18.2.10

Viaggi e avventure
Il mio amico A. a marzo andrà a fare un viaggio fotografico alle Svalbard.
Rendiamoci conto, le Svalbard, un sogno. Un viaggio fotografico, uno spettacolo.
Ovviamente l'invidia è alle stelle e qualche settimana fa ho anche seriamente pensato di fare la pazzia e aggiungermi al gruppo all'ultimo minuto.
L'unica difficoltà, a parte farsi dare le ferie che da queste parti comporta una serie di trattative che manco si trattasse di metter pace nel medioriente, era di carattere economico. Diciamo che non avevo 3000 euro che mi avanzavano e quindi ho rinunciato. Con l'idea che mi terrò il bonus ferie per andare a trovare i "miei" bambini senegalesi al prossimo viaggio.
A. comunque non manca di condividere con me i dettagli dell'organizzazione, forse perchè sono l'unica pazza, oltre ai suoi futuri compagni di viaggio, che a notizie quali si dorme in tenda in mezzo ai ghiacci, la temperatura media è zero gradi, ma spesso si arriva a -15, ciascuno dovrà guidare la sua motoslitta, invece di pensare "ma tu sei matto" dice "che figata che spettacolo come ti invidio".
Ieri mentre scambiavamo mail su questo argomento abbiamo avuto la classica carrambata stile "quanto è piccolo il mondo". La sua guida alle Svalbard è un italiano che da anni si è trasferito lì ed è il fratello di una guida alpina con cui io lo scorso anno sono andata a fare una ciaspolata. In pratica il responsabile della mia ossessione per queste isole fredde e magiche nei mari del nord.
Se proprio devo essere sincera c'è una cosa di tutto il viaggio che mi lascia un po' perplessa, la necesità delle guardie notturne anti orso fuori dalla tenda armati di lampada frontale e fucile.

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