31.3.06

Thank's God it's Friday
Non che la settimana lavorativa sia stata eccessivamente dura, ma ci sono poche cose che mi mettono di buon umore come la promessa di un finesettimana di sole alle porte. Poco importa che in quei giorni siano in programma milioni di cose che baratteremmo volentieri con un pomeriggio spaparanzati sulla spiaggia a osservare il cielo di primevara, avvolti dentro pile e giacca a vento. E' venerdì e questo basta.
Se aggiornassero la pagina con l'oroscopo di Brezsny su Internazionale potrei dirmi completamente appagata.

30.3.06

Piccolo spazio pubblicità
Quest'anno è possibile devolvere il 5 per mille della propria IRPEF ad una associazione di volontariato. La cosa è gratuita e non comporta costi per il contribuente, BASTA UNA FIRMA NELL'APPOSITO RIQUADRO del CUD o del 730.
Un Altro Mondo onlus fa parte delle associazioni che potranno beneficiare di questa donazione, i soldi come sempre saranno utilizzati per sostenere i noistri progetti di cooperazione internazionale in Africa e in India, i soldi come sempre arriverrano a chi ne ha bisogno per costruirsi un futuro migliore.
Quindi firmate gente, firmate!!
Per maggiori informazioni clikkare qui.


Questo post ricorrerà ciclicamente fino a che non mi deciderò a mettere un bannerino da qualche parte!
In questi giorni quando giro in sella a Baby mi sento una gran figa. Sarà che con la borsa viola a tracolla, gli stivali rosa e la giacca "da civile" mantengo più distintamente i miei tratti femminili di quanto non accadesse quando indossavo la mia giacchetta da motociclista che, associata al casco, mi rende simile all'astronauta di Toy Story. Sarà che non vedendomi in moto da un po' i colleghi motociclisti mi davano per dispersa. Sarà che a volte bastano il sole ed il bel tempo a farmi sentire bene. Peccato che l'entrata trionfale nel cortile del locale in cui si teneva la riunione aziendale non sia stato così trionfale dal momento che sono arrivata per prima e c'era solo un cameriere che fumava una sigaretta ed un collega che stava facendo manovra per parcheggiare la macchina.

29.3.06

Ok lo ammetto sono fissata, ho fatto un piccolo test sul Il Sole 24 ore :
Da Luglio 2005 il potere d'acquisto della tua retribuzione annua è diminuito di 217 € (La variazione del potere d'acquisto è calcolata sui valori ufficiali diffusi dall'ISTAT.)
E' tempo di recuperare, di chiedere un aumento di stipendio


E lo dice il Sole 24 ore, mica il Manifesto.

