13.12.06

Non sono abituata a farmi scorrere la vita addosso in maniera consapevole. Capitano periodi in cui alzando la testa uno si domanda che cavolo ha fatto della sua vita negli ultimi giorni/mesi/settimane, com'è giunto ad un determinato punto, cosa è successo e perché. Ci sono questi periodi in cui la coscienza di sé si annebbia e si perde consapevolezza. Non dico che sia piacevole o bello, ma poi all'improvviso qualcosa scuote l'animo ed uno sobbalza come quando in treno ci si sveglia all'improvviso per uno scrollone della carrozza sui binari un po' più violento. A quel punto uno può riprendere le fila della situazione. Che fare invece quando si è consapevoli e coscienti di ciò che accade, ma non si ha la forza o la voglia di mutare il corso degli avvenimenti? Momenti in cui si guarda con indolenza la propria disfatta coscienti che qualcosa vada fatto, ma del tutto incapaci di concentrarsi su di un qualsivoglia obiettivo. Certo alla fine si potrà millantare che "ME l'avevo detto io", lo sapevo, non è che mi sono fatta prendere alla sprovvista. Ma sarà una consolazione?

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