggiato il cranio con mano sapiente mi ha chiesto che taglio volessi, ho quindi proferito le seguenti parole:
"voglio un taglio che sia semplice da mettere a posto, non tagliare tanto, fai quello che vuoi".
Nonostante momenti di vero panico quando i capelli sul mio cranio vagavano a destra e a manca mentre Miguel di carota affettava qui e lì lasciandomi perennemente con un ciuffo spalmato negli occhi alla fine il risultato mi ha soddisfatto. Sono anche stata promossa dalle colleghe. Il giudizio definitivo è rimandato al primo lavaggio casalingo con relativa piega.
Per inciso comunque il parrucchiere Fashion mi ha scucito 45 euro.
5.8.08
Gli anni di Cristo e non sentirli
Ieri il Marito, complici le clausole d'acquisto, mi ha consegnato, in anticipo di una decina di giorni, il regalo di compleanno acciocchè lo potessi testare ed eventualmente rispedirlo al mittente.
Il regalo, per la grande gioia di Y. che non vede l'ora di trovare adepti per lo scambio dei giochini, è la console w.i.i con in allegato il cd dei giochini sportivi.
La Bibe all'apertura del pacco era la più eccitata di tutti, non poteva credere di trovarsi in mezzo a tutti quei sacchettini e spaghi e fili. Tanto che per evitare spiacevoli danni è stata rinchiusa nell'altra stanza.
Ma il divertimento vero è iniziato solamente quando, una volta montato l'ambaradan, abbiamo iniziato a cimentarci con i diversi sport.
Per quanto buffi siano i personaggi e per quanto esagitarsi davanti alla tv con un telecomando in mano fingendo di giocare a tennis o combattere su di un ring possa sembrare assurdo, una volta che si comincia a giocare scatta lo spirito competitivo.
Se poi come il Marito si è giocato a tennis o come nel mio caso si è visto troppe volte il Grande Lebowski, si può stare sicuri che involontariamente sul campo da tennis o sulla pista da bowling si assumeranno pose plastiche con grande giubilo di colui che non gioca e degli abitanti del palazzo di fronte . Per non parlare della Bibe, che una volta liberata, non poteva credere che i due gatti grandi e senza coda, facessero più salti ed agguati di quanto facesse lei.
Dopo una oretta di test e dopo aver stabilito che la mia età sportiva wii sono 80 anni, ci siamo accasciati tutti sul divano per guardare un po' di tv addormentandoci come sassi.
Ieri il Marito, complici le clausole d'acquisto, mi ha consegnato, in anticipo di una decina di giorni, il regalo di compleanno acciocchè lo potessi testare ed eventualmente rispedirlo al mittente.
Il regalo, per la grande gioia di Y. che non vede l'ora di trovare adepti per lo scambio dei giochini, è la console w.i.i con in allegato il cd dei giochini sportivi.
La Bibe all'apertura del pacco era la più eccitata di tutti, non poteva credere di trovarsi in mezzo a tutti quei sacchettini e spaghi e fili. Tanto che per evitare spiacevoli danni è stata rinchiusa nell'altra stanza.
Ma il divertimento vero è iniziato solamente quando, una volta montato l'ambaradan, abbiamo iniziato a cimentarci con i diversi sport.
Per quanto buffi siano i personaggi e per quanto esagitarsi davanti alla tv con un telecomando in mano fingendo di giocare a tennis o combattere su di un ring possa sembrare assurdo, una volta che si comincia a giocare scatta lo spirito competitivo.
Se poi come il Marito si è giocato a tennis o come nel mio caso si è visto troppe volte il Grande Lebowski, si può stare sicuri che involontariamente sul campo da tennis o sulla pista da bowling si assumeranno pose plastiche con grande giubilo di colui che non gioca e degli abitanti del palazzo di fronte . Per non parlare della Bibe, che una volta liberata, non poteva credere che i due gatti grandi e senza coda, facessero più salti ed agguati di quanto facesse lei.
Dopo una oretta di test e dopo aver stabilito che la mia età sportiva wii sono 80 anni, ci siamo accasciati tutti sul divano per guardare un po' di tv addormentandoci come sassi.
4.8.08
L'ultima settimana è sempre la più dura, stamattina al momento di alzarmi, non potevo credere che il finesettimana fosse passato così rapidamente e che non avrei potuto passare un altro giorno spaparanzata sul divano con la Bibe a farmi da colletto di pelliccia e l'aria condizionata a solleticarmi i piedi.
Visto che il neurone è spianato non mi resta che cominciare il conto alla rovescia : -4!
Visto che il neurone è spianato non mi resta che cominciare il conto alla rovescia : -4!
1.8.08
Pare che la Bibe ieri dal veterinario abbia dato il meglio di sè.
Purtroppo non c'ero e non ho potuto gustarmi la scena di Caparezza che per estrarla dal trasportiono ha dovuto inclinarlo e scrollare fino a che dopo palline, pezzi di carta, sciarpina ed asciugamano è venuta fuori anche la Bibe.
Per non parlar del fatto che appena estratta dalla gabbietta ha pensato di saltare sulla testa del Marito e che per farle il richiamo del vaccino hanno dovuto avvoltolarla nell'asciugamano perchè era incontenibile.
Io, cuore di mamma, gongolo dei progressi della bestiola, anche se a dirla tutta ci sono momenti in cui vorrei che l'avessero dotata di interruttore, in special modo alla mattina quando per svegliarmi mi azzanna gli alluci.
update: ovviamente non poteva che essere un gatto tecnologico quindi LaBibe ha il suo sito
Purtroppo non c'ero e non ho potuto gustarmi la scena di Caparezza che per estrarla dal trasportiono ha dovuto inclinarlo e scrollare fino a che dopo palline, pezzi di carta, sciarpina ed asciugamano è venuta fuori anche la Bibe.
Per non parlar del fatto che appena estratta dalla gabbietta ha pensato di saltare sulla testa del Marito e che per farle il richiamo del vaccino hanno dovuto avvoltolarla nell'asciugamano perchè era incontenibile.
Io, cuore di mamma, gongolo dei progressi della bestiola, anche se a dirla tutta ci sono momenti in cui vorrei che l'avessero dotata di interruttore, in special modo alla mattina quando per svegliarmi mi azzanna gli alluci.
update: ovviamente non poteva che essere un gatto tecnologico quindi LaBibe ha il suo sito
25.7.08
C'era una striscia di Mafalda in cui Susanita diceva:
- da grande voglio avere tanti ma tanti vestiti
e Mafalda replicava:
- io da grande voglio avere tanta ma tanta cultura
al che Susanita ribatteva:
- se va in giro senza vestiti ti arrestano? prova ad andare in giro senza vestiti!
Nell'ultimo riquadro si vedeva Susanita in lacrime e Mafalda che allontanadosi chiosava:
- è dura picchiare chi ha ragione
Stamattina io ero in torto.
Ieri sera rincasando dopo la pizza, mi sono fatta prendere dalla pigrizia e invece di mettere la moto nel box l'ho lasciata nel cortile di casa, dove è espressamente vietato lasciarla se non si possiede un posto auto. Ho pensato però che era mezzanotte e che in mattinata alle 8.30 l'avrei tolta. Era in un posto dove non ingombrava e nè intralciava e di notte nessuno l'avrebbe vista.
Stamattina uscendo fra tutte le cento famiglie del complesso in cortile stava transitando la Sciura Rompicoglioni. Cinque minuti prima e sarei stata salva.
La SR stava parlando con il portinaio dall'altro lato del cortile, ha alzato la sguardo nella mia direzione e poi ha continuato a parlare e infine lei e il suo cagnetto fashion vip sono rientrati verso l'attico.
Io sono salita in moto e me ne sono andata dall'uscita posteriore, il Marito invece ha attraversto il cortile ed è stato fermato dal portinaio il quale gli ha fatto il caziatone per interposta persona.
Quindi SR ha caziato il Portinaio che ha caziato il Marito che in teoria avrebbe dovuto caziare me. Quando SR avrebbe potuto fare quattro passi in più e parlare direttamente me o in alternativa aspettare tre minuti e caziare il Marito se proprio le faceva fatica deviare dalla sua traiettoria. Evidentemente ha percepito di non essere nella top ten delle simpatie del Marito ed ha preferito defilarsi.
Il che mi lascia un senso di rodimento interiore perchè lei è una zoccola, lei è quella che sulla base di una mappa catastale non meglio precisata si è ridipinta le strisce del posto auto allungandolo di 50 cm, lei è quella che voleva il portinaio italiano perchè il portinaio sudamericano non era abbastanza nobile, lei è quella che mi ci giocherei qualcosa fra poco dirà che vuole il portinaio nato al di sopra della linea del Po, lei è pavida e non dice le cose in faccia, ma porca la miseria lei stamattina c'aveva ragione perchè era evidente che non ero entrata per scaricare la spesa, ma avevo lasciato la moto lì tutta la notte.
- da grande voglio avere tanti ma tanti vestiti
e Mafalda replicava:
- io da grande voglio avere tanta ma tanta cultura
al che Susanita ribatteva:
- se va in giro senza vestiti ti arrestano? prova ad andare in giro senza vestiti!
Nell'ultimo riquadro si vedeva Susanita in lacrime e Mafalda che allontanadosi chiosava:
- è dura picchiare chi ha ragione
Stamattina io ero in torto.
Ieri sera rincasando dopo la pizza, mi sono fatta prendere dalla pigrizia e invece di mettere la moto nel box l'ho lasciata nel cortile di casa, dove è espressamente vietato lasciarla se non si possiede un posto auto. Ho pensato però che era mezzanotte e che in mattinata alle 8.30 l'avrei tolta. Era in un posto dove non ingombrava e nè intralciava e di notte nessuno l'avrebbe vista.
Stamattina uscendo fra tutte le cento famiglie del complesso in cortile stava transitando la Sciura Rompicoglioni. Cinque minuti prima e sarei stata salva.
La SR stava parlando con il portinaio dall'altro lato del cortile, ha alzato la sguardo nella mia direzione e poi ha continuato a parlare e infine lei e il suo cagnetto fashion vip sono rientrati verso l'attico.
Io sono salita in moto e me ne sono andata dall'uscita posteriore, il Marito invece ha attraversto il cortile ed è stato fermato dal portinaio il quale gli ha fatto il caziatone per interposta persona.
Quindi SR ha caziato il Portinaio che ha caziato il Marito che in teoria avrebbe dovuto caziare me. Quando SR avrebbe potuto fare quattro passi in più e parlare direttamente me o in alternativa aspettare tre minuti e caziare il Marito se proprio le faceva fatica deviare dalla sua traiettoria. Evidentemente ha percepito di non essere nella top ten delle simpatie del Marito ed ha preferito defilarsi.
Il che mi lascia un senso di rodimento interiore perchè lei è una zoccola, lei è quella che sulla base di una mappa catastale non meglio precisata si è ridipinta le strisce del posto auto allungandolo di 50 cm, lei è quella che voleva il portinaio italiano perchè il portinaio sudamericano non era abbastanza nobile, lei è quella che mi ci giocherei qualcosa fra poco dirà che vuole il portinaio nato al di sopra della linea del Po, lei è pavida e non dice le cose in faccia, ma porca la miseria lei stamattina c'aveva ragione perchè era evidente che non ero entrata per scaricare la spesa, ma avevo lasciato la moto lì tutta la notte.
22.7.08
Il problema è che sono in crisi di astinenza dal mare.
Dopo anni passati a battere il mio record personale (invero non eccezionale) di primo bagno al mare, mi ritrovo quest'anno a causa delle piogge e dell'arrivo di Sushi in casa a non aver ancora pucciato gli alluci nel mar ligure nè in nessu altro mare.
Per supplire questa grave mancanza mi sono ritrovata a frequentare la piscina della palestra e ad avventurarmi in pratiche perigliose quali l'acquagym.
Il concetto di fare ginnastica in acqua di per sè non è così malvagio, anche se nel mio immaginario faceva molto anziano in vacanza al mare col comune.
I problemi nella pratica di tale disciplina sono però di carattere musicale, il tunz tunz di sottofondo non è rilassante e di spazio vitale, se in una piscina ci sono 54 persone che sgambano e saltellano in diversi gradi di scoordinazione, si possono produrre fenomeni quali tsunami localizzati ed affogamento delle persone con corporatura esile non in grado di produrre onde in controfase a quelle del bue che hanno accanto.
In alcuni casi si può rischiare anche l'affogamento a causa delle risate convulse se a tenere la lezione è un uomo eccssivamente depilato, che conta i cambi in stile Jane Fonda "e cinq sei sett otto" e immediatamente dopo si improvvisa sergente di Ufficiale e Gentiluomo incitando "più forte più forte voglio vedere la sofferenza sulle vostre facce".
A parte questi piccoli problemi comunque dopo essere stati a bagno un'oretta a saltellare si affronta con animo più rilassato l'asfalto ribollente della città.
ps vi pregherei di non farmi notare gli abissi di tristezza in cui versa la mia routine visto e considerato che quest'anno non farò vacanze.
Dopo anni passati a battere il mio record personale (invero non eccezionale) di primo bagno al mare, mi ritrovo quest'anno a causa delle piogge e dell'arrivo di Sushi in casa a non aver ancora pucciato gli alluci nel mar ligure nè in nessu altro mare.
Per supplire questa grave mancanza mi sono ritrovata a frequentare la piscina della palestra e ad avventurarmi in pratiche perigliose quali l'acquagym.
Il concetto di fare ginnastica in acqua di per sè non è così malvagio, anche se nel mio immaginario faceva molto anziano in vacanza al mare col comune.
