30.3.07

You scored as Sirius Black. You are the most loyal friend anyone could ask for because you'd go to any length to ensure their safety and happiness. You're free-spirited and very difficult to confine to a caged life. You love being in the company of those you love and love to show them how much they mean to you. You loathe those who only live for self-gain and show disloyalty. You're a great person but sometimes its needed of you to think more rationally than being quick to jump into things.

Sirius Black

63%

Hermione Granger

53%

Harry Potter

53%

Albus Dumbledore

53%

Bellatrix Lestrange

47%

Ron Weasley

44%

Severus Snape

44%

Neville Longbottom

41%

Luna Lovegood

41%

Oliver Wood

41%

Percy Weasley

41%

Remus Lupin

38%

Draco Malfoy

38%

Lord Voldemort

28%

Harry Potter Character Combatibility Test
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Non ci sto molto dentro. Sono spazientita e l'unica cosa di cui avrei voglia sarebbe tagliare i contatti con il mondo, tutto il mondo, per qualche giorno. Lontana dal lavoro, dagli impegni che mi sono presa come hobby, da quelli che mi sono presa per quietare la mia coscienza, da quelli che sento di avere in quanto parte di un nucleo familiare, da quelli che credo di avere per onorare le tradizioni. Una bolla di silenzio.

28.3.07

Un italiano, un francese ed un inglese...
Mentre cercavo faticosamente di comporre una mail in francese per l'amico di Nizza conosciuto sui monti della Corsica, mi è squillato il telefono e, sorpresa, M. era dall'altro capo della cornetta. Per inciso, mi stava chiamando da Kosovo.
Sostenere senza preavviso una conversazione telefonica in francese a metà mattina è drammatico: senza labiale e senza gesti temo di essermi persa i 3/4 della conversazione, per contro credo che passerò a riscuotere i soldi del biglietto negli uffici adiacenti al mio, per lo spettacolo ad alto tasso di comicità in cui mi sono prodotta. Tipo che se per fingere di parlare spagnolo basta aggiungere le s in fondo alle parole, per parlare un ottimo francese maccheronico, basta eliminare l'ultima sillaba di ciascuna parola e spargere accenti a grappoli.
E giovedì mi aspetta la cena a casa di un amico, la cui fidanzata inglese è appena arrivata in Italia e giustamente non parla ancora una parola di italiano. Grazie al cielo il mio inglese è un po' più solido del mio francese, anche se so già che sarà difficilissimo evitare di usare l'italiano parlando con gli italiani.

26.3.07

Vogliamo parlare del fatto che è lunedì mattina, sono disgrafica, fuori c'è un tempo infame, è cambiata l'ora e il mio collega ha la figlia con la rosolia e da quando me l'ha detto mi sento prudere ovunque?
No dai, parliamo dei biscotti del L@g@ccio invece.
Era da un secolo che non ne mangiavo, l'altro giorno però, mentre aspettavo una collega, sono rimasta inebetita davani alla linea Sapori Regionali di un supermercato e, presa da nostalgia del mare, ne ho comprato un sacchetto. Oggi, a sacchetto abbondantemente esaurito, ho deciso di procurarmi la ricetta per farmeli in casa e così ho scoperto dei simpatici retroscena: ad esempio che L@g@ccio era il nome dispergiativo dato al laghetto artificiale che l'ammiraglio Andrea Doria aveva fatto costruire a metà del 500 per rifornire il suo palazzo. Lo dice anche wikipedia, quindi ci credo.
La ricetta, seppure non troppo chiara, dice:
Ingredienti: 600 g di farina di grano tenero, 150 g di burro, 200 g di zucchero, 50 g di lievito di birra e, in alcuni casi, 50 g di finocchietto dolce.
Lavorazione: impastare la farina con il lievito di birra e l'acqua tiepida. Lasciare lievitare sino a quando non avrà raggiunto il doppio del volume. Quindi sistemarlo al centro della restante farina, aggiungere gli altri ingredienti ed un pizzico di sale. Lavorare energicamente e lasciare lievitare la pasta per un'ora. Creare due filoni e lasciarli ancora lievitare. Infornarli per 30 minuti a 180°. Farli riposare per 24 ore, tagliarli a fette sbieche di 2 cm di spessore e farle biscottare.
Uno di questi giorni ci provo.

23.3.07

Fortuna che è venerdì e fra poche ore lascerò questo ufficio per godermi un finesettimana di meritato riposo.
Che poi, riposo, domani abbiamo lo spettacolo di primavera ed io ho saltato l'ultima prova in cui dovevamo definire come chiudere la coreografia. Non ho nemmeno sistemato il costume ed ho il serio timore di rimanere in mutande a metà esibizione, timore che ho sempre a causa delle mie scarse doti sartoriali.
In ufficio c'è un casino senza senso, tutti parlano in contemporanea e a voce altissima, agogno il silenzio, la pace e una quantità consona di metri cubi d'aria . Dovrebbero esserci delle leggi che tutelano la sopravvivenza del neurone del lavoratore, già provato dai poco edificanti lavori a cui deve dedicare la propria attenzione. Una corretta ossigenazione del sangue e un livello di inquinamento sonoro sotto i livelli di guardia dovrebbero essere in testa alla lista dei diritti della materia grigia.

22.3.07

Va beh fra la collega che doveva prenotare la vacanza last minute in Messico, il mio tenere d'occhio i last minute per Cuba, le mille interruzioni di una giornata lavorativa in cui appena ti concentri qualcuno viene a farti domande urgentissime, inutili e fastidiose, ci mancava solo che quelli dell'ufficio accanto si mettessero a fare gli spoiler della puntata di Lost andata in onda stanotte. E che poi mi passassero la puntata suddetta, sottotitolata.

21.3.07

Alla scoperta del corpo umano
Ieri a pranzo ho mangiato due uova sode e zucchine alla julienne per poi completare con due ovettini di cioccolato fondente ripieni di crema fondente e granella, acquistati dalla mia collega anch'essa a dieta, ma in cerca di complici per un qualche strappo alla regola.
Circa 20 minuti dopo ho cominciato ad avere le vampe, caldo, freddo, caldo, un bruciore intenso al centro del petto e l'incapacità totale di restare seduta o in piedi. Visto che ero in ufficio restava l'opzione poco igienica di accasciarsi rantolando sulla moquette o quella di chiudersi in bagno ed assumere una posizione semiseduta sul gabinetto chiuso con fronte appoggiata sulle ginocchia.
L'adattamento al dolore o la paura di contrarre ulteriori sintomi a causa dei batteri da ingrasso presenti nel bagno hanno fatto sì che dopo una mezz'oretta riuscissi a simulare un atteggiamento da lavoratore attento davanti al pc. Dopo qualche ora il rischio svenimento era definitivamente accantonato consentendomi di prendere Baby e tornare a casa.
A casa mentre elencavo al Marito i terribili sintomi di cui ero stata vittima e che ancora mi rendevano uno straccio, ipotizzando di avere contratto strane malattie tropicali e di essere scampata per miracolo alla morte, lui pacifico sentenziava "ti si è bloccata la digestione" ed estraeva una bustina gialla da aggiungere alla mia farmacia ambulante personale: citrosodin@.
L'importante è non essere ipocondriaci

