19.6.07

La maledizione del faraone
Il teatro è piccolo, ma centrale. A due passi dalla via degli aperitivi e dei cartomanti. A prima vista non lo si nota, di certo risulta più appariscente il negozio di maschere e costumi lì a fianco, che quell'ingresso buio.
All'interno c'è un custode che parla italiano con un accento russo talmente spiccato che potresti credere di aver attraversato un confine spazio temporale e di essere in un teatro moscovita.
Si faceva cabaret in quel teatro e si narra vi si registrasse una trasmissione televisiva, nella sala danza invece studiavano le ballerine dell'accademia russa di balletto.
La stagione però è finita ed assieme a lei si è conclusa la storia del teatro stesso, inteso come luogo fisico: dopo l'azione delle ruspe sorgeranno uffici e parcheggi o magari chissà, un qualche negozio.
L'edificio comunque sembra non volerne sapere di questo snaturamento delle sue funzioni e già da qualche tempo ha incominciato a ribellarsi. Un incendio ha reso inagibili i camerini, una porta in legno si è abbattuta al suolo sfiorando chi la stava attraversando, le viti che tenevano assieme le assi del palco hanno cominciato ad alzarsi e ad attentare ai piedi scalzi di chi lo calcava, il ventilatore in sala danza si produce in ondulazioni sinistre ed i neon si sono fulminati da un po'. Infine la penultima sera, nello stanzino del quadro elettrico un cavo si è alzato ed ha fatto lo sgambetto al tecnico delle luci e del suono ammaccandogli un ginocchio.
Onore al vecchio teatro e biasimo a chi ha permesso la sua fine ingloriosa.

Nessun commento: