31.3.05

Il problema è che la mattina ho troppo sonno per realizzare non solo con che piede ho toccato il suolo per primo nello scendere dal letto, ma anche come sono arrivata fino in bagno.
Questo non mi consente di modificare la sequenza di azioni che compio appena sveglia, essendomi essa fondamentalmente ignota.
Peccato perché altrimenti mi assicurerei di certo di non ripetere ciò che ho fatto stamattina, dal momento che posso tranquillamente affermare che [ e mi si conceda la licenza poetica] OGGI E' UNA GIORNATA DI MERDA!!!!!
Ma ritrovando un atteggiamento compunto e professionale, ecco l'elenco degli eventi che fanno scivolare la giornata odierna pericolosamente sul fondo della classifica delle giornate che uno vorrebbe affrontare.
Innanzi tutto la notte. La notte dovrebbe portare consiglio o anche solo ristoro invece è stata funestata da incubi riguardanti la mia cucina. Ho sognato che avendola pagata praticamente quasi per intero prima della consegna, mi consegnavano una cucina con la struttura in ciliegio anzichè color sabbia. Al di là del fatto che anche un daltonico converrebbe che l'accostamento grigio chiaro/ ciliegio è francamente sconclusionato, c'è da aggiungere che il mio neurone è configurato per avere un rifiuto totale globale dei mobili color ciliegio... e si sa una cucina è come un diamante... per sempre.
Poi il risveglio, quel clima umido, ma così umido che appena ti metti la camicetta senti un soffoco che ti prende alla gola e non fai in tempo a sbattere le ciglia che sei già da buttare via.
La notte, il risveglio e l'arrivo in ufficio dove scopri che la geniale amministrazione che si occupa dell'erogazione degli stipendi, nelle migliore delle ipotesi in buona fede nella peggiore con uno studiato impegno, ti ha fottuto 180 neuri dalla busta paga senza ragioni valide da addurre.
La notte, il risveglio, i neuri sottratti e il costruttore che sostiene che l'interruttore è stato messo a dx invece che a sx perché dall'altra parte non ci stava, ma dov'è il problema: basta aprire l'armadio a muro per poter accendere la luce nel bagno, signorina insomma un po' d'inventiva!
La notte, il risveglio, i neuri sottratti, il costruttore fantasioso. Manca solo che una vecchina mi passi davanti in fila al supermercato infilandomi il treppiede fra i piedi e facendomi prendere una facciata al suolo ed ho completato il quadro.
In tutto questo, ma non so con che peso e influenza sulle sorti della giornata, l'episodio da six feet under di cui sono stata testimone stamattina.
Imboccata la strada che da piazza Miani porta al Naviglio , vicino agli immancabili furgoni di Aiello e di Modica traslochi, 4 carri funebri color nocciola metallizzato, posteggiati uno in fila all'altro.
Corone fiorite su tutti a coprirli quasi interamente e ad occultare gli eventuali cari estinti nel bagagliaio.
Quattro autisti alti e abbronzati stile body guard lì vicino che fumavano una sigaretta in completo nero e camicia bianca.
Neanche 500 m più avanti poi, a lato della strada, una megane scenic station wagon blu, modello vecchio. Portiere davanti aperte e accanto due giapponesi di mezza età uno con tendenza alla calvizie, l'altro con baffetti alla Hitler e una telecamera professionale poggiata su di una spalla. I due riprendono la scena dei carri funebri o forse aspettano di riprenderla, mentre sul sedile posteriore tre persone dai tratti orientali stanno col naso incollato al finestrino, parte intente a studiare le mosse dei compagni di viaggio parte intente a capire il perché dei carri funebri.

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