30.3.09

Sono un po' latitante, lo ammetto.
Avevo indietro un post sulla panettiera laureata in economia e commercio, ritornata al paese degli avi.
Avrei voluto raccontare della lezione nella scuola elementare e del bambino che incongruamente, mentre gli altri cantavano "c'era una casetta" leggeva un libro sull'invasione della Polonia del '39.
Ci sarebbe da parlare del workshop di fotografia che sto seguendo e dei tentativi di controllare contemporaneamente l'esposizione e la timidezza fotografando le persone e di come in tangenziale le piazzole di sosta non siano sistemate in posizioni fotogeniche.
Oppure del paese dei balocchi, altrimenti detto Photoshow e degli obiettivi da un milione di dollari che ho provato e l'ebrezza di vedere apertura 1.2.
Ma le giornate passano ed io rimango indietro e non ho mai tempo di fare ciò che vorrei.
Quindi in tutto questo vi racconterò della Bibe e della crema snellente pancia e fianchi.
Come ogni primavera l'ansia da prova costume si fa sentire e così rispolvero l'armamentario di cose inutili che tengo nell'armadietto del bagno, creme snellenti, creme antismagliature, creme anticellulite. Che si sa è perfettamente normale scofanarsi un sacchetto di patatine rustiche a merenda e poi la sera cercare di arginare il danno confidando nel potere miracoloso degli unguenti. Ieri sera quindi ho rispolverato la crema pancia e fianchi che dovrebbe aiutare a riduree l'adipe. Tale crema, osannata da alcune e deprecata da altre, ha un odore alquanto pungente. Qualcuna sostiene che puzzi di cassettina dell'umido, io e il Marito sosteniamo che puzzi di pumilene per fare i suffumigi. La Bibe invece trova che puzzi di catnip per cui ieri, quando stremata ho finalmente toccato il letto, ha ritenuto perfettamente normale infilare il naso sotto il piumone, farsi strada fino al mio girovita, arpionare il bordo del pigiama con un artiglio e sniffare a pieni polmoni il mio ombelico, per poi inebraiata prodursi in uno zampettamento dei miei fianchi. Non avesse degli artigli accuminati avrei anche potuto gradire il massaggio tonificante, ma visto il rischio di vedersi asportata innavvertitamente l'appendice ho dovuto estrala da sotto le coperte e poi avvoltolarmi come un involtino primavera.

19.3.09

Bruuuuum! E' primavera
Tornato il sole, pagato il bollo è giunta l'ora di togliere Baby dal letargo. Peccato che i tentativi di metterla in moto la scorsa settimana si siano rivelati fallimentari, il motorino di avviamento dopo un piccolo pifff si rifiutava di collaborare e di riportare Baby in vita.
Così è iniziato uno studio per capire come caricare la batteria, quale forsse il voltaggio, quale l'amperaggio, quale fosse il metodo di carica suggerito, quale fosse il carica batteria da comprare.
Ieri pomeriggio finalmente ho preso il caricabatteria, ieri sera ho messo la batteria in carica. Stamattina -orrore- il motorino non faceva nemmeno più piff.
Per fortuna mi sono illuminata di immenso ed ho realizzato che uno dei morsetti era un po' spanato e la vite non faceva contatto correttamente una volta rimessa la sella in posizione.
Quindi armata di santa pazienza e degli attrezzi presenti nella mia borsetta, ho usato un pezzetto di un fazzoletto di carta per fare spessore e stringere la vite a sufficienza. Dopodichè ho rimesso Baby in azione e mi sono diretta in ufficio molto soddisfatta del mio tapullo da superpippo.
La primavera comincia oggi!

