29.6.07

Mi avessero detto, anche solo sei mesi fa, che prima o poi sarei finita ad ascoltare musica da medit@zione intitolata Chakr@ Suite, sarei scoppiata a ridere. Invece il lavoro preparatorio alla danza con elementi di yoga mi ha inaspettatamente affascinato per la carica che mi infonde, quindi mi sono detta che avrei potuto farlo anche a casa per conto mio.
A onor del vero, oggi la prima reazione all'ascolto del cd è stato sprofondare in stato catatonico sul divano col libro di Chatwin sulla faccia. Dopo una sana dormita però, con un nuovo cd nel lettore, ho salutato il sole ed ora mi sento pimpante.
La prova del nove sarà la settimana prossima, dovrò trovare la forza di esercitarmi anche durante i giorni lavorativi e dovrò vedere se i miei esercizi riescono a farmi affrontare con baldanza la giornata nel manicomio del mio ufficio o, in alternativa, a rianimarmi dopo una giornata passata lì.

28.6.07

Nulla di eclatante in questa settimana di ferie, un po' di mare a Genova e un miliardo di piccole commissioni sbrigate a Milano, molti giri in bici, un aperitivo con le amiche, l'incontro con la burocrazia siae per uno spettacolo di altre persone.
La constatazione di quanto è piccolo il mondo: vengo a sapere che M. e V. si conoscono. Lei, che io ho conosciuto qui nella grande pera, è nata e vissuta sempre a Milano , lui, che incontravo spesso ai tempi dell'Università, nato e vissuto sempre a Genova .
Lo racconto al Marito.
- Sai che M. conosce V., non trovi che il mondo sia piccolo? Voglio dire uno di Genova l'altra di Milano...
- No, non vuol dire che il mondo è piccolo, vuol dire che tutti i balordi tarlocchi prima o poi si incontrano.
- Cioè io sarei una balorda tarlocca?
- Sì
Ipse dixit.

22.6.07

Mi si sono afflosciate le surfinie. Colpa del condizionatore. Si sta così bene in casa che non ti viene in mente di uscire sul terrazzo, così non ti rendi conto che i 30 gradi di questi giorni non hanno abbattuto solo te, ma anche le tue piante. Interessante eh? Lo immagino, ma capitemi è venerdì e la settimana prossima sono in ferie, il mio cervello è altrove.

19.6.07

La maledizione del faraone
Il teatro è piccolo, ma centrale. A due passi dalla via degli aperitivi e dei cartomanti. A prima vista non lo si nota, di certo risulta più appariscente il negozio di maschere e costumi lì a fianco, che quell'ingresso buio.
All'interno c'è un custode che parla italiano con un accento russo talmente spiccato che potresti credere di aver attraversato un confine spazio temporale e di essere in un teatro moscovita.
Si faceva cabaret in quel teatro e si narra vi si registrasse una trasmissione televisiva, nella sala danza invece studiavano le ballerine dell'accademia russa di balletto.
La stagione però è finita ed assieme a lei si è conclusa la storia del teatro stesso, inteso come luogo fisico: dopo l'azione delle ruspe sorgeranno uffici e parcheggi o magari chissà, un qualche negozio.
L'edificio comunque sembra non volerne sapere di questo snaturamento delle sue funzioni e già da qualche tempo ha incominciato a ribellarsi. Un incendio ha reso inagibili i camerini, una porta in legno si è abbattuta al suolo sfiorando chi la stava attraversando, le viti che tenevano assieme le assi del palco hanno cominciato ad alzarsi e ad attentare ai piedi scalzi di chi lo calcava, il ventilatore in sala danza si produce in ondulazioni sinistre ed i neon si sono fulminati da un po'. Infine la penultima sera, nello stanzino del quadro elettrico un cavo si è alzato ed ha fatto lo sgambetto al tecnico delle luci e del suono ammaccandogli un ginocchio.
Onore al vecchio teatro e biasimo a chi ha permesso la sua fine ingloriosa.

