14.6.05

Ieri sera mi sono data alle opere di sartoria, non per passione ma per necessità. Il saggio di danza è alle porte e la stoffa appallottolata in un sacchetto sulla scrivania mi lanciava rimproveri intensi come il bagliore delle sue paillettes.
In realtà ci avevo già provato domenica sera, ma dopo aver tagliato la stoffa con le forbicine da unghie ero stata presa da crisi isterica e mi avevano dovuto sedare con un anestetico da cavalli.
Ieri armata di forbici professionali da sarta (9 neuri e 15 cents... alla faccia!) e scatola di spilli, recuperati asse e ferro da stiro, le cose sono andate meglio. Ho detto meglio, non bene e ci vuol poco ad andare meglio di un ricovero alla neurodeliri.
In pratica sono riuscita a partorire questa similgonna a tubo, a cui devo ancora finire di sistemare l'elastico in vita, a prezzo di diverse diotrie della mia vista e innumerevoli e ripetuti assaggi di agopuntura ai polpastrelli di entrambe le mani.
L'ho provata, sembro la sirena di splash una sirena a Manhattan 20 anni e 20 chili dopo. E non ho ancora fatto il top!

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