I problemi nella pratica di tale disciplina sono però di carattere musicale, il tunz tunz di sottofondo non è rilassante e di spazio vitale, se in una piscina ci sono 54 persone che sgambano e saltellano in diversi gradi di scoordinazione, si possono produrre fenomeni quali tsunami localizzati ed affogamento delle persone con corporatura esile non in grado di produrre onde in controfase a quelle del bue che hanno accanto.
In alcuni casi si può rischiare anche l'affogamento a causa delle risate convulse se a tenere la lezione è un uomo eccssivamente depilato, che conta i cambi in stile Jane Fonda "e cinq sei sett otto" e immediatamente dopo si improvvisa sergente di Ufficiale e Gentiluomo incitando "più forte più forte voglio vedere la sofferenza sulle vostre facce".
A parte questi piccoli problemi comunque dopo essere stati a bagno un'oretta a saltellare si affronta con animo più rilassato l'asfalto ribollente della città.
ps vi pregherei di non farmi notare gli abissi di tristezza in cui versa la mia routine visto e considerato che quest'anno non farò vacanze.
15.7.08
10.7.08
All'Università la divisa del fisico da laboratorio erano jeans scarpe da ginnastica, t shirt bianca e mazzo enorme di chiavi appeso ad un passante con il moschettone da montagna.
Quando ho iniziato a lavorare, dopo un primo periodo passato nella sede di rappresentanza in cui sono stata costretta a comprare pantaloni ed abiti da persona "seria", sono stata spedita a lavorare in ambito tecnico dove per definizione un abito troppo elegante corrisponde ad un colloquio di lavoro, quindi meglio tenere un profilo casual. Da cui 7 anni di abbigliamento sportivo, giustificato anche dall'utilizzo della moto e dalla difficoltà di cambiare le marce con scarpe col tacco.
Nel mio ufficio di adesso l'ambiente è piuttosto variegato. Il responsabile con cui ho fatto il colloquio era in jeans e camicia sportiva, capello lungo e occhiali da sole come cerchietto. Il supercapo indossava jeans e polo. Ed anche la PM era abbastanza sportiva.
Mi son detta che potevo continuare ad utilizzare i miei pantaloni di lino e le mie magliette a maniche corte senza preoccuparmi troppo anche se ci sono diverse ragazze molto curate, con sandali con tacco 10 e un tailleur diverso ogni giorno.
Ieri avevo pantaloni di lino blu larghi ed una camicia senza maniche sempre di lino color ecrù con una piccola rouche vicino ai bottoncini, scarpe kickers blu. Ero truccata e l'orologio era in tinta con i pantaloni e le scarpe. A pranzo, mentre scendevo dalla moto, un passante in bermuda e t shirt mi ha squadrato dicendo "Ma che bello una signora che va in moto, non ce ne sono molte". E al mio schernirmi dicendo che la moto è comoda, ma se ci si deve mettere il tailleur e i tacchi per andare al lavoro non lo è più tanto mi ha guardato allibito dicendo "Ah ma perchè lei in ufficio vestita così?". Ed io pacificamente "eh sì sono fortunata" salvo poi farmi venire un milione di dubbi sulla mia trasandatezza.
Stamattina mentre salivo in ascensore con un collega, mi lamentavo del caldo. E lui squadrandomi "eh magari è perchè oggi hai una maglietta più attillata e spessa di quella di ieri" (si noti che indosso una polo blu, con una fantasia delicata e non un top in vinile sadomaso).
Di qui ho iniziato a pormi dei dubbi esistenziali: "da quando gli uomini sono così attenti a come una si veste, tanto da ricordarsi da un giorno all'altro cosa indossava?", "sarò mica che sono inappropriata e non me ne rendo conto?", "sarei dovuta andare alla notte dei saldi ieri sera invece di mangiare gelato seduta sul divano con il gatto che tentava di infilarmi il muso nella coppetta?", "si stava meglio quando si stava peggio?".
Quando ho iniziato a lavorare, dopo un primo periodo passato nella sede di rappresentanza in cui sono stata costretta a comprare pantaloni ed abiti da persona "seria", sono stata spedita a lavorare in ambito tecnico dove per definizione un abito troppo elegante corrisponde ad un colloquio di lavoro, quindi meglio tenere un profilo casual. Da cui 7 anni di abbigliamento sportivo, giustificato anche dall'utilizzo della moto e dalla difficoltà di cambiare le marce con scarpe col tacco.
Nel mio ufficio di adesso l'ambiente è piuttosto variegato. Il responsabile con cui ho fatto il colloquio era in jeans e camicia sportiva, capello lungo e occhiali da sole come cerchietto. Il supercapo indossava jeans e polo. Ed anche la PM era abbastanza sportiva.
Mi son detta che potevo continuare ad utilizzare i miei pantaloni di lino e le mie magliette a maniche corte senza preoccuparmi troppo anche se ci sono diverse ragazze molto curate, con sandali con tacco 10 e un tailleur diverso ogni giorno.
Ieri avevo pantaloni di lino blu larghi ed una camicia senza maniche sempre di lino color ecrù con una piccola rouche vicino ai bottoncini, scarpe kickers blu. Ero truccata e l'orologio era in tinta con i pantaloni e le scarpe. A pranzo, mentre scendevo dalla moto, un passante in bermuda e t shirt mi ha squadrato dicendo "Ma che bello una signora che va in moto, non ce ne sono molte". E al mio schernirmi dicendo che la moto è comoda, ma se ci si deve mettere il tailleur e i tacchi per andare al lavoro non lo è più tanto mi ha guardato allibito dicendo "Ah ma perchè lei in ufficio vestita così?". Ed io pacificamente "eh sì sono fortunata" salvo poi farmi venire un milione di dubbi sulla mia trasandatezza.
Stamattina mentre salivo in ascensore con un collega, mi lamentavo del caldo. E lui squadrandomi "eh magari è perchè oggi hai una maglietta più attillata e spessa di quella di ieri" (si noti che indosso una polo blu, con una fantasia delicata e non un top in vinile sadomaso).
Di qui ho iniziato a pormi dei dubbi esistenziali: "da quando gli uomini sono così attenti a come una si veste, tanto da ricordarsi da un giorno all'altro cosa indossava?", "sarò mica che sono inappropriata e non me ne rendo conto?", "sarei dovuta andare alla notte dei saldi ieri sera invece di mangiare gelato seduta sul divano con il gatto che tentava di infilarmi il muso nella coppetta?", "si stava meglio quando si stava peggio?".
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9.7.08
Abbiamo portato Sushi dal Veterinario Caparezza, che adesso ha il taglio estivo, ma il nome ormai rimane. Lui l'ha fatta uscire dal trasportino, le ha dato un biscottino ed ha iniziato a visitarla palpandole i cosciotti.
La Bibe ha imparato a soffiare qualche settimana fa, quando l'abbiamo portata dalla nonna, ieri al primo palpeggiamento ha risfoderato la lezione appresa ed ha dato il meglio di sè.
Ha soffiato alla mano di Caparezza, ha soffiato allo stetoscopio, ha soffiato allo strumento per guardare nelle orecchie, ha soffiato guardando verso l'infinito. L'unico momento in cui è rimasta interdetta è quando il veterinario l'ha bucata per farle il vaccino.
Caparezza dopo averla visitata ci ha guardato negli occhi e ci ha detto "Auguri. Di solito a quest'età non sono così reattivi". Poi ha predetto per la Bibe un futuro da gatta scorbutica, che solo sporadicamente verrà a farsi fare un paio di carezzine. Ci ha consigliato di farle un po' di scuola militare. Visto che non è scontato che la Bibe capisca il nuovo regime e il senso della parola no, abbiamo adottato un'arma atta a sottilneare il concetto che sbranare le mani che forniscono il cibo non è un comportamento corretto: lo spruzzino.
Ieri la Bibe era troppo frastornata per delinquere, ma da oggi temo che ci toccherà sperimentare il potere educativo della doccia fredda.
La Bibe ha imparato a soffiare qualche settimana fa, quando l'abbiamo portata dalla nonna, ieri al primo palpeggiamento ha risfoderato la lezione appresa ed ha dato il meglio di sè.
Ha soffiato alla mano di Caparezza, ha soffiato allo stetoscopio, ha soffiato allo strumento per guardare nelle orecchie, ha soffiato guardando verso l'infinito. L'unico momento in cui è rimasta interdetta è quando il veterinario l'ha bucata per farle il vaccino.
Caparezza dopo averla visitata ci ha guardato negli occhi e ci ha detto "Auguri. Di solito a quest'età non sono così reattivi". Poi ha predetto per la Bibe un futuro da gatta scorbutica, che solo sporadicamente verrà a farsi fare un paio di carezzine. Ci ha consigliato di farle un po' di scuola militare. Visto che non è scontato che la Bibe capisca il nuovo regime e il senso della parola no, abbiamo adottato un'arma atta a sottilneare il concetto che sbranare le mani che forniscono il cibo non è un comportamento corretto: lo spruzzino.
Ieri la Bibe era troppo frastornata per delinquere, ma da oggi temo che ci toccherà sperimentare il potere educativo della doccia fredda.
7.7.08
Dopo aver agognato al cambiamento per anni, non dovrei di certo lamentarmi del fatto che le cose non sono più come prima.
Il problema è prendere le misure e capire come comportarsi, quali sono le gerarchie, a chi si deve porre le domande. Che quando da anni sei in un posto e ci sei da prima dal tuo capo e conosci mille milioni di persone, ti sono concesse un certo numero di scappatoie per non rimanere impastoiato nei meandri della burocrazia. Per dirla alla Jack Bauer, anche se non segui il protocollo, nessuno ti addita. A meno di non farlo troppo smaccatamente o con malagrazia.
Non ricordo bene come fu sette anni fa arrivare nel gruppo. Quanti e quali informazioni mi furono fornite. Qui ho notato c'è la tendenza ad essere abbottonati.
Le cose uno deve immaginarsele, indagare silenziosamente ed infine chiedere. Meno appigli si danno all'esterno meglio è almeno fino a quando le regole del gioco non sono esplicite.
Ci sono persone esplicitamente malvolute a causa della scarsa capacità di porsi e a causa della doppiezza in ambito lavorativo.
Ci sono persone che probabilmente sono della stessa pasta ma devono essere individuate.
Ci sono persone amichevoli e disponibili che non sembrano nascondere alcuna sorpresa malevola.
Aspetto, cerco di apprendere tutto l'apprendibile e temo un po' il momento in cui ci sarà da fare sul serio, che lì di sicuro tutti i nodi verranno al pettine.
Il problema è prendere le misure e capire come comportarsi, quali sono le gerarchie, a chi si deve porre le domande. Che quando da anni sei in un posto e ci sei da prima dal tuo capo e conosci mille milioni di persone, ti sono concesse un certo numero di scappatoie per non rimanere impastoiato nei meandri della burocrazia. Per dirla alla Jack Bauer, anche se non segui il protocollo, nessuno ti addita. A meno di non farlo troppo smaccatamente o con malagrazia.
Non ricordo bene come fu sette anni fa arrivare nel gruppo. Quanti e quali informazioni mi furono fornite. Qui ho notato c'è la tendenza ad essere abbottonati.
Le cose uno deve immaginarsele, indagare silenziosamente ed infine chiedere. Meno appigli si danno all'esterno meglio è almeno fino a quando le regole del gioco non sono esplicite.
Ci sono persone esplicitamente malvolute a causa della scarsa capacità di porsi e a causa della doppiezza in ambito lavorativo.
Ci sono persone che probabilmente sono della stessa pasta ma devono essere individuate.
Ci sono persone amichevoli e disponibili che non sembrano nascondere alcuna sorpresa malevola.
Aspetto, cerco di apprendere tutto l'apprendibile e temo un po' il momento in cui ci sarà da fare sul serio, che lì di sicuro tutti i nodi verranno al pettine.
4.7.08
Provati per voi: la biocesta.
Per diverso tempo ho cercato un GAS a cui aderire, ma il poco tempo e i mille impegni mi hanno sempre frenato, il fatto che mio padre ne avesse messo su uno e che quindi potessi prendere pasta e prodotti secchi con calma quando passo a trovarlo, hanno dato poi la botta finale alla mia ricerca.
Rimaneva comunque il problema di frutta e verdura che notoriamente qui nella grande pera sono insaporti e carissimi al supermercato e con un prezzo ragionevole, ma spesso da mangiare entro poco tempo, se acquistati al mercato rionale del sabato.
La scoperta dell'esistenza di un servizio di consegna a domicilio di verdura biologica mi ha quindi folgorato sulla via di Damasco.
Sia per la comodità della faccenda: tutte le settimana arriva la cassetta e poi si paga a fine mese con un bonifico o istituendo un rid.
Sia per la qualità della merce: merce biologica proveniente direttamente dai produttori, senza mille passaggi.
La prima cassetta è arrivata mercoledì. A parte il ribes, che causa cattiva impacchettazione, si è sparpagliato per tutta la cassetta, smarmellandosi anche un pochino, tutto il resto era in ottime condizioni.
Le pesche noci sanno di pesche noci, il ribes superstite ha dato un ottimo gusto al gelato allo yogurt autoprodotto ed anche le coste passate in padella non erano affatto male.
Restano da sperimentare fagiolini, melanzane, pomodori lattuga e anguria.
Nel complesso come primo impatto sono rimasta molto soddisfatta.
La composizione della cassetta viene decisa dal produttore, si possono indicare fino ad un massimo di 5 prodotti non graditi, da sostituire con altro. Io ho messo il veto solo sugli asparagi.
Il Marito individuando coste e fagiolini si è un po' intristito, ma io mi son detta che mica possiamo vivere di sole melanzane ed avere della verdura a sorpresa in cassetta stimola anche a creatività in cucina.
