31.5.05

Sono tornata... e se per certi motivi, per uno in particolare, questo mi fa felice, per altri, come il fatto che sono in ufficio ad esempio, mi crea un po' di malinconia.
L'esperienza è stata così intensa che devo ancora digerirla a pieno. Ho scritto qualche reportage su Un Altro Senegal, a breve spero di riuscire a scrivere tutto il resto.

26.5.05

A me francamente della finale di champions non me ne poteva fregar di meno, ma a dakar si è fermato il mondo a causa della partita. Anche qui nel quartiere dove di solito c'è sempre qualcuno per strada si sentiva solo l'eco della tv dalle case. Quando siamo andati a cena c'era ancora la partita e cosi' ho visto i rigori... che dire? Il portiere del Liverpool è un mito. E i senegalesi si aggiravano dicendo c'est incroyable! un po' per come si è fatto rimontare il milan un po' per gli sculettamenti del portiere del liverpool e un po' perche' noi italiani non tenevamo per il milan.

23.5.05

Al di là del fatto che ogni tre passi c'è una moschea e tutti i tassisti hanno una foto del loro marabout(capo spirituale) appesa allo specchietto retrovisore, anche parlando con la gente si capisce quantoa prea abbia la religione sulle persone e come sia parte integrante delle loro esistenze. Qui in Senegal ci sono il 95% di musulmani il 4.5% di cristiani (fra cattolici ed evangelici) e la restante parte sono coloro che si dichiarano animisti. Il fatto è che l)animismo è una tradizione sentita e che sia il cristianesimo che i musulmani hannop dovuto assorbirne dei tratti per fare presa sulla gente.
Ieri sera nel quartiere dei ricchi sfondati fra il Club Med e l'hotel più grande del Senegal Le Meridien, seduti ad un molto occidentale bar all)aperto si discuteva con Baila di religione musulmana.
Baila è il classico esempio di senegalese arrivato: ha la macchina e il cellulare vodafone e ci offre pure da bere. E' laureato in economia e commercio e sostiene di sapere tutti i versetti del corano a memoria.
Dice che lui è musulmano,lui sa e ci vende la sua versione dei fatti come l'unica possibile. Non è disposto ad ammettere che il musulmanesimo ha acquisito dei tratti peculiari qui in senegal poiché si è mischiato con la religione locale.
Non è nemmeno molto disposto ad ammettere che i marabout più che essere in stretto contatto col divino sono in stretto contatto col potere sui loro fedeli, ma questo sarebbe stato troppo in effetti.
Questa mattina invece jean Simon si è dimostrato più aperto e disponibile a parlare del suo essere cristiano. Ha spiegato che la conversione dei serer al cristianesimo è stata molto facile perché i meccanismi della religione che seguivano prima erano i medesimi: un unico Dio e un rappresentante di dio sulla terra, nel caso del cristianesimo Gesù nel caso della religione tradizionale il pangol.
Dice che lui ha un piede di qui ed uno di là nonostante sia ferventemente cattolico crede all'uomo della pioggia (colui che divina il giorno in cui inizia a piovere). E poi conclude serafico tra il serio ed il faceto... se ci sono due intermediari per parlare con Dio: Gesù e il Pangol perché usarne solo uno?

21.5.05

Neanche con ore a disposizione riuscirei a raccontare cose sensate dell' africa e del senegal...aggiungiamo che la tastiera francese e' un gran casino... insomma la faccio breve che mi sta scadendo il minutaggio: sto bene nonostante il caldo assurdo e la guida folle dei tassisti senegalesi... qui e' un mondo totalmente diverso e non solo perche' alle 5 del mattino c'e' il muezzin che inizia a cantare e ti fa saltare sul letto... vi raccontero' al ritorno!

