6.5.04

In metropolitana si vedono sempre strani personaggi.
Alle volte sono io che sono nervosa ed irritabile perche' devo mischiarmi alla massa pendolare invece di svicolare nel traffico in sella a BabyBlue.
Tipo l'altra sera che avrei preso a mazzate in faccia il rispettabilissimo signore che avevo accanto perche' masticava fastidiosamente una cicca.
Ieri invece il personaggio era inquietante sul serio. Un ragazzo in abito scuro con gli occhiali di Paola Barale, quelli rettangolari giganteschi, fascianti, con le stanghette che partono dalla base della lente, una camicia leopardata bianca e nera e un ombrellone da pioggia coi colori dell'arcobaleno.
Si e' appoggiato al palo della metro in una posa mista fra Clint Eastwood e una ballerina di lap dance ed ha iniziato a guardarmi con l'aria di credere che sarei dovuta cadera ammaliata ai suoi piedi. Masticava anche lui una cicca e a tratti si sistemava la cintura dei pantaloni. Continuava a fissarmi e a pencolare sinistramente in cerca, suppongo, di una posa che mettesse in risalto il suo profilo migliore.
Mi sono girata in modo da non doverlo guardare, ma i suoi continui spostamenti lo riportavano fastidiosamente nella periferia del mio campo visivo e pericolosamente sul limitare del mio cilindro di sicurezza, lo spazio fisico che ci deve essere fra me e una persona perche' io possa sentirmi tranquilla.
Ho iniziato a provare un immenso fastidio, un corto circuito nella mia spina dorsale e una voce che mi diceva di allontanarmi. Fortunatamente alla prima fermata c'e' stato un ricambio di persone nel vagone e sono riuscita a conquistarmi uno spazio sufficientamente distante.

Nessun commento: