5.1.05

La vacanza a Madrid(parte quattro)

Shopping
2 scialli ricamati a mano
1 paio di scarpe da flamenco blu elettrico (ma senza chiodi così ci posso andare a zonzo)
1 tazza con un toro
del torrone
dei bicchierini da liquore
1 pezzo di llomo iberico

Mezzi pubblici/ 2
A Madrid in metro ti danno 20 minutos, l'equivalente del Metro nostrano. Il suddetto giornale ha indetto un concorso per blog in castigliano, iscrizioni fino al 1 febbraio.
La vacanza a Madrid (parte tre)

Cinema.
Una sera ci siamo lanciate nell'avventura film in lingua originale sottotitolato in spagnolo.
Il film era Ocean's twelve e sicome non c'era molto da capire e più che altro si doveva restare in adorazione di una manica di attori fighi da panico, ce la siamo cavata bene.

Musei.
Abbiamo visitato sia il Centro de Arte Reina Sofia sia il Prado.
A differenza di quel che accade in Italia i musei hanno prezzi popolari: il biglietto di ingresso costa 3 euro. Il sabato pomeriggio e la domenica sono gratuiti.
La principale attrattiva della Galleria reina Sofia sono Guernica e i disegni preparatori. Il resto del museo comunque non è da meno. La collezione permanente si trova ai piani pari: il secondo e il quarto. Al primo piano c'è l'ingresso, al terzo la biblioteca.
Al secondo piano ci sono Picasso, Dalì, Mirò, ci sono i quadri di un tal Solana che sono grigi e scuri e tutti i personaggi hanno volti inquietanti.
Ci sono i lavori in ferro battuto di Garagallo, bellissima la maschera di Greta Garbo.
Al quarto piano una carrellata di opere fra cui Yves Klein ( la nike di samotracia in blu e uno dei classici quadri fatti trascinando una modella nuda imbrattata di vernice sulle tela), di cui ho scoperto esserci una mostra monografica da qualeche parte in Germania, peccato che finisca il 9 gennaio e che io abbia già finito le mie vacanze.
Ci sono due opere di Mario Mertz, ma la più bella resta il coccodrillo di Fibonacci che ho visto al Centre Pompidou l'estate scorsa.
Il Prado l'abbiamo visitato di domenica, giorno di apertura gratuita.
L'abbiamo visitato per non sentirci dire "ma come? sei stata a Madrid e non sei stata al Prado?".
Ebbene ho assolto il mio dovere di "turista acculturata" e mi sono sorbita i miei 35 minuti di coda per entrare, però la mostra sul ritratto spagnolo, quella proprio non ce l'ho fatta. Il Prado è un gran casino. Un po' perché è grosso un po' per come è strutturato. Anche se l'ingresso è gratuito ti mollano un plico di biglietti di un notevole spessore per le varie esposizioni e ogni tanto qualcuno ti insegue per darti un alro biglietto. Se poi uno in trance agonistica decide di mettere piede in tutte le sale tutte, a metà percorso comincerà ad avere delle allucinazioni a sfondo sacro o mitologico e giurerà di aver sentito nitrire il cavallo di Carlo V.
Ci sono un delirio di Madonne e Sacre Famiglie da Tiziano a Caravaggio passando Mantegna e Parmigianino.
C'è una sala dedicata tutta all'adorazione dei magi di Rubens, con studi preparatori e versioni successive.
Ci sono quadri di El Greco, con quelle facce smunte, le figure allungate, siano nobili frati o Gesù Cristo sembrano tutti un po' dei tossicodipendenti.
Di Goya c'è la famosa fucilazione del 3 di maggio oltre ovviamente alla Maya vestida e la Maja desnuda.
Di Velasquez mi ricordo solo Las Meninas.
Se qualcuno mi dovesse chiedere una buona ragione per visitare il Prado comunque direi Hyeronimous Bosch El Bosco Il giardino delle delizie. Ci si possono perdere ore davanti e comunque si continuano a scoprire particolari nuovi. Citando la Lonely Planet "guardando i quadri di Bosh si è colti dal sospetto che li abbia dipinti sotto l'effetto di qualche potente allucinogeno".
La vacanza a Madrid (parte due)

Capodanno
Non so se sia stato creato appositamente per i turisti o se sia un'abitudine tipicamente madrilena, fatto sta che a Madrid come a Budapest la gente vive il Capodanno come un carnevale: ci sono bancarelle che vendono parrucche, cappelli con sonagli, maschere e mascherine, coriandoli, trombette, stelle filanti. Anche boa di piume di colori improbabili.
Io ho ceduto una improbabile parrucca che mi conferiva un'aria che era un misto fra Cleopatra e la fata turchina.
Nonostante la cascata di capelli turchini e la minigonna, la gente per strada (o meglio gli italiani) attaccava bottone a causa della sciarpa del Doria che portavo al collo.
La mezzanotte si aspetta alla Puerta del Sol e in teoria per ciascun rintocco della mezzanotte si dovrebbe mangiare un chicco d'uva.
Io e Anna in piazza ci siamo arrivate all'una di notte. La mezzanotte l'abbiamo aspettata in una delle tante vie che portano alla piazza, quella davanti all'orologio. Nonostante questo i rintocchi non li abbiamo sentiti: ad un certo punto abbiamo visto la gente che si ingozzava di chicchi e l'abbiamo imitata, mentre eravamo intente nell'operazione sono cominciati i fuochi d'artifico e si è accesa la scritta Feliz 2005.
Io ho perso un chicco d'uva per strada e non avevo la giarrettiera rossa, spero che questo non pregiudichi il mio 2005.
Per non tradire le abitudini italiote abbiamo anche brindato con lo spumante, avevamo un mignon per uno.
La scena è stata se possibile più fantozziana di quella dell'uva :
con sommo orrore una volta scartocciato abbiamo scoperto che il tappo del mignon era da svitare ed ho dovuto metterci buona parte delle mie energie per riuscire ad avere la meglio, mentre litigavo col mio migon mi sono passati accanto una coppia di nordici alti biondi belli con una bottiglia di Moet & Chandon.

All'una di notte il fronte netturbini supportato da quello dei poliziotti comincia a prendere possesso della Puerta del Sol, i poliziotti avanzano con le trasenne e i netturbini con gli spazzoloni per avere ragione del delirio di rumenta che si è appiccicato al suolo. Gli italiani sono i più resistenti e continuano a saltare e ad urlare in capannelli, fotografati da giapponesi allibiti.

Le discoteche della Calle Mayor (il Gaviria e il teatro Joy Eslava)hanno prezzi stratosferici: l'ingresso all'una di notte costa ancora 90 euro. Dopo esserci informate ce ne siamo andate nel quartiere di Chueca, alla ricerca di qualche locale più abbordabile.
Siamo entrate al Truco per la modica cifra di 9 euro, una stanza iperaffollata con musica pop spagnola e non a palla.
Il locale si è rivelato essere frequentato in egual misura da eterosessuali e omosessuali. E credo che la mia parrucca abbia avuto una qualche influenza sulla decisione della PR di farci entrare, infatti appena messo piede in pista un tipo mi è corso incontro urlando "la tua peluqua me encanta", il che avrebbe potuto generare degli equivoci non fosse stato che il tipo era palesemente gay e immediatamente dopo si è messo a ciucciare una ciocca dei miei capelli turchini.
Siamo uscite dalla discoteca quasi per prime a venti alle quattro allo stremo delle forze, tornando verso casa abbiamo scoperto che Chueca è decisamente il quartiere gay.
La vacanza a Madrid.(parte uno)

Uomini
Uno ce lo siamo perso pochi giorni prima della partenza, l'altro appena arrivati a Madrid. Gli uomini in questa vacanza non si sono dimostrati il sesso forte. Sia Yama che Ale hanno beccato la polmonite.

Casa
L'appartamento era carino, un po' spoglio ma nuovissimo e pulito. Unica pecca il riscaldamento con bocchettone che sparava aria calda emettendo il rumore di una turbina di un aereo.
Eravano in calle Puebla in quello che sulla mia guida era indicato come il quartiere a Luci Rosse, ma a parte qualche signorina e un paio di night era una zona tranquilla a 5 minuti a piedi dalla Gran Via.

Città e mezzi pubblici
Madrid è incasinata peggio di Milano sia a livello di traffico che a livello di persone che transitano per le vie. La gente passa col rosso sia a piedi che in macchina e per strada non è inusuale che ti pestino gli alluci o che ti scontrino. Preso atto che non c'è volontà persecutoria nei tuoi confronti, ci vuole poco ad adattarsi. La metropolitana funziona bene, ma abitando in centro ce la siamo cavata con un abbonamento da 10 viaggi per tutta la settimana: la maggior parte dei giri l'abbiamo fatta a piedi.

Treni
Io e Anna abbiamo avuto un'incontro diretto anzi per meglio dire uno scontro con le ferrovie spagnole il giorno che abbiamo deciso di andare a Toledo.
La sera prima siamo passate dalla stazione di Atocha per informarci sugli orari dei treni e con questo ci sentivamo a posto con la coscienza.
Atocha è molto grande, nella stazione vecchia c'è una sorta di serra tropicale e dei negozi, nella parte nuova ci sono le biglietterie e i treni.
Al primo piano partono i treni na lunga percorrenza, a quello di sotto i regionali.
Le biglietterie dei regionali sono un mistero : emettono due tipi di biglietti quelli a banda magnetica e quelli senza banda magnetica. Per alcune destinazioni puoi fare il biglietto al gabbiotto, per altri devi andare nell'ufficio.
Ovviamente per andare Toledo devi fare il biglietto in ufficio. Qui c'è un sistema come quelli che in Italia stanno mettendo alle poste: ci sono code differenziate per tipo di operazione, la coda A è per le prenotazioni quella B per l'acquisto dei biglietti del giorno.
Arrivate con 35 minuti di anticipo sulla partenza del treno, convinte di avere tutto il tempo di questo mondo ci siamo rese conto di avere davanti 40 persone ed abbiamo iniziato a preoccuparci.
Ad un lato dell'ufficio c'era una coda del tutto anarchica con la gente ammassata, senza numerello. Ad un certo punto un'altro sportello si è aperto e metà della coda è traslata sul nuovo sportello. Da questo abbiamo desunto che la coda anarchica a quanto pare nasce per i biglietti dei treni in partenza di lì a poco, anzi l'ha capito Anna mentre io dormivo in piedi.
Alla fine abbiamo fatto il nostro biglietto di andata e ritorno.
Fra Madrid e Toledo c'è il deserto dei tartari, pianura di terra rossa e bruciata attraversata da due binari. Il treno non arriva a Toledo, ma si ferma 13 Km prima in una stazione in mezzo alla campagna dove ad attendere i passeggeri c'è un servizio d'autobus.
Sul biglietto di ritorno c'è scritto che è necessario formalizzarlo in biglietteria.
La formalizazione consiste nel fatto che il bigliettaro di Toledo guarda il tuo biglietto e ti dice che va bene.
Rieccomi in ufficio dopo la vacanzona in Spagna. Fino ad ora ho compiuto opera di cestinamento/archiviuazione di mail arretrate, adesso mi sa che mi tocca lavorare a breve il resoconto della vacanza.