19.3.07

Il finesettimana mi ha lasciato un senso di malinconia e di vuoto, il tempo grigio del lunedì mattina non aiuta a dissolverlo.
Prendo la macchina per andare in ufficio e per dissipare i sensi di colpa decido che il tempo risparmiato sarà impiegato a risolvere qualche questione burocratica.
In banca non c'è nessuno e me la sbrigo in fretta, trovo parcheggio vicino all'ufficio nonostante sia giorno di lavaggio strade, arrivo nell'esatto istante in cui una station wagon sta liberando un posto. Parcheggio in una manovra e scattante mi avvio verso l'ufficio. Un collega in affanno mi si avvicina e dice che ho il passo da antilope ed è difficile raggiungermi.
Non so ancora che tutta questa energia è destinata ad esaurirsi nellimpresa più titanica dell'universo: chiamare l'inps.
Antefatto: sabato a casa di mia madre arriva una lettera dell'inps che mi invita a controllare la situazione versamenti. In caso qualcosa non torni sono invitata a contattare un numero verde o a collegarmi sul sito internet operazione per cui è necessario un pin che si può avere chiamando il numero verde.
A me serve il pin e serve comunicare all'inps che ho già cambiato residenza due volte pertanto sarà il caso che inizino a spedirmi i rendiconti a casa mia e non da mia madre che peraltro fra qualche mese traslocherà.
Ore 9.40 prima telefonata:
per il servizio in italiano premere 1... 1
per informazioni sugli uffici inps premere 1, per i servizi internet premere 2...2
per i servizi intenet inps premere 1 ...1
ci spiace, i nostri operatori sono momentaneamente occupati, lasciate un recapito telefonico o richiamate più tardi
fiduciosa riattacco
Ore 9.55 seconda telefonata:
per il servizio in italiano premere 1... 1
per informazioni sugli uffici inps premere 1, per i servizi internet premere 2...1
per uffici inps premere 1...1
inserire il cap corrispondente al comune di residenza... wyxzyw
l'ufficio più vicino si trova in via uwzxwy al numero 23, grazie ed arrivederci
Merd... ho sbagliato opzione speravo che alla fine ti facessero parlare con un operatore. Riprovo con il pin.
Ore 10.05 terza telefonata:
tutututututututututututuututututu
Ore 10.10 quarta telefonata:
tuuuuuu tuuuuuu tuuuuu tutututututututu
Ore 10.15 quinta telefonata:
Telecom Italia il numero chiamato non è al momento raggiungibile
Ora, io ho una parente che lavora all'inps. Chiamando lei probabilmente potrei sistemare la cosa in 10 minuti. Ma mi son detta che c'è un numero verde, c'è una procedura perché approfittare dei vincoli di parentela, seguo l'iter standard.
E poi uno si domanda come mai in Italia ci sono i capi elettori che raccattano voti facendo fare in una settimana una tac per cui ci vogliono dieci mesi o facendo mettere l'asfalto nelle buche della strada sotto casa o raccomandando per un esame.
Concendo al servizio pubblico 15 tentativi, poi prendo la scorciatoia.

Update:
All'ottavo tentativo e dopo soli 19:56 minuti di telefonata sono riuscita a farmi spedire il pin e a cambiare indirizzo.
A detta dell'operatrice che ha seguito la mia pratica le variazioni di indirizzo non sono automatiche. Quindi quando uno cambia residenza il comune comunica a Motorizzazione e Uffici elettorali la variazione , ma non all'INPS. Deve essere il cittadino a preoccuparsene.
Gioiamo della vittoria (momentanea) sul golgota della burocrazia.

16.3.07

La settimana è corsa via veloce, all'attivo ho due giorni di spostamenti in biclicletta e ripudio dell'ascensore, una rinnovata energia da fine del letargo invernale, un controllo dal dietologo che mi ha detto che 1,5 kg e 2 cm in meno non sono un cattivo risultato (peccato che i 2 cm siano scesi oltre che dal giro vita anche dal seno, ma va beh) per un mese di dieta non troppo rigorosa, un venerdì con pausa pranzo all'ipermercato con giro da feltrinelli e in profumeria e relativo sperpero di capitali.
Ho finito "Molto forte, incredibilmente vicino" di J.S. Foer che mi ha immalinconito, fatto piangere, ma anche fatto incazzare. Sarà genio, sarà creatività, ci sarà un preciso intento comunicativo, ma a me tutte quelle pagine con una sola frase, tutte quelle foto, quelle pagine scritte e sovrascritte, le pagine ripetute hanno fatto l'effetto delle foto e dei grafici messi nella tesi per aumentare il numero delle pagine.
Ho iniziato "Testimone inconsapevole" di Carofiglio, non mi dispiace, si divora in un battibaleno, ma non ne posso più dello stereotipo dell'investigatore/detective/poliziotto/avvocato che ama la cucina e la musica. E che cavolo. Sarà possibile leggere un libro in cui il protagonista ad un certo punto non si metta a spignattare raccontandoti per filo e per segno la ricetta? Sarà che sono a dieta e quindi la salivazione e la voragine nello stomaco scattano con un niente, ma mi sono un po' scocciata.
A breve fuggirò verso il mare per concludere in bellezza.

