27.12.06

Alexander Hacke è un figo della madonna nonché il mio nuovo idolo personale.
Il 26 dicembre le abbuffate natalizie hanno trovato degna conclusione a casa del Babbo (che detta così fa brutto, ma insomma io mio padre lo chiamo Babbo alla toscana), il quale si è prodotto in antipasti misti (salame, uova sode, funghi sottolio, insalata russa and so on) + polentazza la sugo di funghi + cotechino e mesciua (o come cavolo si scrive) + faraona ripiena + dolci misti frutta secca e marzapane. Co starring syrah di Sicilia, Negramaro di Puglia, rum di varie specie più la birra autoprodotta.
Durante il viaggio di ritorno verso Milano col Marito per non aggiungere alle difficoltà delle nebbie esterne, quelle dello sguardo annebbiato dal sonno, ci siamo raccontati in dettaglio le nostre recenti letture. A casa ci attendeva la deliziosa temperatura di 13 gradi e una serata passata avvoltolati in una coperta sul divano a guardare "Crossing the bridge: the sound of Instabul" il documentario di Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) sulla musica turca. Bellissimo.

Nessun commento: