30.5.04

Capitolo 6. 27/05/2004

Les Aguilles de Bavella.

Ovvero Asinau - Paliri (1055m), ovvero 14 Km per la variante alpina.
Come al solito mi alzo dopo i francesi, quando emergo dal dormitorio (loro sono ormai aficionados del pavimento della cucina) vedo Michel che sta partendo. So che hanno deciso di separarsi in due gruppi: Michel Francine e Jacques faranno la variante alpina, Nellie che soffre di vertigini, Guy e Jean Luis la via normale, ma non gli chiedo se hanno mantenuto il proposito anche se il cielo minaccia pioggia.
Dal rifugio scendo nel bosco, attraverso il ruscello, mi fermo a consultare il libretto nel timore di aver perso l’indicazione della variante alpina e vengo raggiunta dai tedesconi. Li lascio passare, ma mi metto alle loro costole visto che comunque il sentiero è abbastanza pianeggiante e riesco a tenere il loro ritmo.
Arrivati finalmente al bivio per la variante loro proseguono dritti e imperterriti per la via normale. Io guardo il cielo, guardo il cartello, riguardo il cielo, penso che la variante è più spettacolare e me ne frego del grigiore, le nuvole sono alte e spero di sbrigarmela prima che si abbassino.
Peccato che dal tranquillo sentiero nel bosco la variante ti faccia salire sulla costa del monte con una serie di tornanti strettissimi che ti costringono nel giro di poco tempo a portarti sulla cresta delle rocche di Bavella. Io per timore che le nuvole si abbassino li faccio speditissima mettendo a dura prova le mie coronarie.
Fortunatamente arrivata in cresta comincio ad incontrare gente e mi rassicuro sul fatto che non sono l’unica testa di cavolo che nonostante il brutto tempo passa per la variante, magari un po’ incosciente, ma in buona compagnia.
La variante non è poi così difficile come la dipingono, c’è un solo tratto di roccia attrezzato con una catena e la fatica più grossa è strasciare fra le due rocce che lo chiudono sulla cima avendo in spalla lo zaino. Peccato per il tempo grigio e il vento che rendono il paesaggio un po’ spettrale e non mi fanno godere la sosta. Quest’ansia da pioggia in arrivo fa sì che nel tratto Asinau – Col di Bavella io impieghi 3 h 50 minuti invece delle 4 h 20 previste dal libretto. Arrivo al bar dove raggiungo i francesi che si spaventano per la stanchezza disegnata sulla mia faccia. Loro mi propongono di fermarmi e pranzare lì, ma io so che se metto le gambe sotto al tavolo e mi faccio uno stufato nessuno e niente potrà schiodarmi di lì così bevo l’immancabile birra Pietra (al rifugio di Paliri non hanno provviste né tanto meno birra in vendita) e mi mangio una fettona di torta di castagne. Poi prima che la stanchezza mi colga mi metto in cammino, giusto nel momento in cui comincia a piovere. I francesi, per la cronaca, stremati dal pranzo e allettati dalla prospettiva di una doccia calda si fermano a dormire nella gite di Bavella.
Sono a 1218m e devo arrivare a i Paliri che è a 1055 m, parto rilassata credendo di dovermi fare solo un bel pezzo in discesa. Invece sono punita: si scende sì fino sui 1000m ma poi si risale fino a 1260m (Foce Finosa) per poi arrivare a i Paliri. La pioggia smette quasi subito, ma l’umidità nel bosco è tale che durante la salita mi ritrovo a pensare che sto sudando birra, il che non è piacevole.
I miei percorsi mentali, già non perfettamente lineari, sotto il peso di una stanchezza acuta si fanno vagamente perversi. E così arrivando in prossimità del rifugio, al limitare del terreno di competenza del guardiano, vedendo il sentiero ben curato, le pietre disposte a gradino, le ringhiere fatte con i rami degli alberi mi trovo a pensare di star entrando nell’antro del capitano Kurtz ( e dire che ci sono i pini e non le mangrovie) e mi aspetto di veder apparire da un momento all’altro una testa infilzata su di un palo. Invece mi trovo davanti una casetta delle bambole, con il camino fumante e un giardinetto curato con pietre dipinte di bianco e di rosso (colori del segnavia del GR20). Il guardiano, lungi dall’essere lì a scopo di lucro come tutti gli altri guardiani è il perfetto guardia boschi, amante della natura. Mi lascia scegliere il mio letto nel dormitorio, mi indica sorgente doccia gabinetto etc etc, mi invita ad andare in cucina a scaldarmi al calore della stufa a legna. Fantastico. La sera ci ritroviamo in cucina io, i tedesconi, i due olandesi e finalmente ci si raccontano (in INGLESE!!!) aneddoti di montagna confortati dal calore della stufa.

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