15.3.07

Le dinamiche di gruppo sono uno dei grandi misteri del creato. In qualsiasi comunità ci si trovi, dai colleghi in ufficio, ai vicini di casa, alle compagne del corso di danza, al gruppo in cui si fa volontariato, dopo un primo momento di euforia e di amicizia universale iniziano a manifestarsi disturbi sottili, che vanno ad esacerbare la convivenza.
E se i colleghi ed i vicini non te li scegli, in altri ambiti c'è da domandarsi come mai diventi inevitabile farsi del nervoso durante una attività che uno ha scelto liberamente di fare. E dire che il lavoro è il terreno principale di scontri, che uno dovrebbe averne abbastanza delle recriminazioni che fa dalle 9 alle 18, che dovrebbe cercare di evitare meccanismi perversi in altri ambiti. Invece alla fine ci si cade come delle pere. Sarà che le dinamiche di interazione sono ricorrenti, che se uno è abituato a seguire uno schema finirà per adoperarlo in qualsiasi ambito della sua vita per quanto questo non sia efficiente.
Fortunatamente, se non è lavoro, riesco a rimanere abbastanza distaccata e seppur rimanendoci male per l'occasione mancata di costruire qualcosa assieme con serenità, riesco a scrollarmi il disagio di dosso abbastanza velocemente.
Però non posso fare a meno di domandarmi perché si finisca così a recriminare a scocciarsi anche quando alla fine non ce ne viene in tasca nulla.

14.3.07

Periferia dell'impero, un'area sopravvive alla cementificazione selvaggia, incastrata fra 4 palazzi di edilizia popolare, un ipermercato e due strade ad alto scorrimento.
Ci sono cespugli di rose piantati alla base di un pilone dell'alta tensione , un porticato di sole colonne che attende che la wisteria si decida a formarne il soffito. Alla base di ogni colonna, su ogni lato, a 50 cm dal suolo una ribaltina in legno. Più avanti sentieri terrosi si incrociano ad angolo retto attorno a tratti di erba verde. Le panchine sono disseminate qua e là, mai troppo vicine agli alberi che un giorno forse avranno fronde ombrose, ma che per il momento assomigliano a tristi pali della luce.
In questa primavera anticipata fatta di maniche corte e felpa col cappuccio e niente giacconi, decido che la pausa pranzo la passerò al parco, col mio nuovo libro in mano, mangiando carote alla julienne spolverate di zenzero fresco grattugiato. Guaderò i cani passare e sorriderò ai padroni come si sorride ad una mamma quando troviamo che il suo bambino sia bellissimo.
Armata del mio pranzo e di una latta di mais linea soviet della coop, quale corpo contundente atto a mettere ko eventuali importunatori, scelgo una panchina di mio gradimento.
Ogni tanto alzo lo sguardo e vedo che non sono la sola ad aver avuto questa brillante idea, impiegati arrivano a frotte, occupando le panchine ed estraendo focacce da sacchetti di carta. Alcuni sono chiaramente alle dipendenze del supermercato, altri sfoggiano divise d'ordinanza in giacca e cravatta. Tutti alla ricerca di un briciolo di natura, un misero contatto con la primavera. Non ho potuto fare a meno di domandarmi se è più triste chi cerca il contatto con la natura in un parco spoglio o chi passa dall'atmosfera metallica dell'ufficio a quella della tavola calda attravrsando asfalto e cemento.
Mentre mi trastullavo con queste riflessioni di stampo marzulliano, una flottiglia di taglierba, trattori e camioncini del comune si è data convegno per una gara di freno a mano a meno di cento metri dalla mia panchina. Il tempo di buttare le cartacce e allontanarmi e la zona di pseudopace è stata invasa dal rumore scoppiettante dei motori lanciati al massimo.

