10.7.03

Degli spazi fisici.
Ovvero dello spazio occupato fisicamente dal nostro corpo e di quello necessario alla nostra mente per sentirsi a proprio agio nei rapporti con il prossimo. Ovvero niente spazi di Hilbert.

Tralasciando le situazioni tipo ascensori stipati e metropolitane affollate che mettono a disagio piu' o meno chiunque ("scusi potrebbe cortesemente rimuovere la sua ventiquattrore con spigoli in titanio dalla mia costola?"), il mio cilindro di spazio vitale ha dimensioni decisamente ampie.
In pratica, sono un orso.

Che dire di quelle persone che mentre parlano devono toccarti il braccio per sottolineare i concetti? Potrebbe essere il discorso piu' profondo mai udito che la mia attenzione si sposta immediatamente dalle parole al mio braccio e a come sottrarlo al contatto senza risultare eccessivamente sgarbata.

C'e' poi il collega vicino di scrivania che ha la pessima abitudine, durante le conversazioni telefoniche, di espandere la sua massa corporea, allungare le braccia e afferrare il bordo della mia scrivania, proprio in prossimita' del mio tappetino del mouse. Per ora ho tirato di lato la mia scrivania per scoraggiare il gesto, se l'abitudine persiste dovro' rispolverare il compasso dall'astuccio di scuola e piantarglielo nel dorso della mano per sottolineare il concetto.

Per finire questa abitudine tipicamente milanese di baci ed abbracci all'atto dei saluti. Non sto parlando di amici, parenti e amanti. Mi riferisco a quelle persone che si' e no hai conosciuto un'ora prima, magari a una cena in pizzeria. Va bene che la serata e' stata piacevole, va bene che si hanno amici in comune, ma perche' devi avvicinarti armato di sorriso smagliante, prendermi la mano e baciarmi sulle guance? Se qualcuno si prendesse la briga di misurare la velocita' di irrigidimento dei miei muscoli in queste situazioni, potrebbe porre nuovi limiti per la velocita' della luce. "Ma chi sei cosa vuoi? MOLLAMI"

In realta' nel campionario di varia umanita' c'e' chi riesce ad oltrepassare le pareti del mio cilindro senza crearmi reazioni allergiche. Sara' la spontaneita', la naturalezza del gesto? O sara' solo questioni di alchimie?
Certo e' che quando mi accade di non pietrificarmi rimango comunque un po' scossa, non sia mai che io diventi troppo socievole.

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