28.12.04

Volendo per una volta privilegiare l'aspetto della femminilità rispetto a quello della spartanità mi sono trovata ad appilare sul letto una maglietta per ciascuno dei giorni da trascorrere fuori casa.
Aggiunti i generi di prima necessità quali biancheria e spazzolino da denti, un paio di pantaloni e un maglioncino di ricambio, una minigonna da sfoggiare a Capodanno, lo shampoo per capelli colorati e il pigiama mi trovo nella spiacevole situazione di non riuscire a chiudere la valigia. Comincio a pensare che la tecnica bagaglio per trekking sia la migliore: una maglietta, una saponetta di marsiglia e via.
Al più posso concedermi una giarrettiera rossa da indossare il 31 che dicono porti bene.
Ragazzi BUON ANNO!
Comunicazione di servizio
Domani parto per Madrid dovevamo essere in 5, ma uno si è ammalato di polmonite quindi ci abbandona.
Bene c'è un biglietto aereo che avanza e un posto nell'appartamento.
Livelli di abbrutimento.
Il film di cui sotto l'ho guardato sdraiata sul letto, col portatile all'altezza della pancia e le cuffie per non dare noia ai coinquilini.
Poi una volta finito di vedere il film ho avviato il defrag del disco fisso ed ho dormito col ronzio del portatile acceso.
Stamattina scendendo dal letto per poco non inciampo nel cavo dell'alimentatore, ma vuoi mettere la soddisfazione a vedere che finalmente il mio disco è tutto blu?
Ieri sera ho guardato Il cattivo tenente di Abel Ferrara.
Francamente mi ha fatto schifo.
Al di là della bravura di Harvey Keitel che come poliziotto drogato e corrotto fa la sua porca figura, resta poco.
Tutti i personaggi di sfondo alla vicenda oltre a Keitel sono inesistenti.
Gesù Cristo grondante sangue è kitch.
La suora sembra un robot, non un essere umano.
Se l'intento era parlare di violenza, il film è violento. Per il resto non si regge granché.

27.12.04

Di merda.
Se me lo chiedete a bruciapelo, senza darmi tempo di valutare e riflettere vi dirò che il 2004 è stato un anno di merda.
A partire dalla valigia smarrita e poi arrivata nel viaggio a Praga di inizio anno, passando per il tira e molla del mio ex che ci ha messo un mese e mezzo a decidere che non ero la donna della sua vita, passando per gli scleri lavorativi e arrivando agli uomini che prima compaiono e poi quando uno comincia a pensare che forse, insomma, potrebbe anche smettere di piangersi addosso e ritentare, svaniscono.
Un anno in cui guardandomi allo specchio quel che vedo è quel che non sono e che credevo (e tutt'ora nel profondo faccio fatica a non credere) avrei dovuto essere.
Un anno in cui vedo i capelli bianchi aumentare e i miei trent'anni galoppare verso di me a grandi passi.
Sì se me lo chiedete è stato proprio un anno di merda, prova ne sia che la magia di Babbo Natale è arrivata soltanto in corner, con la comparsa dai meandri dei ricordi di un amico in carne ed ossa che dopo anni si è fatto vivo nella sua terra natia.
In realtà quest'anno
ho fatto un trekking in solitaria
sono andata per la prima volta nella mia vita in un altro continente
ho imparato ad andare in kayack
ho ricominciato a giocare a basket
ho continuato a studiare danza e francese
ho conosciuto tante persone sia in Italia che all'estero e ho trovato nuovi amici
ho svegliato la mia coscienza e mi sono messa a fare qualcosa di pratico e di socialmente utile
ho comprato casa
ho avuto un principio di evoluzione professionale (ma devo ancora capire se c'è di che gioirne o è una fregatura).
Inoltre non sono fuggita, anche se restare non ha cambiato le cose.
E in una occasione ho abbassato le barriere e confidato me stessa ad una persona, anche se il pezzo di me stessa che ho sviscerato non so che fine abbia fatto.
Sono cresciuta.
E come sempre crescere è difficile e fa male.
Quindi pensandoci, tutto sommato... è stato un anno di merda.
Le cose belle del Natale

la compagnia riunita.

E' lunedì ed è più dura del solito, dopo un we di stravizi e cibazi tornare al lavoro, senza macchina, in un ufficio gelido, strappare la propria sedia al pinguino che vi soggiorna e tentare di riavviare l'unico neurone ha del sovraumano.
Il Natale è stato molto più bello di ciò che l'ha preceduto. Sarà che se n'è andato prima ancora che mi rendessi conto che era arrivato, sarà che ai parenti dopo quasi 30 anni di rodaggio mi sono abituata se non affezionata, sarà che ho rivisto amici che erano secoli che non vedevo, sarà che ho ricevuto un sacco di auguri dagli amici ed ho rimediato a lunghi silenzi.
La palma per l'augurio più bello via sms la vince il mulo che mi ha scritto "Auguri coniglietta" provocando un accesso di risate scomposte e un rischio di soffocamento da pandoro.
Ora non mi resta che sopravvivere per queste 8 ore + le 8 di domani che poi SI PARTE!!

24.12.04

Beh insomma... che dire? Sono le 14.54. Fra 6 minuti mi catapulto fuori da quest'ufficio. Mi aspetta un viaggio fino a Genova in compagnia del vecchio Tadde, su di una macchina più carica della slitta di Babbo Natale. E dire che sto solo 3 giorni.
Poi la cena, la prima della lunga serie.
Insomma... Buon Natale!!!
Hommage à Violette Nozières

So che se fossi pazzo e dopo internato
approfitterei di un momento di lucidità.
Lasciate il mio delirio mio unico martirio
che faccia fuori meglio un dottore, si un dottore.
Credo ci guadagnerei come gli agitati
in cella finalmente, lasciato in pace
tutto tace.
inatteso quanto gradito è arrivato un cd in regalo.
per un tuffo nel passato gli Area con Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano.

23.12.04

A Sabri il belloccio della macchinetta del caffé non piace. Dice che ha i capelli a cespo di insalata e si domanda se prima di uscire per caso utilizzi la lacca per cotonarli. Infatti l'ha soprannominato cadonet. Pensavo fosse un termine dialettale di borgo manero, invece è il nome di quella lacca con la confezione marroncino/dorata che usavano le nostre nonne.
Fatto sta che cadonet è diventato uno dei nostri argomenti di conversazione preferiti.
L'altro giorno io e cadonet ci siamo dati appuntamento alla macchinetta del caffè per uno scambio di cd ed io ho vissuto 5 minuti di panico nel timore che Sabri passasse di lì, che non sarei riuscita a rimanere seria e a me, tutto sommato, cadonet non dispiace.
Stamattina ero all'ingresso che aspettavo l'ascensore, e chi ti arriva? Cadonet seguito a ruota da Sabri.
In preda al panico mi sono gettata in un ascensore, sfondando le porte che ancora dovevano finire di aprirsi.
Che proprio di fare la femme fatale non son capace.
Disse che il mondo poteva solo essere conosciuto per come esisteva nel cuore degli uomini. Perché per quanto sembrasse un luogo che conteneva degli uomini, in realtà era un luogo contenuto nei loro cuori e quindi per conoscerlo era lì che bisognava guardare, e imparare a conoscere quei cuori, e per fare ciò si doveva vivere con gli uomini e non limitarsi a passare in mezzo ad essi.
Cormac Mc Carthy
Beh alle volte basta poco per sentirsi allegri. A parte le risate coi regali di Natale (per la cronaca Sabrina ha proseguito a girare il coltello nella piaga regalandomi un cero votivo da accendere per un 2005 propizio), oggi un amico che non vedevo da tempo mi ha detto che mi trova proprio bene.

22.12.04

Di come il coinquilino abbia fatto a tutte noi fanciulle una tavoletta di cioccolata come dono Natalizio, ho già detto. Delle dediche bastardelle che accompagnavano la tavoletta pure.
Io e Sabri, abbiamo deciso di ricambiare il regalo, io ho deciso che il dono doveva essere bastardo, Sabri ha deciso che doveva essere un numero di PlayBoy. La motivazione del dono doveva essere "per tenerti occupato nell'attesa del ritorno a casa".
Il problema è stato recuperare una copia di Playboy.
Vista la fauna del nostro quartiere ero abbastanza certa che il giornalaio in piazza sarebbe stato fornito. L'accordo era che Sabri mi avrebbe accompagnato rimanendo in disparte ed io avrei effettuato la richiesta. Sabri non era molto contenta perché da quel giornalaio lei compra Vanity Fair.
Ovviamente il giornalaio alle 9 del mattino era gremito di madri di famiglia e di vecchiette, ma io imperterrita
- Buongiorno
- Buongiorno, mi scusi, non mi prenda per pazza, ma... avrebbe mica una copia di PlayBoy?
Il giornalaio col berretto col pon pon di foggia paninara e il baffo lucido mi guarda con uno sguardo complice e un sorrisetto indefinibile, controlla nel retro dell'edicola e poi con aria ammiccante
- No guardi PlayBoy è finito, ma se vuole ho qualcosa di simile .
Io indecisa
- Sabri non c'è che facciamo prendiamo un surrogato?
Lei guardandomi con odio per esser stata coinvolta
- No dai rinunciamo
Saluto il giornalaio che a questo punto sta sghignazzando apertamente e mi allontano domandandomi che cosa racconterà agli amici del bar.
Io propongo di andare dal giornalaio vicino all'ufficio, ma Sabri si oppone, che insomma mica possiamo fare figure di merda con tutti i giornalai che frequentiamo abitualmente.
Alla fine cedo, decido che mi fermerò io con la macchina e da sola affronterò il giornalaio di via da cermenate. Sabri accetta prontamente.
Arrivo in via da Cermenate, accosto al marciapiede con guida sportiva. Zoom sulla portiera che si apre: lo stilave nero scende seguito da una gamba coperta in calze a rombi neri bianchi e grigi, lo spacco della gonna si è ovviamente aperto più del dovuto. Facendo la fantastica rinuncio al piumino e mi avvio sul marciapiede ancora brinato.
Dal giornalaio c'è un nonno che compra topolino per i nipotini, ma ormai è questione di orgoglio
- Buongiorno
- Buongiorno, avrebbe mica una copia di PlayBoy?
Il giornalaio è calvo senza baffi e da dietro gli occhiali mi guarda spaventato. Poi si avvia nel retro dell'edicola, la zona vietata agli under 18, quella accessibile anche al pubblico tramite una tendina di quelle da mini market di paese. Sento che armeggia fra le riviste, poi da dietro la tenda mi domanda:
- ma che edizione vuole? vuole il numero speciale?
La questione mi coglie di sorpresa e il mio atteggiamento da dark lady si frantuma in un pateticissimo:
-Ma non so, una copia a caso... è per fare uno scherzo ad un amico Lo scherzo mi costa 13 euro. Il giornale lo arrotolo sotto braccio e mi precipito in macchina.
In coda poi butto un occhio all'acquisto e scopro che la versione in mio possesso è il numero natalizio dicembre-gennaio, con lo speciale lingerie. Tento di sbirciare il famoso paginone centrale, ma per poco non tampono il tizio davanti. Decido di desistere e ficco il giornale in borsa.
Che fatica essere bastardi.