Credo che domani andrò a mangiare all'ipermercato.

13.3.07

No dico quali sono le probabilità che una, ingobbita alla propria postazione di lavoro, decida di mettersi il burrocacao, che lo stick si rompa e spezzandosi finisca esattamente nella scollatura e si incastri nel reggiseno?
Secondo me sono proporzionali al numero di uomini presenti nell'ufficio.

E questo è l'evento rilevante della giornata, da cui si può capire come sono messa.

12.3.07

Ho passato la domenica arrampicata sulla scala con il bastone della vaporella in una mano e lo straccio nell'altra nel tentativo di togliere i quintali di polvere accumulati sulle persiane. Polvere rossa, esattamente quand'è l'ultima volta che ha piovuto sabbia del deserto? Esattamente da quant'è che non pulivo le persiane? E ci sono ancora quelle della camera da letto, alle quali non voglio pensare.
Esaltata dal potere scioglisporco del vapore, mi sono dedicata anche al pavimento del terrazzo e poi è stato inevitabile prendere la macchina e andare al garden delle meraviglie a comprare piantine fiorite e il falso gelsomino da far arrampicare sul bambù.
E' stato un finesettimana di decompressione e va bene così.

11.3.07

Per la seconda volta nella vita, a scuola dall'altro lato della cattedra. Il trauma più grande è arrivare a scuola alle otto e 15 e infatti io e M. entriamo poco prima che il bidello inizi a sprangare la porta. Fortunatamente anche il vice preside, colui che ci ha gentilmente concesso le ore, è ancora a spasso e gli studenti non sembrano troppo ansiosi di entrare in classe.
Questa volta siamo meno organizzati, spargiamo sulla cattedra un plico di fogli da cui trarre ispirazione, M. inizia con un discorso sulla distribuzione della ricchezza nel mondo, i ragazzi sonnecchiano sui banchi. Tocca a me, si parla di dichiarazione dei diritti dell'uomo.
Domando : "Lo sapete quali sono i diritti sanciti dalla dichiarazione?". Silenzio. Sguardi spenti. Indifferenza.
Cambio approccio "lo avete visto il concerto degli U2 a San Siro?". Penso che magari potrebbero ricordarsi il momento in cui sulla muraglia di schermi sono passati i vari articoli, mentre una voce femminile li leggeva. Dal fondo una ragazza "Io gli U2 non so nemmeno chi siano".
Mi si crepa la faccia, mi sembra ieri che ero dall'altro lato del banco ed ora mi dicono che la muscia che ascoltavo è totalmente passata di moda, manco avessi chiesto se conoscono i Deep Purple. Fortunatamente una sveglia, seduta al primo banco interviene in mio aiuto, dicendo alla compagna che è lei ad essere ignorante, sanno che esite Bono, ma il concerto proprio non l'hanno visto. Alla fine con qualche difficoltà iniziano a dirmene qualcuno e il dicorso diventa più facile.
Le prime due ore scorrono senza intoppi, nella seconda classe siamo più carburati, sono anche le dieci del mattino ed i nostri bioritmi hanno preso un andamento regolare. Siamo anche riusciti ad individuare quali sono gli argomenti che ci sono più congeniali, i ragazzi, forse vista la presenza dei professori in aula, sembrano più attenti.
A mezzogiorno, abbandoniamo il campo soddisfatti.
Io però ormai mi sono intrippata con le cifre e nel pomeriggio, prima di crollare addormentata sul divano, mi sfoglio il rapporto dell unicef sulla condizione dei bambini nel mondo. Al di là della situazione dell'infanzia, ci sono una serie di tabelle con dati su popolazione, alfabetizzazione, sanità, reddito procapite.
Ad esempio, lo sapevate che nelle repubbliche dell'ex URSS il tasso di alfabetizzazione è del 99-100% ? Embeh? In Italia è solo del 98%. Anche in Turkmenistan ed in Tagikistan sono più alfabetizzati che in Italia. A Cuba l'alfabetizzazione è del 100%. Mi viene da pensare che nei paesi socialisti, la gente non starà bene, ma almeno sa leggere (magra consolazione in effetti). In Cina l'alfabetizzazione è del 95%, in Corea invece non è dato sapere. La mia teoria non so quanto regga.
E lo sapevate che a Cuba e negli USA la speranza di vita è la stessa? 78 anni. In Italia invece è 80.
Il paese con la speranza di vita più bassa invece è lo Swaziland, in cui la media è 32 anni e la percentuale di popolazione affetta dall'HIV è il 33%. Dov'è lo Swaziland? Qui
Se c'è qualcun altro malato di statistiche come me puo scaricarsi questo.

