28.5.07

Mi sono presa un giorno, venerdì, nonostante il capo avesse storto parecchio il naso quando gliel'avevo annunciato.
In stazione Centrale regnava una calma surreale, sarà che l'ora dei pendolari era lontana da venire e la popolazione dei viaggiatori era composta in prevalenza da stranieri. Solo nel mio vagone 4 norvegesi ed una australiana diretti in Francia.
A Genova mi attendevano l'odore di mare ed una giornata soleggiata. Ho pensato che finalmente ero a casa. Nonstante la mia vita si svolga altrove, qualcosa di forte mi lega alla mia città.
Lo sento nella salsedine e nell'odore di pesce marcio, lo vedo nell'espressione della gente, lo ascolto nella cadenza strascicata delle persone.
Ho riabbracciato il mio gatto e mi sono fatta venire un principio d'asma affondandogli il naso nella pelliccia, sono andata a cena da mio padre, ho costretto mia madre ad opere di cucito fino a notte fonda.
Non ho visto gli amici, non c'è stata l'occasione, ma conto di rimediare presto.
Domenica dopo esser stata in campagna dagli zii a rimirare un roseto selvaggio e a valutare la corposità del raccolto degli alberi da frutta, sono tornata a Milano per le prove di danza e poi ho passato un pomeriggio orientale a bere té e caffé egiziani guardando video di danzatrici. Ma questo meriterebbe un post a parte.
Inutile dire che sono più stanca di quando sono partita.

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