21.12.04

Fratelli in spirito.
G. - Ma da chi lo stai facendo questo tatuaggio della carpa?
D. - Da XYZ sul Naviglio, ho fatto anche l'altro lì.
G. - Beh ma allora sei un cliente affezionato.
D. - Sì, se vai digli che sei amica di quello col drago sul petto
G. - Già mi ci vedo, ciao sono G. col drago sul braccio, sono amica di quello col drago sul petto.
Oggi è il solstizio d'inverno. Per la serie chi se ne frega, ma mi piaceva dirlo.
Ieri ho ricevuto il mio primo regalo di Natale, da parte dell'uomo di casa :
una tavoletta di cioccolato Domori Madagascar.
La dedica del regalo era qualcosa del genere "Per chi nella vita... forse è meglio cercare altrove", che potrebbe riferirsi al mio amore per i viaggi, ma conoscendo il soggetto suona tanto: "Visto che qui non batti chiodo ti conviene espatriare"
Ah il Natale! Rende tutti più buoni!

20.12.04

Ecco ho effettuato una lobotomia quindi adesso sono perfettamente natalizia e sufficientemente consumista come l'ambiente circostante richiede. Giro per strada con il berrettino da Babbo Natale con le luci intermittenti e sorrido a tutti, la gente mi lascia stare si allontana impaurita: è fantastico.
Alle volte basta poco.
B. era bella quella sera ed anche un po' agitata. Non capita tutte le sere di uscire con un uomo più grande e quello poi, dopo il divorzio, era diventato uno dei partiti più appetibili della città. Non che a B. interessasse poi molto, almeno per il momento aveva di che preoccuparsi del suo divorzio.
Come da copione all'ora pattuita, il cellulare che squilla. Non lo squillo degli squattrinati, una chiamata vera e propria per annunciare la sua presenza.
Uno svolazzo della gonna e B. scompare nella porta.
In strada lui abbronzatissimo sulla sua Mercedes nera.
I possidenti di Mercedes nere non me ne vogliano, ma da studi statistici pare proprio che chi va a puttane lo faccia spesso a bordo di mercedes nere. O almeno è una usanza delle campagne del varesotto. Ma B. non era del varesotto e di macchine non se ne intendeva, quindi non poteva cogliere il campanello di allarme.
Il ristorante in centro, elegante con arredo minimalista e luci soffuse, il loro tavolo vicino alla finestra.
Dopo i primi attimi di imbarazzo, il retroterra comune della vita di cittadina di provincia con i suoi pettegolezzi scioglie B. o forse è solo il primo bicchiere di vino bianco a stomaco ancora vuoto.
La sera procede e i discorsi si fanno più personali. Come capita quando non si è più adolescenti nelle fasi di studio fra due persone si finisce a parlare di cosa si voglia dalla vita di coppia.
Ed è esattamente a questo punto che la serata prende una piega imprevista, con lui che se ne esce piatto con un "Perché io dalle donne voglio solo una cosa, il sesso." B. crede che sia la sparata dell'uomo ferito dal divorzio e tenta una replica comprensiva, ma lui imperterrito continua ad illustrare il suo modo di vedere raccontandole dei suoi più recenti viaggi di turismo sessuale. B. è allibita, poi scocciata, poi furibonda. Con colpo da maestra poggia il tovagliolo e dice secca "Credo che non abbiamo nulla da dirci. Ti prego riportami a casa oppure chiamo un taxi". Lui sembra stupito della reazione, ma non crede fino in fondo che il suo fascino e la sua sfrontatezza possano avere fallito. Paga il conto e la riaccompagna. In macchina tenta di riavviare la conversazione, ma B. fissa in silenzio fuori dal finestrino. Arrivati sotto casa B. lo guarda e lo ringrazia della cena e fa per scendere.
Lui la ferma e domanda con aria candida un bacio, poi senza attendere risposta la bacia sulle labbra. B. è immobile rabbiosa con le labbra serrate. Lui capisce che non è storia e si stacca. Lei scende e nello sbattere la portiera si sente dire come commiato "Almeno la lingua potevi mettercela".

18.12.04

Va beh, subissata di insulti da tutti i lati mi trovo costretta a piegarmi alla logica del Natale.
Oggi a casa di Ro in versione natalizia (la casa, non Ro) ho rivisto le mie compagne di classe delle medie. Daniela è uguale, stesso taglio di capelli stesso viso e un super pupo di 7 mesi in saccoccia, Nicolò. Anche Francesca è cambiata poco, in compenso i suoi pargoli Cesare e Ottavia sembra siano cresciuti con il fertilizzante nelle scarpe.
Chiara e Ro per fortuna mi tengono in gioco e nessuna di loro per il momento sembra intenzionata a riprodursi.
Canti di Natale in sottofondo, porcherie da mangiare in quantità, discorsi spezzati da strepiti bambineschi il pomeriggio si è liquefatto in men che non si dica.
Parzialmente rappacificata col mondo mi sono finalmente decisa ad addobbare l'albero che ogni anno più sbilenco fieramente difende la posizione.
Poi sulla scia della malinconia ho fatto un tuffo nel passato a guardar le foto dei nonni che non ci sono più e di mio padre bambino.

17.12.04

La prima cosa che mi viene in mente a sentire parlare di regola aurea è quanto studiato al liceo durante le lezioni di storia dell'arte. Oggi da una rapida ricerca su google scopro che vi sono anche regole auree in economia, per la perdita del peso, per evitare la cellulite, per calcolare qual'è il tasso di interesse che una persona ha nei nostri confronti.
In realtà l'altra sera si parlava di etica ovvero della massima "fai al prossimo tuo ciò che vorresti fosse fatto a te" e tutte le sue possibili declinazioni.
Qualcuno voleva essere trattato come una persona, qualcuno con sentimento, qualcuno senza pregiudizio. Io come requisito minimo di sistema domandavo "essere lasciata stare" , ma si sa che in questi giorni non brillo per buon umore e socievolezza.
Qualcuno saggiamente suggeriva di trattare tutti con rispetto che non è detto che le necessità di tutti siano le medesime o che in ciascuno di noi non alloggi un po' di masochismo. Come volevasi dimostrare infatti qualcuno domandava di essere trattato con sincerità e qualcuno saltava su dicendo "Sincerità? Io no non voglio essere trattato con sincerità!!! Cioé se sono ingrassato non voglio che mi dicano che sono ingrassato."
Non so se applicando la regola aurea nel mondo ci sarebbe più felicità o quanto meno più serenità.
E' un po' come la questione della leggibilità del codice: se c'è chi trova leggibili gli if di una sola riga racchiusi fra parentesi graffe, chi abolirebbe le graffe per questione di salvaguardia della specie dei programmatori, chi apre la graffa sulla stessa riga dell'if e chi la mette nella riga sotto in corrispondenza della f dell'if, come si fa a decidere qual'è un codice leggibile?
Se io voglio essere lasciata stare e qualcun altro vuole essere trattato con sentimento? Non ci potrà mai essere interazione gratificante fra di noi.
Ma vacca la miseria oggi è venerdì e stavo cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel della depressione e cosa scopro? Che non ho vinto nemmeno una spilletta!
Argh!

16.12.04

ecco volevo solo dire che mi rendo conto di essere fastidiosamente lamentosa ed anche un po' patetica... non è che non lo sappia...
Parte della soluzione dei miei problemi sarebbe abolire il Natale.
Idee in proposito?

15.12.04

ecco l'oroscopo stamattina diceva di trattare con cautela una pratica assicurativa e di farsi aiutare da un esperto, quello del mio collega suggeriva di non farsi prendere da facili nevosismi.... secondo me hanno invertito i file... a meno che a coronamento di questa giornata che mi vede sull'orlo della crisi di nervi e con profondi istinti omicidi io non abbia un incidente in macchina per colpa di qualcun altro e che invece di aspettare il vigile non mi metta a prendere il colpevole a calci nelle palle.
comunque ora valuto se proseguire questa giornata infausta secondo i programmi o se invece andarmi a nascondere sotto il piumino dell'ikea fino a che la congiuntura astrale non risulti più favorevole.
alla faccia della non violenza se avessi una katana sotto mano in quest'ufficio i superstiti sarebbero pochini!
oggi la scavatrice lungo il naviglio stava buttando giù il muro graffitato in prossimità della casa di cura
un colpo un pezzo di muro che rotola, un pezzo di graffito che scompare, un pezzo di prato che si intravede dietro le macerie
in altri momenti sarebbe stata una visione liberatoria: un muro abbattuto, un confine spezzato, un ricongiungimento fra due partizioni l'aldiqua e l'aldilà del muro
oggi no
sono pavida, non voglio stare male, stare male dentro intendo: che del dolore fisico e della nera signora non ho paura... con questo non intendo che "nel momento in cui" avrò un atteggiamento sereno o eroico, solo che attualmente il momento in cui non rientra fra le mie preoccupazioni.
invece il male dentro, quello che ti stringe lo stomaco e il cuore, quello mi spaventa e mi preoccupa
ed è subdolo arriva all'improvviso fra il primo indizio e lo scoppio il tempo di uno sbattere di ciglia
il muro che cade sono difese che crollano ed io le mie barriere le voglio alte ed appuntite
pare che il mio problema del dicembre 2004 sia quello di aver abbassato le difese.
per il 2005 mi riprometto di non dire mai quello che penso.
tanto qualunque cosa si dica ci si fa sempre male, tanto vale allora non sentirsi nudi.

14.12.04

L'altra versione dei fatti è questa:
sono arrivata al centro giovani con le tre focaccie fumanti e dopo averle sistemate sul tavolo del buffet mi sono aggirata stancamente fra le due stanze senza fare alcunché di costruttivo
i bambini piccoli coloravano le figurine da appendere all'albero, quelli grandi giocavano a calcetto contravvenendo tutte le regole quali vietato fare i ganci e fare le rullate e il risultato era che le palline schizzavano impazzite per tutta la sala
la mistica della pesca di beneficienza e del perché trovandomi per caso di fianco al banchetto sia stata assalita da torme di bimbi urlanti mi resta oscura, fatto sta che il mio orologio biologico si è fermato mentre tentavo di assegnare a ciascuno il suo premio e di convincere i meno fortunati che "vuoi mettere la macchinina di quello sfigato di batman? la candela di babbo natale è più bella" beccandomi in cambio sguardi del tipo "mi hai preso per deficiente?"
fra una sigaretta e quattro chiacchere con la signora karaoke il pomeriggio è andato avanti
ad un certo punto prima della tombola e dopo il karaoke è partito un valtzerone, nessuno ballava e Sabrina vista la pusillanimità degli uomini al tavolo ha trascinato me in un giro di ballo liscio in cui le ho pestato gli alluci ogni tre per due, abbiamo ricevuto un applauso di beneficenza
sono scappata dalla tombolata fingendo di dover accudire il tavolo di artigianato senegalese, poi come al solito la maggior parte degli acquisti li ho fatti io.
Nel we sono stata impegnata nell'organizzazione della festa di Natale dell'associazione. Qui un parziale resoconto di cos'è successo alla festa.