9.3.07

La parola di oggi è technosexual.

A person, male or female, who is so deeply enthralled with technology they discuss it with a level of passion that most people reserve for [sex]. Not always a [geek] or a [nerd], but generally someone who has the latest and greatest everything.

She became so excited about her new laptop and PDA that her friends knew she must be technosexual.

da Urban Dictionary
Stamattina il risveglio è stato pessimo, torcicollo violento e impossibilità di tenere la testa in posizione diversa da "inclinata in avanti e verso destra". Il Marito mi ha praticamete tirato su dal futon con l'argano, mentre io ad ogni variazione della tensione muscolare del collo emettevo gemiti strazianti. In queste situazioni si fanno interessanti scoperte scientifiche, tipo che la muscolatura del collo è implicata nei movimenti che dalla posizione sdraiata portano a quella seduta e da quella seduta a quella eretta.
Una volta raggiunto il bagno con l'agilità di un gatto di marmo, mi sono trovata davanti ad altre due piacevoli sorprese, un herpes sul lato destro del labbro inferiore e per non farci mancare nulla, due graffi sul lato sinistro della faccia.
Ad un esame più approfondito a causa della contrattura, ho anche la spalla sinistra lievemente più in basso della destra.
Aulin e voltaren in crema hanno portato la sofferenza ad un livello "accettabile" tanto che impavida (?) ho deciso di affrontare la lunga strada verso l'ufficio.
Ora allieto i colleghi con simpatiche gag da uomo di legno.

8.3.07

Approfittare della giornata di sole per inforcare nuovamente Baby,
dimenticarsi di mettere i guanti e accorgersene solo quando si fruga nella borsa per estrarre il blocca disco,
andare finalmente in sede a restituire il pc da rottamare,
approfittarne per prendere il sushi da mangiare a pranzo in un negozio lì vicino,
ritornare in ufficio, casco in mano e sacchetto del sushi nell'altra,
ESSERE SCAMBIATA PER IL FATTORINO DELLE CONSEGNE: NON HA PREZZO

7.3.07

Ci sono, ma il tempo uggioso non aiuta il componimento di post non assimilabili alle farneticazioni di un aspirante suicida. Il dover fare la tinta ai capelli, metter su una lavatrice, preparare la cena per me stessa e per il Marito disperso nelle lande a nord della città, tornare a casa in autobus col sacchetto della spesa fatta a pranzo all'ipermercato, sono ulteriori aggravanti alla mia situazione.
Alle volte ci si domanda dov'era il bivio, quando l'abbiamo imboccato. Quand'è che la nostra strada ha iniziato a curvare inaspettatamente per restringersi infine in un vicolo cieco. Qualche volta ci si domanda se il bivio sia mai esistito e se la palude in cui ci troviamo non sia un posto accettabile dove passare il resto della nostra vita.
Ma la notizia è che c'è una data e la data è il 15 marzo 2008. Il bivio lo abbiamo stabilito a tavolino, come la deadline. Un anno abbondante di tempo dovrebbe consentirci di arrivare preparati alla scelta. Abbiamo anche sottoscritto una clausola : non potremo decidere di rimanere a fissare il cartello segnaletico per un altro anno.
Dà sicurezza essere informati suoi fatti, avere l'illusione che saremo preparati e non ci sarà nessuna pagina che non abbiamo studiato e che sarà difficile fregarci.

