15.4.04

Nota:Attenzione!!!! si svelano particolari di un film non recentissimo, ma non si sa mai...

Ieri sera ho visto Il seme della follia di John Carpenter.
Come nell'unico altro film di Carpenter da me visto "La cosa", ci sono cani che scorrazzano e mostri coi tentacoli e fauci canine.
Come in ogni film dell'orrore che si rispetti ci sono zombie e morti viventi, prevalentemente bambini, un contagio che si diffonde e la specie umana che tenta di salvarsi, soccombendo lentamente.
L'idea delle creature striscianti che vengono dal passato per riconquistare il mondo ha un sapore Lovecraftiano, anche se, a dirla tutta, non sono mai riuscita a leggere un racconto di Lovecraft per intero, verso la quinta pagina di solito mi prende il panico e getto via il libro.
Insomma un bel mischione di cliche' cinematografico/letterari del genere horror.
Quello che mi e' piaciuto e' il discorso che la realta' non e' oggettiva, ma relativa. E' vero cio' che la maggioranza ritiene sia vero e se uno rimane l'ultimo a non adeguarsi ad un mondo che sembra impazzito e' lui il pazzo. Come l'ultimo umano di "Io sono leggenda" passa dalla parte del torto quando la specie vampira ha definitivamente preso campo sulla terra.
Ieri sera pensavo... trovandosi in un film dell'horrore perche' sbattersi scappare fuggire per non diventare un morto vivente alla seconda scena? Perche' affrontare pericoli sempre maggiori e avere possibilita' di sopravvivenza sempre piu' scarse? Perche' non farsi azzannare subito un polpaccio e iniziare a caracollare oscenamente con le braccia protese in avanti alla ricerca di polpacci umani da azzannare? Se fossi in un film horror salterei in braccio al primo zombie di passaggio, sperando che faccia presto e mi tolga dall'impaccio di dover essere una mente ragionante in un mondo le cui facolta' intellettive sono in estinzione.
Quindi, forse, la soluzione anche nel mondo reale(?), per soffrire meno, angosciarsi meno davanti a quelli che ci paiono orrori, ma probabilmente stanno diventando la normalita', e' staccare il circuito di alimentazione del cervello ed adeguarsi al pensiero di massa.
Anzi sarebbe carino se da domani mi installassero in camera un monitor stile Grande Fratello (quello di Orwell, sia chiaro) in cui ci fosse scritto cosa e' opportuno pensare o credere.

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