13.12.04

Qualcuno ha dei cavi per la batteria?
Baby oggi dopo 10 giorni di inattività si è rifiutata di partire causa batteria scarica. Di nuovo!!!
Per istigare la pietà del meccanico mi sono sbattuta a spingere Baby fino in cima alla rampa e poi mi sono lanciata in caduta libera sperando che si accendesse. Ovviamente ho fallito.
Il meccanico ha avuto pietà e l'ha avviata con il magico strumento.
Il problema è che in una mattina mi è andata giù di nuovo e ora sono a piedi! Cazzo!
Anniversari e bilanci.
Natale e la fine dell'anno si avvicinano e quella sensazione di CheHoFattoNellaMiaVitaFinoAdOra prende la bocca dello stomaco. La cosa è acuita dal fatto che oggi sono 5 anni che mi sono laureata.
Il teatro dell'Elfo è molto bello.
Il palco è ampio e basso, le file di poltrone sono una ventina e anche io che sono miope in fila Q distinguevo chiaramente le facce degli attori.
L'unica pecca sono i sedili ad esplulsione rapida ovvero quando tiri giù la ribaltina e ti siedi, anche lo schienale si sposta verso l'alto e all'indietro. Questo fa sì che basti un solo spettatore irrequieto per fila per dare quella sensazione di beccheggio da gozzo del pescatore.
Al solito io e Anna eravamo praticamente le uniche spettatrici a non far parte di una comitiva di liceali.
Fortunatamente l'acustica era migliore di quella del carcano perché il chiacchericcio isterico delle fanciulle con ombelico in vista non era affatto discreto.
A quanto pare il Sogno di una notte di mezza estate è uno dei cavalli di battaglia della compagnia dell'elfo ed effettivamente gli attori sono molto bravi e il ritmo è sempre molto alto.
Grandissimo Puck, ma anche la banda dei servitori/attori era eccezionale in particolar modo La Vanda.

10.12.04

Sarà grave che in un telefilm sui giovincelli il personaggio a cui assomiglio di più è la madre? Per fortuna è una supermamma ed anche donna in corriera. Ma soprattutto chi cavolo è Luke? Non ho visto il telefilm abbastanza volte per ricordarmi tutti i nomi.

You scored as Kirsten. You are a perfectionist. Be weary of being too rigid and limiting your openness to varied experiences. Neat freaks are just as irrational as slobs. A half messy person is, in fact, the ideal. Optimal evolution (according to the research) is dependent on a sufficient amount of random variation and being overly regimented inhibits variation.

Kirsten

72%

Luke

61%

Sandy

56%

Anna

50%

Jimmy

50%

Julie

44%

Oliver

44%

Summer

39%

Hailey

39%

Seth

39%

Marissa

39%

Caleb

33%

Ryan

28%

What OC character are you?
created with QuizFarm.com
Ho trovato una interpretazione di Donnie Darko che mi ha un po' riconciliato con il film. Qui.
Ieri sera il padre di famiglia ha portato noi fanciulle a cena fuori nel suo ristorante preferito in zona.
Dopo un anno di onorata frequentazione credo che adesso la sua foto sia stata sistemata accanto alle nostre sulla porta di ingresso sopra la scritta IO NON POSSO ENTRARE.
Peccato perché gli spaghetti alla bottarga e cozze erano fantastici e il vino molto buono. Stanotte però ho sognato di essere nel deserto senza borraccia.

9.12.04

talvolta basta una frase a scatenare una ridda di pensieri senza fine
pensi mentre sei al volante e poi ancora sotto il piumino, prima di cedere al sonno
la mattina butti giù tutto battendo forsennatamente sui tasti e poi rileggi e ti accorgi che quello che hai scritto non ti appartiene più
è della persona che ha scatenato tutto con una parola
così glielo spedisci
è come spedir via un pezzo di se stessi
Mai fidarsi di qualcuno che ti dice che ne pensi di una passeggiatina? Dopo mesi passati a riposare sugli allori con gli scarponi impacchettati nello zaino, la mia ricomparsa sui sentieri non è stata esattamente soft.
Arenzano (0 m slm), casa Leveassa (900 m slm), monte Argentea (1082 m slm), passo della Gava (752 m slm), Arenzano : per un totale di 8 ore di cammino.
Delle 8 ore 7 le abbiamo camminate nella nebbia o nelle nubi basse e l'ultima nel buio. C'è da dire che in effetti un'oretta di cammino avremmo anche potuto evitarla se la segnaletica non fosse stata messa giù da un ubriaco.
Comunque dopo la cena da bud spencer/ terence hill l'adrenalina accumulata ha fatto sì che all'una di notte avessi ancora gli occhi sbarrati.

6.12.04

Sono tornati!!!
Gli indie blog awards!!! Da Delio.


Oltre all'aumentato numero di capelli bianchi e alla conseguente necessità di farmi la tinta, un'altro segno del fatto che sto invecchiando: quando si parla di relazioni, di cosa si vuole da una storia o di quali sono le nostre speranze per il futuro si finisce immancabilmente a parlare di figli. E non solo constatando con le amiche lo stato di ticchettio forsennato dell'orologio biologico, ma anche parlando con i coetanei dell'altro sesso. Immancabilmente sorge la domanda "ma tu lo vorresti un figlio?". La risposta è quasi invariabilmente "sì, ma non adesso".
Fortunatamente c'è qualcuno che invece di starsela a menare, procrea. Fatto sta che in questi giorni fra colleghi siamo in attesa dell'arrivo di Riccardo, Mattia e Luca (no non è un parto plurigemellare, sono tre coppie in lieta attesa dei rampolli maschi).
Ieri mi sono comprata questi due libri. Nonché due libri di ricette africane.
Perplessa.
Ieri sera ho visto Donnie Darko. Fino a dieci minuti dalla fine mi è piaciuto un sacco.
Poi mi ha lasciato un retrogusto amaro in bocca... come di presa per il culo.
Comunque alcune scene sono fantastiche.
Cose da raccontare ai nipoti.

Se a spingerti non è la necessità economica, ci sono diversi approcci adottabili per l'espletamento del mestiere di volantinatore in cassetta.

Approccio n° 1 ZOMBIE
Vorresti essere fra le coltri del tuo piumino a cuori ikea, invece sei in un quartiere di palazzoni da realismo socialista che nemmeno alla periferia di Budapest.
Sei in coma e non sai dove sei ne cosa stai facendo.
Guardi fra le tue mani: dei volantini gialli.
Oltre il cancello le cassette della posta.
Non opponi resistenza, entri solo nei cancelli o nei portoni aperti.
Oltre alle funzioni vitali minime il tuo neurone è in grado solo di controllare il processo: volantino, cassetta, volantino, cassetta.

Approccio n° 2 SOCIOLOGIA APPLICATA
A questo punto sei sveglia, i palazzoni non hanno ancora esaurito le riserve di cassette della posta.
Trovi il tempo per compiere studi sociologici sulla distribuzione della popolazione nel quartiere per fascia di età, di reddito, etnia.
Hai preso coraggio ed ora citofoni alla gente per farti aprire il portone. Alle volte fai dei cenni alle persone che sono dentro.
Fai studi di marketing per capire qual'è la migliore intonazione flautata per convincere le vecchine ad aprire la porta.
Constati che di media gli stranieri giovani sono più disponibili delle anziane autoctone.

Approccio n° 3 MADRE TERESA
Dopo qualche ora la sociologia ti ha rotto le palle, ma quella di disfarti dei volantini senza l'ausilio dei bidoni della raccolta differenziata è diventata una missione.
La tua azione ha un nobile fine: ogni portone chiuso da varcare una prova della tua fede, ogni cancello spalancato un affronto.
Gioisci dell'incontro con la portinaia incazzosa di turno perché questo enfatizza il tuo martirio.
Ti senti quasi santa e ti pare di percepire l'alone di un aureola sulla cima del tuo capo.

Approccio n° 4 PIRLA
Passata la crisi mistica ti senti solo pirla.
Il tost che hai mangiato per pranzo si è dissolto, hai freddo e sei stanca.
Diventi rompicoglioni e ti lamenti col compagno di sventura.
La telefonata dell'amica con cui hai un impegno pomeridiano è quasi più liberatoria per gli altri che per te stessa. Ti allontani pensando che puoi aggiungere questa esperienza alla lista di cose da raccontare ai nipoti, sempre ammesso che tu un giorno abbia dei nipoti.

3.12.04

Interrogativo del giorno.

Perché incroci l'uomo belloccio alla macchinetta del caffè solo quando la notte non hai dormito nulla, sei pallida come un cadavere non hai fatto in tempo a truccarti, mentre quando hai la tua fantastica minigonna verde acido ci sono tutti i suoi colleghi, ma lui no???
Massima del giorno (dal manuale della futura sposina [1])

Un uomo libero è meglio di un uomo sposato.
Se proprio deve essere sposato, meglio sposato ad una donna che ad una causa.

[1] citaz. da un fumetto, quale?
Disclaimer: se questo blog avesse le categorie il post rientrerebbe in quella "padellata di cazzi miei" alias "post scritto per una persona specifica che fra l' altro ha smesso di leggermi".

Hai mantenuto il tuo proposito. Dici che a leggermi ti sembra di sbirciare nella mia vita dal buco della serratura, costringermi a dire cose che magari non ti avrei detto di mia sponte seduta davanti ad una birra.
Dici che anche se non oppongo resistenza e che alle domande su di me rispondo sempre, l'intrusione ti sembra indebita.
Ma questo blog non è mai stato quello che avrebbe dovuto essere nelle mie prime intenzioni e non è mai quello che cerco di farlo diventare.
Non è solo il posto dove pubblico i racconti delle mie disavventure buffe con cui prima tediavo gli amici via mail e non è solo il diario dei miei scazzi e delle mie crisi depressive. E' una scatola dove getto cose alla rinfusa, un pò come quella che tengo sulla scrivania in cui raccolgo i bollini della esso, gli scontrini dei negozi di scarpe, i biglietti dei concerti, le cartoline degli amici, le buste bianche e quelle piene e tutte quelle cose che non guarderò mai più, ma non ho la forza di buttare via.
Insomma è una parte di me che non è tutta me, non sono io e non sono nemmeno l'immagine che io ho di me stessa, è il vestito che indosso giorno per giorno a seconda dell'umore e del clima e di quello che capita e non è detto che sia il vestito che gli altri mi vedono indosso. E comunque fra il mio cervello e le mie dita c'è un filtro fatto delle facce delle persona che mi conoscono e mi leggono e se non mi va che qualcuno di voi anzi loro sia partecipe di qualche mio pensiero, questo rimane a morire sulla pagina di UltraEdit.
Ecco che poi tu ti sia stufato e che trovi tutto questo palloso è un'altro conto e questo lo accetto.

