1.9.09

Alle volte mi diverto a fare il gioco dei se e a immaginare le mie vite parallele.
A volte il gioco verte su scelte più consapevoli e meditate, come "se fossi restata all'università", "se avessi aspettato di trovare lavoro a Genova" e sui conseguenti scenari alternativi che ne sarebbero scaturiti.
La mia me accademica ad esempio sono sicura che viva all'estero, probabilmente negli USA e se invece è restata in Italia come minimo scorrazza da una scuola estiva all'altra in luoghi fichissimi.
La mia me lavoratrice genovese invece probabilmente è sposata ed ha un figlio, vive sulle alture e dalla finestra di casa, anche se da lontano, vede il mare, se invece ha perseguito la strada da "testa calda" quantomeno in questo momento invece di scrivere sul blog (che non ha) sta sgasando sulla Vespa per andare a farsi un tuffo pre cena a Quinto.
Altre volte invece i se riguardano scelte meno epocali e danno luogo a scenari alternativi non troppo differenti da quelli attuali.
Ad esempio la mia me che ha iniziato a lavorare come sistemista invece che come programmatrice, adesso lavorerebbe in questo palazzo, per questo cliente, solo che avrebbe una scrivania al piano di sotto e avrebbe colleghi maschi in jeans maglietta capello lungo e tatuaggio invece che in camicia, pantaloni eleganti e capello ordinato.
nota sdolcinata: nessuna delle mie me alternative però avrebbe il Marito e la gattaccia il che mi porta a pensare che fra tutte le vite parallele possibili, sto vivendo la migliore.

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