28.3.06

Ci sarebbe da fare un discorso più complesso delle due righe che sto per buttare giù nei prossimi secondi, ma non ho tempo e calma interiore a sufficienza per esporre un pensiero articolato... per avere un pensiero articolato.
1) I Francesi sono boriosi pieni di sé arroganti e tutti gli altri sinonimi dei precedenti aggettivi che possono venirvi in mente. Se i loro formaggi e vini siano paragonabili a quelli italiani o migliori si può discutere, se le erre arrotate rendano gli uomini francesi più sexy degli italiani anche, quello che è innegabile è che i francesi sanno fare gli scioperi generali. Gli scioperi in Francia sono una cosa seria, in Italia no.
2) Il Sole 24 ore offre l'ennesimo salary survey gratuito. Iniziano chiedendoti di inquadrare la tua azienda per fatturato e numero di dipendenti. Inserisco i dati e mi si apre una finestra di errore: i dati inseriti non sono coerenti. Troppo basso il fatturato rispetto al numero di dipendenti. Tarocco il numero di dipendenti. Rispondo alle domande. Il mio salario è coincidente con la media della categoria fino alla seconda cifra decimale. Al che mi domando. Sono io che sono una rompicoglioni e mi lamento di non guadagnare abbastanza o è un problema diffuso e tutti gli appartenenti alla mia categoria guadagnano poco, troppo poco?
Il fatto è che allo stato attuale delle cose ho 58 euro sul conto in banca e sono in trepida attesa dello stipendio. Non prelevo al bancomat per non finire in rosso, esco solo la mattina all'alba e rientro a notte fonda per non incorrere nella tentazione di entrare in un negozio. Questo perché ho un mutuo da pagare e mille milioni di spese correlate all'acquisto di una casa. Ecco, sebbene inorridisca della mia pulsione ad avere una vita così terribilmente borghese, mi girano un po' i coglioni a sentirmi dire che il modello a cui devo tendere è questo, per poi sentirmi dire che non devo rompere le palle se il mio potere di acquisto non mi consente di sostenerlo perché per quello che faccio guadagno fin troppo.
Update: oggi ho letto questo articolo e mi sembra che abbia a che vedere con il punto 2
E' che a volte mi sembra di camminare nella melassa, umida, appiccicosa, respingente. E se il cervello ordina alle mie braccia di alzarsi e parare la caduta, le braccia cominciano a muoversi al rallentatore , prima sui fianchi poi discoste di pochi gradi, poi, dopo molto tempo, finalmente a 90 gradi rispetto al tronco. All'inizio è annicchilente, per me così nervosa, così abituata a muovermi a scatti, ai cambi e alle decisioni repentine.
Anche la caduta però è al rallentatore, centimetro dopo centimetro la mia faccia si avvicina al suolo, ma in maniera lenta e impercettibile tanto che a volte dimentico che sta cadendo o credo che l'impatto sarà meno doloroso.
La melassa si insinua nei pori e nel cervello e paralizza, anestetizza.
Qualche volta, nonostante tutto, qualcosa arriva a scuotermi e allora mi dibatto per qualche secondo, come un mosca catturata da una pianta carnivora o intrappolata nella tela del ragno. Anche il risultato è il medesimo alla fine sono solo immersa più profondamente, intrappolata più inestricabilmente.
La melassa.
Ho sempre creduto all'improvvisazione e storto il naso davanti alle programmazioni scrupolose, ai propositi incasellati, all'espansione delle sfere di influenza della persona sul resto del mondo.
Solo che quando sei immerso nella melassa, da qualche parte devi pure incominciare a pianificare l'uscita.
Così quaderno e penna alla mano traccio schemi, annoto propositi. A volte li cancello, altre li strappo, altre ancora li seguo per un pezzo e poi mi fermo. Quando completo una casella però mi sento felice e più padrona di me stessa.
Il dubbio comunque resta, arriverà prima la fine della vasca di melassa o l'impatto violento con il suolo?

27.3.06

E' arrivata la primavera.
Il 21 è passato orami da qualche giorno, il cielo è grigio come prima dell'equinozio, ma per me oggi inizia ufficialmente la primavera: i ciclamini sono tornati sul balcone e Baby è uscita dal garage.
Little boy
Mentre mi aggiravo con il bambino cioccolatino in braccio il Fidanzato mi guardava con aria dubbiosa, hai voglia a spiegargli che era meglio lasciarmi spupazzare i pupi altrui prima che mi venissero idee strane di produrne uno io. La maternità comunque sembra una cosa molto faticosa.
Raccomandazioni.
-Mi raccomando quando entriamo ed usciamo dal palco, petto alto, pancia indentro, portamento fiero, aria seria in pratica una camminata da...
-Gnocche che se la tirano?
- Ehm volevo dire una camminata da sacerdotesse, comunqua anche la camminata da gnocche che se la tirano va bene.