2.12.04

Avevo già parlato del ramo di vischio comparso nell'ingresso qualche giorno fa . Ora so perché è stato appeso.
I miei coinquilini sono preoccupati per il mio stato di singletudine e vorrebbero accasarmi, ma essendo fieri sostenitori del detto "aiutati che dio t'aiuta", il miglior sostegno che sono riusciti a fornirmi è il vischio. Secondo loro dovrei attirare qualche malcapitato fino dentro casa e poi con la scusa del bacio natalizio sotto il vischio saltargli addosso.
Con questo sperano di accelerare i tempi e di liberarsi di me prima della consegna della mia futura casa.
Il problema è che ieri mattina è passato da casa l'imbianchino (dimensioni 1,20 m x 1,20m x 1,20m ) che doveve sistemare la macchia di umidità sul soffitto del bagno ed io ho dovuto fare i salti mortali per non trovarmi sotto il vischio in sua presenza.
Ieri sera ho scoperto anche che se imparo a disegnare i cagnolini ( sono specializzata in gatti) posso diventare un' ottima zia part time...
Ieri sera mi è capitato per le mani un numero di cioè. Erano secoli che non lo leggevo ed è stato un pò un de ja vù. Il logo in copertina è sempre quello e gli adesivi sul retro ci sono sempre, ma adesso costa la bellezza di 2,90 €. Ora, io compravo cioè ai tempi in cui mezza focaccetta per la merenda di metà mattinata costava 250 lire e la mia paghetta settimanale era calmierata su questo dato. Non so quanto sia la paghetta settimanale odierna, ma direi che cioè sarebbe fuori budget. Tra l'altro a fronte del considerevole aumento di prezzo i contenuti sono notevolmente peggiorati, mi sono infatti gettata subito alla ricerca della posta del cuore per controllare se il giornalino continuava nella sua opera di educazione sessuale delle nuove generazioni. Con grande raccapriccio ho scoperto che le lettere delle dodicenni di oggi sono del calibro "mi manda un sacco di sms, ma quando ci vediamo non mi parla" e non si trattano più argomenti spinosi del tipo "mi ha baciata con la lingua sono mica incinta?". I casi sono due o l'educazione sessuale nella scuola dell'obbligo è diventata un dato di fatto acquisito e non c'è più bisogno dei giornaletti o al di là dell'abbigliamento nerd eravamo più avanti noi.

30.11.04

Da quando è nata Nicol, la bambina, i miei vicini di pianerottolo hanno smesso di guardare film di guerra a notte fonda o di ascoltare salsa e merengue in orari improbabili. Nicol poi è discreta e non frigna mai o comunque non frigna abbastanza forte per disturbare.
La palma di guastatori di sonni altrui è stata quindi assegnata con grande pompa agli abitanti dell'appartamento del piano superiore. Già qualche tempo fa, infatti, avevano dato prova di grande capacità allagando completamente il loro appartamento e, di rimando, inumidendo considerevolmente anche il nostro. Per la precisione, il buon padre di famiglia si è svegliato a notte fonda per il fastidio causato dalle gocce che filtrando attraverso il soffitto finivano al centro della sua fronte.
Per festeggiare il loro titolo hanno quindi indetto una festa danzante e per non deludere le aspettative del pubblico il dj metteva salsa e merengue.
Gli ospiti allegri e festanti vociavano , ridevano e strascicavano i piedi totalmente fuori tempo esattamente sopra la mia testa, mentre io, prima tentavo invano di prendere sonno, poi iniziavo a emettere sbuffi di fumo nerastro dalle narici meditando atroci supplizi. E per fortuna qui in Italia all'esselunga non vendono fucili a canne mozze che altrimenti i giornali avrebbero titolato "giovane insospettabile preda della follia fa strage ad una festa".
Comunque le ondate di rabbia che mi attraversavano le sinapsi si sono irradiate oltre il soffitto e di lì a poco al piano superiore i toni si sono fatti concitati, il livello acustico si è alzato e improvvisamente le sedie e i piatti hanno iniziato ad abbattersi fragorosamente sul pavimento.
Io un po' turbata sono rimasta indecisa fra l'aggregarmi alla rissa o andare alla ricerca dei tappi per le orecchie nel kit da viaggio aereo transoceanico . Nel mentre devono aver esaurito il servizio da 12 ed è tornato il silenzio.

29.11.04

Argomenti triti ovvero dell'influenza che un noto telefilm ha sulla psiche delle giovani donne
Ally Mc Beal sta causando danni in una intera generazione di trentenni e dintorni.
I disturbi riscontrati sono:
1) comportamenti antisociali (i soggetti in questione entrano in casa a razzo senza salutare e si barricano nella stanza della televisione per un'ora buona senza dare segni di vita)
2) disturbi alimentari (assunzione compulsiva di pseudo alimenti ad alto contenuto calorico quali fonzies e pop corn, accompagnati spesso, soprattutto nella stagione estiva, da birra)
3) alterazione della percezione della realtà circostante.
Io rientro a pieno nella categoria, anche se il disturbo numero tre posso vantarlo già da tempi non sospetti, ovvero da prima della proiezione della prima serie. Nei momenti di particolare tensione emotiva infatti, una parte del mio cervello compie una proiezione extracorporale così mentre parlo e reagisco respiro in maniera normale, i miei occhi si trovano ad almeno un paio di metri davanti a me ed io ho una visione esterna di me stessa che parla reagisce e respira.
Tanto per fare un esempio mentre il mio fidanzato storico mi stava dicendo che sì mi voleva tanto bene, ma come ad una sorella e che quindi era il caso di metter la parola fine alla nostra relazione ai miei occhi si presentava la scena di due persone in tenuta da mare, sedute sui gradini davanti al passaggio a livello abbassato di Bogliasco, lui che parla , lei invece con le lacrime agli occhi fissa i resti di granita alla menta sul fondo del bicchiere di plastica trasparente che tiene in mano.
Ovviamente con gli anni e il susseguirsi delle puntate o forse con l'arterio che galoppa il disturbo si è evoluto.
Adesso quello che la mia proiezione extracorporale vede, non è quello che sta realmente accadendo, ma come da copione quello che vorrei succedesse. Così può capitare che io veda me stessa dire cose del tipo "so che è una pessima idea e che se stessimo insieme probabilmente nel giro di due giorni finiremmo a tirarci ditate negli occhi però ho voglia di baciarti" e metterle poi in pratica baciando il soggetto incriminato.
sì, l'idea per questo post mi è venuta leggendo quello di super bimba

28.11.04

Ecco, non fosse che il terremoto c'è stato qualche giorno fa, il fatto che la Sampdoria abbia :
1) vinto la partita
2) 1-0
3) segnando su rigore
4) concesso al 2 di 3 minuti di recupero
mi farebbe presagire strani fenomeni naturali.
Magari a mezzanotte in cielo brillerà il sole, mi stupirei di meno.

26.11.04

Piccolo spazio pubblicità.
Mica scemo il vecchio Bamba.
Ballad of Cape Hogue (Calexico)

I live out yonder where the snakes and scorpions run
got myself a little goldmine to bank on
but one day my heart sank when I saw Madame in town
I knew her love would be the death of mine

( L'amour passait, l'amour obsolète.
Pourquoi perdre sa vie à chercher l'or d'un coeur?
Je ne me noierai pas dans ce désert mystique.
Je ferme mes comptes et je repars
.)

Love is passe and love is obsolete

some spend their whole lives searching for a heart of gold
I'm tired of treading water in this desert mystique
I'm cashing in my chips before I ride
Do me a favor while I'm hanging here
Take this gold and go and hide
Don't twist too hard darlin' on your hangin' rope
Don't worry I'll be free in no time.

She promised me she would be there when I'd return
she didn't say she'd have a whole army there as well
she whispered, "J'taime Baby," as she fired that gun at me.
It's getting late and I'm running out of time
I should've stayed way out yonder
better off with the scorpions and snakes
Every act which has no heart will be found out in the end
Guess I'm a little late this time, cause her love
would be the death of mine, mine, all mine
Ultimamente la mia gestione del tempo è basata sul concetto dell'horror vacui. Poi la gente mi domanda "che dici usciamo una di queste sere?" e l'unica cosa che riesco a farfugliare è "credo di avere qualche sera libera nel giugno del 2005, lunedì 13 ti andrebbe bene?". Ecco se poi mi mandano a cagare come faccio a dargli torto?
Comunque ieri sulla via della lezione di francese delle 19.30 ho fatto un pit stop in pasticceria:
caffè e cannolo siciliano. Ho scoperto un'accoppiata migliore della cocaina: a mezzanotte avevo ancora gli occhi sbarrati.

25.11.04

Ale in Senegal fa esperimenti di sopravvivenza a budget ridotto e sperimenta la sensazione di essere continuamente osservato. Poi a casa si commuove per un sms.
Stamattina in quegli attimi che precedono l'effettivo risveglio ero Franciskje, o forse era lui ad esser me. Scrivevo sul suo blog, che era il mio, e parlavo delle stelle e del mare visti dalla Pria Pulla [1] e negli occhi avevo il panorama notturno ante costruzione della diga foranea.
Se c'è uno psicoanalista in zona, si accettano interpretazioni.


[1] a Pegli (GE) c'è uno scoglio che si chiama Pria Pulla. Ai tempi della costruzione del porto di Voltri ci fu una sollevazione popolare per impedire che fosse fatta saltare per lasciar spazio alla costruzione della diga foranea. I pegliesi ebbero ragione degli ingegneri e l'ultimo tratto della diga vicino a riva ha un'inspegabile deviazione verso destra proprio in prossimità dello scoglio.
Terremoto
Ultima sigaretta fuori dalla sede, voci basse per non disturbare la quiete pubblica, che a tirar giù la saracinesca già si fa abbastanza rumore. Improvvisamente la saracinesca trema, ma non è da sola, anche le ringhiere dei terrazzi tremano e i lampioni (che a Baggio sono ancora quelli appesi al centro della strada) dondolano vistosamente. Noi lì col naso al cielo a domandarci cosa stesse succedendo, roba che se fosse venuta giù una tegola ci avrebbe preso in mezzo agli occhi.

24.11.04

Potenza dell'ordine materno.
Premessa:
mia madre è riuscita a sbagliare per tre volte di seguito il pin della sim, fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non che mia madre non ha mai realmente digitato un pin, ma ha infilato in borsa il cellulare accesso sulla schermata che lo richiedeva. I movimenti degli oggetti nella sua borsa hanno fatto il resto: 3 serie di numeri casuali seguite da invio et voilà cellulare bloccato.
Mi ha chiamato in soccorso e le ho spiegato che era necessario reperire il PUK e che questo si trovava di sicuro sulla confezione della sim (acquistata almeno 5 anni fa). Poi figheggiandomi ho detto: "Tranquilla mamma, lo trovo io!!!".