6.3.07

Che non sarei andata alla lezione di danza l'ho decretato nel momento in cui ho parcheggiato l'auto sul lato della strada non interessato al lavaggio strade. E dire che, nel caso in cui fossero arrivate le mie fantastiche scarpette da schiava, mi ero riproposta di andarle a provare: nemmeno la presenza del pacco nella cassetta delle lettere mi ha smosso dall'attacco di pigrizia di cui ero preda.
Mia madre dice sempre che faccio bene, io penso invece di fare male. Non bisognerebbe soccombere alla stanchezza mentale che l'ufficio ci infonde e privarsi delle cose che ci fanno stare bene e che fanno sì che la nostra vita sia qualcosa di diverso dal tragitto casa ufficio casa.
Per infierire ulteriormente su me stessa, il tempo sottratto alla lezione di danza è stato impegnato nello studio poco proficuo per la certificazione che a inizio anno mi ero ripromessa di prendere entro marzo, ma che visti i ritmi sarà già un miracolo se vedrà la luce nel 2007.
Studiare dopo cena è una pessima idea, soprattutto se quando vai a dormire c'è qualcosa che non hai capito, durante la notte infatti ho vissuto le due ore di esame e la susseguente bocciatura. Nella pausa pranzo, onde evitare che l'incubo diventi ricorrente, ho studiato la differenza fra stack ed heap in java, ecco il link casomai qualcuno avesse le mie stesse ansie notturne.
Ora scusate, ma vado a cercare un sito che venda cilici on line, visto che oramai sono votata all'autoflagellazione.

5.3.07

Quale finesettimana scegliere per sgarrare pesantemente la dieta se non quello antecedente al controllo dal dietologo?
Tempo bello, camelie in fiore, piacevoli passeggiate, pizza con gli amici, eclissi di luna, cuculli in accompagnamento alla birra, pranzo abbondante, visita ai suoceri, rientro trafficato. Il finesettimana è passato in un soffio, lasciandomi ancora intontita di fronte alla nuova settimana che inizia.

2.3.07

Son of a bitch
3 settimane fa
G - C'è scritto che bisogna fare questa cosa, mi serve questa informazione.
SoaB- Ah sì, ma tanto guarda questa cosa non va fatta per quando c'è scritto lì, va fatta fra 6 mesi.
G - Ah ok quindi non la faccio.
SoaB- No rimanda.
G - Ma nella richiesta è scritta esplicitamente.
SoaB- Tranquilla lo sanno che verrà rimandata.
G - Ok allora non la faccio, l'importante è che siamo allineati.
oggi, ore 12
SoaB- Senti ma in quel documento c'era questa richiesta?
G- Sì ma avevi detto che non l'avremmo fatta e che era rimandata.
oggi ore 13
mail [da SoaB a G] Puoi immediatamente lavorare a quella richiesta e finire entro stasera?

1.3.07

Primo marzo, Baby esce dal letargo e docilmente mi conduce in ufficio. Naturalmente, dato l'evento, il cielo minaccia pioggia.
Mi sento come un criceto in gabbia che corre su di una ruota, folgorato improvvisamente dalla consapevolezza di sé stesso. Mi sembra di vivere una vita che non mi appartiene, di essere arrivata dove sono in base ad un modello che ho fatto mio, senza sentirlo veramente come tale. Mi sembra di essere imprigionata in ciò che ho costruito e mi odio per tutte le volte che avrei potuto mandare tutto a puttane senza aver nulla da perdere soprattutto ora che da perdere ho tanto e ogni scelta è più difficile.
Non riesco ad essere radicale nelle mie scelte, sono sempre sospesa fra due estremi. Faccio scelte di comodo, nascondendomi dietro a false necessità ? Non so. Mi rifiuto di fare compromessi, di dire cose che non sento per egoismo piuttosto che per onestà? Probabile.
Bisogna rivalutare il vivere alla giornata, abolire le aspettative, cestinare i progetti, esser cauti nel desiderare, non si sa mai che il desiderio si realizzi.
E poi uno si domanda com'è che certe persone un giorno escono a comprare le sigarette e nessuno ne sa più niente.