11.3.05

L'adrenalina quella pura non la puoi raccontare, è un flusso di energia palpabile che scorre fra la gente che ascolta e le persone sul palco.
Non è questione di Jack Daniels e Cola , non è questione di watt o di sudore, non solo almeno, forse sono le due batterie suonate in contemporanea o lo sguardo spiritato e i deliri di uno o il modo di muoversi di un altro, il modo in cui stacca il microfono dall'asta e si avvolge il cavo al braccio e si sporge avanti sulla prima fila a cantare.
E' qualcosa che pulsa e cresce incontrollata.
Fino a che iniziano a ribaltarsi grancassa e charleston o una gibson viene sbattuta sulla transenna sotto lo sguardo fra lo sgomento e il disgustato di uno dei tecnici.
Sì è anche la musica, il suono, ma c'è dell'altro.
Non lo capisci nemmeno quando poi esplode con la chitarra afferrata per il manico e sfasciata contro la batteria, i piatti lanciati quasi sul pubblico le aste dei microfoni calpestate e gli ampli ribaltati.
Rimani lì ad aspettare che succeda qualcos'altro anche se ormai è chiaro che nessuno uscirà più sul palco per un bis.
Poi riluttante ti allontani, ma sei carico come una molla. Così carico e nervoso che quando salta l'illuminazione in un intero isolato al tuo passaggio pensi quasi che sia colpa tua.
ps. anche su panni riposti

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