13.12.10

La carità cristiana
Sabato scorso, visto l'approssimarsi delle feste e la necessità di rimpinguare i fondi, con la associazione abbiamo organizzato un aperitivo musicale natalizio.
Il programma della serata prevedeva esibizione di un coro con repertorio di canzoni di Natale da tutto il mondo e a seguire un aperitivo per scambiarsi gli auguri di buone feste.
Per l'occasione abbiamo affittato il teatro di un oratorio non troppo distante dal nostro locale. Da un lato per pigrizia, dall'altro per non venir meno al proposito di svolgere attività in quartiere.
Il complesso in cui si trova l'oratorio occupa un intero isolato e consta di una chiesa in mattoncini rossi di dubbio gusto, il complesso dell'oratorio con svariati edifici fra cui il teatro ed infine un complesso sportivo in cui si suppone si giochi a calcio (a giudicare dalle urla beduine che si sentono la sera), ma che ci sia anche posto per la ginnastica dolce, vista la processione di vecchiette in tuta da ginnastica che si intruffola nel centro la mattina. In più si vocifera che il campo incolto (di superficie pari a quella di tutto il complesso) che si trova dall'altro lato della strada, appartenga comunque alla parrocchia.
Il lungo preambolo per dire che non è esattamente una realtà disagiata che necessita di fondi e offerte per il suo sostentamento. Nonostante questo i prezzi dell'affitto del teatro sono tutt'altro che popolari e solo dopo lunga trattiva e meticolosa contrattazione delle clausole "la quota include la quota non include", si è giunti ad un accordo che soddisfacesse entrambe le parti.
Il primo impatto con gestore del teatro comunque non è stato dei migliori, "perchè siete a questo ingresso? Nel contratto al capoverso 25 in font 1,5 c'è chiaramente scritto che il personale tecnico e gli artisti devono accedere dall'ingresso posteriore e che quello anteriore sarà aperto solo quando arriva il pubblico", "no la luce dei bagni del pubblico le accendo solo quando arriva il pubblico" e via di seguito. In tutto questo, nella mia veste di regista della serata e pr, mantenevo una certa calma olimpica, mentre la mia socia - con un passato da scout e frequentazioni della parrocchia pià assidue delle mie - si lasciava scappare "e questa è la Chiesa", esacerbando ulteriormente i non facili rapporti.
La ciliegina sulla torta comunque aveva da venire. Quando finalmente l'ingresso principale veniva aperto al pubblico e gli spettatori cominciavano ad affluire, ecco che un vociare concitato si levava dall'atrio.
Intervenuta sul posto trovavo due parrocchiane imbellettate ed impellicciate furiose perchè sulla locandina dell'evento non era scritto a chiare lettere che l'evento era a pagamento e quale fosse l'importo da versare.
A nulla valevano le spiegazioni sul fatto che l'evento fosse organizzato per beneficienza che sulla locandina era comunque presente il numero di telefono a cui richiedere informazioni: la signora più agguerrita gridava al dolo e alla malafede.
La signora più impellicciata e ingioiellata invece mi spiegava che nel portafoglio non aveva che metà della cifra richiesta e che avendolo saputo si sarebbe premunita, ma che così non se la sentiva di andarli a recuperare e poi tornare indietro.
Grazie al cielo la proposta di una socia alle signore di entrare come ospiti dell'associazione veniva sgarbatamente rifiutata dicendo "non siamo mica accattone", che se tanto mi dà tanto avrei trovato le vecchie fameliche attaccate al buffet e lì non so se sarei riuscita a mantenere la calma o gli avrei tolto il cappellino a suon di schiaffoni.

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