16.3.09

Alla fine hai deciso per le ciaspole. Alle sei la sveglia ha suonato, dopo un quarto d'ora hai trovato la forza di alzarti e alle 7.20 eri in macchina con zaino ciaspole e scarponi diretta a Casa del Romano.
La Val Borbera in inverno è triste e brutta come la ricordavi, soprattutto il fondovalle vicino all'uscita dell'autostrada a Vignole. In compenso nella tua memoria i paesi hanno cambiato di posto ed arrivata a Cabella cominci a domandarti se non hai sbagliato strada, che Carrega secondo i tuoi calcoli doveva essere 15 Km prima.
Poi imbocchi la strada giusta e arrivi a destinazione, mentre un signore barbuto ed abbronzato si avvia su per il sentiero.
L'ente parco aveva ragione c'è neve e si possono usare le ciaspole, anche senza comunque si sarebbe ptuto camminare agevolmente. Anche il meteo non ha mentito, c'è un bel sole caldo e la giacca a vento resta nello zaino.
A metà strada credi di essere in dirittura di arrivo, poi aguzzando la vista ti rendi conto che quella crocetta piccolina bianca là in fondo è quella che indica la tua meta ed hai ancora parecchia strada da fare.
Più avanti incontri il signore Barbuto, che ti racconta di essere a spasso sui monti da giovedì, ti domanda come ti trovi con le ciaspole e poi ti racconta che un mese e mezzo prima si è fatto sistemare due menischi. Commenta: "mi sa che andrò piano che il mio ginocchio non è ancora a posto". Riprendete il cammino e lui sparisce in una nuvola di neve, alla faccia del ginocchio dolorante. ogni tanto si volta e ti dà qualche suggerimento o commenta il paesaggio.
Sotto la croce ci arrivi per prima ma solo perchè lui decide di fare una cresta innevata che tu invece tagli. Quando ti raggiunge vi scambiate un cinque per la vetta raggiunta. Poi lui prosegue alla volta di Crocefieschi mentre tu fai dietrofront e trotterelli verso la tua birra e gazosa.
Ci sarebbe da raccontare della panettiera peruviana uscita dal coma, ma questa è un' altra storia.

11.3.09

Un dubbio esistenziale mi attanaglia, che fare questo finesettimana?
Ultima sciata della stagione a Cervinia con lo sciclub, ciaspolata in Val D'Aosta o ciaspolata sul Monte Antola?
Ci sarà da fidarsi delle previsioni meteo?

9.3.09

Londra, ogni volta che ci si mette piede è una città diversa, nuova.
Dipenderà da dove si alloggia e dai giri che si decide di fare, dipenderà anche dallo stato d'animo, ma anche dal fatto che Londra è mutevole.
La Londra degli Stones non c'è più. Il Marquee ha chiuso a metà gennaio e già è impossibile capire dove si trovasse. Il 100's Club c'è ancora ma a stento si vedono la sua insegna rossa e il suo piccolo ingresso stretti fra due grandi magazzini giganteschi.
La casa di Brian Jones a Courtfield Mews l'abbiamo trovata, ma forse abbiamo fotografato la casa di Mister Brown che se ne stava tranquillo in salotto mentre noi gli zompettavamo sulla soglia.
Non c'è nemmeno più la Londra del 2006 se è per questo, England Rocks a Covent Garden è sparito -al suo posto un ristorante che fa la paella- e pure il Virgin Megastore di Picadilly ha chiuso. O forse è solo il rock ad essere morto.

Venerdì, dopo un giro in Oxford Street e zone limitrofe e un pranzo al wagamama siamo stati a Saint Paul. Mentre il Marito decideva di investire diversamente gli 11 pound dell'ingresso (leggasi libri), io mi avventuravo per la navata e poi su per le scale - interminabili- fino in cima alla cupola per fotografare Londra dall'altro.
Dopo un giro per la Londra degli affari Royal Stock Exchange, Banca d'Inghilterra e Lloyd's e poi finalmente in hotel per il tè delle cinque ed un riposino prima di cena.
A cena lo Sticky Fingers di Bill Wyman, i memorabilia degli Stones tutto attorno al locale ed un hamburger succulento da mangiare con le mani per ritrovarsi appunto con le dita appiccicose alla fine.
Per rientrare una passeggiata per Kensington fino a Notting Hill. Un altra zona da aggiungere alla mappa "se vivessi a Londra vorrei una casa qui" dopo a Portobello Road e alla zona della Tate Modern.
Sabato mattina assieme ad un milione di altri italiani l'immancabile giro a Portobello con i suoi banchi di ciarpame e di anticaglie, ma soprattutto con il suo bellissimo mercato della frutta e verdura.
Un salto al Travel Book Shop (quello del Film Notting Hill) e poi, prima di risalire in metro, al Book Exchange.
Pranzo in un Pret à Manger, sandwich eccezionali. Un'altra catena che sarebbe bellissimo avere anche in Italia.
Al pomeriggio spedizione a Courtfield Mews alla ricerca della casa di Brian Jones e una passeggiata per Charing Cross Road, paradiso delle librerie usate e a Denmark Street, paradiso dei negozi di strumenti musicali. Il tutto passando per Covent Garden (dove c'era un altro milione di italiani rumoreggianti).
La sera cena in zona Soho in un buffet Thai vegano. L'idea ottima, il cibo però lievemente "poso" a causa della permanenza nei vassoi riscaldati.
Domenica sentirsi Londinesi con un giro a Hyde Park e ai Kensington Gardens. Andare a Victoria coi bagagli per scoprire con orrore che non c'è un deposito bagagli. Trascinarsi i trolley fino a Westmister per ri-vedere un po' dei must see e poi pranzare con Fish and Chips and Jacket Potatoes al pub davanti alla stazione.
I voli di andata e ritorno puntualissimi, una menzione di disonore invece al servizio navetta bus da Victoria a Stansted. Con milioni di persone accalcate che tentano di salire sul pulman e due sfigati che tentano di domare la folla senza averne la capacità.
Al rientro trovare la gattina che nei giorni di solitudine se l'è passata bene ed è riuscita in ciò in cui noi abbiamo fallito finendo di togliersi i punti dalla pancina.

