18.10.04

Ci sono giorni in cui ti svegli pensando "grazie al cielo era solo un incubo, questa cosa è già a posto e sistemata" e per un attimo ti senti leggera. Poi da un angolo del cervello scende il menu a tendina con la lista dei "@to do" e la leggerezza svanisce all'istante per lasciar posto a quello che se il sonno non ti ottenbrasse le sinapsi riconosceresti essere PANICO. Quando il meccanismo scatta non c'è nulla da fare tutto concorre a sembrare insormontabile, dall'acquisto di due uova da strapazzare per cena, alla scadenza lavorativa passando per la gestione del bucato suddiviso per colorazione e l'abbinare i calzini alle scarpe. I problemi grossi esistenziali, il "chi sono, cosa sto facendo, cosa voglio dalla vita" sono bazzecole facilmente relegabili in un cantuccio davanti all'ineluttabilità degli impegni quotidiani. In realtà ancora devo capire quale sia l'esatta concatenazione causa effetto. Saranno gli impegnucoli sovrapposti a determinare la momentanea interruzione delle questioni esistenziali o sarà l'abisso delle questioni esistenziali a portare in primo piano quale valvola di sfogo l'affanno quotidiano? E comunque... non è che uno potrebbe mettere il neurone a riposo e vivere gioiosamente un'assenza di qualsivoglia questione? Dove si prenota un we di ricongiungimento armonioso col flusso della vita, una due giorni nel nirvana? Senza assunzione di sostanze stupefacenti, intendo.

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