16.7.03

Ed ora due(?) parole su "Conoscerete la nostra velocità" di Dave Eggers.

Tutto e' cominciato un sabato sera in cui mi sono ritrovata a gironzolare alla Mondadori (cosa che la mia "religione" in teoria non mi consentirebbe, ma per le librerie si puo' fare uno strappo alla regola).
Sul bancone delle novità ho trovato appunto "Conoscerete la nostra velocità".
A quel punto mi e' venuto in mente di aver letto da qualche parte (leggi su qualche blog) che il primo (o se non altro il precedente) libro di Eggers, "A heartbreaking work of staggering genius", era un gran libro.
Ovviamente, essendo un gran libro, era esaurito, quindi ecco come sono venuta in possesso di "Conoscerete la nostra velocita'".
Il giorno dopo ho cominciato a leggerlo. Quando l'ho aperto ho realizzato che quelle lettere sulla copertina,formavano delle parole e delle frasi di senso compiuto e non erano altro che l'inizio del libro, ma solo dopo aver tentato di staccare la pagina numero due dalla copertina (che tra parentesi e' in cartone).
Dopo aver dato mostra di tanta sagacia infine mi sono immersa nella storia.
Immersa appunto. Risucchiata direi.
E qui cominciano i problemi, perche' purtroppo non sono in grado di scrivere una recensione letteraria, ancor peggio, una cosa che mi ha sempre messo in difficolta' e' verbalizzare perche' un libro o un film o un disco mi sono piaciuti.
E dire che a scuola i miei compagni mi commissionavano le schede libro perche' non avevano voglia di leggere mentre io mi divertivo.
Quindi evito qualsiasi commento tecnico che 5 anni di studio della fisica + 3 di lavoro nell'informatica mi hanno definitvamente tolto gli strumenti per fare ...
E' un libro che mi ha detto qualcosa perche' parla di amicizia, parla della difficolta' di affrontare la vita, parla di una fuga per disfarsi delle cose che ci danno sicurezza e rimettersi in gioco da capo, parla della debolezza e dello sconforto che ci prendono alle volte, parla di come ci si sente smarriti ad avere troppe scelte e di come si desideri essere presi d'assedio e avere a disposizione solo svolte obbligate ed essere cosi' sollevati dalle nostre responsabilita'... E parla di posti esotici lontani diversi e di come ovunque si vada si ritrovi sempre un paesaggio familiare... E parla di come sia difficile cogliere questi posti con la giusta prospettiva proprio perche' tendiamo ad applicare alla vita gli schemi consueti.
O almeno e' quello che ci ho letto dentro.
E poi la storia che spiega il titolo e' bellissima.

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