18.5.05

Il Teatro Libero è piccolo, e soprattutto difficile da trovare se nessuno ti indica la strada. O meglio l'indirizzo via Savona 10 lo trovi con facilità, quello che non ti aspetti è di dover salire all'ultimo piano di un palazzo attraverso una scala antincendio per accedere alla sala.
La sala è piccola, nel sottotetto e sul soffitto a volta è dipinto un arco a botte squarciato, attraverso cui si intravede un cielo stellato.
Il palco è vicino in qualsiasi punto, hanno aggiunto una fila davanti e delle sedie ai lati delle file istituzionali. Quando la sala si riempie il brusio a causa delle dimensioni ridotte e dell'elevato numero di persone assomiglia più ad un ululato, ma per una volta nulla da dire sul comportamento del pubblico in sala. La maschera ad inizio spettacolo prennuncia che nel dopo serata gli attori ed il regista saranno in sala per incontrare gli studenti della scuola di teatro e che chi vuole fermarsi è il benvenuto.
In scena l'Amleto per la regia di Corrado Elia.
Lo spettacolo è particolare, su di uno sfondo grigio a cubi l'azione si intreccia a scene fisse, intervallate da scene di buio. C'è una colonna sonora che accompagna lo spettacolo in questi stacchi stile cinematografico e sulle relative dissolvenze nere.
Ammettiamolo, al di là del fatto che un giorno diversi anni fa ho avuto voglia di imparare a memoria l'incipit del famoso monologo, della storia ricordavo ben poco.
Nonostante il taglio particolare, lo svolgimento dei fatti, l'intreccio risultava comunque fruibile. Certo è che non ricordando granché il testo, non avessi seguito il dibattito successivo, non avrei mai colto alcune sfumature.
Ad esempio che quello che noi vediamo è il ricordo di Orazio, cui Amleto affida il compito e la maledizione di ricordare. Le polaroid sono ricordi, flash back, la scenografia è la scatola in cui i ricordi sono contenuti, la testa di Orazio.
O che sul
"essere o non essere? questo è il problema. E' forse più nobile soffrire nell'intimo del proprio spirito le pietre e i dardi scagliati dall'oltraggiosa fortuna o imbracciar l'arme, forse, contro il mar delle afflizioni e combattendole metter loro una fine?"
quelle porte che aperte e poi chiuse rappresentavano la possibilità sprecata da Amleto di uscire dall'impasse in cui si trova, di prendere una decisione di agire insomma.
Aneddoti più di colore, Amleto col viso sofferto e affilato, la dizione perfetta durante lo spettacolo, vis à vis con il pubblico si presenta con una improbabile maglietta viola, l'accento romanesco ed un pudore che fa quasi tenerezza. Quando Corrado Elia spiega che il lavoro del regista su di un testo come l'Amleto è molto lungo e complicato, perché Amleto è per eccellenza il teatro e bisogna esserne all'altezza, si gira poi verso il suo primo attore e dice "Anche lui, so che davanti al regista uno non lo da a vedere, ma poi uno è orgoglioso se gli danno la parte dell'Amleto... si sarà chiuso in bagno a dire sì sì sì" e lui arrosisce e si allontana sul fondo del palco.

17.5.05

Segnalazione.
Referendum sulla procreazione assistita: trovo questo post di Giulia, molto bello. E interessante anche il dibattito scaturito nei commenti.
Come dire... dovrei essere su di un volo aereo per il Senegal invece sono in ufficio, per una serie di circostanze che non sto qui ad elencare... un unico commento: CHE PALLE!

13.5.05

Martedì parto per il Senegal... alla fine mi sa che riuscirò a scrivere più spesso dal cyber café di Dakar di quanto non riesca a fare qui dall'ufficio.
Se non sarò da queste parti mi troverete su Un Altro Senegal (il link è laggiù in fondo nella colonnina di destra).
Comunque oggi con orrore mi sono resa conto di essere totalmente impreparata all'evento Africa... oltre a cominciare a dubitare della mia sanità mentale nel partire per due settimane lasciando i lavori di casa ad un punto morto con il parquet a colabrodo.
Qualcuno direbbe che è molto rock.
Ieri abbiamo fatto un gioco... pensare agli oggetti della nostra infanzia... vedere con che giochi giocavamo , le macchine che giravano per strada.
Alla fine fra persone nate negli stessi anni sono tante le momorie comuni... io però l'idrolitina non me la ricordo, mentre invece ricordo la citrosodina. E soprattutto dalle mie parti andava di moda la bmx (per i maschi, io avevo una vezzosa graziella bianca) e non la saltafoss.

