25.6.10

24 25 giugno 2010 – giorni 5 e 6
I cacciatori di albe
A parte la quotidiana immersione nel mondo dell'asilo e il contatto coi pargoli ieri della classe dei piccolini oggi della classe dei grandi e la fatica delle riprese, il leit motif dei due giorni è stata la caccia all'alba.
Ieri, rigorosamente nel primo pomeriggio con il sole allo zenit ed un tasso di umidità imbarazzante, ci siamo dedicati all'esplorazione dei tetti di Medina per scovare un luogo adatto a riprendere il sole che sorge.
Sotto la guida di Adama, che abita nel quartiere e che ha interpellato un paio di amici che abitano in palazzi dotati di terrazza sul tetto, siamo andati alla ricerca della giusta location.
Il primo palazzo era situato esattamente di fronte al palazzone piramidale della Banca centrale dell'Africa dell'ovest, che ovviamente era posizionata direttamente sulla linea su cui sorge il sole e quindi è stato prontamente scartato.
Il secondo sembrava posizionato meglio, il ragazzo che ci abitava però era al lavoro e quindi abbiamo dovuto contrattare con il guardiano per avere il permesso di andare sul tetto. Alla fine dopo una telefonata al suo responsabile il permesso è stato accordato e così in piena afa ci siamo trovati ad arrampicarci per cinque piani di scale ripidissime.
L'unica consolazione dal mio punto di vista era la speranza che l'esercizio fisico fosse propedeutico al raggiungimento di una tonicità del lato B se non proprio di livello senegalese che quantomeno ci si avvicinasse.
Il tetto aveva una visuale abbastanza sgombra eccezion fatta per l'est dove c'era un palazzo di altezza simile che ostruiva parzialmente la visuale. Quindi dopo aver provato con entrambe le bussole - non si sa mai che una delle due non funzionasse – che l'est era proprio da quel lato, siamo scesi scartando anche questa soluzione.
In preda a trance agonistica siamo quindi andati dal guardiano del palazzo che ostruiva la vista a chiedere di salire sul tetto, il tipo è stato molto gentile quindi altri cinque piani di scale ripidissime e in più per completare l'opera una scala a pioli alta e rugginosa (che un po' mi ricordava le scalette di Lost) per raggiungere il punto più alto del tetto.
Qui mentre Fabbra verificava la visuale mi sono sdraiata in prossimità del cornicione per scattare qualche foto alla città dall'alto. Le foto le ho scattate, sdraiarsi su di un tetto senegalese disabitato però non è stata un ottima idea dal punto di vista dell'igiene personale.
Infine siamo andati in missione all'orribile monumento del Rinascimento Africano. Quest'opera di incredibile bruttezza che svetta su di una collina nel quartiere di Ouakam, fortemente voluta dal presidente Wade e inaugurata ai primi di aprile, è un colosso di metallo color bronzo raffigurante una famiglia senegalese. Per un singolare mistero, non dissimile da quelli italiani, i soldi per la costruzione – appaltata ai nordcoreani che a quanto pare sono più economici dei senegalesi – sono stati attinti dai fondi pubblici, ma gli incassi delle visite alla statua finiranno tutti nelle tasche di Monsieur Le President.
La statua si trova su di una collina e per raggiungerne la base c'è una simpatica scalinata di millemilioni di scalini che abbiamo affrontato con sprezzo del pericolo sempre sotto il sole cocente, che a noi ci piace soffrire.
Fabbra ha decretato che la cima della collina era il luogo adatto per filmare l'alba e per un eccesso di scrupolo ci siamo anche fermati a chiedere ad un poliziotto se era sempre accessibile anche alle sei del mattino. Il poliziotto estremante buontempone e rilassato in sostanza ci ha detto “Trenci raga, non c'è probblema, potete venire quando volete” il che sul momento ci ha rincuorato.
Tornati a casa abbiamo controllato l'ora a cui inizia il chiarore e l'ora esatta dell'alba su internet, scoprendo che le previsioni non promettevano nulla di buono : tipo cielo coperto temporali e umidità all'80%.
Stamattina Fabbra incaricato di scrutare il cielo per capire se dare inizio o meno alla spedizione ha però decretato che le nuvole non erano molte e che quindi si poteva andare, forse il fatto che le nostre ore di sonno le avessimo passate a boccheggiare per l'umidità insopportabile avrebbe dovuto farci scattare un campanello d'allarme.
Comunque sia lavati vestiti e caffettizzati siamo arrivati in avenue charles de gaulle, siamo saltati su di un taxi e ci siamo fatti portare a Ouakam nelle tenebre più oscure.
Non appena poggiato piede sul primo gradino della scalinata i soldati di guardia però ci hanno intimato lo stop spiegandoci che l'accesso era possibile unicamente dalle 7 alle 22.30 e che quindi niente cazzi dovevamo girare i tacchi ed andarcene. Gli occhioni da cerbiatto e la richiesta di Mao se proprio non ci fosse modo di sistemare la faccenda, sono state ignorate.
Allora ci siamo trasferiti sulla strada sottostante da cui comunque si gode ancora una buona vista della città, abbiamo piazzato camera e cavalletto e ci siamo messi ad aspettare.
Cinque e cinquanta, sei, sei e dieci.... ma siamo proprio sicuri che l'est è di là se il sole deve sorgere lì com'è che c'è più chiarore più a sinistra.
Sei e venti sei e trenta... cazzo cazzo stai a vedere che abbiamo sbagliato l'inquadrazia, sposto la videocamera, no dai abbi fede, no dai guarda la bussola.
Sei e quaranta i primi curiosi che passano e si fermano a fare domande e domandare sigarette.
Sei e quarantacinque... ma il sole a che ora deve sorgere? Tipo adesso? Dov'è il sole? Non ti sembra di vedere un alone nel display? Sì, ma in cielo no.
Sei e cinquanta... ma il sito internet sarà stato attendibile? Ma il sole sorge ad est?
Sette … ma quanto tempo ancora aspettiamo prima di rassegnarci all'evidenza che il sole stamattina ha deciso di non sorgere?
Sette e cinque, un auto arriva a gran velocità e inchioda, scendono tre energumeni che cominciano a domandare “ma ce l'avete l'autorizzazione del sindaco? Avete parlato con il capo villaggio? ” Proviamo la tecnica degli gnorri “Non sapevamo che fosse necessaria l'autorizzazione, stiamo solo riprendendo il sole che sorge”. Ma l'energumeno capo “E' profanazione questa non avete rispetto, non vedete che lì sotto c'è un cimitero? Non avete rispetto per i morti” e gli assistenti energumeni “Profanazione profanazione”. E io ad uno degli energumeni “ Siamo desolati comunque guarda che non c'è il cimitero nell'inquadratura, stiamo solo riprendendo il sole che sorge” (sole quale sole?) .
E l'energumeno capo a Mao “Profanazione, qui c'è mio padre il padre di mio padre, bisogna avere rispetto per i morti, se la gente vi vede qui che riprendete viene su con i bastoni e vi mena”.
Nel frattempo Fabbra smontava tutto domandando scusa. Riposta la videocamera e chiusa l'ultima gamba del manfrotto improvvisamente uno squarcio nel cielo, il sole finalmente s'è mostrato ovviamente già alto in cielo.
Per concludere con gloria la mattinata sulla via del ritorno fermi nell'embouttillage del mattino per entrare in città, il taxista viene fermato dalla polizia per un controllo e non avendo la licenza regolare gli viene estorta una mazzetta.

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