Per diverso tempo ho cercato un GAS a cui aderire, ma il poco tempo e i mille impegni mi hanno sempre frenato, il fatto che mio padre ne avesse messo su uno e che quindi potessi prendere pasta e prodotti secchi con calma quando passo a trovarlo, hanno dato poi la botta finale alla mia ricerca.
Rimaneva comunque il problema di frutta e verdura che notoriamente qui nella grande pera sono insaporti e carissimi al supermercato e con un prezzo ragionevole, ma spesso da mangiare entro poco tempo, se acquistati al mercato rionale del sabato.
La scoperta dell'esistenza di un servizio di consegna a domicilio di verdura biologica mi ha quindi folgorato sulla via di Damasco.
Sia per la comodità della faccenda: tutte le settimana arriva la cassetta e poi si paga a fine mese con un bonifico o istituendo un rid.
Sia per la qualità della merce: merce biologica proveniente direttamente dai produttori, senza mille passaggi.
La prima cassetta è arrivata mercoledì. A parte il ribes, che causa cattiva impacchettazione, si è sparpagliato per tutta la cassetta, smarmellandosi anche un pochino, tutto il resto era in ottime condizioni.
Le pesche noci sanno di pesche noci, il ribes superstite ha dato un ottimo gusto al gelato allo yogurt autoprodotto ed anche le coste passate in padella non erano affatto male.
Restano da sperimentare fagiolini, melanzane, pomodori lattuga e anguria.
Nel complesso come primo impatto sono rimasta molto soddisfatta.
La composizione della cassetta viene decisa dal produttore, si possono indicare fino ad un massimo di 5 prodotti non graditi, da sostituire con altro. Io ho messo il veto solo sugli asparagi.
Il Marito individuando coste e fagiolini si è un po' intristito, ma io mi son detta che mica possiamo vivere di sole melanzane ed avere della verdura a sorpresa in cassetta stimola anche a creatività in cucina.
3.7.08
Provati per voi: il messaggio thai.
L'altra sera ho finalmente sperimentato il massaggio thai.
La signorina minuta ed occhialuta che mi ha accolto alla reception come nei migliori stereotipi mi ha detto "Plego, si accomodi" accompagnandomi in una saletta decorata ikea.
Il massaggio thai anche se nell'imaginario collettivo facilmente è associato ad uomini soli dediti al turismo sessuale, in realtà non ha nulla di sensuale. Si rimane vestiti e ci si sdraia su di un tappetino.
La massaggiatrice inizia a tirarti gli alluci e a svitarti le caviglie.
Poi prosegue appoggiandoti le mani sulle cosce e premendo con il peso stesso del suo corpo.
E per fortuna che è esile e magrolina e non ha la stazza del massaggiatore egiziano della volta precedente.
Dalle cosce si passa alle anche. Finito questo si passa al lato B dove le pressioni proseguono e dove ti viene assestata anche qualche vivace strizzatina al gluteo.
Fin qui, a dispetto di quanto si potrebbe supporre dalla descrizione, la cosa risulta abbastanza piacevole.
E non è male nemmeno lo smanacciamento in zona scapola.
Sul finire della mezz'ora di prova pensavo di essere uscita indenne dalla sessione, quando la gentile signorina ha iniziato a manipolarmi la testa.
Con mossa subdola mi ha passato le mani sulle tempie, poi mi ha fatto girare la testa a destra e poi a sinistra, in alto e poi in basso. Fin qui tutto bene.
Il problema è stato quando con una mossa alla Jack Bauer da dietro mi teneva la testa girata da un lato con un braccio, mentre affondava la mano libera nei fasci muscolari del collo.
Lì ho pensato di averle fatto uno sgarro e che volesse uccidermi. Forse, fossi stata più rilassata, sarei riuscita a beneficiare anche di questa mossa ninja.
Finita la tortura, la signorina si è inchinata giungendo le mani al cuore e mi ha ringraziato.
L'altra sera ho finalmente sperimentato il massaggio thai.
La signorina minuta ed occhialuta che mi ha accolto alla reception come nei migliori stereotipi mi ha detto "Plego, si accomodi" accompagnandomi in una saletta decorata ikea.
Il massaggio thai anche se nell'imaginario collettivo facilmente è associato ad uomini soli dediti al turismo sessuale, in realtà non ha nulla di sensuale. Si rimane vestiti e ci si sdraia su di un tappetino.
La massaggiatrice inizia a tirarti gli alluci e a svitarti le caviglie.
Poi prosegue appoggiandoti le mani sulle cosce e premendo con il peso stesso del suo corpo.
E per fortuna che è esile e magrolina e non ha la stazza del massaggiatore egiziano della volta precedente.
Dalle cosce si passa alle anche. Finito questo si passa al lato B dove le pressioni proseguono e dove ti viene assestata anche qualche vivace strizzatina al gluteo.
Fin qui, a dispetto di quanto si potrebbe supporre dalla descrizione, la cosa risulta abbastanza piacevole.
E non è male nemmeno lo smanacciamento in zona scapola.
Sul finire della mezz'ora di prova pensavo di essere uscita indenne dalla sessione, quando la gentile signorina ha iniziato a manipolarmi la testa.
Con mossa subdola mi ha passato le mani sulle tempie, poi mi ha fatto girare la testa a destra e poi a sinistra, in alto e poi in basso. Fin qui tutto bene.
Il problema è stato quando con una mossa alla Jack Bauer da dietro mi teneva la testa girata da un lato con un braccio, mentre affondava la mano libera nei fasci muscolari del collo.
Lì ho pensato di averle fatto uno sgarro e che volesse uccidermi. Forse, fossi stata più rilassata, sarei riuscita a beneficiare anche di questa mossa ninja.
Finita la tortura, la signorina si è inchinata giungendo le mani al cuore e mi ha ringraziato.
27.6.08
Per la serie autosputtaniamoci: le nuove fantastiche avventure di Ginevra alla beauty farm.
Antefatto: poco dopo Natale, mentre a casa di mia madre stavo azzannando un pezzo di torrone gigante rassicurata dall'assenza di bilance pesa persone, mi squillava il telefono. I satanici promoter del palestra avevano deciso di fare leva sui sensi di colpa post natalizi per spingere la gente ad abbonarsi. Proponevano prezzi stracciati e mi feci abbindolare.
Inutile dire che quando in zona "prova costume" hanno provato a farmi rinnovare l'abbonamento, non hanno dovuto faticare molto a convincermi. Comprese nel pacchetto 2 ore in beauty farm, con la possibilità di provare qualsiasi trattamento disponibile.
Ieri ancora di colorito rossopomodoro, mi decido finalmente ad andare a prenotare i miei trattamenti. E' la giornata dei bidoni e la ragazza alla reception alla mia richiesta di provare il massaggio tonificante/snellente, mi propone di sperimentarlo immediatamente. Sempre che, aggiunge, io non abbia problemi a farmi massaggiare da un uomo.
Decido di sperimentare: M. il massaggatore è un signore di mezza età molto abbronzato che mi fa accomodare nel box massaggi. M. deve essere egiziano perchè dal suo stereo portatile escono note tipicamente orientaleggianti, musica ritmata sulla quale esibirsi in coreografie raqs sharqui. La cosa mi perlime un attimo, dal momento che massaggio, nel mio immaginario, è sinonimo di relax, musica soffusa e una lieve brezza di mare. Sarà che il primo ed unico massaggio sperimentato in precedenza risale al viaggio di nozze in Messico, alla spiaggia del Capitan Lafitte.
Non faccio in tempo a venire a capo della mia perplessità che il signor M. comincia a smanacciarmi energicamente le gambe. Mi sgrida perchè bevo poco e mi dice che sente un principio di cellulite. Fin qui tutto bene.
I problemi cominciano quando inizia a prendermi a schiaffoni la pancetta, che lungi dall'essere tartarugata, ha la consistenza ed il colore di un budino alla fragola (si ricordi la lampada mal riuscita). La mia povera pancia inizia a muoversi e traballare in maniera incongrua, una bella manata di taglio all'altezza di un fianco e la mia ciccetta si produce in una serie di onde che si propagavano fino all'altro fianco, dove immediatamente il signor M. è pronto a sferrare un'altra manata.
La cosa mi prova abbastanza, ma la tortura non è ancora finita, mi giro e iniziano gli schiaffoni al sedere, per fortuna con effetti meno disastrosi di quelli alla pancia.
La mezz'ora più lunga della mia vita.
E pensare che ci sono persone che pagano per farsi prendere a botte.
Non paga comunque martedì sperimenterò il massaggio thailandese scelto, inutile dirlo, basandosi sull'esoticità del nome. Forse avrei dovuto evitare di documentarmi ed andare incontro al mio destino con incoscenza, leggo infatti:
Un’altra unicità di questo tipo di massaggio è che le tecniche si spingono fino al limite delle possibilità del paziente, con l’utilizzo delle mani, dei gomiti, delle ginocchia e dei piedi.
Se sopravvivo mercoledì vi renderò partecipi.
Antefatto: poco dopo Natale, mentre a casa di mia madre stavo azzannando un pezzo di torrone gigante rassicurata dall'assenza di bilance pesa persone, mi squillava il telefono. I satanici promoter del palestra avevano deciso di fare leva sui sensi di colpa post natalizi per spingere la gente ad abbonarsi. Proponevano prezzi stracciati e mi feci abbindolare.
Inutile dire che quando in zona "prova costume" hanno provato a farmi rinnovare l'abbonamento, non hanno dovuto faticare molto a convincermi. Comprese nel pacchetto 2 ore in beauty farm, con la possibilità di provare qualsiasi trattamento disponibile.
Ieri ancora di colorito rossopomodoro, mi decido finalmente ad andare a prenotare i miei trattamenti. E' la giornata dei bidoni e la ragazza alla reception alla mia richiesta di provare il massaggio tonificante/snellente, mi propone di sperimentarlo immediatamente. Sempre che, aggiunge, io non abbia problemi a farmi massaggiare da un uomo.
Decido di sperimentare: M. il massaggatore è un signore di mezza età molto abbronzato che mi fa accomodare nel box massaggi. M. deve essere egiziano perchè dal suo stereo portatile escono note tipicamente orientaleggianti, musica ritmata sulla quale esibirsi in coreografie raqs sharqui. La cosa mi perlime un attimo, dal momento che massaggio, nel mio immaginario, è sinonimo di relax, musica soffusa e una lieve brezza di mare. Sarà che il primo ed unico massaggio sperimentato in precedenza risale al viaggio di nozze in Messico, alla spiaggia del Capitan Lafitte.
Non faccio in tempo a venire a capo della mia perplessità che il signor M. comincia a smanacciarmi energicamente le gambe. Mi sgrida perchè bevo poco e mi dice che sente un principio di cellulite. Fin qui tutto bene.
I problemi cominciano quando inizia a prendermi a schiaffoni la pancetta, che lungi dall'essere tartarugata, ha la consistenza ed il colore di un budino alla fragola (si ricordi la lampada mal riuscita). La mia povera pancia inizia a muoversi e traballare in maniera incongrua, una bella manata di taglio all'altezza di un fianco e la mia ciccetta si produce in una serie di onde che si propagavano fino all'altro fianco, dove immediatamente il signor M. è pronto a sferrare un'altra manata.
La cosa mi prova abbastanza, ma la tortura non è ancora finita, mi giro e iniziano gli schiaffoni al sedere, per fortuna con effetti meno disastrosi di quelli alla pancia.
La mezz'ora più lunga della mia vita.
E pensare che ci sono persone che pagano per farsi prendere a botte.
Non paga comunque martedì sperimenterò il massaggio thailandese scelto, inutile dirlo, basandosi sull'esoticità del nome. Forse avrei dovuto evitare di documentarmi ed andare incontro al mio destino con incoscenza, leggo infatti:
Un’altra unicità di questo tipo di massaggio è che le tecniche si spingono fino al limite delle possibilità del paziente, con l’utilizzo delle mani, dei gomiti, delle ginocchia e dei piedi.
Se sopravvivo mercoledì vi renderò partecipi.
26.6.08
Nell'attesa di stabilire la liceità di autodefinirmi ragazza, posso, senza timore di smentita, auto appellarmi come Pirla.
Viso che di andare al mare per il momento non se ne parla, ho creduto opportuno fare una doccia solare per migliorare il mio colorito bianchiccio.
Adesso sono di un bel color rosso pomodoro maturo fosforescente.
Viso che di andare al mare per il momento non se ne parla, ho creduto opportuno fare una doccia solare per migliorare il mio colorito bianchiccio.
Adesso sono di un bel color rosso pomodoro maturo fosforescente.
25.6.08
Definizioni
Fino a che età è lecito autoprocalmarsi ragazza?
E' una questione mentale di come ci si sente dentro o è necessario indossare Manolo Blanik e chiamarsi Carrie Bradshow e si può continuare impunemente fino ai 40?
La domanda mi si pone con urgenza quando telefonando a qualcuno, dopo essermi qualificata con nome e cognome, ho la necessità di ricordare al mio interlocutore chi sono.
Ad esempio l'altro giorno ho chiamato un tizio e siccome sono 3 anni che non lo vedo dal vivo e prima di questi tre anni ci siano visti una volta sola, mi sono definita "la ragazza del box", senza timore di essere smentita. Il tempo, si sa, rende i ricordi sfumati.
A breve invece dovrò chiamare il veterinario caparezza per sapere quando dovrò portare Sushi a fare i debiti vaccini. Per fargli capire che sono la psicopatica che per tre settimana consecutive lo ha tempestato di telefonate per avere indicazioni sulla cura del gatto trovatello e per informarlo dei movimenti intestinali del suddetto gatto. Come definirsi?
La ragazza che ha trovato il gattino? La mamma del gatto orfanello? La padrona della gattina lo escludo a priori, visto che casomai è Sushi a comandare e a breve si intesterà l'appartamento e la moto e ci darà lo sfratto.
