12.9.05

I peperoni alla sera non li devo mangiare, soprattutto se per aperitivo ho preso delle bruschette all'aringa.
Stanotte ho fatto il seguente sogno:
vivevo in un mondo in cui, alla faccia della chirurgia plastica, avevano inventato un nuovo modo per fare i ritocchini alla gente, la clonazione. In pratica clonavano una versione upgradata di te stesso, con glutei più tonici, polpacci sportivi, ventre piatto e tenevano il tuo clone in un cilindro di metallo arancione criogenizzato. Poi sopprimevano il tuo vecchio corpo et voilà uno si risvegliava con tutte le sue memorie e il suo modo di essere, con il suo vecchio cervello insomma, nel corpo nuovo.
Arrivavo nella sala operatoria con le mie gambe e mi facevano sdraiare su di un lettino appoggiato sopra il cilindro arancione contenente il mio clone, poi iniziavano a farmi delle iniezioni di anestetico di diversi tipi nell'avambraccio per rendere meno dolorosa l'operazione di trapasso. Solo che l'anestetico mi paralizzava e mi impediva di parlare, ma non mi toglieva conoscenza. Così vedevo chiaramente la calza viola che l'infermiera mi metteva sulla testa e sul volto prima di iniziare a soffocarmi a mani nude, mettendomi una mano sul naso e l'altra sulla bocca. Sentivo il battito cardiaco accelerare e l'aria mancare, poi all'improvviso la tizia mollava la presa e se ne andava convinta di aver terminato l'operazione.
A quel punto non ne volevo più sapere di vivere nel mio clone e fuggivo dalla sala operatoria prima che qualcuno si accorgesse che ero ancora viva e nel mio vecchio corpo.
Iniziavo a vagabondare per un palazzo enorme pieno di gente, tentando di nascondermi alle ricerche, sperando di trovare l'occasione di uscire inosservata. Passavo da un'ascensore all'altro, con il mio borsone di vestiti che avevo recuperato chissà dove. Ad un certo punto sull'ascensore su cui mi trovavo saliva un duo, cantante più suonatore di fisarmonica che vedendo il borsone incustodito tentava di impadronirsene. Al che gli proponevo uno scambio, se mi avessero aiutato a fuggire gli avrei dato il contenuto della mia valigia. La cantante si prestava al gioco e mi prestava la sua parrucca e i suoi occhiali da sole scuri ed avvolgenti ed io mi allontanavo sotto braccio al suonatore di organetto.
Stasera mi adopererò per scoprire se alla fine la facevo franca o se l'infermiera killer riuscia a terminarmi, credo che per raggiungere l'obiettivo comprerò del mascarpone con le noci da ingerire subito prima di coricarmi.

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