14.11.07

Capita che io sia preda di improvvise e brucianti passioni che durano lo spazio di qualche giorno per poi dissolversi altrettanto rapidamente a quanto sono comparse.
In questi giorni ad esempio è il Giappone a tormentarmi. Nello specifico ciò che ha catturato la mia attenzione, fra i tanti aspetti possibili, è l'arte della preparazione del Bento, la schiscetta giapponese.
Che uno dice, la mattina è già tanto se riesco a riempire un contenitore di plastica con gli avanzi della cena della sera prima e ricordarmi di infilarlo in borsa prima di uscire. Io poi ho delle difficoltà anche in questo, visto che stamattina mi si è schiantato uno yogurt per terra ed esplodendo ha macchiando pavimento, pantaloni scarpe e, orrore supremo, anche il divano bianco.
E invece dietro alla preparazione della scatolina per il pranzo c'è tutta un'arte e ad essa collegata c'è un mercato di proporzioni inimmaginabili.
Non potevano peraltro mancare anche i bento blogger.
Ma andiamo con ordine.
Il Bento è una scatola, molto spesso componibile a due livelli, in cui disporre con gli opportuni separatori, le varie "portate" del proprio pranzo. O per essere più aderenti alla realtà, i vari assaggini di cui il pranzo si compone.
Rispetto alle italiche schiscette, le dimensioni delle scatole giapponesi sono piuttosto ridotte, forse anche a causa delle diverse dimensioni degli stomaci degli abitanti dei due paesi e alle differenti abitudini alimentari.
In un bento tipico non manca mai il riso, sia esso sotto forma di polpettine (onigiri), sia come accompagnamento. Il riso può essere insaporito utilizzando appositi condimenti (furikake).
Oltre al riso ci saranno frutta e verdura e quant'altro la fantasia del preparatore deciderà di abbinarvi.
Gli alimenti in generale vengono composti e disposti artisticamente.
Questo fa sì che oltre ad un fiorente mercato di scatole bento per contenere il cibo e bacchette per portarselo alla bocca, ci sia tutto un fiorire di accessori per rendere il cibo più artistico.
Ad esempio stampini per modellare le uova sode, stampini per intagliare i wurstel, piccoli stuzzicadenti di plastica con cui servirsi del cibo, fogli di carta per la divisione delle varie pietanze all'interno della scatola a forma di erbetta o animaletto, bottigline di varie fogge per portarsi la giusta quantità di condimento da abbinare al piatto e chi più ne ha più ne metta.
Se volete farvi una idea tramite immagini varie pigiate qui, altrimenti una semplice ricerca su google vi aprirà le porte su questo affascinanete e folle mondo della schiscetta.
Mi resta il dubbio di quante siano le persone che effettivamente hanno il tempo per prepararsi elaborati ed artistici pranzetti nella quotidianità e di quanti invece siano coloro che ricorrono ai piatti già pronti.

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