Conoscendomi farfuglierò qualcosa tipo "sono sg ump gn frr GATTINA, quando devo portala per i vaccini?"
E forse già il fatto che io mi pnga questi dubbi dovrebbe farmi pensare che è ora di rinunciare all'appellativo.
Fino a che età è lecito autoprocalmarsi ragazza?
E' una questione mentale di come ci si sente dentro o è necessario indossare Manolo Blanik e chiamarsi Carrie Bradshow e si può continuare impunemente fino ai 40?
La domanda mi si pone con urgenza quando telefonando a qualcuno, dopo essermi qualificata con nome e cognome, ho la necessità di ricordare al mio interlocutore chi sono.
Ad esempio l'altro giorno ho chiamato un tizio e siccome sono 3 anni che non lo vedo dal vivo e prima di questi tre anni ci siano visti una volta sola, mi sono definita "la ragazza del box", senza timore di essere smentita. Il tempo, si sa, rende i ricordi sfumati.
A breve invece dovrò chiamare il veterinario caparezza per sapere quando dovrò portare Sushi a fare i debiti vaccini. Per fargli capire che sono la psicopatica che per tre settimana consecutive lo ha tempestato di telefonate per avere indicazioni sulla cura del gatto trovatello e per informarlo dei movimenti intestinali del suddetto gatto. Come definirsi?
La ragazza che ha trovato il gattino? La mamma del gatto orfanello? La padrona della gattina lo escludo a priori, visto che casomai è Sushi a comandare e a breve si intesterà l'appartamento e la moto e ci darà lo sfratto.
Conoscendomi farfuglierò qualcosa tipo "sono sg ump gn frr GATTINA, quando devo portala per i vaccini?"
E forse già il fatto che io mi pnga questi dubbi dovrebbe farmi pensare che è ora di rinunciare all'appellativo.
24.6.08

Siamo pressochè certi che sia femmina e l'abbiamo chiamata Sushi.
Il sushi è elegante ed è buono, Sushi ha le zampe stortarelle ed è un piccolo diavolo, ma quando la guardi dormire a pancia all'aria, ti viene voglia di mangiarla tutta, per cui ci sembra che il nome cada a pennello.
Sushi passati i tempi in cui giaceva parzialmente esanime nella sua scatola, ora scorrazza liberamente per l'appartamento e seppure siamo riusciti ad insegnarle l'utilizzo della cassettina e della ciotola è fonte continua di inenarrabili disastri.
Lo sport preferito di Sushi è azzannare piedi mani e qualunque altra parte anatomica le capiti a tiro.
Questo finesettimana l'abbiamo caricata in macchina a portata al mare, il viaggio di ritorno effettuato nel primo pomeriggio è stato alquanto difficile per la piccola e ad un certo punto temevamo di averla arrostita definitivamente. Così mentre io tentavo di farmi ritirare la patente per eccesso di velocità, il Marito le faceva leccare acqua fresca dalle dita.
Arrivati a casa, con l'aiuto della aria condizionata, la piccola si è ripresa e ci ha regalato attimi di grande affetto in cui invece di scotennarci sedeva assieme a noi con aria beata.
Per evitare di mettere ancora a dura prova la sua tempra abbiamo deciso che la sposteremo solo per periodi lunghi e abbiamo acquistato una superciotola con timer per le assenza brevi. Resta la minaccia "se non fai la brava ti porto a fare un giro in macchina", ma Sushi non ci crede.
Mia madre vedendoci totalmente dissennati per il frugoletto peloso ha sentenziato che dovremmo pensare a fare un figlio, ma noi non siamo convinti. C'è voluto un mese e mezzo per lasciare la piccola sola con la ciotola col timer, per un bambino i tempi sono al di là dei limiti della nostra pazienza.
23.6.08
Causa traffico vacanziero, mercato e bagnanti in libera uscita, abbiamo avuto qualche problemino a raggiungere il luogo deputato per la cerimonia e siamo arrivati un pelo in ritardo.
Le letture erano già state lette e il frate stava predicando. Sarà per quello e per il sobrio accompagnamento musicale, che la funzione religiosa mi è sembrata estremamente breve rispetto agli standard.
Io e il Marito occupavamo l'ultima fila di sedie vicino all'ingresso, nonostante questo, viste le dimensioni ridotte della chiesa, avevamo un ottima visuale sull'altare e sugli sposi.
A. e F. erano raggianti e bellissimi, come ogni coppia di sposi che si rispetti. Nonostante il ritardo abbiamo comunque assistito allo scambio delle promesse e degli anelli. F. aveva la voce rotta dall'emozione e quasi quasi mi commuovevo anche io.
Conclusa la funzione, salutare gli amici sul sagrato della chiesa e fare il conto degli anni da cui si conosce ciascuno, ricordare episodi del passato.
Scattare foto agli sposi sommersi da una pioggia di riso.
Pensare ad A. e alla sua rabbia di diciottenne, l'amore per la musica metal e il suo personaggio cattivo al girsa. E vederlo ora sorridente che chiacchera col frate e farsi strappare un sorriso al pensiero di quanta strada percorsa fino qui.
E poi il pranzo, classico, ma non eccessivo, in un bell'ambiente in mezzo agli ulivi. Il vino e le chiacchere. Svernare sul patio con la pancia piena in attesa del caffè, guardare il mare fra le fronde degli ulivi e godere del primo vero caldo della stagione.
Pensare a quella volta sulla panchina della stazione, A. che all'indomani del suo primo appuntamento con F. raccontava a me e T. quanto fosse felice. Ed io e T., in preda a pessimismo cosmico, a dirgli "stai attento, non ti esaltare è appena l'inizio chissà come andrà".
E' andata che sono belli giovani felici e abbronzati con un anello al dito, pronti ad una vacanza in Sardegna e ad una vita insieme.
Ed noi guardandoli non possiamo che essere felici per loro.
Le letture erano già state lette e il frate stava predicando. Sarà per quello e per il sobrio accompagnamento musicale, che la funzione religiosa mi è sembrata estremamente breve rispetto agli standard.
Io e il Marito occupavamo l'ultima fila di sedie vicino all'ingresso, nonostante questo, viste le dimensioni ridotte della chiesa, avevamo un ottima visuale sull'altare e sugli sposi.
A. e F. erano raggianti e bellissimi, come ogni coppia di sposi che si rispetti. Nonostante il ritardo abbiamo comunque assistito allo scambio delle promesse e degli anelli. F. aveva la voce rotta dall'emozione e quasi quasi mi commuovevo anche io.
Conclusa la funzione, salutare gli amici sul sagrato della chiesa e fare il conto degli anni da cui si conosce ciascuno, ricordare episodi del passato.
Scattare foto agli sposi sommersi da una pioggia di riso.
Pensare ad A. e alla sua rabbia di diciottenne, l'amore per la musica metal e il suo personaggio cattivo al girsa. E vederlo ora sorridente che chiacchera col frate e farsi strappare un sorriso al pensiero di quanta strada percorsa fino qui.
E poi il pranzo, classico, ma non eccessivo, in un bell'ambiente in mezzo agli ulivi. Il vino e le chiacchere. Svernare sul patio con la pancia piena in attesa del caffè, guardare il mare fra le fronde degli ulivi e godere del primo vero caldo della stagione.
Pensare a quella volta sulla panchina della stazione, A. che all'indomani del suo primo appuntamento con F. raccontava a me e T. quanto fosse felice. Ed io e T., in preda a pessimismo cosmico, a dirgli "stai attento, non ti esaltare è appena l'inizio chissà come andrà".
E' andata che sono belli giovani felici e abbronzati con un anello al dito, pronti ad una vacanza in Sardegna e ad una vita insieme.
Ed noi guardandoli non possiamo che essere felici per loro.
20.6.08
L'importanza delle parole e del loro ordine si palesa nell'immediato dopo pranzo quando una pila di surimi è incanalata nel tuo esofago. C'è una sostanziale differenza infatti tra "insalata greca con surimi" e "insalata di surimi greca", la stessa che corre fra una corretta digestione e il rantolare alla scrivania in attesa di tempi migliori.
E dire che quello di oggi doveva essere un veloce pranzo salutista da abbinare all'acquisto in tempi record di un abitino da indossare al matrimonio di domani. L'acquisto dell'abitino fortunatamente è stato effettuato prima del sovraddosaggio del surimi, di conseguenza è stato fatto con criterio e non in preda alle allucinazioni.
Di qui a domani mattina alle 11 non mi resta che, tornare a casa andare dal parrucchiere, acquistare un paio di ballerine cinesi gialle e una pashmina in tono, fare i bagagli di Gatt*, matterla nel trasportino, salire in macchina con Marito e trasportino, fare 140 km in direzione del mare, arrivare a casa di mia madre, gestire le paturnie di Gatt* e quelle del Marito, dormire, svegliarmi trovare la chiesa e probabilmente sarebbe opportuno anche lavare la macchina.
Se sopravvivo al finesettimana, vi racconto della mostra di Kudelka. Anzi facciamo così: andatela a vedere che merita.
E dire che quello di oggi doveva essere un veloce pranzo salutista da abbinare all'acquisto in tempi record di un abitino da indossare al matrimonio di domani. L'acquisto dell'abitino fortunatamente è stato effettuato prima del sovraddosaggio del surimi, di conseguenza è stato fatto con criterio e non in preda alle allucinazioni.
Di qui a domani mattina alle 11 non mi resta che, tornare a casa andare dal parrucchiere, acquistare un paio di ballerine cinesi gialle e una pashmina in tono, fare i bagagli di Gatt*, matterla nel trasportino, salire in macchina con Marito e trasportino, fare 140 km in direzione del mare, arrivare a casa di mia madre, gestire le paturnie di Gatt* e quelle del Marito, dormire, svegliarmi trovare la chiesa e probabilmente sarebbe opportuno anche lavare la macchina.
Se sopravvivo al finesettimana, vi racconto della mostra di Kudelka. Anzi facciamo così: andatela a vedere che merita.
18.6.08
Il pc muletto era probabilmente meglio di quello che mi hanno assegnato ieri sera.
Pesa 200 kg ha il monitor polveroso e pieno di ditate e il mouse è stinto.
Ma la cosa peggiore è che non entra nel mio zainetto e la borsa che mi hanno assegnato pesa quanto il pc. O riprendo presto la palestra o mi verrà la scoliosi in tarda età.
Per il resto attendo fiduciosa notizie circa il mio futuro, mentre ammazzo il tempo leggendo documentazione più o meno incomprensibile.
Se chi ben comincia è a metà dell'opera, che succederà a me dopo questo inizio in sordina?
Ma la cosa peggiore è che non entra nel mio zainetto e la borsa che mi hanno assegnato pesa quanto il pc. O riprendo presto la palestra o mi verrà la scoliosi in tarda età.
Per il resto attendo fiduciosa notizie circa il mio futuro, mentre ammazzo il tempo leggendo documentazione più o meno incomprensibile.
Se chi ben comincia è a metà dell'opera, che succederà a me dopo questo inizio in sordina?
16.6.08
11.6.08
9.6.08
Birken.stock forever
Mi esporrò a pubblico ludibrio confessando di aver acquistato un paio di Cro.cs viola.
C'è poco da fare, l'esposizione prolungata alla visione di un oggetto su cui nutro delle perplessità, fa sì che queste si dissipino rendendomi succube della moda. La presunta comodità dei sandalacci in neoprene ha fatto il resto.
Che uno dice: gli infermieri e i medici camminano ore ed ore in corsia, vuoi che infilino i piedi in un forno a micro onde?
Vuoi che i Pro Cro.cs stiano mentendo tutti quando dicono che i fori consentono una perfetta areazione?
Vuoi.
Il plasticone viola è ottimo quando sei in casa e devi scendere a buttare la rumenta e non vuoi disturbare la quiete del palazzo sciabattando con le infradito per le scale. O quando devi uscire sul terrazzo sotto la grandine a salvare i panni stesi e non vuoi inzaccherarti i piedi. Per il resto indossarli per più di 10 minuti con una temperatura esterna maggiore a 16 gradi è come infilare i piedi nei moonboot pelosi a ferragosto.
E' che ti vendono l'illusione e tu povera consumatrice vuoi farti abbindolare. Così mentre in calzoncini da basket, maglietta oversize e Cro.cs ai piedi scendi coi sacchi del rudo puoi fingere di esser molto trendy, salvo poi cogliere il tuo riflesso nel vetro del portone e constatare che no, decisamente non bastano i sandali a farti sembrare una aitante giovincella californiana.
Mi esporrò a pubblico ludibrio confessando di aver acquistato un paio di Cro.cs viola.
C'è poco da fare, l'esposizione prolungata alla visione di un oggetto su cui nutro delle perplessità, fa sì che queste si dissipino rendendomi succube della moda. La presunta comodità dei sandalacci in neoprene ha fatto il resto.
Che uno dice: gli infermieri e i medici camminano ore ed ore in corsia, vuoi che infilino i piedi in un forno a micro onde?
Vuoi che i Pro Cro.cs stiano mentendo tutti quando dicono che i fori consentono una perfetta areazione?
Vuoi.
Il plasticone viola è ottimo quando sei in casa e devi scendere a buttare la rumenta e non vuoi disturbare la quiete del palazzo sciabattando con le infradito per le scale. O quando devi uscire sul terrazzo sotto la grandine a salvare i panni stesi e non vuoi inzaccherarti i piedi. Per il resto indossarli per più di 10 minuti con una temperatura esterna maggiore a 16 gradi è come infilare i piedi nei moonboot pelosi a ferragosto.