Scenario:
io china su di un sistema di equazioni differenziali tento di ricavare il puk partendo da numero di telefono, numero di scarpe e fasi lunari, un collega solerte mi deterge il sudore dalla fronte, siamo ad un passo dalla soluzione.
Squilla il cellulare: mia madre.
"Ah tutto a posto ho trovato l'incartamento della sim con il codice sopra".
Strategie di marketing.
Se metti una minigonna verde acido e gli stivali con i lacci dall'aria vagamente sadomaso e poi un tizio alto di bell'aspetto con gli occhi azzurri e il pizzetto uscito da una enoteca dall'aria trendy ti domanda:
"ma da dov'è che venite tutte, con quel bastone in mano?" (riferendosi al fatto che tu ed altre 16 ragazze siete uscite dalla lezione di danza portandovi appresso il bastone che serve per la coreografia) replicare :
"attento siamo pericolose picchiamo duro" e andarsene, sarà in linea con gli stivali, ma non favorisce l'instaurazione di una conversazione.

23.11.04

Posto che piuttosto che stirare riesco ad inventarmi attività molto fantasiose non posso comunque non rimanere estasiata di fronte all' extreme ironing.
(trovato da giulia)
Dubbi legittimi.
Se il coinquilino ha portato un mazzo di vischio da appendere nell'ingresso e nella sua valigia fra i calzini è stata adocchiata una scatola di preservativi, noi fanciulle dovremmo preoccuparci delle sue intenzioni? Ad ogni buon conto nessuna di noi si è ancora fatta trovare in zona vischio in sua presenza.

22.11.04

Il finesettimana si è liquefatto lasciandomi al punto di partenza: giacca pantavento e casco sull'avambraccio. La settimana si preannuncia grigia e umida.
Ieri ho letto "La confraternita dell'uva" di John Fante. Bellissimo.

Sulla via del rientro a Milano in un meticoloso programma di perdita di tempo per arrivare sulla coda del blocco del traffico, ho avuto la malaugurata idea di infilarmi alla Bennet di Ovada.
Il primo corridoio era un incubo natalizio da film di terza categoria. Babbi Natali ridenti e panciuti appostati dietro scatole di ciarpame presepizio eruttavano yoedel al passaggio dell'ignaro potenziale acquirente, coadiuvati da alberi di Natale canterini e calendari dell'avvento musicali. In una rappresentazione della Natività deformata, una triade di commessi si trovava in contemplazione estatica di un San Giuseppe con lanterna, biancovestito, formato 1:4.
Bambi argentati si proponevano come centri tavola in lizza con candele mastodontiche in un tripudio di rosso e dorato dall'aria vagamente infernale. In tutto il resto dell'area era impossibile muoversi senza venir colpiti da torroni extraduri che sbucavano da carrelli lanciati in corsa contro pile di panettoni nocciolati e pandori farciti.
Sulla carta igienica al posto dei fiori di camomilla, *rami di agrifoglio*.
Sopravvissuta al senso di nausea e di vertigine sono uscita indenne dall'orgia festante e con la mia scorta di biscotti spartani mi sono trascinata alla macchina sotto lo sguardo di vaga disapprovazione della guardia giurata.

20.11.04

Ale è arrivato a Dakar ed ha iniziato a pubblicare sul blog nuovo di pacca aperto poco prima che partisse. Storie dall'Africa: UnAltroSenegal. Appena ho un pò di tempo mi metterò a fare il restyling del template.

19.11.04

Telefonata.
G. Ciao zia, come stai?
z. Oh carissima ciao! Quando ti sposi?
G. ....

18.11.04

Comunicazione dalla segretaria riguardante l'appartamento aziendale.
Vi comunico che nella giornata di domani il geometra effettuerà un sopralluogo per verificare l'entità dell'infiltrazione. Non lasciate oggetti di valore incustoditi.

Ora che il geometra abbia la faccia da criminale lo pensavamo tutti, ma addirittura dichiararlo via mail?? E cambiare geometra?
update: ad ogni buon conto ho chiuso la porta a chiave
Sì che quando uno fa volontariato utilizza le sue competenze per fare qualcosa di utile... ma tra tante cose... proprio le mie competenze informatiche?

17.11.04

Copriti bene se ti senti fredda, hai la pressione bassa dell'anima.

Il problema è il vuoto che ti mangia dentro. Comincia dallo stomaco e pian piano si espande. Stai lì immobile sul letto davanti alla tv che incredibilmente trasmette un bel film in prima serata, ma non risci a concentrarti. Hai paura che all'improvviso il vuoto cominci ad essere visibile, che scostando la coperta dentro cui sei avvolta, al posto dell'ombelico troverai un buco e in trasparenza vedrai il copripiumino ikea a cuori rossi.
Avresti potuto scappare da questa serata sul letto, farti convincere da chi tanto affettuosamente ha tentato di farti uscire di casa. Ma le avvisaglie erano chiare anche nel primo pomeriggio quando ancora in cielo c'era il sole , tu avevi voglia di ascoltare Morissey e il tuo bioritmo era in controfase con il ciclo dell'universo. Saresti stata uno zombie, il tredicesimo a tavola, il convitato di pietra e il padrone di casa avrebbe dovuto un'altra volta smettere di suonare una canzone triste cogliendo al lato dei tuoi occhi un luccichio sospetto.
Potresti provare a vedere se la cioccolata riesce a salvarti dalla sensazione di essere sul punto di scomparire, ma hai paura di dissolverti e metà strada fra la camera e la cucina e se proprio devi vaporizzarti che sia nell'intimità della tua stanza e non al bordo del tavolo ikea dimensione grande fratello dell'ingresso.
Contro il vuoto non puoi fare nulla, si insinua subdolamente sotto la porta e sgretola piano piano la sensazione di essere viva.
E' una fottuta fregatura che l'assenza di qualcosa che non riesci a definire sia più forte di tutte le presenze tangibili. Ma questo riesci a dirlo stamattina, che ancora una volta, non si sa come, il sistema di emergenza ti ha iniettato in vena una sana dose di rabbia.

16.11.04

argh!!!!
se prima non avevo ragioni apparenti per essere sull'orlo del tracollo nervoso, questa mezz'ora di ricostruzione del template scomparso direi che mi fornisce valide motivazioni per essere scontrosa, assieme alla lezione di danza saltata causa malattia della maestra.
Arriva il film della Guida Galattica dell'autostoppista, l'ho scoperto qui.
Inaugurazione del pallone da basket femminile nuovo: primo tiro canestro, secondo tiro dito insaccato.

15.11.04

Consigli per un buon inizio di settimana.

Per cominciare bene la settimana lavorativa basta NON trovare la moto con la batteria a terra quando si è in ritardo e si è bardati come Ambrogio Fogar per una missione al polo. In caso si verifichi il nefando avvenimento prima di saltellare scompostamente attorno al motociclo invocando gli dei della batteria carica, ricordarsi di rimuovere almeno il primo degli strati di vestiario.
Se la danza dovesse prolungarsi per più di cinque minuti senza esiti rassegnarsi all'evidenza dei fatti. Estrarre il beauty case, rassettare il trucco che nel frattempo si sarà liquefatto in rivoli lungo le guance per lo sforzo e andare dal tenutario del garage sbattendo le ciglia con sguardo da cerbiatto.
Una volta che la moto sia stata rianimata con l'ausilio di cavi elettrici effettuare 3 o 4 giri dell'isolato per ricaricare parzialmente la batteria prima di avventuarsi nel traffico della circonvallazione.
Posteggiare la moto molto vicino alla porta dell'ufficio e scendere ad intervalli di mezz'ora per controllare che la moto si accenda. Per maggior sicurezza compiere un sondaggio fra i colleghi onde individuare qualcuno che abbia i morsetti per una defibrillazione d'urgenza.
E, mi raccomando, casco ben allacciato e luci accese anche di giorno.
Certe volte domandi “cosa mi racconti?” , ma la risposta proprio non te l’aspetti.
Ti trovi davanti la vita, quella dura, quella crudele quella che ti lascia senza parole. Come un affondo allo stomaco o uno schiaffo a mano aperta.
Resti lì incapace di formulare un pensiero compiuto e allo stesso tempo non puoi smettere di pensarci.
Come quando un fischio più acuto si alza dal rumore di fondo e non puoi fare a meno di prestarvi attenzione.
Come una mano invisibile che ti prenda per il collo della giacca e ti tiri via dall’enorme ruota da criceto sulla quale ti stai affannando, resti fermo a guardare un’ immagine del mondo che riprende le sue giuste proporzioni, relegando in un angolo il fulcro delle tue preoccupazioni e dei tuoi crucci quotidiani: te stesso. E ti senti fondamentalmente stupido.
Come quando cogli un dettaglio in una di quelle immagini da libro di psicologia e d’improvviso la figura che avevi davanti assume contorni fino a quel momento invisibili svelandoti qualcosa di completamente diverso.
Ti domandi quante volte non hai colto dietro ad uno sguardo un universo. Quanto l’innegabile verità che è umanamente impossibile vivere ciascun giorno della propria vita come se fosse l’ultimo, non stia diventando lo scudo dietro a cui costruire una corazza di indifferenza. Ti domandi quanto di giorno in giorno il fischio debba diventare più forte perché tu riesca a coglierlo.
Non sai rispondere e non puoi smettere di pensarci.

13.11.04

Dopo un viaggio nella lattiginosa umidità della pianura a Genova ho ritrovato il sole che avevo smarrito a Binasco.
Fa caldo, il mare è giallo per l'ondata di sole che lo investe e la luce rifrangendosi e rimbalzando arriva fino a me e al monitor del pc. Quasi quasi vado a metter su un pareo e gli occhiali da sole, che a tutta questa luce non sono più abituata.
Bastano due settimane di seguito a Milano, che mi sembra di essere l'emigrante di se ghe pensu in un ipotetico rientro in terra natia.
Incrocio il comandante della stazione dei carabinieri, che sembra uscito da una piece teatrale tanto è caricaturale con quei baffoni, la pancia a cocomero e la pipa mentre in divisa chiacchera con una neo mamma di sua conoscenza.
Mi trovo davanti Chiara, compagna delle medie e figlia del farmacista, ormai farmacista anche lei. Mi dice che verrà abitare proprio nel vicoletto un paio di portoni più in su del mio. "Fra 3 o 4 sabati se vieni in giù passa a suonarmi che ti faccio vedere casa, in quel periodo dovrebbe esser pronta".
Il microcosmo del quartiere, aria di casa.
Come ad ogni rientro che si rispetti trovo anche la posta, appilata sul comodino della mia stanza da mia madre. Una multa per una svolta vietata delle 18.45 dell'11 luglio a Voltri. Ricordo perfettamente la scena ed anche di aver controllato che non ci fosse il vigile.. pazienza pagherò.
Trovo anche l'invito ad un corso per diventare presentatrice televisiva, direttrice artistica Maria Teresa Ruta, mica cazzi... questa mi sa che la cestino.