24.3.06

Lettere aperte all'onorevole(?) Bondi a causa dell'opuscolo inviato alle parrocchie italiane.
Di palo in frasca.
Alla faccia della "pioggerellina di marzo che picchia argentina sui tegoli vecchi del tetto sul fico e sul moro ornati di gemmule d'oro". L'"uggiosa invernata" non sembra avere intenzione di andarsene e stamattina ho trovato uno dei geranei ribaltato dal vento. L'unico che sembra godere del clima è Pallottola, l'albero di Natale.
Il finesettimana si prennuncia denso di impegni e il maltempo non aiuta ad affrontarlo con la dovuta carica.
L'insegnante di danza mi ha prestato dei costumi così paillettati che non sfigurerei ad andare al Queens Garden per una sessione di karaoke. Per fortuna una delle coreografie mi vede di nero vestita e decisamente più a mio agio.
L'acquisto del giornale per la sessione settimanale di ricerca di migliori attività lavorative, si è rivelato decisamemnte infruttuoso. Cercano solo persone sotto i 28 o sopra i 40. Mi domando... ma quelli che stanno nel mezzo che devono fare?

22.3.06

Non so se dividere la casa con un uomo di lettere mi stia facendo diventare eccessivamente pignola o se invece lo ero già di mio. Fatto sta che trovo scandaloso aver rilevato due errori di battitura ed un probabile errore di traduzione in un libro edito da Mondadori con la copertina rigida, acquistato a 15 euro fra le super novità di Natale. Sarà anche che il suddetto libro non mi sta piacendo molto e me lo trascino appresso dall'inizio del nuovo anno cadendo sistematicamente addormentata dopo mezza pagina. Comunque da ieri sera ho una nuova meta da aggiungere all'elenco dei viaggi sportivi che mi piacerebbe fare: il trekking sul Kilimanjaro.
Ora Noriko è pronta per finire nella braccia del camionista turco. Avendo effettuato l'acquisto del biglietto aereo con la mia carta di credito questo mi grava di una certa dose di responsabilità per quelli che saranno gli sviluppi futuri della faccenda. Sperem ben!

21.3.06

Ieri sera sono state telefonate da fare e persone da vedere. Un locale con un cesso da far concorrenza a quello di trainspotting, ma una birra che ne valeva la pena. Ascoltare musica di altre ere e trovarsi a cantare parola per parola una canzone di cui non si ricorda il gruppo, per poi farselo dire dal vicino di tavolo anche lui con la lacrimuccia per il bei tempi andati. E storie di appuntamenti improbabili avvenuti e di altri ancora più improbabili preventivati. Un ritorno a casa per le vie di una città deserta nonostante fosse ancora ieri e crollare addormentati appena sfiorato il materasso.

20.3.06

Era un falso allarme per il momento... sono ancora online in orari umani in cui posso aver voglia di scrivere qualcosa.
Il we è stato schizofrenico e non trovo altre parole per definirlo. Amici da vedere, commissioni da fare, aperitivi da bere e poi cose brutte, molto brutte e preoccupazioni grosse, ore di sonno non dormite, rabbia nello stomaco. E poi ancora acquisti importanti, di quelli per la vita e regali ricevuti. Vino bevuto, brindisi fatti, ansia per ciò che non si può modificare, decisioni prese da altri che riguardano anche te indirettamente. E poi casa, trapano, un altro tassello verso la completezza. Giornali sfogliati e abbandonati. Luce spenta. Sonno. Una nuova settimana si apre e noi stiamo a vedere.

17.3.06

Ieri a completamento di una giornata di lavoro abbastanza stressante, la sorpresa finale. Ci hanno tolto internet. Adesso l'accesso va su base di login quindi, o scopro la password del mio capo ed utilizzo il suo utente o corrompo il giovane sistemista, oppure, come più probabile, potrò passare da queste parti solo la mattina presto o la sera tardi. Per il cazzeggio quotidiano mi toccherà nascondere vanity fair fra i documenti tecnici o scoprire le meraviglie della navigazione wap.

16.3.06

C'era bisogno di fare un test? Non credo. Comunque eccomi.
Elezioni 2006. Io sono qui. E tu dove sei?
Io il confronto all'americana, manco mi ricordavo ci fosse. La tv, debitamente collegata a tutti i vari aggeggi del caso, svetta sul mobile, ma sarà che il telecomando è all'interno del mobile, sarà che la televisione mi infastidisce, resta costantemente con lo schermo nero. Quindi, per non sentirmi esclusa dai discorsi alla macchinetta del caffè, ho provato a documentarmi. Le monde dice che Berlscni era sulla difensiva, mentre Prdi era disteso e che il confronto è stato pacato. L'independent dice che si sono insultati di brutta maniera. Per certo uno disegnava circoletti su di un foglio, l'altro gesticolava per sottilineare i concetti. Di che cosa abbiano parlato non è dato sapere, anche perché al di là di quanto riportato dai giornali, le persone che conosco si sono addormentate dopo 5 minuti. Del resto che gusto c'era a guardare questo confronto quando il prossimo sarà arbitrato da Brno Vespa?