E' che ti vendono l'illusione e tu povera consumatrice vuoi farti abbindolare. Così mentre in calzoncini da basket, maglietta oversize e Cro.cs ai piedi scendi coi sacchi del rudo puoi fingere di esser molto trendy, salvo poi cogliere il tuo riflesso nel vetro del portone e constatare che no, decisamente non bastano i sandali a farti sembrare una aitante giovincella californiana.
3.6.08
Della maternità
Una si dice che è troppo presto, che ha troppe cose da fare, posti da vedere, qualche aspettativa di carriera da inseguire.
Non è tempo, non ancora. I biberon ogni 4 ore, le pappe, gli omogeneizzati, no no no.
Poi una creatura pelosetta e malconcia, miagola come un ossessa dai cespugli vicino al parcheggio moto dove tu e collega dirimpettaia siete abiutate a mollare i rispettivi due-ruote.
La prima sera tu non te ne accorgi, monti in sella e corri a casa dal Marito per festeggiare l'Anniversario, la collega fa un timido tentativo per farti tornare indietro, ma tu non puoi. La seconda sera, il gattin è ancora lì e parte l'operazione save the cat. G. che si infila tra le sbarre per acchiappare la bestiola, tu che corri in ufficio per recuperare una scatola da scarpe.
La ricerca di un veterinario nei paraggi e il collega dimissionario che carica in macchina collega e gattino, mentre tu segui la processione in moto dopo aver allertato il veterinario "la prego la prego non chiuda abbiamo recuperato un gattino malandato, ci aspetti".
La visita, il veterinario che pur senza essere catastrofico vi avverte che non si sa come andrà a finire, le istruzioni per l'uso e la decisione:
Non puoi mica portarlo a Monza in scooter. Eh già e poi la mia gatta... Va beh dai lo tengo io. Sì poi magari dopo lo svezzamento lo prendo io.
E il Marito che arriva e vedendo il mucchiettino d'ossa e pelo commenta solo "oh cazzo".
E così si entra nel tunnel del biberon, del latte in polvere per gatti da preparare, dei massaggini sul pancino del gattino per convincerlo a fare il suo dovere, le poppate ogni 4 ore, le corse dall'ufficio a casa con l'ansia di sapere se Gatt* è ancora vivo, la paura di fargli andare il latte di traverso, l'antibiotico, i fermenti lattici e le vitamine. Le poche ore dormite. Il cervello completamente in pappa. E la sospensione della vita di coppia per tramutarsi nella vita di mamma e papà Gatt*.
Gatt* che probabilmente è femmina, fa progressi. Fa gli agguati, gioca con le stringhe, esplora il pavimento della cucina, azzanna alluci e pollici.
Gatt* che probabilmente è nata il primo maggio, essendo un gatt lavoratore, ha sempre un gran da fare.
Gatt* ha dimostrato che sarei una pessima madre. Apprensiva al limite della psicosi, se avessi un figlio verrebbe su un serial killer che inizierebbe la carriera facendo fuori me.
Gatt* ha dimostrato anche il mio fallimento come madre di felino perchè non ne fa una giusta. Si rotola nel piattino invece di lappare il latte, azzanna i pollici, ma solo se non ho intinto il dito nell'omogeneizzato e nel latte. La lettiera la mangia e la prima volta che ha fatto pipì senza essere stata stimolata ha deciso di farla sul divano bianco. Per non parlare del fatto che dopo aver fatto pipì sul divano ha ben pensato di farcisi anche le unghie. Orrore.
Non sappiamo se Gatt* è fuori pericolo, non sappiamo se ha qualche tara genetica. Sappiamo solo che Gatt* è diventato nostro signore e padrone e che quando ti dorme in braccio a pancia all'aria con la lingua in mezzo ai denti facendo le fusa potrebbe arrivare un tornado e noi saremmo lì a dire "guarda che bel Gatt*".
Una si dice che è troppo presto, che ha troppe cose da fare, posti da vedere, qualche aspettativa di carriera da inseguire.
Non è tempo, non ancora. I biberon ogni 4 ore, le pappe, gli omogeneizzati, no no no.
Poi una creatura pelosetta e malconcia, miagola come un ossessa dai cespugli vicino al parcheggio moto dove tu e collega dirimpettaia siete abiutate a mollare i rispettivi due-ruote.
La prima sera tu non te ne accorgi, monti in sella e corri a casa dal Marito per festeggiare l'Anniversario, la collega fa un timido tentativo per farti tornare indietro, ma tu non puoi. La seconda sera, il gattin è ancora lì e parte l'operazione save the cat. G. che si infila tra le sbarre per acchiappare la bestiola, tu che corri in ufficio per recuperare una scatola da scarpe.
La ricerca di un veterinario nei paraggi e il collega dimissionario che carica in macchina collega e gattino, mentre tu segui la processione in moto dopo aver allertato il veterinario "la prego la prego non chiuda abbiamo recuperato un gattino malandato, ci aspetti".
La visita, il veterinario che pur senza essere catastrofico vi avverte che non si sa come andrà a finire, le istruzioni per l'uso e la decisione:
Non puoi mica portarlo a Monza in scooter. Eh già e poi la mia gatta... Va beh dai lo tengo io. Sì poi magari dopo lo svezzamento lo prendo io.
E il Marito che arriva e vedendo il mucchiettino d'ossa e pelo commenta solo "oh cazzo".
E così si entra nel tunnel del biberon, del latte in polvere per gatti da preparare, dei massaggini sul pancino del gattino per convincerlo a fare il suo dovere, le poppate ogni 4 ore, le corse dall'ufficio a casa con l'ansia di sapere se Gatt* è ancora vivo, la paura di fargli andare il latte di traverso, l'antibiotico, i fermenti lattici e le vitamine. Le poche ore dormite. Il cervello completamente in pappa. E la sospensione della vita di coppia per tramutarsi nella vita di mamma e papà Gatt*.
Gatt* che probabilmente è femmina, fa progressi. Fa gli agguati, gioca con le stringhe, esplora il pavimento della cucina, azzanna alluci e pollici.
Gatt* che probabilmente è nata il primo maggio, essendo un gatt lavoratore, ha sempre un gran da fare.
Gatt* ha dimostrato che sarei una pessima madre. Apprensiva al limite della psicosi, se avessi un figlio verrebbe su un serial killer che inizierebbe la carriera facendo fuori me.
Gatt* ha dimostrato anche il mio fallimento come madre di felino perchè non ne fa una giusta. Si rotola nel piattino invece di lappare il latte, azzanna i pollici, ma solo se non ho intinto il dito nell'omogeneizzato e nel latte. La lettiera la mangia e la prima volta che ha fatto pipì senza essere stata stimolata ha deciso di farla sul divano bianco. Per non parlare del fatto che dopo aver fatto pipì sul divano ha ben pensato di farcisi anche le unghie. Orrore.
Non sappiamo se Gatt* è fuori pericolo, non sappiamo se ha qualche tara genetica. Sappiamo solo che Gatt* è diventato nostro signore e padrone e che quando ti dorme in braccio a pancia all'aria con la lingua in mezzo ai denti facendo le fusa potrebbe arrivare un tornado e noi saremmo lì a dire "guarda che bel Gatt*".
28.5.08

26.5.08
AMaggioABaggio... Piove!
Se l'anno scorso la festa era stata in versione torrida ed eravamo tornati a casa con scottature e abbronzatura da magutt, quest'anno è stata in versione bagnata ed abbiamo rischiato che ci sbucassero la branchie.
Il torneo di street basket 3 vs 3 con fascia di età ben definita si è trasformata in una partita 5 contro 5 con giocatori da 7 a 20 anni. I ragazzini sono stati speciali, i grandi passavano sempre la palla ai piccoli, non entravano mai con violenza sugli avversari e se proprio volevano stopparsi si stoppavano a vicenda. I piccoli nell'intervallo fra un tempo e l'altro si ingozzavano di patatine e coca cola ed erano i più rissosi. Il tempo ha retto fino alla premiazione e tutti sono tornati a casa contenti, genitori compresi che hanno trovato il modo di far passare una bella mattina alla prole.
Nel primo pomeriggio, le attività si sono interrotte causa pioggia fine ma insistente. Momenti di panico tipo: che facciamo del palco? Dobbiamo cancellare il concerto? E se lo montiamo qui al coperto, ci arrestano? E le salamelle? Dove cuociamo le salamelle? Fortunatamente la pioggia si è interrotta e ci ha dato modo di montare tutto l'armamentario.
Io sono rimasta alla cassa del bar dalle 17 alle 22.30 fronteggiando orde di bambini assatanati che volevano panini alla nutella, adulti desiderosi di panini alla salamella e gente che "mi dai una birretta?" (che insomma se ti scoli 10 lattine, io sono contenta, ma non è che chiamandola birretta hai ingurgitato meno alcool). I bambini sono sempre i più spettacolari:
quello che con gli occhioni da cerbiatto "posso dirti una cosa? mi dai il panino alla nutella, io poi l'euro te lo porto domani"
quello musulmano che "ma nel panino alla salamella c'è il maiale?" "eh sì c'è il maiale" e se ne va triste, poi, dopo aver consultato la madre, ritorna "ma la salamella quanto costa?" "3 euro" e alla fine non si compra la salamella perchè evidentemente spendere 3 euro per il maiale non si può fare.
I gruppi musicali sono stati tutti bravissimi: i giovincelli che hanno suonato prima di cena, che la sera chissà forse non potevano stare fuori fino a tardi, con la fanciulla che con voce soave cantava "highway to hell". Il rapper che avverte tutti che il suo è uno spettacolo goliardico e spera di non urtare la sensibilità altrui dicendo le parolacce. I Petti di Pollo, che salgono sul palco con le tute da imbianchino in stile Devo.
Lo sbattimento è stato grande, le risorse potevano essere sfruttate meglio, la pioggia ci ha messo lo zampino. La soddisfazione di aver animato per una intera giornata un quartiere un po' morto è stata grande.
Se l'anno scorso la festa era stata in versione torrida ed eravamo tornati a casa con scottature e abbronzatura da magutt, quest'anno è stata in versione bagnata ed abbiamo rischiato che ci sbucassero la branchie.
Il torneo di street basket 3 vs 3 con fascia di età ben definita si è trasformata in una partita 5 contro 5 con giocatori da 7 a 20 anni. I ragazzini sono stati speciali, i grandi passavano sempre la palla ai piccoli, non entravano mai con violenza sugli avversari e se proprio volevano stopparsi si stoppavano a vicenda. I piccoli nell'intervallo fra un tempo e l'altro si ingozzavano di patatine e coca cola ed erano i più rissosi. Il tempo ha retto fino alla premiazione e tutti sono tornati a casa contenti, genitori compresi che hanno trovato il modo di far passare una bella mattina alla prole.
Nel primo pomeriggio, le attività si sono interrotte causa pioggia fine ma insistente. Momenti di panico tipo: che facciamo del palco? Dobbiamo cancellare il concerto? E se lo montiamo qui al coperto, ci arrestano? E le salamelle? Dove cuociamo le salamelle? Fortunatamente la pioggia si è interrotta e ci ha dato modo di montare tutto l'armamentario.
Io sono rimasta alla cassa del bar dalle 17 alle 22.30 fronteggiando orde di bambini assatanati che volevano panini alla nutella, adulti desiderosi di panini alla salamella e gente che "mi dai una birretta?" (che insomma se ti scoli 10 lattine, io sono contenta, ma non è che chiamandola birretta hai ingurgitato meno alcool). I bambini sono sempre i più spettacolari:
quello che con gli occhioni da cerbiatto "posso dirti una cosa? mi dai il panino alla nutella, io poi l'euro te lo porto domani"
quello musulmano che "ma nel panino alla salamella c'è il maiale?" "eh sì c'è il maiale" e se ne va triste, poi, dopo aver consultato la madre, ritorna "ma la salamella quanto costa?" "3 euro" e alla fine non si compra la salamella perchè evidentemente spendere 3 euro per il maiale non si può fare.
I gruppi musicali sono stati tutti bravissimi: i giovincelli che hanno suonato prima di cena, che la sera chissà forse non potevano stare fuori fino a tardi, con la fanciulla che con voce soave cantava "highway to hell". Il rapper che avverte tutti che il suo è uno spettacolo goliardico e spera di non urtare la sensibilità altrui dicendo le parolacce. I Petti di Pollo, che salgono sul palco con le tute da imbianchino in stile Devo.
Lo sbattimento è stato grande, le risorse potevano essere sfruttate meglio, la pioggia ci ha messo lo zampino. La soddisfazione di aver animato per una intera giornata un quartiere un po' morto è stata grande.
22.5.08
Ci sono cose che pensi possano succedere solo nei telefilm, anche se poi basta leggere un giornale per rendersi conto che accadono anche nel mondo reale.
Ci sono cose che comunque non ti aspetti possano succedere a te o a qualcuno che ti è vicino.
Purtroppo non sempre sono cose belle, a volte, quasi sempre anzi, sono tragedie, cose orribili.
E quando accadono, nel venirne a conoscenza, si rimane basiti all'altro capo del telefono e non si sa che dire. Perchè onestamente non c'è nulla da dire.
Rimane la sensazione di sbigottimento e la speranza che chi suo malgrado si è trovato a vivere nella trama di un brutto film, possa ritrovare la tranquillità.
Ci sono cose che comunque non ti aspetti possano succedere a te o a qualcuno che ti è vicino.
Purtroppo non sempre sono cose belle, a volte, quasi sempre anzi, sono tragedie, cose orribili.
E quando accadono, nel venirne a conoscenza, si rimane basiti all'altro capo del telefono e non si sa che dire. Perchè onestamente non c'è nulla da dire.
Rimane la sensazione di sbigottimento e la speranza che chi suo malgrado si è trovato a vivere nella trama di un brutto film, possa ritrovare la tranquillità.
20.5.08
Che io c'ho ancora voglia di viaggiare.