18.6.07

La giornata della "perfetta danzatrice" si compone di : prove di coreografia fuori dal palco e senza musica cantando le canzoni, passeggiata in Brera a rimirare bancarelle con gioielli antichi inavvicinabili e consolazione in un gelato menta e cioccolato, prove di coreografia con musica, ma non sul palco, cazzeggio e chiacchere in sala danza nell'attesa che qualcosa accada, prove di coreografia con musica sul palco (eureka) ma con il sipario chiuso. Aperitivo sciogli gambe con cuba libre gigante e poche tartine. Trucco e parrucco alla luce di un neon sgangherato. Esibizione. Applausi. Brindisi con spumante. Crostata di fragole. Letto.

Dedicato alla presentatrice sergentessa che cercava di convincerci che siamo professioniste della scala.

15.6.07

Padre di Famiglia Uno come ogni giugno, ha spedito la famigliola al mare ed è regredito in fase scapolo in libera uscita. Questa settimana si è quindi inaugurata la serie delle uscite serali coi colleghi.
A differenza degli anni passati, in cui poche fedi brillavano agli anulari ed ancora poche coppie avevano deciso di riprodursi, quest'anno l'uscita serale si è trasformata da incontro ristretto di pochi gaudenti dediditi all'alcool e alla droga che era, in una pizzata per famiglie con tavolo a doppio ferro di cavallo e intero reparto camerieri dedicato al contenimento dell'esuberanza della tavolata stessa.
I padri in libera uscita invece di staccare dalla routine si sono pertanto trovati immersi nella routine di altre famiglie, con pupi che giravano di sedia in sedia, di collega in collega.
Io e il Marito, prudentemente assiepati nel gruppo "belli i bimbi sì, ma da lontano", abbiamo osservato il paesaggio umano circostante relativamente al sicuro.
Fra i giovani virgulti c'era quello con gli occhioni dolci della mamma e lo sguardo timido, l'emulo dei beatles col capello tagliato con la scodella, la bimba bionda principessina che non da confidenza, il bimbo reattivo solo ai grissini e il piccolo teppista in erba con due fanali azzurri al posto degli occhi.
Fra i genitori c'era il partito degli apprensivi che non smollava l'erede che per brevissimi istanti, il partito degli stufi che meditavano punizioni per i non genitori del tipo stasera il mio bimbo ve lo cuccate voi così io sto tranquillo e voi capite, il partito di quelli equilibrati che non se la menavano più di tanto.
Fra le coppie non riprodotte si osservavano fenomeni del tipo, donna entusiasta con l'aria di quella che pensa di rubarsi uno dei bimbi e portarselo a casa, con marito con sguardo vitreo e goccia di sudore freddo al bordo della tempia o, viceversa, uomo entusiasta che spupazzando bambino lanciava occhiate allusive alla moglie chiaramente schifata dalla presenza di persone basse e sbavanti.
Alle undici e mezza, frastornati da tante visioni, io e il Marito abbiamo abbandonato il campo. Non è dato sapere se ciascun bambino abbia fatto ritorno alla giusta dimora o se ci siano stati rapimenti o scambi di culla. Quel che è certo è che il mio sguardo vitreo odierno non è dato dall'hang over, ma dalla prolungata esposizione alla presenza di bambini. Bei tempi quelli dell'hang over.

14.6.07

Bere vino a pranzo non è esattamente una idea grandiosa se al pomeriggio si prevede di dover lavorare in una stanza in cui il condizionatore non condiziona molto. Il tono del post è indicativo della mia attività cerebrale odierna.

13.6.07

Metal Housewife
La mattina, per quanto io sia in coma (e infatti il Marito mi portò in dono dal salone del libro una maglietta targata narcoleptic girl), è l'unico momento in cui sono in grado di compiere qualche azione volta al mantenimento della casa in uno stato decoroso.
La meccanicità di alcuni gesti come mangiare lo yogurt, ma anche caricare la lavatrice o innaffiare le piante, mi concede ancora qualche minuto di limbo in cui sebbene in posizione eretta posso continuare il riposo notturno.
Stamattina visto che i tuoni in lontananza non mi davano garanzia di un innaffiamento naturale delle piante, ho deciso che era giunto il momento di dare acqua alle surfinie.
Mentre facevo dentro e fuori casa con in mano l'annaffiatoio verde, ho colto il mio riflesso nella porta finestra e non ho potuto fare a meno di ridere. Infradito hawaiane, pigiamino giallo a gatti, capello cotonato stile marge simpson e al polso destro un fantastico braccialetto a borchie che avevo chiesto al Marito di imprestarmi e che lui aveva pensato bene di allacciarmi al polso. Parevo appena uscita da una roulotte di qualche sobborgo della provincia americana, ci mancava che masticassi una cicca facendo le bolle ed ero pronta per un cameo in My Name is Earl.

