28.11.06

Un po' come quando alla fermata dell'autobus uno accende la sigaretta per ingannare l'attesa e dopo la prima boccata lo scatolone arancio scricchiolante gira la curva, stavo azzannando una rotella di liquerizia quando è squillato il telefono, il mio capo, dopo settimane di "rimbalzi", finalmente mi dava udienza.
Dopo essermi strozzata con la rotella e corsa in bagno per controllare di non avere tracce di liquerizia sugli incisivi, mi sono precipitata al bar, dove mentre attendevo che il mio interlocutore terminasse una telefonata, mi sono intrattenuta con il resto dell'intellighenzia aziendale. Sono stata presentata ad uno dei nuovi il quale ironizzava sul fatto di avere tre nomi e come diminutivo Al fie. "Al fie come il film con Ju de L@w?" domando io, linea piatta negli occhi dell'Intellighenzia. "No no Al f come il pupazzo extraterrestre. Ju de L@w non so nemmeno chi sia" risponde l'interessato un po' piccato.
Al di là del fatto che effettivamente il tizio assomigliava più all'extraterrestre che all'attore, possibile che quando dico una cosa gentile non vengo capita?
Il risultato di tale sospirato incontro col mio capo comunque è stato sentirmi dare ragione, sentirmi dire che ho l'atteggiamento giusto e ottenere una vaga promessa che in un prossimo futuro potrei essere la prima a beneficiare di una nuova iniziativa di riassetto. Come dire nulla di fatto a parte un caffè gratis a metà mattina.

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