27.6.08

Per la serie autosputtaniamoci: le nuove fantastiche avventure di Ginevra alla beauty farm.

Antefatto: poco dopo Natale, mentre a casa di mia madre stavo azzannando un pezzo di torrone gigante rassicurata dall'assenza di bilance pesa persone, mi squillava il telefono. I satanici promoter del palestra avevano deciso di fare leva sui sensi di colpa post natalizi per spingere la gente ad abbonarsi. Proponevano prezzi stracciati e mi feci abbindolare.
Inutile dire che quando in zona "prova costume" hanno provato a farmi rinnovare l'abbonamento, non hanno dovuto faticare molto a convincermi. Comprese nel pacchetto 2 ore in beauty farm, con la possibilità di provare qualsiasi trattamento disponibile.
Ieri ancora di colorito rossopomodoro, mi decido finalmente ad andare a prenotare i miei trattamenti. E' la giornata dei bidoni e la ragazza alla reception alla mia richiesta di provare il massaggio tonificante/snellente, mi propone di sperimentarlo immediatamente. Sempre che, aggiunge, io non abbia problemi a farmi massaggiare da un uomo.
Decido di sperimentare: M. il massaggatore è un signore di mezza età molto abbronzato che mi fa accomodare nel box massaggi. M. deve essere egiziano perchè dal suo stereo portatile escono note tipicamente orientaleggianti, musica ritmata sulla quale esibirsi in coreografie raqs sharqui. La cosa mi perlime un attimo, dal momento che massaggio, nel mio immaginario, è sinonimo di relax, musica soffusa e una lieve brezza di mare. Sarà che il primo ed unico massaggio sperimentato in precedenza risale al viaggio di nozze in Messico, alla spiaggia del Capitan Lafitte.
Non faccio in tempo a venire a capo della mia perplessità che il signor M. comincia a smanacciarmi energicamente le gambe. Mi sgrida perchè bevo poco e mi dice che sente un principio di cellulite. Fin qui tutto bene.
I problemi cominciano quando inizia a prendermi a schiaffoni la pancetta, che lungi dall'essere tartarugata, ha la consistenza ed il colore di un budino alla fragola (si ricordi la lampada mal riuscita). La mia povera pancia inizia a muoversi e traballare in maniera incongrua, una bella manata di taglio all'altezza di un fianco e la mia ciccetta si produce in una serie di onde che si propagavano fino all'altro fianco, dove immediatamente il signor M. è pronto a sferrare un'altra manata.
La cosa mi prova abbastanza, ma la tortura non è ancora finita, mi giro e iniziano gli schiaffoni al sedere, per fortuna con effetti meno disastrosi di quelli alla pancia.
La mezz'ora più lunga della mia vita.
E pensare che ci sono persone che pagano per farsi prendere a botte.
Non paga comunque martedì sperimenterò il massaggio thailandese scelto, inutile dirlo, basandosi sull'esoticità del nome. Forse avrei dovuto evitare di documentarmi ed andare incontro al mio destino con incoscenza, leggo infatti:
Un’altra unicità di questo tipo di massaggio è che le tecniche si spingono fino al limite delle possibilità del paziente, con l’utilizzo delle mani, dei gomiti, delle ginocchia e dei piedi.
Se sopravvivo mercoledì vi renderò partecipi.

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