15.3.06

Ieri, varcando l'ingresso della slunga dopo settimane di assenza, sono stata colta da sindrome di stendhal applicata a grande magazzino alimentare. I cartellini gialli e rossi che sottolineavano le riduzioni di prezzo mi si sono attaccati alla retina ed hanno iniziato ad esercitare un'attrazione magnetica sui miei piedi. Per fortuna la sera prima avevo fatto due conti sulle spese che mi aspettano nei prossimi mesi ed avevo decretato il mio limite di spesa giornaliero, così, sebbene a malincuore, le mie pulsioni consumistiche si sono ridotte all'acquisto di una insalatiera di ceramica bianca e di due cassettine per i fiori, oltre ai generi di prima necessità.
Il degrado neurale del mio cervello sembra inarrestabile, nonostante abbia sospeso la visione coatta di serie tv dopo cena, la mia attenzione per ciò che accade nel mondo è al minimo storico. Il tempo continua a fuggirmi fra le mani e i miei cicli vitali sono sempre più scanditi dal ciclo dei lavaggi in lavatrice. Non so che giorno è, non so cosa sta succedendo, ma ho il bucato dei colorati da fare. L'importante è avere una certezza.

14.3.06

Dopo qualche giorno di latitanza riprendo le trasmissioni.
La riunione di condominio è passata senza spargimenti di sangue e senza risoluzioni definitive. Il custode attuale è stato vittima del malcontento generalizzato ed avrà vita breve nel suo ruolo. In compenso i miei vicini erano tutti concordi nella necessità di avere un custode per otto ore al giorno che ritiri pacchi e raccomandate. Se come credo, il nuovo custode sarà un cugino dell'attuale, mi gioco un milione di dollari contro una nocciolina americana, che nessuno gli darà la delega a ritirare i pacchi e averlo lì sarà una spesa inutile. Comunque si vota in democrazia tanto vale rimettersi alla decisione di gruppo, fatto salvo il diritto a rinfacciare un bel "ve l'avevo detto io" alla riunione successiva.
Il finesettimana in montagna è stato bello, in tre giorni ho fatto un mix di tutti gli sport invernali che non avevo praticato di recente, pattinaggio su ghiaccio, sci da discesa, sci di fondo. Sono viva, ma un po' indolenzita.
Ieri sono rientrata in patria per consegnare alcuni documenti e fissare un appuntamento importante. Sulla via del rientro sono passata dal corniciaio a ritirare il mio bogolan montato su telaio. E' gigantesco. Con tutti i sedili in avanti ne sbucavano ancora 20 cm abbondanti dal bagagliaio che ho lasciato aperto e fissato con un paio di tiranti. Ho guidato un km sbattendo con le ginocchia contro il volante quando alzavo il piede dalla frizione, senza vedere nulla nel retrovisore che non fossero fantasie geometriche afro. Sono arrivata a casa indenne. Ora non resta che appendere il tutto sopra il letto. Con dei chiodi robusti, che se si staccasse d'improvviso ci ammazzerebbe nel sonno.

9.3.06

Per dire oggi prima di uscire ho messo un coltello da caccia fra i denti per esser pronta ad ogni evenienza. Si preannuncia una giornata lunga e faticosa a coronamento della quale mi aspetta la riunione di condominio.