12.5.05

Se non fosse che il mio parquet invece di essere lucido e finito è sventrato in più punti, riuscirei forse a fare dell'ironia sulla dinastia di parquettari del varesotto con cui sto avendo a che fare, sulle ditte a conduzione familiare e sugli operai che assumono.
Conversazione con parquettista figlia, adetta alle pr.
-Buongiorno parla XXXX, il parquettista, lei è la sig. B?
-Sì buongiorno mi dica.
-Volevo dirle che domani mio padre sarà in cantiere e lei potrà far visionare il parquet.
-Veramente sono passata stamattina e l'operaio ha deciso di toglierlo ed hanno provveduto alla rimozione, solo che non ho ben capito cosa ha detto riguardo al tempo che è necessario far passare prima di posarlo nuovamente... [ndr... il parquettista è arabo e parla... in arabo!!!!]
-Ah non si preoccupi mio padre e l'operaio si capiscono, domani ci parla lui, poi mi riferisce ed io le telefono.
-...
Sembra io gioco del telefono senza fili! Non oso pensare a cosa possa scaturire da una conversazione che dall'arabo passa per il dialetto varesotto e finisce in una traduzione in italiano da parte dell'addetta alle pr che comunque di parquet non se ne intende...

9.5.05

L'invasione della fuffa di pioppo si è presentata puntuale all'appello, ieri sembrava nevicasse tanti erano i bioccoli bianchi che navigavano nell'aria. La lotta diperata della natura contro il cemento: hai voglia a sparare quintalate di vettori per la diffusione del polline se quelli poi si annidano nel portone fra il muro e la porta, sugli zerbini, sulla biancheria stesa, al più sul cono gelato di qualche bambino. Neanche un briciolo di terra, salvo quella dei miei geranei che già di loro stentano un pochino.
Qui in ufficio senza che nessuno sia dichiaratamente allergico ai pollini sembra di esser tornati indietro di un paio di mesi, tutti col naso tappato gli occhi rossi e i fazzoletti di carta a portata di mano, manco fosse tornata l'influenza.
In the meantime la settimana è stata inaugurata dalla scoperta di un nuovo danno alla moto causato dalla posteggiatrice folle, dalla ricerca disperata del numero del parquettista (tanto gentili gli idraulici tanto difficili da reperire i parquettisti) e da altre quisquilie di sorta, tipo far capire alle operatrici dell'assicurazione che il mio indirizzo email non è ginevraanderscorbarroero ma ginevra_barroero.
Per non parlare poi del merdone lavorativo piombatomi tra capocollo e dell'appuntamento dal dentista.
Se trovo chi mi ha spostato l'elefantino senegalese girandolo con le spalle alla finestra giuro che gli spezzo i pollici.

6.5.05

Referendum su fecondazione assistita. Sono due giorni che mi infogno in discussioni più o meno sterili su questo argomento. Ieri poi l'ho fatto dopo cena, sul terrazzo di casa e per poco mi beccavo una congestione.
Sui temi etici che riguardano la vita è ben difficile avere delle posizioni chiare, i confini fra cosa è cura e cosa è accanimento terapeutico, su quando la vita comincia, su quando è giusto che la vita finisca, sono così impalpabili e difficili da stabilire che riconosco sia una difficoltà immane legiferare in materia.
Si può anche discutere sul fatto se sia giusto o meno utilizzare gli strumenti della medicina per procreare, voglio dire, posso anche accettare la posizione fatalista di chi dice che se uno non è fatto per mettere al mondo un figlio forse è meglio che non lo metta al mondo. Soprattutto perché sono convinta che mettere al mondo un figlio sia primariamente un atto di egoismo del genitore, senza per questo togliere che il mio orologio biologico ticchetta e che probabilmente in fututo vorrò anche io riprodurmi ed essere egoista e che comunque sono contenta che mia madre abbia voluto esserlo che al mondo ci sto bene. E non sto parlando con la spavalderia di chi sa che potrà mettere al mondo un figlio, che nonostante gli studi inglesi che sostengono che l'età migliore per una donna per diventare madre sono i 34 anni, mi sa che la biologia dice che avendo passato i 25 sono ormai sul viale del tramonto.
Quello che mi fa andare in bestia e discutere fino allo stremo con la gente è il fatto che questa legge per come è concepita è lesiva dei diritti della donna.
Non so quando la vita cominci, un batterio è considerato una forma di vita quindi a maggior ragione suppongo che anche un ovulo fecondato possa essere considerato per quanto primigenia una forma di vita. Ma la vita e la salute di una donna, che non è una vita in fieri, ma una vita in atto, non possono essere equiparate a mio giudizio a quelle di un embrione, che sì potrebbe diventare un essere umano, ma non è detto che ci riesca.
Qualcuno ha paura che si vada verso un mondo come quello di Gattaca, dove il dna di ogni essere umano viene scelto a priori e le persone venute al mondo senza gli artifici della tecnica sono una sorta di popolazione di serie B.
Qualcuno invece ha paura che gay e lesbiche ricorrano alla fecondazione artificiale per avere dei figli.
Cosa c'entra questo col fatto che se una donna cambia idea una volta che l'ovulo è fecondato cazzi suoi gli impiantano lo stesso tre embrioni nella pancia?
Cosa c'entra la paura di una selezione spinta del tipo vediamo di che colore ha gli occhi col fatto che se un embrione è mal formato e nascerà con delle tare gravi si sia comunque costrette a farselo impiantare che tanto dopo c'è l'aborto terapeutico?
Sembra che chi vuole votare sì abrogando parti di questa legge sia automaticamente per la libertà totale in materia. Che sia favorevole alle nonne mamme, agli uteri in affitto alla manipolazione genetica del feto alla selezione a priori.
Io ritengo che sia necessaria una regolamentazione, ma che quella attuale faccia schifo e pertanto vada cambiata.