Ieri mattina, con un certo anticipo sulla tabella di marcia prestabilita, è nato D. Stamattina, il papà, impazzito, ma felice, mi ha comunicato la notizia fornendomi subito delle prime immagini del neonato.
Di tutte le emozioni che in passato avevo ipotizzato che la notizia avrebbe suscitato in me, nessuna si è palesata. Niente rimpianto, niente invidia, solo una sana gioia per la nuova famigliola e la constatazione che è vero che il tempo alla fine guarisce ogni ferita. Aiutato forse dal fatto che "prima di" ho ancora un paio di viaggetti intercontinentali da fare.
Ieri mattina, con un certo anticipo sulla tabella di marcia prestabilita, è nato D. Stamattina, il papà, impazzito, ma felice, mi ha comunicato la notizia fornendomi subito delle prime immagini del neonato.
Di tutte le emozioni che in passato avevo ipotizzato che la notizia avrebbe suscitato in me, nessuna si è palesata. Niente rimpianto, niente invidia, solo una sana gioia per la nuova famigliola e la constatazione che è vero che il tempo alla fine guarisce ogni ferita. Aiutato forse dal fatto che "prima di" ho ancora un paio di viaggetti intercontinentali da fare.
19.5.08
Non è stato il roquefort erborinato a determinare il silenzio di questi giorni, ma una serie di eventi concomitanti che per ragioni scaramantiche non si possono nominare.
C'è aria di cambiamento all'orizzonte, a patto di non svenire per strada a causa degli eventi contigenti.
Per i prossimi giorni c'è in programma una gita notturna nelle risaie a fotografar la luna piena, una riunione organizzativa della festa di quartiere, un film, la festa di quartiere.
14.5.08
Per festeggiare in maniera inusuale l'Anniversario, io e il Marito abbiamo deciso di andare ad una degustazione di formaggi, organizzata dalla scuola del famoso e blasonato mensile di cucina italiana.
L'ambiente era piacevole ed i tavoli da otto ben assortiti, anche se credo che fosse più una questione di caso che di organizzazione.
Arrivare affamati ad una degustazione può essere dannoso, soprattutto se quando finalmente si è entrati in possesso dell'agognato piatto di formaggi il relatore si dilunga in spiegazioni e pretende che gli astanti prima di assaggiare colgano le note di latte e yogurt emesse dal formaggio stesso.
Superato lo scoglio del primo assaggio, accertato di essere criminali poichè si accompagna il formaggio con il pane, adeguatisi al ritmo del relatore, la degustazione si rivela un evento piacevole.
I vini di accompagnamento italiani sono entrambi buonissimi e finita degustazione vera e propria, quando si passa ai piatti cucinati coi formaggi io e il Marito sbevazziamo allegramente, felici della lungimiranza che ci ha fatto spostare coi mezzi pubblici.
Putroppo l'età avanza e l'eccessiva ingestione di colesterolo ci regala una notte difficile. Il prossimo anniversario ci siamo ripromessi di festeggiarlo di fronte a casa, alla mensa del pensionato per anziani con degustazione di brodini, purea di patate e pere cotte.
L'ambiente era piacevole ed i tavoli da otto ben assortiti, anche se credo che fosse più una questione di caso che di organizzazione.
Arrivare affamati ad una degustazione può essere dannoso, soprattutto se quando finalmente si è entrati in possesso dell'agognato piatto di formaggi il relatore si dilunga in spiegazioni e pretende che gli astanti prima di assaggiare colgano le note di latte e yogurt emesse dal formaggio stesso.
Superato lo scoglio del primo assaggio, accertato di essere criminali poichè si accompagna il formaggio con il pane, adeguatisi al ritmo del relatore, la degustazione si rivela un evento piacevole.
I vini di accompagnamento italiani sono entrambi buonissimi e finita degustazione vera e propria, quando si passa ai piatti cucinati coi formaggi io e il Marito sbevazziamo allegramente, felici della lungimiranza che ci ha fatto spostare coi mezzi pubblici.
Putroppo l'età avanza e l'eccessiva ingestione di colesterolo ci regala una notte difficile. Il prossimo anniversario ci siamo ripromessi di festeggiarlo di fronte a casa, alla mensa del pensionato per anziani con degustazione di brodini, purea di patate e pere cotte.
13.5.08
Due anni fa a quest'ora uscivo dal parrucchiere con una rosa nei capelli e mi dirigevo verso casa, pronta ad infilarmi nel mio abito color panna. Di lì a poco mia madre avrebbe recuperato un mazzo di fiori rossi e ci saremmo incamminate verso il centro.
Il Marito, reduce da un giro dei bar nella mattinata, indossava una cravatta grigia e ne era infastidito.
Due anni fa, fra due ore, una riccioluta consigliera comunale ci avrebbe accolto nella sala grande di Palazzo Tursi, avrebbe pronunciato un bel discorso e, nonostante i tentativi di sabotaggio dei testimoni, ci avrebbe dichiarato Marito e Moglie.
Il Marito, reduce da un giro dei bar nella mattinata, indossava una cravatta grigia e ne era infastidito.
Due anni fa, fra due ore, una riccioluta consigliera comunale ci avrebbe accolto nella sala grande di Palazzo Tursi, avrebbe pronunciato un bel discorso e, nonostante i tentativi di sabotaggio dei testimoni, ci avrebbe dichiarato Marito e Moglie.
12.5.08
Ci sono volte in cui la città mi soffoca.
Ho voglia di piedi nudi, sole sulla faccia e vento nei capelli. Salino nei polmoni e piedi sulla risacca.
E invece sono in città e l'unico svago praticabile è l'esplorazione di uno dei parchi cittadini. Salvo poi incappare nel problema parcheggio e sovraffollamento polmoni verdi, che evidentemente non sono l'unica a sentirsi soffocare.
Una domenica nervosa non aiuta ad avere un inizio settimana rilassante. Ci sarebbero novità all'orizzonte, ma la loro gestione mi affatica.
Ho voglia di piedi nudi, sole sulla faccia e vento nei capelli. Salino nei polmoni e piedi sulla risacca.
E invece sono in città e l'unico svago praticabile è l'esplorazione di uno dei parchi cittadini. Salvo poi incappare nel problema parcheggio e sovraffollamento polmoni verdi, che evidentemente non sono l'unica a sentirsi soffocare.
Una domenica nervosa non aiuta ad avere un inizio settimana rilassante. Ci sarebbero novità all'orizzonte, ma la loro gestione mi affatica.
6.5.08
1/2 sentiero degli alpini
Che avrei affondato i piedi nella neve non l'avrei mai detto tantomeno avrei creduto che pur indossando maniche corte avrei sudato come se scaricassi cassette di frutta al mercato.
Invece il sentiero degli alpini si è rivelato una piacevole sorpresa, sia per la neve, sia per i bellissimi paesaggi, sia per i crocus intrepidi che fiorivano ai piedi degli alberi nel bosco.
Il rifugio Allavena (1580 m) è proprio sul passo della Melosa, che si raggiunge per una strada tutta tornanti che parte da Molini di Triora. Dal rifugio partono diversi itinerari, tra cui il sentiero degli alpini e la salita al rifugio Monte Grai.
Il gestore è un tipo simpatico e preparato che dispensa informazioni precise sulle gite nei paraggi. Oltre a lui nel rifugio lavorano la moglie sudamericana in dolce attesa, una ragazza toscana ed una ragazza slava che fa fatica ad esprimersi e a comprendere, ma in compenso sorride sempre. Il rifugio è comodo e pulito e per fortuna, visto quel che si fanno pagare la mezza pensione dai non soci CAI (38 €). Il cibo è buono ed abbondante, così se si aveva qualche speranza di perdere degli etti con la camminata, il dessert castagne bollite ricoperte di cioccolato vi farà ricredere immediatamente.
Dal rifugio all'attacco del sentiero degli alpini ci sono 20 minuti buoni di cammino su strada sterrata, noi li affrontiamo a piedi da orgoglioni, constatando poi in seguito che tutti gli altri hanno preferito abbandonare la macchina alla fontana italo risparmiando tempo ed energie.
Il sentiero è impressionante ed offre vedute sui monti verdi e sul mare in lontananza, peccato per la foschia che appanna lievemente i colori. Ci sono tratti in cui è letteralmente scolpito nella roccia , in cui si intravedono resti di parapetti in muratura. Non ci sono fortificazioni, per cui viene spontaneo domandarsi come mai tanta fatica per arrangiare un sentiero a prova di mulo.
Il tratto più faticoso è la risalita al colle dell'Incisa (1684 m), dove con 16 tornanti si recupera velocemente tutto il dislivello perso nei primi tratti in discesa.
In vetta al colle si può decidere se accerchiare il monte Torraggio con attraversamento di un piccolo tratto franato o intraprendere la via del ritorno accerchiando il Monte Pietravecchia.
Nell'indecisione fra frana e 40 cm di neve abbiamo optato per la seconda soluzione, considerando anche la necessità di non pedere troppo tempo e di partire verso casa prima che il bollino traffico diventi rosso lampeggiante.
Il giro è faticoso ma bello. Per pranzo decidiamo di risalire al rifugio grai che è a soli 10 minuti dalla fine del nostro giro. Di lì ci accorgiamo che dietro al passo della Melosa c'è un grosso lago blu artificiale che il giorno prima non avevamo visto.
Purtroppo al nostro arrivo in autostrada il traffico è ormai impazzito e ci becchiamo 30 Km di coda, nonostante tutto però ne valeva la pena.
Che avrei affondato i piedi nella neve non l'avrei mai detto tantomeno avrei creduto che pur indossando maniche corte avrei sudato come se scaricassi cassette di frutta al mercato.
Invece il sentiero degli alpini si è rivelato una piacevole sorpresa, sia per la neve, sia per i bellissimi paesaggi, sia per i crocus intrepidi che fiorivano ai piedi degli alberi nel bosco.
Il rifugio Allavena (1580 m) è proprio sul passo della Melosa, che si raggiunge per una strada tutta tornanti che parte da Molini di Triora. Dal rifugio partono diversi itinerari, tra cui il sentiero degli alpini e la salita al rifugio Monte Grai.
Il gestore è un tipo simpatico e preparato che dispensa informazioni precise sulle gite nei paraggi. Oltre a lui nel rifugio lavorano la moglie sudamericana in dolce attesa, una ragazza toscana ed una ragazza slava che fa fatica ad esprimersi e a comprendere, ma in compenso sorride sempre. Il rifugio è comodo e pulito e per fortuna, visto quel che si fanno pagare la mezza pensione dai non soci CAI (38 €). Il cibo è buono ed abbondante, così se si aveva qualche speranza di perdere degli etti con la camminata, il dessert castagne bollite ricoperte di cioccolato vi farà ricredere immediatamente.
Dal rifugio all'attacco del sentiero degli alpini ci sono 20 minuti buoni di cammino su strada sterrata, noi li affrontiamo a piedi da orgoglioni, constatando poi in seguito che tutti gli altri hanno preferito abbandonare la macchina alla fontana italo risparmiando tempo ed energie.
Il sentiero è impressionante ed offre vedute sui monti verdi e sul mare in lontananza, peccato per la foschia che appanna lievemente i colori. Ci sono tratti in cui è letteralmente scolpito nella roccia , in cui si intravedono resti di parapetti in muratura. Non ci sono fortificazioni, per cui viene spontaneo domandarsi come mai tanta fatica per arrangiare un sentiero a prova di mulo.
Il tratto più faticoso è la risalita al colle dell'Incisa (1684 m), dove con 16 tornanti si recupera velocemente tutto il dislivello perso nei primi tratti in discesa.
In vetta al colle si può decidere se accerchiare il monte Torraggio con attraversamento di un piccolo tratto franato o intraprendere la via del ritorno accerchiando il Monte Pietravecchia.
Nell'indecisione fra frana e 40 cm di neve abbiamo optato per la seconda soluzione, considerando anche la necessità di non pedere troppo tempo e di partire verso casa prima che il bollino traffico diventi rosso lampeggiante.
Il giro è faticoso ma bello. Per pranzo decidiamo di risalire al rifugio grai che è a soli 10 minuti dalla fine del nostro giro. Di lì ci accorgiamo che dietro al passo della Melosa c'è un grosso lago blu artificiale che il giorno prima non avevamo visto.
Purtroppo al nostro arrivo in autostrada il traffico è ormai impazzito e ci becchiamo 30 Km di coda, nonostante tutto però ne valeva la pena.
30.4.08
La conferma definitiva che stai invecchiando ce l'hai quando i postumi di un aperitivo dalle 19 alle 00.30 non si limitano all'occhio pesto della mattina successiva, ma si protraggono poi per tutta la giornata.
E non si tratta solo di avere la faccia biancastra o un vago malessere alla bocca dello stomca, si tratta piuttosto di allestire simpatiche pantomine come ad esempio autosequestrarsi a casa della propria madre credendo che ci abbia chiuso dentro portando via la nostra copia delle chiavi. Importunare ad ore antelucane il proprio padre perchè ci venga a liberare e ci porti un paio di chiavi in più per poi scoprire che la nostra copia delle chiavi è esattamente dove deve stare, ossia nella nostra borsa.
Oppure prendere il treno con trolley ombrello cavalletto della macchina fotografica e borsa e scenderne con trolley, ombrello e borsa. Osservare un gruppo di russi che appena scesi dal treno ci risale sopra a gran carriera e domandarsi che gli frulla nella testa senza rendersi conto che avremmo fatto meglio a seguire il loro esempio. Accorgersi della mancanza solo quano scese in metropolitana si appoggia la schiena al sedile e ci si rende conto che si sta comode.
O infine crollare addormentate per mezzo pomeriggio nel letto di casa propria e non avere poi problemi ad addormentarsi dopo cena.
