9.4.03

Pensieri del dopo pranzo.

Tornata dalla pausa pranzo mi concedo i classici 10 minuti di navigazione internet per mantenere un contatto con quanto sta accadendo nel mondo. E' incredibile come ci siano giorni in cui il mio contatto con le fonti di informazione sia pressoche' nullo, se non per una rapida scorsa dei titoli della repubblica on line. E' difficile farsi una idea di quanto sta succedendo dalle colonne dei giornali: hanno bombardato il palazzo presidenziale (ce ne saranno almeno 10 a Baghdad), hanno ucciso Saddam, ah no era un sosia, Saddam e' fuggito fra le macerie con i figli ed e' scappato in ambulanza... pivello, volete mettere con il mullah omar che scappa in motocicletta nel deserto afghano? L'unica cosa cui non faccio fatica a credere e' che negli ospedali a Baghdad ci sia carenza di medicinali e che si operi in condizioni disperate: 800 milligrammi di Ibuprofen per procedere ad una amputazione. Per me, nei giorni del ciclo, 2 pastiglie di ibuprofene funzionano alla stregua di una caramella alla camomilla: non riesco ad immaginare. Del resto si sa, la realta' riesce sempre a superare in dolore e atrocita' qualunque parto della fantasia. Dal mio punto di vista privilegiato, di persona che vive nella parte ricca del mondo, che ha un lavoro, una casa, una famiglia, dei soldi da spendere in cose inutili sento che, per quanto poco questo possa influire sulle sorti del mondo, ho il dovere di non nascondere la testa, di non girarmi dall'altra parte, di continuare a manifestare per le cose in cui credo, di continuare a tenere la bandiera della pace appesa al balcone. Di leggere e di far conoscere le azioni e le testimonianze di persone grandi e generose che dedicano la propria vita ad aiutare il prossimo. Dobbiamo continuare ad inorridire davanti alla guerra, perche' e' l'unica cosa che possiamo fare. Perche' la guerra non e' un male necessario, perche' le persone che soffrono e che muoiono non sono danni collaterali o spiacevoli imprevisti. Citando un articolo di Giovanni De Mauro sull'internazionale: "le nostre opinioni si formano a partire dai dati che ci vengono messi a disposizione". Allora cerchiamo di mantenere viva la nostra capacita' critica.

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