4.5.05

Ah dimenticavo di aggiungere due bestemmie così contro la sfiga appollaiata sulla mia spalla. Ieri sera uscendo da danza ho trovato la moto con lo specchietto spaccato perchè qualche imbecille facendo manovra ci aveva tirato una trona dentro. Fanculo gli specchietti delle naked e gli imbecilli che fanno manovra senza guardarsi intorno.
Mentre mi allontanavo incainita Giove Pluvio per farmi sbollire ha pensato bene di lanciarmi un temporale breve quanto intenso sulla testa.
nulla di che... per carità ... che c'è gente di questi tempi che con la moto ha avuto sfighe più grosse...
Non che in questi giorni di silenzio non avessi nulla da dire, è che fino a quando non mi faccio impiantare un chip sottocutaneo che traduca i miei pensieri direttamente in post e li pubblichi a seguito di un battito doppio di ciglia credo avrò problemi a postare regolarmente.
In sintesi.
Ho rogitato: casa mia è mia.
Ho imbiancato e povera illusa speravo di cavarmela con una mano di fissante ed una di bianco... nulla da fare, il prossimo we secondo round. E accidenti ai pennelli che lasciano giù i peletti sul muro e alle zanzare suicide che si posano esattamente davanti al tuo rullo.
Poi mi resterà da inseguire il parquettista perché dia la seconda mano di vernice, l'uomo dello zoccoletto a fondo parete e a dirla tutta anche quello delle finestre che la portafinestra del soggiorno non chiude bene.
Per inciso... ho conosciuto i miei vicini, quelli abbastanza folli come me da farsi consegnare l'appartemento in fieri.
Uno è pacato e tranquillo, credo anche vagamente perfezionista dal momento che ha smontato i caloriferi per imbiancarci dietro. Vive al piano sotto al mio, nell'appartamento speculare.
L'altro invece è un tipo molto "ue' figa allora cos'è sta cosa"... alto con una andatura caracollante vagamente scimmiesca, è al primo piano nella palazzina accanto. Sulla macchina ha dei cerchi in lega che a venderne uno ti ci compri un armadio e ritmi di lavoro meno serrati dei miei: sabato è arrivato alle cinque, domenica alle quattro. Magari comunque è più veloce di me e del badante (che in the meantime è stato promosso ad imbianchino di fiducia).
Al momento quindi resto in foresteria ancora capace di donarmi gag gustose come quella di ieri sera.
Io Ale e Mao attorno al tavolo nell'ingresso tentavamo di capire come risollevare le sorti economiche dell'associazione e quanto tempo avessimo prima che la situazione da preoccupante si facesse critica. Mao era in crisi da astinenza da sigaretta e giocava nervosamente con l'accendino quando dal pianerottolo è giunto il vociare dei miei vicini. Senza ritegno alcuno si è precipitato sulle scale a domandare una sigaretta ed è tornato sorridente con un pacchetto di Malboro con tre sigarette elogiando la gentilezza del vicinato. Serata passata senza soluzioni migliori che giocare al superenalotto, riunione sciolta, baci abbracci e il pacchetto con la sigaretta residua se ne va con Ale e Mao.
Dopo qualche minuto mi bussano alla porta, il vicino candido mi domanda:
"Scusa cercavo il ragazzo a cui ho dato le sigarette"
"Mi dispiace è appena andato via"
"Ah perché avevo lasciato un pezzo di fumo nel pacchetto, sai alla sera mi faccio spinello, l'avevo appena comprato qui sotto"
"Mmmh capisco.... se vuoi provo a telefonargli"
"No va beh... peccato è andata così"
E si è allontanato sconsolato lasciandomi trasecolata sulla porta.