E non si tratta solo di avere la faccia biancastra o un vago malessere alla bocca dello stomca, si tratta piuttosto di allestire simpatiche pantomine come ad esempio autosequestrarsi a casa della propria madre credendo che ci abbia chiuso dentro portando via la nostra copia delle chiavi. Importunare ad ore antelucane il proprio padre perchè ci venga a liberare e ci porti un paio di chiavi in più per poi scoprire che la nostra copia delle chiavi è esattamente dove deve stare, ossia nella nostra borsa.
Oppure prendere il treno con trolley ombrello cavalletto della macchina fotografica e borsa e scenderne con trolley, ombrello e borsa. Osservare un gruppo di russi che appena scesi dal treno ci risale sopra a gran carriera e domandarsi che gli frulla nella testa senza rendersi conto che avremmo fatto meglio a seguire il loro esempio. Accorgersi della mancanza solo quano scese in metropolitana si appoggia la schiena al sedile e ci si rende conto che si sta comode.
O infine crollare addormentate per mezzo pomeriggio nel letto di casa propria e non avere poi problemi ad addormentarsi dopo cena.
24.4.08
Poldino e i suoi fratelli erano gatti d'aiuola.
La mamma, per quanto scapestrata e poco dotata d'istinto materno, una intuizione l'aveva avuta, andando a partorire davanti allo studio della veterinaria.
Pare che la cucciolata abbia visto la luce sotto la siepe di pitosforo nella giornata di Ferragosto dell'anno in cui compivo 15 anni. La veterinaria infatti, intravedendo la gatta il giorno precedente, aveva diagnosticato che il parto sarebbe avvenuto entro le 24 ore.
Durante le pioggie dilaganti di quel settembre, la progenie felina corse un grosso rischio. La mamma scapestrata infatti abbandonò la cucciolata al suo destino e solo l'intervento della signora F. e le successive cure della veterinaria salvarono i gattini ormai semi affogati da un atroce destino.
Poldino era il più vorace dei fratelli, il nome infatti gli fu affibbiato constatando che non pago di slappare l'omogeneizzato dalla ciotola assegnatagli dalla veterinaria, andava alla ricerca degli avanzi sul fondo del vasetto, tatuandosi un cerchio di omogeneizzato sul musino bianco.
Poldino, a dirla tutta, era anche il più bruttino della cucciolata, con l'aria dell'insonne cronico con le borse sotto gli occhi.
La veterinaria negli anni a venire ci avrebbe confessato il suo sollievo quando io e mio padre andammo nel suo studio e oltre al più grazioso Sancho ci portammo via anche il gatto con le borse sotto gli occhi.
Poldino era il gatto dominante e se ne girava per casa con la coda dritta tuonando miagolii all'indirizzo di coloro colpevoli a suo giudizio di commettere qualche sgarbo nei confronti di Sua Gattità. A volte, per puro dispetto, decideva che la sedia dove dormiva il fratello era esattamente quella dove doveva dormire lui e lo cacciava a suon di sganassoni.
Poldino era anche un poco disarmante, che quando lo trovavi intento a fare a brandelli la carta da parati e gli sventolavi un giornale vicino al muso, urlando come una ossessa, ti guardava con l'aria di dire "embeh? Perchè ti agiti tanto?"
Poldino con l'età aveva cambiato carattere e, da gattaccio selvatico d'aiuola che era, invecchiando era diventato un coccolone, sempre alla ricerca di un paio di gambe su cui dormire.
La domenica di Pasqua di quest'anno Poldino aveva le orecchie gialle e a sera aveva l'aria mogia. Una task force di famiglia l'aveva portato al pronto soccorso dei gatti per una disintossicazione d'urgenza. Con le cure, sembrava stesse meglio e che la sua pelliccetta bianca e nera ci avrebbe fatto compagnia ancora per un po'.
Poldino ieri sera ha rubato la soppressata dal piatto di mia mamma poi l'ha seguita sul letto dove le ha fatto un po' di fusa.
Io sono un po' arrabbiata con Poldino, perchè stamattina ha deciso che era ora di andare ed io non ho potuto dirgli ciao con un ultima carezza sulle guance pelose.
23.4.08
La dottoressa mi ha detto che ho una "sindrome da disadattamento". Non ho avuto il coraggio di chiederle se sono disadattata per il cambio dell'ora o se secondo lei lo sono in generale.
La cosa comunque non dovrebbe essere troppo grave visto che la cura consiste in due scatole di fitoterapici per un totale di 28 euri di effetto placebo.
Ieri sera poi qualcuno mi ha chiesto come stavo, con la reale intenzione di sapere quale fosse il mio stato d'animo. Disadattamento a parte, il problema è che mi sento il cervello in stand by. Non sono l'unica pare. Sarà il cambio di stagione che cambio non è stato, sarà lo scoramento per il risultato elettorale difficile da cacciar via, sarà che a tratti è inevitabile andare in automatico barcamenandosi nella routine di tutti i giorni.
Si spera che l'effetto placebo unito al lungo ponte vacanziero rimetta in moto il neurone.
La cosa comunque non dovrebbe essere troppo grave visto che la cura consiste in due scatole di fitoterapici per un totale di 28 euri di effetto placebo.
Ieri sera poi qualcuno mi ha chiesto come stavo, con la reale intenzione di sapere quale fosse il mio stato d'animo. Disadattamento a parte, il problema è che mi sento il cervello in stand by. Non sono l'unica pare. Sarà il cambio di stagione che cambio non è stato, sarà lo scoramento per il risultato elettorale difficile da cacciar via, sarà che a tratti è inevitabile andare in automatico barcamenandosi nella routine di tutti i giorni.
Si spera che l'effetto placebo unito al lungo ponte vacanziero rimetta in moto il neurone.
17.4.08
Anche il meteo ostacola la risalita dal pozzo di sconforto in cui i recenti avvenimenti mi hanno gettato.
E se sulle elezioni non mi sento di fare autocritica, forse in altri ambiti sarebbe il caso che la facessi.
Il problema è che io credo alle persone. Se una persona esprime apprezzamento ed interesse io credo che sia sincero. Se mi dice ci sentiamo presto, io fisso intensamente il telefono nei giorni a venire attendendo una chiamata. Soprattutto se oltre ad averlo detto a me lo ha detto ad altri.
Le speranze deluse hanno un gusto amaro, soprattutto vedendo che altri attorno a me riescono in ciò in cui io ho fallito.
Visto che quelli sul lungo temine mi riescono difficili, temo che mi toccherà stilare una lista di buoni propositi a corto raggio che mi consenta di vedere dei risultati tangibili e risollevi il mio umore.
E se sulle elezioni non mi sento di fare autocritica, forse in altri ambiti sarebbe il caso che la facessi.
Il problema è che io credo alle persone. Se una persona esprime apprezzamento ed interesse io credo che sia sincero. Se mi dice ci sentiamo presto, io fisso intensamente il telefono nei giorni a venire attendendo una chiamata. Soprattutto se oltre ad averlo detto a me lo ha detto ad altri.
Le speranze deluse hanno un gusto amaro, soprattutto vedendo che altri attorno a me riescono in ciò in cui io ho fallito.
Visto che quelli sul lungo temine mi riescono difficili, temo che mi toccherà stilare una lista di buoni propositi a corto raggio che mi consenta di vedere dei risultati tangibili e risollevi il mio umore.
16.4.08
Relativamente al risultato elettorale, non mi sento incline all'autocritica.
Io, parafrasando Moretti, sono una splendida trentenne. Non mi faccio schifo e non mi sento in colpa. Io quello non l'ho votato. Punto.
La preoccupazione per il fututo permane, la volontà di fare la mia parte per cambiare le cose anche. L'incertezza su quali siano le modalità più consone per farlo e quanto l'azione individuale possa essere efficace stenta a dissiparsi.
Ad essere onesti, l'immagine di me stessa che, con la valigia traboccante chiusa con lo spago, presento il passaporto alla dogana per l'espatrio, fa spesso capolino nella mia mente. E il ricacciarla indietro è più questione di logiche di coppia che di senso civico ed attacamento alla nazione.
Penso a piccoli passi da intraprendere e cerco di convincermi che l'azione individuale possa portare risultati. A tratti ci riesco a patto che nessuno mi metta sotto il naso la lista del totoministri.
Già mi sembrava che la C@rf@gna alla famiglia fosse un orrore, ma non sapevo ancora che si vociferasse di B°ndi alla pubblica istruzione ...
L'orrore l'orrore.
Io, parafrasando Moretti, sono una splendida trentenne. Non mi faccio schifo e non mi sento in colpa. Io quello non l'ho votato. Punto.
La preoccupazione per il fututo permane, la volontà di fare la mia parte per cambiare le cose anche. L'incertezza su quali siano le modalità più consone per farlo e quanto l'azione individuale possa essere efficace stenta a dissiparsi.
Ad essere onesti, l'immagine di me stessa che, con la valigia traboccante chiusa con lo spago, presento il passaporto alla dogana per l'espatrio, fa spesso capolino nella mia mente. E il ricacciarla indietro è più questione di logiche di coppia che di senso civico ed attacamento alla nazione.
Penso a piccoli passi da intraprendere e cerco di convincermi che l'azione individuale possa portare risultati. A tratti ci riesco a patto che nessuno mi metta sotto il naso la lista del totoministri.
Già mi sembrava che la C@rf@gna alla famiglia fosse un orrore, ma non sapevo ancora che si vociferasse di B°ndi alla pubblica istruzione ...
L'orrore l'orrore.
15.4.08
11.4.08
Uno si consola della giornata piovosa pensando che lavorativamente parlando sarà breve ed intermezzata da una piazza e coca cola coi colleghi.
Poi, arrivata in ufficio, scopre che è scoppiato il bubbone, aleggia un clima di sconforto e sospetto e che alla ipotetica pizzata si rischierebbe il lancio dei coltelli.
Si rende peraltro conto di essere fra coloro che cadono dal pero e di appartenere alla categoria dei sospettabili.
Come ultima risorsa controlla la schedina del super enalotto e si rassegna all'evidenza che sarà una giornata di merda.
Poi, arrivata in ufficio, scopre che è scoppiato il bubbone, aleggia un clima di sconforto e sospetto e che alla ipotetica pizzata si rischierebbe il lancio dei coltelli.
Si rende peraltro conto di essere fra coloro che cadono dal pero e di appartenere alla categoria dei sospettabili.
Come ultima risorsa controlla la schedina del super enalotto e si rassegna all'evidenza che sarà una giornata di merda.
9.4.08
4.4.08
Dolores Umbridge non l'ho ancora vista, in compenso nell'atrio del palazzo hanno iniziato ad apparire gli editti.
Non si possono introdurre borse voluminose.
In casi eccezionali i colli voluminosi potranno essere sistemati nell'apposito vano bagagli.
Tutto ciò che viene introdotto nell'edificio e portato via da esso potrà essere sottoposto a controlli.
L'acqua può essere prelevata dai distributori solo mediante gli appositi bicchieri.
Non si può introdurre cibo nell'edificio nè consumare cibo che eventualmente si sia materializzato all'interno del palazzo senza intervento umano.
Ho quindi adottato le seguenti risoluzioni:
- portare sempre un paio di calzini sporchi in borsa, per la gioia di chi eventualmente decida di perquisirmi
- farmi prestare dal Marito il passamontagna dell'esercito di liberazione zapatista, da indossare quando riempirò abusivamente la bottiglietta al distributore
- procurarmi un attestato che certifichi che la mia religione mi impone il veganesimo e minacciare azioni legali fino a che al distributore alimentare non siano presenti cibi privi di grassi animali idrogenati.
Non si possono introdurre borse voluminose.
In casi eccezionali i colli voluminosi potranno essere sistemati nell'apposito vano bagagli.
Tutto ciò che viene introdotto nell'edificio e portato via da esso potrà essere sottoposto a controlli.
L'acqua può essere prelevata dai distributori solo mediante gli appositi bicchieri.
Non si può introdurre cibo nell'edificio nè consumare cibo che eventualmente si sia materializzato all'interno del palazzo senza intervento umano.
Ho quindi adottato le seguenti risoluzioni:
- portare sempre un paio di calzini sporchi in borsa, per la gioia di chi eventualmente decida di perquisirmi
- farmi prestare dal Marito il passamontagna dell'esercito di liberazione zapatista, da indossare quando riempirò abusivamente la bottiglietta al distributore
- procurarmi un attestato che certifichi che la mia religione mi impone il veganesimo e minacciare azioni legali fino a che al distributore alimentare non siano presenti cibi privi di grassi animali idrogenati.
3.4.08
Avevo visto nel sovrapporsi della data di due appuntamenti un presagio positivo.
Ho poi scoperto che le date non si sovrappongono, dovrò quindi accontentarmi del cielo sereno e della giornata di sole quali annunciatori di buona sorte.
Qui le cose cambiano, in peggio. Non solo gli schiavi della nicotina non hanno più un antro nel quale realizzare la catramazione dei propri polmoni, per par condicio anche i consumatori compulsivi di mele saranno costretti a prendere la via del cortile per poter soddisfare i loro bisogni. Solo gli amanti del junk food saranno autorizzati a sgranocchiare grassi per i corridoi e sulle scrivanie.
Inspiro, espiro, inspiro, espiro, inspiro, espiro, spero.
Ho poi scoperto che le date non si sovrappongono, dovrò quindi accontentarmi del cielo sereno e della giornata di sole quali annunciatori di buona sorte.
Qui le cose cambiano, in peggio. Non solo gli schiavi della nicotina non hanno più un antro nel quale realizzare la catramazione dei propri polmoni, per par condicio anche i consumatori compulsivi di mele saranno costretti a prendere la via del cortile per poter soddisfare i loro bisogni. Solo gli amanti del junk food saranno autorizzati a sgranocchiare grassi per i corridoi e sulle scrivanie.
