23.11.07

Liscia o gasata?
Sarà stato il tempo infame e Milano che ha assunto finalmente l'aspetto umido e grigio che le si addice, ma l'altra sera ci siamo trovati a parlare della morte.
Di come non vorremmo mai morire e di quale invece potrebbe essere una morte che a nostro giudizio può essere affrontata in serenità. La discussione, diversamente da quanto si potrebbe pensare, era allegra e ridanciana. E forse riderle in faccia, è l'unico modo sensato di affrontare l'argomento morte.
L'asfisfia e l' annegamento erano nella black list degli indesiderabili, mentre la morte in vecchiaia a letto per cause naturali invece riscuoteva un grande successo.
Io in controcorrente rispetto al gruppo, mi auguravo una morte rapida e non troppo in là con gli anni, possibilmente con connotati "eroici" o comunque violenti.
Quindi una morte in un agguato mentre si portano aiuti umanitari in un paese in guerra o altrimenti schiantarsi con la moto (magari durante la Parigi Dakar e non sul Naviglio) o cadere mentre si scala un monte (possibilmente oltre i 4000m).
Mi viene da chiedermi se il mio avere le idee così chiare sull'argomento sia sintomo di grande equilibrio interiore o se invece, il fatto che io desideri cose così bislacche per il mio trapasso, non sia indice di rimozione.

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