30.5.04

Capitolo 8. 29/05/2004

Saluti.

Al mattino ci si ritrova tutti a fare colazione, ciascuno pronto a prendere la via di casa per proprio conto. Primi a partire i tedesconi e gli olandesi con la navetta delle otto del mattino per Porto Vecchio: una stretta decisa di mano, un sorriso e un Ciao.
Poi vengono i saluti con i randonnerur dotati di tenda, conosciuti meno proprio per questo motivo. L’armadione stempiato che mi saluta con una strizzata d’occhio.
Infine la discesa a Santa Lucia in macchina con i francesi. Scambio di email fra me e Michel con la promessa di scambiarci le fotografie. Ultima foto di gruppo, baci e abbracci. Gli ultimi che saluto sono i canadesi che hanno scroccato anche loro un passaggio ai francesi.
Ultime cartoline da spedire, poi per ammazzare il tempo che mi separa dall’arrivo del bus per Bastia decido di andare al mare. Peccato che Santa Lucia di Porto Vecchio non sia sulla costa. Mi avvio fiduciosa per la strada che porta alla spiaggia di Pinareddu: 50 minuti ad andare, 50 a tornare e 2 ore di spiaggia.
Alla fermata del bus incontro un gruppo di persone che parlano tedesco, poi una estrae un giornale, la repubblica. Perplessa non dico nulla fino a che uno di loro mi squadra tentando di capire dal mio abbigliamento la nazionalità, ma io dissimulo bene la mia italianità (di solito tutti quelli che attaccavano discorso senza sapere di dove fossi mi chiedevano se non fossi inglese) e quello si limita a dire a voce alta la marca del mio zaino, Salewa. Al che me ne esco con “Sono italiana” e loro “Ah wunderbar, anche noi”. “Ma di dove?” “Di Bolzano”. Ah ecco!
A Bastia mi ritrovo in mezzo allo shopping del sabato pomeriggio e isterica per il troppo casino appena posso mi imbarco sulla nave con lo zaino che ormai con tutte le birre che ci ho ficcato dentro peserà almeno 16 kg.
La vacanza è finita. Peccato. E’ stata una gran vacanza.

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