12.6.07

Il principio della fine
La crema antirughe entra nell'armamentario femminile da bagno senza farsi notare. Ad un certo punto vedi le amiche cosmetologhe che si fanno di strane boccettine contenenti sostanze anti radicale libero, senti le compagne delle medie che vantano le proprietà dell'acido glicolico e senza rendertene conto, anche se la pelle è ancora giovane e per niente grinzosa, ti ritrovi in profumeria con lo sguardo atterrito a domandare "faccio 30 anni ad agosto, che dice, sarà il caso che io inizi ad usare una crema anti rughe?". Ovviamente la commessa ti adula "la sua pelle è molto giovane" e nello stesso tempo fa leva sul tuo terrore "però sa, avvicinandosi ai 30, è meglio iniziare a prevenire". Ed alla fine esci dal negozio con crema idratante, spuma struccante, tonico rinfrescante e 100 euro di meno sul conto in banca.
L'avvento della crema anticellulite invece è più drammatico. Improvvisamente un marzo, quando dopo il letargo invernale incominci a prenderti nuovamente cura delle tue gambe fino a quel momento coperte da tripli strati di calze e pantaloni, noti il primo cuscinetto. Allora passi ad un esame approfondito e ti rendi conto che "oh cazzo tutta la cioccolata di quest'inverno mangiata davanti alla tv dopo cene ad alto contenuto di carboidrati, ecco dov'è finita". Manco il tempo di vestirti e sei a piangere sulle spalle della farmacista, supplicandola di fornirti una cura d'urto per far tornare i cuscinetti da dove sono venuti. Inutile dire che la necessità di impiastricciarsi cosce e sedere due volte al giorno con un massaggio di 15 minuti ti fa velocemente venire a patti con i cuscinetti.
Alle fiale anticaduta per i capelli invece non si è mai preparati. Che insomma di capelli se ne hanno tanti, sono lunghi e se n'è sempre persi tanti. Che ultimamente sul pavimento del bagno si formi un tappeto naturale dopo ogni passaggio del pettine, non ti sconvolge, soprattutto visto e considerato che sei miope e la mattina non indossi occhiali. Quando però te ne rendi conto, sei ancora convinta che basti un taglio un po' deciso per far tornare tutto a posto. Mai e poi mai penseresti che il parrucchiere stia per venderti un trattamento in fiale con massaggiatesta incluso, atto a convincere i tuoi bulbi capelliferi a non fare gli stronzi e a smettere di seccarsi eiettando capelli a destra e a manca. Quando la sera ti trovi davanti allo specchio coi capelli ritti alla "tutti pazzi per mary" a causa del massaggio capisci che ormai hai imboccato a grosse falcate il viale del tramonto. E ti domandi quanto potrai resistere a questa tortura del mantenimento corporeo, prima di cedere e diventare una sciattona.

11.6.07

La cerimonia era in cima ad un bricco e se lo sposo non mi avesse dato indicazioni la sera prima via telefono ad un certo punto avrei creduto di essermi persa.
Lo sposo era calmo ed elegante, la sposa era bella e aveva tacchi strategici che non si incastravano nel selciato davanti all'ingresso della chiesa.
C'erano personaggi che associavo ad habitat tipo birrerie e feste di paese, abbigliamento sgrauso e birra media nella mano, vestiti in abito da festa. Anche io ero in divisa da matrimonio e si faticava a riconoscersi, oltre a provare il sano imbarazzo di essere colti in abiti che non ci appartengono.
La Chiesa era piccolina e restaurata di recente, i fiori rose bianche in composizioni con limoni e diffenbachia.
La nostra era la panca dei miscredenti, il miscredente alla mia destra però si era improvvisato fotografo e si aggirava per la chiesa. Io dicevo cose da miscredente senza rendermene conto, alla mia sinistra un altro miscredente diceva cose sacrileghe essendone perfettamente conscio, nel mezzo la fidanzata tentava di zittirci, ma le scappava da ridere. Questo naturalmente nei momenti della cerimonia con meno pathos, in quelli seri invece si partecipava alla commozione generale gioendo per la gioia degli sposi.
Non ci si è sottratti al lancio del riso, ma lo sposo era preparato ed indossava occhialoni da "Specialista" onde evitare il rischio cecità.
Dopo saluti baci e abbracci mi sono dileguata verso casa con in testa un atroce dubbio:
ma quando le ostie consacrate diventano rancide, che succede? Le buttano via? Ge§ù Cri§to finisce nella cassettina dell'umido?