p.s. anche in inghilterra hanno la prova del cuoco, lì però si chiama ready steady cook e la presenta un omone nero con una camicia alla magnum PI.
p.s. ci siamo imbattuti in questo meraviglioso negozio di mappe e guide di viaggio, un po' caro, ma da perderci la testa e gli occhi per la meraviglia.

3.3.09

Ultimamente le mie pause pranzo consistono in me che poco prima dell'una schizzo fuori dall'ufficio, salto in macchina e mi dirigo verso casa. La gattina infatti è stata operata e deve tenere il collare elisabettiano in modo che non possa strapparsi i punti o fare altre nefandezze nocive per la sua salute.
Giunta a casa e constatato che gatt è in piena forma e non ha devastato se stessa o la casa posso poi preparami un pranzo veloce e dedicarmi alla mia ultima perversione televisiva, la prova del cuoco.
Da quando la Cl...i ha abbandonato le scene, il programma è decisamente più godibile e vista la mia passione per la cucina indulgo in questa azione peccaminosa.
Oggi in realtà non sono riuscita a seguire molto bene che oltre a tutto il resto avevo una lavastoviglie da svuotare e i panni da stendere.
Mentre tornavo in ufficio un poco stremata dal tour de force, ho incontrato D. in compagnia di un aitante signore. Dall'espressione birichina che ha fatto quando mi ha salutato giurerei che mentre io mi dedicavo alla mia pausa da casalinga disperata nel vero senso del termine, lei fosse di ritorno da un incontro galante alla desperate houswives.
A ciascuno la pausa pranzo che si merita.

2.3.09

Questo finesettimana, niente montagna.
C'è stato il teatro venerdì sera, dopo anni finalmente sono riuscita ad andare a vedere il Cirano al teatro Libero. Dopo un attacco un po' noioso, la magia del teatro ha avuto la meglio e il tempo è passato in un soffio. Sabato è venuta a trovarmi la mamma e mi ha portato in dono dei pansoti. Al pomeriggio impavide siamo andate a vedere la mostra sul Futurismo a Palazzo Reale, nonostante al Duomo ci fosse il Carnevale. La mostra è molto interessante, anche se lunga, peccato che andando così senza preparazione, le ultime sale me le sono godute poco a causa del calo di attenzione.
Domenica invece non ho messo il naso fuori di casa. Mi sono dedicata alla cucina e, parzialmente, alla casa. Ho sperimentato il pane con la mela e la cipolla visto dal cavoletto, buono ma un po' faticoso da digerire (e dire che di cipolla ne ho messa mezza). Ho preparato le lasagne (le lasagne le avevo già, ho fatto besciamella e sugo di funghi). Ho rifatto la marmellata di banana arancia e vaniglia (ricetta di Christine Ferber vista qui. Ho usato l'agar agar al posto del frutta pec e metà dello zucchero l'ho messo di canna, ho omesso la buccia grattugiata perchè fidarsi è bene, ma insomma gli anticrittogamici fanno paura).
Ed oggi è già lunedì, per fortuna la settimana sarà breve che venerdì Londra ci aspetta.