8.3.06

C'è un posto vicino a casa mia a Genova che trabocca di alberi di mimosa. Già un mese fa, fra il verde delle foglie si intravedeva il primo giallo della fioritura e se ne percepiva l'odore dolce , ma ancora lieve.
Mi piacerebbe essere lì, camminare fra gli alberi e poi andarmi a sdraiare sul cemento del bunker della controaerea, come ho fatto un altro milione di volte. Vorrei guardare il cielo azzurro e i riflessi dorati del sole sul mare attraverso quell'esplosione di giallo.

7.3.06

Questo non è il vento di mare umido e appicicaticcio, che fa tremare i lampioni nel vicoletto e bruciare le narici con la salsedine. Quel vento che se chiudo gli occhi, sdraiata nel mio letto a casa di mia madre, posso fingere di essere sotto coperta in una barca a vela, in attesa del giorno successivo per salpare.
Questo è un vento a raffiche che scuote gli alberi e li piega quasi a spezzarli. Un vento che cerca di coglierti distratto, sul ciglio del marciapiede per sbatterti giù. Un vento bizzoso che si accanisce con i fumatori, che per quanto si curvino ed accartoccino su loro stessi e facciano scudo con le mani, non riescono ad accendersi la cicca. Che poi, anche se ci riuscissero, non sarebbero certo loro a fumarla.
E' un vento secco che spazza via tutto e lascia il cielo azzurro anche in città liberando la visuale fino alle montagne.
Ci vorrebbe un vento così anche dentro che spazzasse via le cartacce inutili e sgombrasse la mente, per poi andarsene e lasciarmi libera di riempire ordinatamente nuovi fogli. Invece, non per niente sono nata al mare, è la salsedine che fa da padrona, inumidisce ed accartoccia i miei appunti e mi fa passare la voglia di fare ordine. Ho un malloppo di righe e quadretti scarabocchiati che non si riesce a districare. Non che importi più di tanto, del resto sono felice, solo vorrei imparare a vivere in assenza di simmetria. Perché che la parità non si conservi è una legge fisica e non ha senso ostinarsi a non accettarlo.

4.3.06

Tempo grigio e cupo, mareggiata, salino che si appiccica addosso. Passeggiare è un po' come indossare un cappotto di tristezza, anche se sto pur sempre respirando aria di casa.
La mia resistenza con le bacchette in mano è di un minuto e mezzo, possiamo aspirare ad un futuro da duo punk. O forse dovremmo darci al post rock e allora il mio limite di resistenza potrebbe spostarsi in avanti.
Mi servirebbe un corso per corrispondenza della scuola radio elettra per batteristi, con esercizi di potenziamento dei muscoli delle gambe e delle braccia. E dire che il mio sogno sarebbe suonare con la doppia cassa... forse devo cominciare a farmi di ovomaltina prima di andare in sala prove.
Fedele alla linea continuo a dedicarmi a 500 cose simultaneamente, facendole tutte male. Forse un giorno capirò su quale binario incanalare le mie energie.
Nel frattempo nel post sala prove continua la meticolosa ricerca di locali improbabili in cui consumare cene tardiva. Dopo il ristorante latino della scorsa settimana, questa volta siamo finiti nella pizzeria italiana di periferia. Il cameriere sembrava uno dei personaggi dei simpson, la clientela era composta da una coppia ucraina che mangiava pasta con le vongole, una famiglia con componenti di svariate nazionalità dall'estremo oriente fino all'africa mediterranea passando per l'italia, che fotografava l'evoluzione della cena minuto per minuto, un clown fuori servizio che si faceva un amaretto di saronnno con ghiaccio, e poi noi. Che a dire il vero non stonavamo nemmeno troppo con l'ambiente circostante. E questo probabilmente dovrebbe farci riflettere.

3.3.06

Una carognata di prima mattina.
Ieri qualcuno ti ha detto "abbiamo inviato il documento, siamo d'accordo col fornitore che se non riceviamo risposta entro oggi, lo consideriamo accettato". Tu sei andata a casa tranquilla, dal momento che nessuno si era fatto vivo.
Stamattina arrivi in ufficio e trovi una mail della stessa persona che dice "domani non sarò presente, per favore chiudi la questione, chiama il fornitore ed esaminate la questione punto per punto".
Ti sei girata a giuardare se c'era qualcuno a cui potevi scaricare il barile, ma poi ti sei ricordata che se l'ultima ruota del carro. Cominci a pensare che il Padre di Famiglia Uno, ritornato ieri al lavoro dopo una settimana di malattia ed oggi di nuovo assente, abbia più chiaro di te quando è necessario avere malattie o ricadute strategiche.
E dire che hai scelto una dottoressa vicina a casa apposta.