12.11.04

mitico il papa confuso.
Mi è arrivata questa mail e mi sembra che il minimo che posso fare è metterla qui (per una volta con il consenso del mittente).

Una telefonata di notte.
Ieri mattina Babacar mi ha inviato una mail dal Senegal con una valutazione del progetto Stop Malaria. In fondo ha aggiunto che il padre di Joe, uno dei responsabili del progetto di Dakar, è morto il giorno prima.
Il padre di Joe l'ho conosciuto in un viaggio all'interno del Senegal che avevamo organizzato a Giugno. Non mi ricordo come si chiama.
A ripensarci mi vengono in mente un cortile di una casa a Kaolack in un giorno dove il caldo c'aveva cotto la testa, un vecchio signore vestito con una bizzarra tenuta, un incrocio fra un pigiama da lungodegente d'ospedale e un vestito tradizionale senegalese, che cogliendo i nostri visi pallidi stravolti dal sole ci offrì un paio di seggiole e una bottiglia d'acqua fresca.
Mi ricordo che ci guardava con curiosità e con un po' di ironia. Di punto in bianco ci chiese notizie del figlio per rompere il silenzio e poi ci chiese, con una cortesia esagerata notizie di noi e dell'Italia.
Quando ad Ottobre ero ritornato in Senegal, Joe mi aveva "portato" i suoi saluti informandomi che durante il mese di settembre non era stato molto bene ma che ora si era ristabilito.
Ieri notte ho chiamato Joe.
Una telefonata piuttosto impacciata. Ad un certo punto gli chiedo se le condizioni di salute del padre erano ultimamente peggiorate e lui mi spiega che al contrario nell'ultimo mese sembrava stare più in forma del solito.
Per farla breve, scopro che Joe non sa perché suo padre è morto. Da un momento all'altro è morto, seduto nel cortile di casa.
Poi Joe mi passa sua madre, che parla solo woloff, è il livello di impacciaggine sale precipitosamente.
Non sapere perché si muore.
Se ci ripenso mi nasce una gran rabbia dal cuore.
Mi sembra un'ingiustizia inutile, che si aggiunge alla fine di tante ingiustizie inutili che il padre di Joe e di tutta la gente vivono abitualmente in Africa, il continente alla Top Ten delle ingiustizie inutili.
mao
Il Carcano è grande, ha le poltrone di velluto rosso, con il retro di legno e il sedile con la ribaltina. Le file sono un po' troppo vicine le une alle altre, le mie ginocchia reclamano vendetta al cielo e davanti a me è seduto un 12enne con una carriera da cestista.
Fa caldo, l'aria è secca e la gente continua a tossire. Gli adulti a luce spenta sono peggio dei ragazzini, ricercano nella borsa le caramelle, tossiscono, si lamentano di non sentire quello che viene detto sul palco (porco cazzo io ci sentirei se loro la piantassero di fare casino). I ragazzini della fila davanti sono assopiti in posizioni innaturali sulle poltrone, ma non disturbano.
Sul palco è in scena Così è (se vi pare) di Pirandello per la regia di Giulio Bosetti.
L'allestimento è molto classico, gli attori bravi, Pirandello è sempre Pirandello, la soggettività della realtà che ci circonda, il fatto che ciascuno sia quello che gli altri credono l'impossibilità di stabilire la verità.
All'uscita sono mediamente soddisfatta, anche se Pirandello continuo a preferirlo sulla carta stampata.

11.11.04

VO persone in grado di salvare il mondo.
Il 21 c'è il blocco del traffico. Il 21 c'è la messa in produzione del software. Il 21 bisogna venire in ufficio.
I vigili accettano permessi di circolazione in zone sottoposte a blocco raggiunte dai mezzi pubblici solo se si è in grado di dimostrare che si svolge un lavoro di pubblica utilità.
Qui in ufficio si sta facendo brain storming per inventare una dimostrazione plausibile che il nostro lavoro lo sia.
Ecco, contando il livello di delirio mentale che regna sovrano qui in zona, direi che impedirci di mettere in produzione il nuovo software sia il vero servizio di pubblica utilità, quasi quasi vado al comando dei vigili e lascio lì le chiavi della macchina di mia spontanea volontà.
Qualcuno faccia qualcosa... blogger ha cominciato a parlare in italiano e fin qui non sarebbe nemmeno grave a parte il fastidio di abituarsi... è che è tutto ... storto!
Per mesi il pitbull del vicino di casa è stata una presenza costante nella mia vita.
La sera, stufo di stare rinchiuso nell'appartamento guaiva e batteva sulla porta di ingresso con le sue zampone, facendo tremare non solo quella, ma anche la nostra dall'altro lato del pianerottolo, nonché, nei momenti di maggior disperazione, la porta della mia stanza.
Poi ha smesso. In realtà non mi sono mai realmente interrogata sul perché.
Probabilmente il mio inconscio mi suggeriva che i cani crescono, imparano a rassegnarsi come gli uomini e poi chissà, magari al suo proprietario avevano cambiato i turni e la sera aveva tempo per portarlo a zonzo.
Da qualche giorno però dallo stesso appartamento si sentono i pianti e il raspare alla porta di un cucciolo. Non so che cane sia, non l'ho ancora incrociato. Di sicuro fa stringere il cuore.
Ma quello che più mi inquieta è: che fine ha fatto il pitbull grande??
Sabri sostiene che nell'appartamento di fronte c'è un allevamento di cani da combattimento il che assieme allo spacciatore del piano di sotto all'ex galeotto che urla minacce per le scale e ai travestiti giù in piazza completa il quadro del quartiere perfetto.

10.11.04

Elefante in un negozio di cristalli.
Ieri a danza durante le prove della coreografia, in un momento in cui si supponeva che tutte dovessimo ruotare nella stessa direzione a tempo e fermarci in posa plastica, la musica è stata funestata da un suono sinistro.
Il bastone che avrei dovuto tenere leggiadramente appoggiato sulle spalle e alzare al cielo a fine sequenza, si è spezzato con fragore nel cozzare con quello della vicina dietro, con la quale evidentemente ero in controfase.
Niente sangue per fortuna, ma sto valutando seriamente di darmi a qualche sport da combattimento.
Alla fine ho ceduto, ho messo i commenti. Sebbene non più di tre giorni fa dichiarassi che non ne sentivo il bisogno perché quando scrivo lo faccio per me stessa. Ma se poi è lo splendido quarantenne di cui sotto a chiedertelo, come si fa a dir di no?
Futilia.
Leggendo qui e lì ho scoperto di aver assistito al siparietto narrato da Chettimar sulla "rissa" al bar, che poi deve esser stato lui a indicarmi il Confuso.
Ho scoperto che c'era qualcuno in incognito e infatti non mi sono accorta della sua presenza.
Ho scoperto anche che ho mancato leo, peccato.

8.11.04

Alle nove Anna era sotto casa mia. Alle dieci dopo un centinaio di km percorsi in cerchi concentrici attorno al foyer ci siamo ritrovate praticamente al punto di partenza, abbiamo mollato la macchina in un losco parcheggio e ci siamo avviate a piedi verso la blogfest. Al nostro arrivo, sbrigate le pratiche di ingresso, ci siamo ritrovate in un locale già affollato. Anna mi ha guardato con l'aria di chi si aspetta che io prenda una qualche iniziativa, che infondo si supponeva che io conoscessi tutti.
Peccato che Franciskje fosse ancora in preda alle angosce della ricerca posteggio e LiveFast avesse il telefono staccato.
Nel dubbio siamo andate a ingrossare la ressa in zona bar.
Il Confuso eletto a cugino in virtù delle origini comuni, ma della differente fede calcistica, l'ho individuato grazie a qualcuno in coda alle mie spalle. Grazie al cielo non sono dovuta andare in giro a calpestare gli alluci a tutti gli astanti di sesso maschile nel tentativo di strappare un "belin!" che mi aiutasse ad individuarlo. Giusto il tempo per un saluto veloce, ma niente coretto di "ma se ghe pensu".
Abbiamo conosciuto Durante con il quale si sono fatti discorsi più o meno aulici.
Complice il mohjto a stomaco vuoto non sono fuggita a gambe levate e mi sono trovata a rispondere a domande più o meno insensate davanti ad una telecamera (grazie al cielo non ci sono tracce di tutto questo on line).
Simone mi è sbucato davanti all'improvviso con un maglioncino verde squillante. Baci e abbracci e chissà magari dopo Ginevra si andrà anche ad Addis Abeba. Mi ha presentato Ilenia, che per la gioia di molti sembra si sia attrezzata per riuscire a postare più spesso.
Ho incrociato Giulia indispettita dalla scomparsa del suo cartellino di riconoscimento, ma non sapevo che fosse lei.
Ho fermato Ark che si è rivelata in linea col suo blog. Fantastica.
Alla fine anche lo splendido quarantenne si è palesato di persona.
Non ho incrociato Simona o forse sì, ma non me ne sono accorta e me ne dispiace.
E' stata una bella festa e per una volta sono contenta di essermi data alla vita mondana.
Adesso non mi resta che convincere Anna ad aprire un blog, così la prossima volta l'intervista la fanno a lei.
Domenica mattina il mio approccio al mondo circostante era decisamente poco obiettivo, nonostante per una volta il sole fosse visibile sul fondo di un cielo quasi azzurro.
La Serravalle percorsa un migliaio di volte mi presentava caselli non previsti in luoghi inconsueti, i chilometri che mi separavano dalla meta crescevano in maniera non lineare. Quando ormai pensavo di essere stata inghiottita in un gorgo spazio temporale l'odore di reazione chimica altamente cancerogena mi ha annunciato la presenza della raffineria e quindi dell'uscita di Busalla.
Andrea e Fra mi aspettavano pazienti davanti alla Coop di Sarissola, con loro ho proseguito verso casa di Mirna e la polenta.
Al solito c'è parecchia gente e un fuoco caldo e scoppiettante nel camino. Fritz è svizzero, gli occhi azzurri penetranti non sono offuscati dalle lenti fotocromatiche scurite dal sole.
A pranzo fra polenta al sugo e ai formaggi ci illustra il funzionamento del servizio militare elvetico nonché le ragioni geomorfiche che rendono impossibile una rapida conquista della Svizzera.
La sua fidanzata è preoccupata per un possibile tracollo psicologico di noi ascoltatori e tenta di distrarlo.
Ogni gesto, ogni parola rivelano le origini di Fritz che prosegue nella sua dissertazione con tenacia.
Poi però arrivati al dolce improvvisamente si trasforma e ci stende a tappeto con una verve comica e doti di mimo insospettabili fino a quel momento.
La giornata scorre via veloce e piacevole, l'approccio alla Serravalle comunque non migliora complici la pioggia torrenziale di Tortona e il traffico impazzito.