Inspiro, espiro, inspiro, espiro, inspiro, espiro, spero.
31.3.08
Smarmella tutto
Dall'ultima serie tv che ho gustato con piacere, Boris, ho tratto la massima di vita con cui intendo affrontare la prossima settimana lavorativa. Settimana in cui, causa cessione ramo d'azienda, in quanto consulente, vengo trasferita alla nuova azienda al pari di un qualsiasi altro bene aziendale.
La nuova massima, applicabile tanto ai rapporti umani, quanto alle incombenze lavorative è "a cazzo di cane".
Buon lunedì a tutti.
Dall'ultima serie tv che ho gustato con piacere, Boris, ho tratto la massima di vita con cui intendo affrontare la prossima settimana lavorativa. Settimana in cui, causa cessione ramo d'azienda, in quanto consulente, vengo trasferita alla nuova azienda al pari di un qualsiasi altro bene aziendale.
La nuova massima, applicabile tanto ai rapporti umani, quanto alle incombenze lavorative è "a cazzo di cane".
Buon lunedì a tutti.
27.3.08
La Pasqua è passata un po' così, stravizi alimentari con un retro d'ansia per il gatto con le orecchie gialle e l'occhietto chiuso.
Una corsa al pronto soccorso per gatti, un veterinario giovane ed inesperto, il gatto che si spaventa a morte e affonda i denti nel mio avambraccio.
Saltare la grigliata di Pasquetta per improvvisarsi infermiera col felino, preparare una flebo in lacrime che gli aghi mi fanno impressione.
Quattro passi sul lungomare godendo del sole, respirare il salino portato dalle onde arrabbiate che si infrangono sugli scogli.
Ritornare a casa, lasciando il gatto vispo ed affamato e la mamma con l'influenza.
La settimana lavorativa che fortunatamente comincia sotto tono e si spera si concluda presto.
Inaugurare la giacca nuova, risvegliando Baby dal letargo invernale.
La pressione sanguigna sotto le scarpe come non capitava da anni.
E uno stato di sospensione che continua indefinitamente.
Una corsa al pronto soccorso per gatti, un veterinario giovane ed inesperto, il gatto che si spaventa a morte e affonda i denti nel mio avambraccio.
Saltare la grigliata di Pasquetta per improvvisarsi infermiera col felino, preparare una flebo in lacrime che gli aghi mi fanno impressione.
Quattro passi sul lungomare godendo del sole, respirare il salino portato dalle onde arrabbiate che si infrangono sugli scogli.
Ritornare a casa, lasciando il gatto vispo ed affamato e la mamma con l'influenza.
La settimana lavorativa che fortunatamente comincia sotto tono e si spera si concluda presto.
Inaugurare la giacca nuova, risvegliando Baby dal letargo invernale.
La pressione sanguigna sotto le scarpe come non capitava da anni.
E uno stato di sospensione che continua indefinitamente.
19.3.08
Sono giorni un po' così, a volte cammino a falcate veloci carica di adrenalina, incastro impegni uno sull'altro, preparo lasagne e spiedini a tarda sera dopo una lezione un palestra. Altri mi trascino assonnata, mi faccio cullare dal sole primaverile e mi perdo con lo sguardo in direzione delle montagne innevate.
A tratti mi faccio prendere da ossessioni, tipo il giorno in cui ho riscoperto il cardiofrequenzimetro e per una buona mezz'ora non ho fatto che controllare come ciascun singolo movimento influenzasse le mie pulsazioni cardiache.
Grazie al cielo la mia ossessione per la temperatura esterna si consuma solo durante il pasto serale, quando comodamente seduta posso controllarne il progressivo abbassamento all'approssimarsi della notte.
Domani e dopodomani dovrò sperimentare nuovi ritmi, alzarmi prima e forse risvegliare Baby dal suo letargo. Valutare quali siano i vantaggi della momentanea dislocazione presso la sede aziendale e se convenga lottare perchè diventino permanenti.
Poi il finesettimana pasquale, la ricetta della pastiera da sperimentare e la grigliata che come di consueto ci vedrà combattere contro vento e pioggerella armati di spiedini.
BUONA PASQUA.
A tratti mi faccio prendere da ossessioni, tipo il giorno in cui ho riscoperto il cardiofrequenzimetro e per una buona mezz'ora non ho fatto che controllare come ciascun singolo movimento influenzasse le mie pulsazioni cardiache.
Grazie al cielo la mia ossessione per la temperatura esterna si consuma solo durante il pasto serale, quando comodamente seduta posso controllarne il progressivo abbassamento all'approssimarsi della notte.
Domani e dopodomani dovrò sperimentare nuovi ritmi, alzarmi prima e forse risvegliare Baby dal suo letargo. Valutare quali siano i vantaggi della momentanea dislocazione presso la sede aziendale e se convenga lottare perchè diventino permanenti.
Poi il finesettimana pasquale, la ricetta della pastiera da sperimentare e la grigliata che come di consueto ci vedrà combattere contro vento e pioggerella armati di spiedini.
BUONA PASQUA.
13.3.08
Mi sto addentrando dentro il fantastico mondo della dichiarazione dei redditi, come al solito ci sono quelle sottili variazioni annuali tali per cui il sapere acquisito negli anni precedenti risulta obsoleto e ti trovi sempre con qualche pezzo mancante.
Ad ogni modo, la possibilità di devolvere il 5 per mille non è variata rispetto allo scorso anno, quindi come sempre vi invito a devolverlo ad Un Altro Mondo Onlus. Codice fiscale: 13345040151.
Ad ogni modo, la possibilità di devolvere il 5 per mille non è variata rispetto allo scorso anno, quindi come sempre vi invito a devolverlo ad Un Altro Mondo Onlus. Codice fiscale: 13345040151.
11.3.08
Il silenzio e lo stranimento sono quelli conseguenti al raggiungimento di un obiettivo, per quanto piccolo questo possa essere. Stai mesi a pensare ad una cosa poi la fai e ti trovi spaesato a domandarti "e adesso?".
Per quanto reputi assurde tutte quelle strategie e pianificazioni del proprio tempo e della propria esistenza, per quanto sia fautrice della scelta impulsiva ed istintiva, io ho bisogno di obiettivi o mi sento perduta.
Sono in perenne conflitto con me stessa, il mio animo tedesco fa a cazzotti con il mio animo nomade ed io nel mezzo le prendo da tutti i lati.
L'aria di primavera però mi incita a prendermi una vacanza da me stessa così oggi in pausa pranzo ho comprato libri e girandole colorate. Domenica, nonostante la pioggia ed il tempo cupo, ho comprato nuove piante per il mio terrazzo e mi sono distratta guardando film e bevendo ottimo vino.
Aspettando la Pasqua, ma soprattutto la Pasquetta conto di vivere nel mio piacevole universo parallelo.
Per quanto reputi assurde tutte quelle strategie e pianificazioni del proprio tempo e della propria esistenza, per quanto sia fautrice della scelta impulsiva ed istintiva, io ho bisogno di obiettivi o mi sento perduta.
Sono in perenne conflitto con me stessa, il mio animo tedesco fa a cazzotti con il mio animo nomade ed io nel mezzo le prendo da tutti i lati.
L'aria di primavera però mi incita a prendermi una vacanza da me stessa così oggi in pausa pranzo ho comprato libri e girandole colorate. Domenica, nonostante la pioggia ed il tempo cupo, ho comprato nuove piante per il mio terrazzo e mi sono distratta guardando film e bevendo ottimo vino.
Aspettando la Pasqua, ma soprattutto la Pasquetta conto di vivere nel mio piacevole universo parallelo.
6.3.08
4.3.08
Le condizioni dei bagni delle donne in questo palazzo sono incresciose.
Del resto si sa, le donne vanno in bagno assieme e, soprattutto, con una frequenza molto maggiore di quanto facciano gli uomini.
Il palazzo è stato progettato in un epoca in cui nel nostro ambiente lavorativo le proporzioni erano all'incirca 1 donna ogni 20 uomini, mentre oggi siamo in sostanziale pareggio.
A causa del sottodimensionamento della risorsa bagno rispetto all'utenza, nonchè alla superficialità e scarsa sollecitudine con cui vengono effettuate le pulizie, oltre a dover fare ore di coda, si riscontrano mancanza di carta igienica, problemi agli sciacquoni e scarsa igiene dei locali stessi.
C'è da dire che l'utenza femminile è molto meno educata di quanto si sarebbe portati a pensare e l'essere in un bagno differente da quello di casa propria porta alcuni individui a dare il peggio di sè.
Detto questo e preso atto che lamentarsi della situazione è legittimo, non posso fare a meno di essere irritata dal foglio che da qualche giorno è comparso sulla porta di ciascun cubicolo.
Una anonima collega, giustamente esasperata, ha pensato di comporre un papiro in cui fra il serio e il faceto elenca tutte le norme di comportamento da seguire quando si è in bagno. Peccato che lo faccia con evidenti errori di grammatica e con l'atteggiamento della maestrina saccente unica depositaria delle norme della convivenza civile.
Che io dico, ma se una non ci arriva al fatto che è opportuno azionare lo sciacquone, sarà mica il tuo A4 fitto fitto di parole a rammentarle il gesto.
Sarò anormale ad irritarmi a vedere la parola "scoppettino"?
Del resto si sa, le donne vanno in bagno assieme e, soprattutto, con una frequenza molto maggiore di quanto facciano gli uomini.
Il palazzo è stato progettato in un epoca in cui nel nostro ambiente lavorativo le proporzioni erano all'incirca 1 donna ogni 20 uomini, mentre oggi siamo in sostanziale pareggio.
A causa del sottodimensionamento della risorsa bagno rispetto all'utenza, nonchè alla superficialità e scarsa sollecitudine con cui vengono effettuate le pulizie, oltre a dover fare ore di coda, si riscontrano mancanza di carta igienica, problemi agli sciacquoni e scarsa igiene dei locali stessi.
C'è da dire che l'utenza femminile è molto meno educata di quanto si sarebbe portati a pensare e l'essere in un bagno differente da quello di casa propria porta alcuni individui a dare il peggio di sè.
Detto questo e preso atto che lamentarsi della situazione è legittimo, non posso fare a meno di essere irritata dal foglio che da qualche giorno è comparso sulla porta di ciascun cubicolo.
Una anonima collega, giustamente esasperata, ha pensato di comporre un papiro in cui fra il serio e il faceto elenca tutte le norme di comportamento da seguire quando si è in bagno. Peccato che lo faccia con evidenti errori di grammatica e con l'atteggiamento della maestrina saccente unica depositaria delle norme della convivenza civile.
Che io dico, ma se una non ci arriva al fatto che è opportuno azionare lo sciacquone, sarà mica il tuo A4 fitto fitto di parole a rammentarle il gesto.
Sarò anormale ad irritarmi a vedere la parola "scoppettino"?
3.3.08
Rivalutare l'indossare in scioltezza un tacco dodici, quando ci si rende conto che la lega basket ha deciso di andare in massa a vedere il tuo stesso concerto e. sono. tutti. davanti. a. te.
Comprare a prezzo folle una maglietta così brutta, ma così brutta, ma così brutta e così assurdamente cara, da diventare immediatamente un oggetto di culto.
Applaudire il gruppo di supporto quando finalmente si decidono a dire "Goodnight Enjoy the Cure"
Urlare come una dodicenne quando sul palco appare il fungo atomico sulla testa di Robertone Smith.
Domandarsi come fa quello davanti a riprendere ininterrottamente tutto il concerto senza riportare un danno permanente ai gomiti. Apprezzare il suo sforzo titanico, che quando la lega basket forma un muro massiccio, posso guardare cosa succede sul palco nel suo display.
Odiare il bisonte che ho alle spalle che se la mena da diggei figo e dice alla sua tipa cose tipo "ah quando mettevo su questa canzone c'era la gente che andava in delirio" e si agita scompostamente.
E poi perdersi nelle luci e nel cielo stellato sullo sfondo e nelle note che mi riportano indietro di anni.
E cazzo i Cure sono bravi nulla da fare e suonano bene e Robertone Smith ogni tanto regala qualche mossetta da antologia.
E proprio quando pensavo che mi avevano fregato e non avevano fatto Boys don't cry e Killing an arab ecco il superfinale.
Se lo son fatto pagare il biglietto, ma ne valeva la pena.
Comprare a prezzo folle una maglietta così brutta, ma così brutta, ma così brutta e così assurdamente cara, da diventare immediatamente un oggetto di culto.
Applaudire il gruppo di supporto quando finalmente si decidono a dire "Goodnight Enjoy the Cure"
Urlare come una dodicenne quando sul palco appare il fungo atomico sulla testa di Robertone Smith.
Domandarsi come fa quello davanti a riprendere ininterrottamente tutto il concerto senza riportare un danno permanente ai gomiti. Apprezzare il suo sforzo titanico, che quando la lega basket forma un muro massiccio, posso guardare cosa succede sul palco nel suo display.
Odiare il bisonte che ho alle spalle che se la mena da diggei figo e dice alla sua tipa cose tipo "ah quando mettevo su questa canzone c'era la gente che andava in delirio" e si agita scompostamente.
E poi perdersi nelle luci e nel cielo stellato sullo sfondo e nelle note che mi riportano indietro di anni.
E cazzo i Cure sono bravi nulla da fare e suonano bene e Robertone Smith ogni tanto regala qualche mossetta da antologia.
E proprio quando pensavo che mi avevano fregato e non avevano fatto Boys don't cry e Killing an arab ecco il superfinale.
Se lo son fatto pagare il biglietto, ma ne valeva la pena.
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