19.7.04

Week end in Francia, parte due.
Le bivouac à la belle ètoile.
Dal termine della strada della Gordolasque (1690 m) ci dirigiamo verso il rifugio Nizza che si affaccia su di un primo lago artificiale il Lac de la Fous (2185 m).
Passiamo per il lato sinistro del torrente, la giornata è spettacolare il sentiero si stende fra prati verdissimi pieni di fiori (si vede che siamo in un parco naturale).
Nelle due ore previste da copione siamo al rifugio. Ci fermiamo per pranzare e poi proseguiamo verso il Col de la Fous a 2825 m. Lasciando il rifugio e salendo il paesaggio diventa più duro, pietre pietre e ancora pietre. Alcuni tratti di salita li facciamo passando sui nevai per tagliare un pò di strada e guadagnare quota più agevolmente.
Su di un nevaio mi imbatto in una coccinella infreddolita, la deposito su di una roccia al sole. Oltre a me, Michel e la coccinella ci sono altre due persone (padre e figlio) e qualche camoscio che ci tiene sott'occhio dalla distanza.
Arrivati in vetta sono un pò spompata (dal trekking in Corsica ho vissuto dormendo sugli allori) e accetto di buon grado un caffè solubile in quota.
Dal pas de la Fous cominciamo a scendere. Abbiamo deciso di bivaccare sotto le stelle, sulle rive del Lac Gelè. Il lago, il nome non mente, non ha l'aspetto di essere un posto molto adatto al bivacco: le rive sono coperte da grossi nevai. Più in basso ci sono una serie di laghi artificiali, su uno di questi (il lac de Basto) si affaccia il rifugio della Valmasque, ma noi abbiamo deciso di essere avventurosi e così dormiremo in un prato sulla riva del Lac Vert a poco meno di 20 minuti di cammino dal rifugio.
Telo di sopravvivenza steso a terra, meterassini, sacchi a pelo: mentre il sole è sparito dietro ai monti e ceniamo con cous-cous liofilizzato con addosso tutti i vestiti a nostra disposizione, più che avventurosi ci sentiamo un pò coglioni. Alle 20 siamo "in branda" se così si può definire la condizione di due mummie imbalsamate ciascuna nel suo sacco a pelo senza possibilità di muoversi.
Mi sveglio più di una volta durante la notte, il cielo è limpidissimo e nonostante la mia miopia riesco a individuare l'orsa maggiore e altre costellazioni. Poi fa veramente troppo freddo per tenere anche solo il naso fuori dal sacco a pelo, così infilo la testa dentro e lascio fuori il resto del mondo. Resto immobile fino a mattina quando infine una marmotta decide che è ora che ci svegliamo e si produce nel suo verso da antifurto.

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