8.6.07

Le nuove frontiere di lott@ comunist@.
Dopo avere per anni assediato gli studenti all'uscita da scuola o davanti all'Università, hanno scoperto i call center.
Il problema è che davanti al mio ufficio c'è un call center e che stamattina mentre vagavo ancora fra il sonno e la veglia io sia stata presa al laccio da un simpatico comunist@ in giacca e cravatta.
Il quale, approfittando della mia vulnerabilità mattutina, mi ha estorto una donazione per la libertà e l'indipendenza del giornale. In cambio ho ricevuto una copia omaggio. Scorrerne il sommario è stata una esperienza extrasensoriale. Per rendere l'idea il primo articolo si intitolava "Le nostre radici bol§ceviche".
Sarei pronta a scommetere che avessi tenuto una copia di quelle che mi avevano appioppato 10 anni fa avrei trovato lo stesso titolo.
Così mi sono ritrovata a pensare quello che penso ogni qual volta vedo un metallaro "ma com'è possibile che non si siano ancora estinti?".

6.6.07

Ho troppa fiducia nell'informatizzazione del mondo che mi circonda.
Se un sito di una agenzia viaggi ti permette di segnalare i bonifici effettuati e io effettuo un bonifico e poi lo segnalo, mi aspetto che dopo 3 settimane mi arrivi una risposta.
Non ricevendola chiamo per informarmi e scopro che no, le segnalazioni via internet, per quanto previste, non funzionano visto che il mio bonifico pare scomparso nel nulla e non registrato in alcun luogo.
Per rimediare mi si chiede di inviare un fax, peccato che il fax indicato non funzioni.
A quanto pare l'unica soluzione è fare le cose di persona.

4.6.07

Incazzatura delle 15.08
Mi sono trasferita in Lombardia per necessità, mi sono lamentata della nebbia, dello smog, dei ritmi forsennati, della gente chiusa, della gente che "uè figa sono di Milano ed ho fretta". Poi ho imparato a vedere i lati positivi e a goderne ed ho imparato a convivere con quelli negativi. Ho comprato casa e non mi lamento più (va beh facciamo che mi lamento solo ogni tanto).
Vorrei sapere perché i Milanesi ed i Torinesi vanno al mare in Liguria in VACANZA per loro scelta e poi si lamentano tutto il tempo della coda, della mancanza di parcheggio, del mare troppo profondo, del mare sporco, dei ciottoli, delle meduse, dei liguri scontrosi nei negozi. Porca la miseria sono loro che hanno scelto di andare in vacanza lì, il mare c'è in tanti posti. Sono loro che hanno scelto di scappare tutti i finesettimana da Milano e da Torino come se il venerdì scoppiasse una epidemia di peste bubbonica che si esaurisce la domenica sera. Andate in Toscana, andate sull'Adriatico, o continuate ad andare in Liguria basta che la smettiate di rompere i maroni.
Se ieri sera avessi bevuto 7 negroni, probabilmente oggi sarei meno tuonata di quanto non sia. Due giorni di seguito di saggio di danza con prove annesse mi hanno alquanto prostrato, anche se la soddisfazione di entrare due giorni di fila all'interno dei due veli non ha prezzo.
Ovviamente oggi mi è stato assegnato il classico lavoro da scimmietta che però richiede testa sgombra ed occhio lucido, cose di cui difetto.
Buon inizio settimana.

1.6.07

Fiera di essere corsichese
Immagino di essere in ritardo di secoli, ma oggi mi sono fatta un sacco di risate con Milano is burnig, ma ancor di più con Corsico is burning.