15.12.08

Sarà che eravamo a Settimo Milanese e non a Milano, sarà che l'ansia e la fretta riguardano solo ed esclusivamente l'ambito lavorativo, fatto sta che per un concerto nominalmente in partenza alle 22, alle 21.50 il locale era ancora chiuso. Una coppia di amici ancora dispersa ed una che invece era già rientrata a casa.
Così abbiamo fatto un giro turistico del paese che offre una chiesa, un bel municipio e una coopertaiva del popolo che sembra direttamente uscita da un film sulla provincia di 20 anni fa.
Quando finalmente siamo riusciti ad entrare nel locale e a prenderci una birra, seduta sul divano ho potuto osservare una folla alquanto variopinta.
Soprattutto ho potuto vedere una specie con cui non ero mai entrata in contatto visivo: i nostalgici dei sixties. Cuban heels, pantaloni attillati e capelli tagliati con la scodella o impomatati all'inverosimile per gli uomini, abiti leopardati e cofane alla Sarah Palin per le donne.
Una fauna che improvvisamente mi ha fatto rivalutare in blocco i metallari, con i jeans attillati, le scarpe da basket e i giubbini di jeans senza maniche coperti di toppette.
Il giudizio probabilmente rimane profondamente alterato dal fatto che il gruppo sixties che si esibiva sul palco aveva come frontman un tristo figuro che si rotolava sul palco rovesciando birra ed emettendo suoni gutturali non meglio specificabili. Ebbene sì mi accanisco col personaggio giacchè sono più che convinta che anche lui o i suoi fan volessero inseguirmi e giustiziarmi, conciati a quel modo, con quelle scarpe, non ce la farebbero mai a raggiungermi.
Sul secondo gruppo, in stile ramones, non mi pronuncio che i suoni eran fatti da cani e si sentiva solo la batteria. Sul terzo poi siamo crollati e ce ne siamo tornati a casa, che l'indomani mi toccava la levataccia per andare a fare fotografie, ma questa è un' altra storia.

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