19.6.06

Quest'anno la mia solitamente intensa attività di divoratrice di libri ha subito una brusca botta d'arresto. Saranno stati i preparativi per il matrimonio e le ore spese a tagliare le partecipazioni col taglierino o quelle passate a impacchettare le bomboniere. Sarà stato che dopo aver minacciato di presentarmi negli uffici della c o n d é armata di kalasnikov alla fine i giornali di moda a cui mi sono abbonata arrivano con una certa puntualità.
Durante il viaggio di nozze comunque, complici le 10 ore e 30 di aereo, le 12 di pulman, le attese nelle stazioni e le ore passate sotto l'ombrellone, mi sono sbizzarrita.
Narciso e Boccadoro mi aveva chiamato dal banco delle offerte al supermercato. L'ho portato in vacanza credendo fosse un terribile mattonazzo, sicura che presa dalla disperazione delle ore di attesa avrei trovato la forza per leggerlo. In realtà è un libro molto piacevole, che mescola le dissertazioni su arte e razionalità al racconto avventuroso. Si divora in pochissimo tempo.
Traditori di tutti (Scerbanenco) invece me lo ha prestato il Marito. Un poliziesco ambientato fra Milano, Corsico e Binasco. Carino anche se sul finale in effetti un po' eccessivo.
Poi è stata la volta di La sottile linea bianca, l'autobiografia di Lemmy dei Motorhead. Questo era il libro che si era portato il Marito e ho iniziato a leggerlo storcendo il naso. Tanto più che nella mia ignoranza totale non conoscevo nemmeno Ace of Spades. E ok, Lemmy è un cazzone, ma è simpatico e non è affatto stupido. Anzi dopo aver letto il libro mi sembra anche strano che si fosse candidato proponendo come primo punto del programma la liberalizzazione dell'eroina. Cioè non mi stupisce che lo abbia fatto, visto il personaggio, ma probabilmente le motivazioni dietro il gesto non erano quelle che si potrebbero pensare di primo acchito. Comunque anche se non sono diventata una fan dei Motorhead, Lemmy è una persona che inviterei a cena.
Infine, prima di dedicarmi al bigino di storia della rivoluzione messicana sulla lonely è stata la volta di "Walkin' the dog" di Mosley. E' la storia di Socrates Fortlow, un ex galeotto che lavora in un supermercato ed ha un cane a cui mancano le zampe posteriori. Socrates è anche un po' filosofo e un po' ribelle. I dialoghi sono tutti in slang, ma basta non lasciarsi prendere dal panico e il libro si legge con grande velocità.
Le prossime letture le ho decretate ieri con un giro in Feltrinelli pre cinema. Per iniziare Maccaia, una settimana con Bacci Pagano di Bruno Morchio, dopo un poliziesco ambientato a Milano per par condicio ce ne vuole uno ambientato a Genova.
Del secondo libro non ricordo il titolo comunque è una raccolta di articoli sui grandi scandali americani scritti da premi pulitzer. Il terzo è "Tina" di Cacucci, la storia della vita di Tina Modotti.

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