2.3.06

Via maxcar scopro un sito che risolleva le sorti della mia giornata, l'enciclopedia delle fake bands, ossia le band inventate in film, serie televisive e cartoni animati. E scopro anche che Alvin è tornato. Ora sono una donna felice e guardo i castori che cantano. By the way io sono sempre stata convinta che cantassero "we are the chip band", non si finisce mai di imparare.
Ogni mattina il risveglio è più traumatico, le energie diminuiscono e il concetto di tempo libero è avvolto in una nebulosa che lo rende indistinto. A volte il mio desiderio sarebbe solo quello di andare a casa e sedermi sul divano avvolta nello scialletto da nonnina, a guardare un film, farmi le unghie, sfogliare una rivista o solo sonnecchiare. Sono vittima di un meccanismo perverso da me creato. Mi dico che non posso darla vinta al lavoro e rintanarmi in casa appena uscita dall'ufficio, così anche se sono stanca attraverso la città e vado alla mia lezione di danza o alla riunione dell'associazione o a qualsiasi altra cosa io abbia scelto di partecipare. E nel finesettimana, vorremo mica restare a Milano a ingrigire insieme al tempo? Bisognerà pure respirare aria buona, fare un po' di moto o anche solo andare a trovare mamma e babbo in terra natia. E quando per sbaglio uno ha 5 minuti per stare in casa? Mica si può vivere nel casino e nella sporcizia, stirare la roba alla mattina sul letto disfatto o lasciare che le piante appassiscano, bisognerà pur creare le condizioni di igiene ed ordine minime che rendano piacevole la permanenza in casa. E poi? E poi il tempo per godersele rimane o si ricomincia il giro? Inutile rispondere. Sono io che ho creato il mostro sono io che lo devo distruggere, solo che mediamente sono troppo invischiata in tutto questo per rendermene conto. Tutto per dire che mi sta anche passando la voglia di andare a sciare fra due finesettimana il che a conti fatti significa che sto alle cozze.

1.3.06

Stranamente le persone che ti incitano ad essere collaborativo, quando questo richiede buttare a mare il tuo lavoro perché ti hanno cambiato i requisiti sotto il naso, sono le stesse che quando richiedi loro collaboratività decidono che la linea dura è la migliore, quindi la priorità è trovare qualcuno a cui dare la colpa. Perdincibacco chi l'avrebbe mai detto?
Stranamente, quando sembra che una botta di fortuna sia all'orizzonte, è solo che non hai pulito bene gli occhiali quella mattina e in realtà c'è solo un tir che procede a velocità warp nella tua direzione intenzionato a tirarti sotto. Poffarbacco devo cambiare detersivo.
Credo che dovrei rispolverare immediatamente il breviario delle leggi di Murphy per un ripassino veloce di come va il mondo. Ogni tanto infatti mi sveglio credendo di essere nel mondo delle fate e che per quel giorno tutto andrà bene o meglio nessuno romperà i coglioni.
Che insomma io alla fine, per quanto questo sia universalmente poco apprezzato, sono una fiera sostenitrice dell'understatement e mi attengo strettamente alla regola aurea "non rompere i coglioni agli altri, come vorresti che gli altri non li rompessero a te". Dal momento che gli altri invece paiono seriamente intenzionati a sfrantumarmi le palle, resto indecisa su quale sia l'atteggiamento da seguire. Temo che il magnesio non sia sufficiente a placare i miei istinti omicidi. A questo punto non mi resta che sfoderare la katana e farmi giustizia da me. Se avete abiti a cui tentete allontanatevi prego, non rispondo degli schizzi di sangue.