13.12.05

Non capisco. Provo a rallentare il ritmo eppure gli impegni si sovrappongono, le giornate di non lavoro mi si sbriciolano fra le dita prima ancora che io abbia avuto il tempo di tirare il fiato. Le giornate di lavoro si alternano fra momenti piatti e brusche accelerazioni che comprimono lo stomaco e risucchiano l'aria dai polmoni. Poi ci sono tutti quegli impegni di cui farei volentieri a meno, come le riunioni di business unit o le cene natalizie di gruppo. Andare o non andare è sempre il dilemma. Perché rubare altro tempo alla mia vita privata? Poi finisce che vado lo stesso, cerco conferme del fatto che sto sprecando il mio tempo e ovviamente le trovo a piene mani, ma mi consolo chiaccherando con colleghi simpatici che non vedo da tempo e mangiando tartine.
Vorrei più tempo per vivere la mia casa, rinvasare la diffenbachia e addobbar l'albero. Cucinare senza essere in preda ai morsi della fame. Sedermi a vedere un film senza avere il pensiero che in realtà dovrei stirare o che alla fine ci saranno i panni da stendere.
Qualcuno direbbe che devo ottimizzare i tempi, migliorare le performace, una volta ho letto un libro che si intitolava qualcosa come "i 4 pilastri delle persone efficienti", era pieno di schemini diagrammi di Venn che delimitavano le sfere di influenza sui cui una persona può agire o ipotesi complicatissime di calendari atti a migliorare la gestione del tempo. Io più che una lista dei to Do non riesco a fare e già quella mi sembra tanto.
Forse sarebbe solo il caso di prendere una donna delle pulizie.

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