11.6.07

La cerimonia era in cima ad un bricco e se lo sposo non mi avesse dato indicazioni la sera prima via telefono ad un certo punto avrei creduto di essermi persa.
Lo sposo era calmo ed elegante, la sposa era bella e aveva tacchi strategici che non si incastravano nel selciato davanti all'ingresso della chiesa.
C'erano personaggi che associavo ad habitat tipo birrerie e feste di paese, abbigliamento sgrauso e birra media nella mano, vestiti in abito da festa. Anche io ero in divisa da matrimonio e si faticava a riconoscersi, oltre a provare il sano imbarazzo di essere colti in abiti che non ci appartengono.
La Chiesa era piccolina e restaurata di recente, i fiori rose bianche in composizioni con limoni e diffenbachia.
La nostra era la panca dei miscredenti, il miscredente alla mia destra però si era improvvisato fotografo e si aggirava per la chiesa. Io dicevo cose da miscredente senza rendermene conto, alla mia sinistra un altro miscredente diceva cose sacrileghe essendone perfettamente conscio, nel mezzo la fidanzata tentava di zittirci, ma le scappava da ridere. Questo naturalmente nei momenti della cerimonia con meno pathos, in quelli seri invece si partecipava alla commozione generale gioendo per la gioia degli sposi.
Non ci si è sottratti al lancio del riso, ma lo sposo era preparato ed indossava occhialoni da "Specialista" onde evitare il rischio cecità.
Dopo saluti baci e abbracci mi sono dileguata verso casa con in testa un atroce dubbio:
ma quando le ostie consacrate diventano rancide, che succede? Le buttano via? Ge§ù Cri§to finisce nella cassettina dell'umido?

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