19.12.06

Fantozzi alla cena aziendale
Avevo deciso che quest'anno abbasso le pantofole, sarei andata alla cena di gruppo coi colleghi che lavorano qui in VO. Va bene la vita di famiglia, ma se Padre di Famiglia Uno abbandonava moglie e figli per unirsi alla congrega, potevo anche io fare questo sforzo. Tanto più che inizialmente la meta della cena doveva essere una graziosa cascina nel sud ovest milanese, a non più di 15 minuti da casa mia, con una solida reputazione in fatto di cucina tradizionale, già sperimentata con soddisfazione da diverse persone.
Ovviamente in prossimità delle feste trovare posto per una tavolata in stile matrimonio pugliese non è semplice e la cascina aveva la prima disponibilità in sala per 31 marzo 2007. Sull'onda del sentito dire veniva quindi prenotata l'osteria la forn@sett@ da qualche parte nll'hinterland di sesto san giovanni.
Il menu elencava profusione di antipasti misti, quadrupletta di primi, quadrupletta di secondi e dolci e vino a volontà. I commenti su internet stavano sul vago dicendo cucina casalinga, porzioni abbondanti, attenti all'ammazzacaffè che tenteranno di propinarvi all'uscita.
I segnali premonitori però si potevano cogliere fin da quando si varcava la soglia. La porta in legno scuro e le due lanterne ad illuminare l'insegna infatti suggerivano un luogo raccolto, ma appena oltrepassato l'ingresso si poteva notare un dedalo di saloni atti ad ospitare almeno tre matrimoni pugliesi in contemporanea. Le tavolate era composte da soli uomini, di mezza età, con lo sguardo vitreo e l'aspetto da commesso viaggiatore. Sui tavoli , fra un coperto e l'altro erano già schierati i piatti contenenti gli antipasti: insalata di riso, condiriso, prosciutto e salame in piatti coperti da pellicola trasparente, formaggio gommoso immerso in liquido sinistro, insalata di mare foforescente, cipollotti in agrodolce ammiccanti. Bottiglie di vino e d'acqua già aperte.
A quel punto però il danno era fatto impossibile fuggire in 25 senza dare nell'occhio si cercava pertanto di limitare i danni scegliendo accuratamente cosa mangiare e cosa evitare. La pasta e fagioli non era buona, gli gnocchi ai formaggi galleggiavano nella besciamella dolciastra, gli strozzapreti al sugo erano un po' scotti, il risotto allo zafferano aveva l'aggiunta di peperoni crudi ed era immangiabile. Dei secondi ho assaggiato solo il pesce stantio che appunto era stantio.
30 euro buttati via. Che uno non è che voglia mangiare piatti di alta cucina, che non è che sia per forza necessario sfondarsi di cibo per essere contenti. Bastava che facessero la metà delle cose, ma cucinate decentemente.
Per concludere degnamente la serata si decideva poi di andare al rag00 per il bicchiere della staffa. Lì c'è stato il momento sublime in cui la nostra macchina seguiva la macchina di due colleghi, uno visibilmente impanicato, l'altro visibilmente ubricaco che si palleggiavano l'un l'altro le bottiglie di lemoncello trafugate dall'osteria mentre tentavano un collegamento telefonico con un altro collega già sul posto anche lui non del tutto in possesso delle sue facoltà mentali.
Al rag00 sono decisamente antipatici, prima ci hanno tolto sgarbatamente un tavolo di cui ci eravamo impossessati per allargarci un attimo (da notare che a parte noi il locale era deserto e noi eravamo in 15 attorno a 2 tavoli di dimensioni esigue). In seguito un collega preso dall'entusiasmo della musica tentava di fare step su di un tavolino venendo redarguito pesantemente dallo stesso cameriere che ci aveva tolto il tavolino, che si è prontamente scusato e dato ragione al cameriere. Il cameriere però ha continuato ad inveire come se avesse davanti un 15 strafatto e non un 34enne in libera uscita un po' esuberante. Per concludere la serata infine, proprio mentre stavamo mettendoci le giacche e abbandonando il posto, un altro collega riusciva ad infrangere al suolo un bicchiere. A quel punto il cameriere a grandi passi si lanciava verso lo sgabuzzino, nel dubbio che volesse estrarre un kalasnikov e freddarci sul posto ci lanciavamo fuori dal locale e partivamo sgommando.

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