5.3.05

E’ venerdì e non vedi l’ora di uscire dall’ufficio, quando il tuo capo decide di venire a bivaccare nella vostra stanza doppia con tavolo aggiunto.
E’ venerdì e hai un appuntamento, per cui ha deciso di dismettere i jeans informi per una gonnellina che hai diligentemente infilato nello zainetto assieme alla calze.
E’ venerdì ed i colleghi con cui dividi l’ufficio, sarà per le presenza del capo, sarà per altro, non ne vogliono sapere di abbandonare la postazione quindi nessuna speranza di cambiarsi in bagno ed allontanarsi alla chetichella.
Tenti la carta dell’indifferenza e ti allontani per cambiare look.
Quando rientri alla tua postazione, siccome è venerdì e nessuno in realtà sta lavorando sul serio, si scatena il putiferio e qualcuno muove alla disperata ricerca di una macchina fotografica. Fortunatamente l’unica macchina fotografica del circondario è la tua e tu non hai nessuna intenzione di estrarla dal fodero. Piuttosto, incurante del capo, infili il portatile in borsa e ti allontani augurando buon weekend.
La bagarre è durata abbastanza perché tu abbia perso l’autobus che meditavi di prendere, così mentre attraversi il cortile pensando che con la gonna finirai congelata prima dell’arrivo del prossimo, sei abbastanza sovrappensiero.
Qualcuno parla alle tue spalle e sulle prime non ti accorgi che sta parlando con te, poi realizzi e ti giri.
Giaccone blu da marinaio, ventiquattrore di pelle e capello metallizzato ecco il ballerino di tango, aka Cadonet per la chioma vaporosa.
Dalla volta in cui gli hai rifilato un cd di Mark Lanegan pensando che l’avresti sposato (Cadonet non Mark Lanegan, anche se a pensarci sarebbe meglio il contrario) per poi realizzare il giorno successivo che nella tua testa avevi un po’ accelerato il corso degli eventi, non l’hai più sentito. E non ci hai nemmeno più pensato, anche se qualche giorno prima riascoltando per 6milionesima volta Bubblegum, ti sei domandata se il tuo cd fosse finito a far da sottobicchiere. Parlate del più e del meno, del come e quando rientrerete in patria per il we. Lui ti offre un passaggio fino alla metro e tu accetti.
In macchina lui ti indica il cd incriminato
“Lo sto ascoltando tanto sai?”
a te in realtà ormai non te ne può fregar di meno, ma non puoi perdere l’occasione per essere un po’ bastarda (del resto è un po’ come se ti avesse abbandonato sull’altare)
“Siccome non mi avevi più detto nulla, avevo deciso che ti faceva schifo”
lui ci tiene a negare
“No è che ci vuole un po’ per apprezzarlo, Luca il mio collega invece era entusiasta del fatto che ti piacesse, lui lo conosceva già”
Nel tragitto raccattate un altro orfano dell’autobus extraurbano, ma Cadonet si limita a salutarlo per poi tornare a parlare di musica con te.
La metro comunque è vicina ed arrivate in un istante, ringrazi, scendi raccattando il portatile, lui è lì che ti guarda sorridente, con gli occhi vagamente da triglia di qualcuno che vorrebbe aggiungere qualcosa.
Lo ignori, poi camminando svelta sul marciapiedi ti giri un secondo e agiti la manina “Ciao ciao”, infine scompari dentro la metro coi tuoi anfibietti neri e le calze a rombi.

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