5.11.04

Questa notte ho fatto un sogno strano.
Avevo un neonato in braccio, bellissimo, mio figlio. Ci giocavo e lui mi sorrideva. Lo cullavo e lui si addormentava sulla mia spalla.
Volevo metterlo a letto nella culla, ma in casa non c'era la culla. Non c'era il ciucciotto, non c'era il biberon, non c'era nulla per un neonato.
Decidevo di metterlo a dormire in un letto da adulti, ma ero preoccupata che cadesse e si facesse male.
Non ricordo altro.
Si accettano interpretazioni.
Qrz mi suggerisce:
prima di tutto devi partire dall'assunto che i 'personaggi' dei nostri sogni sono spesso proiezioni di noi stessi, quindi il bambino e' una proiezione di te stessa, quindi hai paura di non riuscire a 'dormire' in un letto da adulti senza cadere. Paura di diventare adulta?

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A proposito di neonati mi ronzava per la testa l'idea di un aggeggio che analizza il pianto dei neonati e suggerisce al neo genitore le cause del pianto del figlio. Pensavo di aver sognato pure quello, invece esiste già.
Nastroni
L'altro giorno ho trovato una cassetta audio poggiata sul coperchio di un cestino della rumenta a Cesano. Nella testa mi è passata l'idea del book/cd crossing così me la sono intascata senza starci tanto a pensare.
E' una cassetta di blues. Ho ascoltato due canzoni, sono belle anche se non è il mio genere. Dentro la custodia ovviamente non c'è alcun biglietto sintomo che l'abbandono della cassetta è stato più involontario che programmato.
La grafia è quella di un uomo, un po' sbilenca, ma non disordinata. I titoli sono stati scritti con una penna a inchiostro liquido e punta sottile.
Penso a chi potrebbe essere il poprietario. Sicuramente deve avere almeno la mia età ed essere un nostalgico che non riesce a dire addio al suo walkman o alla sua vecchia autoradio.
Penso che probabilmente ha qualche anno in più, mi viene in mente un vecchio nastrone con cui Enrico aveva tentato di erudirmi alle strade del blues.
A proposito di nastroni qualche tempo fa ho fatto un tuffo nel passato frugando nelle scatole in camera mia a casa di mia mamma.
Dalla cassetta con la mia voce di bambina di due anni, ai vari nastroni di amici e spasimanti, passando per le demo dei gruppi dei miei amici e l'unica registrazione esistente delle nic fit il trio femminile involontariamente punk (per chiarire il livello musicale) in cui suonavo la batteria.
I nastroni dei corteggiatori non denotavano gusti musicali audaci:
Chicco dopo un side A mediamente melenso, scopriva le carte con la prima canzone del side B Piccolo grande amore di Baglioni.
Michele invece andava giù sul pesante già dalla quarta canzone del primo lato con I want you tonight degli Inxs.
Nessuno dei due doveva avermi colpito al cuore in maniera irreversibile se oggi faccio fatica a ricordare chi fossero Chicco e Michele.
Gian invece è stato il mio primo grande amore, il fidanzato musicista.
Morrissey cantava
"if a double decker bus crashes into us, to die by your side is such an heavenly way to die"
lui era andato oltre dedicandomi una canzone che diceva
"i prefer to shot you in the mouth instead you kiss".
Che poi a pensarci l'idea della canzone d'amore rovesciata è un sempre verde, tra le ultime mi sovviene quella cantata da Nick Olivieri nei QOTSA "Another love song" che inizia con "You're so impossible, your scream and moan it chills my soul".
Diciamolo, i discount mi hanno sempre lasciato un po' perplessa. Tutti quegli scatoloni dall'aria zozza accatastati qui e lì senza un ordine apparente mi creavano qualche problema. Ieri però l'acqua la dovevo comprare e così sulla via di casa mi sono fermata al penny market di via da cermenate. Mi si è aperto un mondo. Ho trovato i bratwurst della Turingia (Sabri era convinta che mi sarei intossicata e che mi avrebbe dovuto accompagnare in ospedale durante la notte) e i lebcucken i biscotti natalizi speziati. Oltre ad acquistare 12 lt d'acqua ad un euro.

4.11.04

Varie sul mondo.
Leggevo ieri che Zucconi sostiene che con queste elezioni l'America ha ritrovato la democrazia. La gente finalmente è andata a votare in massa. Non so quanto ci sia da rallegrarsi visto che ha votato per Bush.
Stamattina invece mi è passato sotto l'occhio il comunicato di Medici Senza Frontiere. Lasceranno l'Iraq perché "sarebbe irresponsabile esporre lo staff al rischio che la permanenza comporta". Mi sembra un segno bruttissimo. Quando se ne andrà anche Gino Strada ci sarà veramente da pensare di emigrare su di un altro pianeta.
Infine Arafat è in coma e probabilmente non si riprenderà. Che cambierà questo nel conflitto Israele Palestina?
In questo clima caldo surreale, con il sole che tramonta in un silenzio innaturale mi domando se il mondo è già finito ed io non me ne sono accorta.
Stamattina venendo in ufficio in macchina ho avuto la sventura di ascoltare per radio Ferrara che parlava dei matrimoni gay. Il modo peggiore per iniziare la giornata.
Piccole gag
Il mio dentista è un grande, ieri stava cercando senza esito la custodia di un apparecchio nell'armadio , si è girato dall'assistente e le ha domandato:
"Hai mica visto la custodia verde... Kawasaky?"
a dire il vero credo che la specificazione motociclistica fosse a mio esclusivo vantaggio visto che mentre lo diceva mi ha lanciato uno sguardo sornione e l'assistente è al livello "ma la moto ha due ruote?"
Io ovviamente ho apprezzato moltissimo.
Mi scrive Diego dalla Germania:
"Guardo Andrea, un'amica cilena. Sguardo deciso. Carattere forte. Circolo femminista, pacifista convinta, sta raccontando delle discussioni con sua madre. Lei, la madre, e' per la lotta armata, in alcuni casi. Le sorrido e le chiedo cosa e' accaduto a sua madre durante la dittatura. E' stata in carcere, un anno, non e' stata fucilata in mezzo ad un campo da calcio e si e' salvata per miracolo, grazie ad un avvocato "muy muy bueno". Le dico che non sono sorpreso che sua madre pensi che in alcuni casi sia giusto lottare con le armi per la propria liberta' e per i propri diritti. Andrea e' nata in Svezia. Sua madre, dopo essere stata liberata, ha raggiunto il padre fuggito in Scandinavia. La' avrebbero potuto iniziare una vita tranquilla, aiutati da coloro che li avevano aiutati a scappare. E invece no. In Mozambico c'e' una guerra, c'e' uno stato socialista da difendere. E con il sogno di Allende ancora vivo, lasciano la Svezia e raggiungono l'isola africana. Dieci anni di guerra, nel frattempo altri due figli, poi, finalmente, il ritorno in Sud America, nell'amato e mai dimenticato Cile, dopo la fine della dittatura.
Mi fa riflettere la storia dei genitori di Andrea. Sicuramente sono persone con ideali molto forti. Mi domando quanto forti siano i miei ideali.
Credo che un mondo diverso e migliore sia possibile. Bene. Cosa sono disposto a fare per contribuire a creare questo mondo diverso in cui credo? Ogni sabato mattina, per un'ora, parlo alla radio di questo mondo, di cosa andrebbe cambiato, provo, nel mio piccolo, a fare quell'informazione alternativa di cui, secondo me, c'e' sempre piu' un disperato bisogno. Quante persone ascoltano la radio? Non ho idea. Potrebbero essere 100 come 1000. Poche? Forse si', forse no. E poi? Cos'altro faccio? Non ho la macchina, uso i mezzi pubblici, inquino meno di molti altri. Riciclo il vetro e la carta. Separo i rifiuti. Cerco di avere uno stile di vita abbastanza sobrio. Provo a ridurre gli sprechi. Boicotto i prodotti delle multinazionali che violano i diritti umani. Partecipo a manifestazioni di piazza. E' sufficiente tutto cio'? Potrei fare di piu'? Penso di si'. Cosa? Molte cose. Sarei disposto a rinunciare a qualcosa per trovare il tempo e l'energia per fare di piu'? Che cosa sacrificherei della mia vita per provare a portare un mattoncino per la costruzione di un futuro diverso, un futuro piu' giusto? Forse che i miei ideali non sono cosi' forti come quelli dei genitori di Andrea? Chissa', forse in Mozambico a fare la guerra non andrei. Ma a volte non e' necessario andare cosi' lontano. A volte sarebbe sufficiente rendersi conto che chi ha bisogno di noi, del nostro aiuto, di un po' del nostro tempo, e' molto, molto piu' vicino...
"


Domande difficili quelle che si pone Diego, che spesso mi pongo anche io Cosa potrei fare di più per cambiare le cose? Cosa sono disposta a sacrificare? Aggiungo di mio : sono coerente?
Di recente qualcuno mi ha detto che bisogna puntare il dito contro i responsabili delle sperequazioni che ci sono nel mondo, contro il FMI, ad esempio, che strozza l'economia dei paesi del terzo mondo con i suoi diktat intesi a favorire la restituzione dei prestiti ricevuti.
Ma se io sono la prima a contribuire al mantenimento dell'attuale sistema economico con che coerenza punto il dito contro le multinazionali? Dovrei essere la prima nel mio piccolo a sottrarmi a certi ricatti, a fare seriamente del consumo responsabile.
E in più, se sono convinta che le cose dovrebbero essere cambiate perchè sono così fondamentalmente pessimista sulla possibilità di cambiarle? Forse perchè non mi sento coerente io per prima, forse perché i miei ideali non sono così forti.
Forse perché non credo nell'evangelizzazione, credo nello scambio di opinioni. Credo che il moto di ribellione per come vanno le cose debba venire dall'interno di ciascuno che non possa essere indotto e tutti i tentativi di risvegliare le coscienze altrui sia solo aggiunta al rumore di fondo.
Forse è la mia formazione scientifica che mi richiede la visione del risultato pratico per farmi sentire che quello che sto facendo è utile.
Ma poi mi domando, la coerenza è un valore?

2.11.04

Ammettiamolo è così, alle medie ciascuna di noi è stata l'amica brutta di qualcuna. A meno che, ovviamente, non ci si possa fregiare della palma di più bella della scuola media, allora si dovrà ammettere di aver scelto almeno a livello inconscio la propria confidente in modo tale da mettere in risalto le proprie doti piuttosto che offuscarle.
Io dodicenne timida e impacciata, ma grazie al cielo non ancora occhialuta, facevo parte, manco a dirlo, della categoria delle confidenti. Troppo alta rispetto alla media, con una temibile frangia mid-eighties vivevo di luce riflessa della popolarità della mia amica bella e spigliata.
Per lei facevo da ufficio postale ricevendo e inoltrando bigliettini a forma di cuore, ma anche da ufficio sondaggi per captare il suo livello di popolarità presso il pluriripetente con la voce già adulta. A volte ricevevo qualche corteggiatore di seconda mano. Era una rapporto perfetto capitano gregario, senza sbavature.
A distanza di anni io e R. siamo ancora amiche. Vite indipendenti e diverse, ci si ritrova di quando in quando per fare quattro chiacchere . E ogni volta mi stupisco a vedere come siamo simili.